Il processo di Hulk Hogan contro Gawker Media getta luce sui personaggi ricchi e potenti che attaccano la libertà di stampa.
Quando nel 2016 il caso Bollea v. Gawker - ossia Hulk Hogan contro il sito Gawker, che aveva pubblicato un suo video con scene di sesso - si concluse con una sentenza esemplare e un risarcimento astronomico, molto superiore allo standard per casi del genere, alcuni iniziarono a temere il peggio per la libertà di stampa di America, ma era solo l'inizio. A rendere il tutto più preoccupante fu la scoperta che a sovvenzionare la causa di Hulk Hogan c'era un miliardario della Silicon Valley, che aveva un conto aperto con Gawker per un articolo pubblicato anni prima in cui si rivelava la sua omosessualità.
Candidati, politici e presidenti non devono amare la stampa. Non lo fanno mai infatti, ed è proprio questo il punto. La stampa ha un ruolo antagonistico e deve rivelare la verità sul potere. Questo film spera di rinforzare questa idea e di convincere le persone a mobilitarsi in difesa di questa nozione basilare, cioè il diritto alla libertà di parola e dunque a criticare il potere.
Il documentario Nobody Speak - Le complicazioni della libertà di stampa di Brian Knappenberger, parte così da un caso scandalistico e controverso per rivelare però un'influenza oscura che si muove contro i media, e rafforza poi la propria tesi nel terzo atto, dedicato a un giornale di Las Vegas la cui proprietà viene più o meno segretamente comprata da un losco magnate locale, irritato dagli articoli sulle sue attività. Un messaggio chiaro e potente, che il regista non manca di rendere ancora più attuale con spezzoni dalla campagna elettorale di Trump e dei suoi numerosi attacchi alla stampa.