Documentario di Andrea Segre che esplora il successo tra i giovani di Berlinguer - La grande ambizione, riflettendo su impegno civile e crisi della democrazia. Espandi ▽
Durante la distribuzione in Italia di Berlinguer. La Grande Ambizione, c’è stato un pubblico giovanile che ha seguito il film di Andrea Segre anche nei dibatti dopo la proiezione. Vista la partecipazione, i realizzatori hanno deciso di creare dei momenti di confronto con loro nelle sale cinematografiche, nelle università e nei luoghi di impegno civile e politico. Noi e la grande ambizione è frutto di questo viaggio nel rapporto tra vita e politica, tra individuo e società, tra paura e sogno nella generazione dei venti e trentenni di oggi. C’è dietro un’interessante idea di ascolto dei giovani su temi politici che il cinema recente, anche documentario, ha portato avanti in maniera sporadica (recentemente Futura di Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher). Andrea Segre ritorna sui suoi passi unendo incontri e dialoghi a immagini di backstage e di scene inedite del film. Recensione ❯
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Pio gestisce una comunità di recupero per ragazzi, Amedeo una casa di riposo per anziani. Uno ha una relazione in crisi, l'altro una figlia adolescente irrequieta. Costretti dalle circostanze a vivere sotto lo stesso tetto tra anziani smemorati e giovani casinisti che si fanno la guerra, i due finiranno per scambiarsi consigli non richiesti, infilarsi in situazioni assurde e, tra bollette arretrate e partite a padel, trovare finalmente il coraggio di mettere ordine alle loro vite e scoprire così un nuovo modo di stare assieme. Recensione ❯
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Love story all'insegna della fantasia e della sperimentazione. Villoresi mette in mostra un talento determinato. Fantasy, Italia2025. Durata 74 Minuti.
Un fantasy diretto da Virgilio Villoresi. Espandi ▽
Il giovane pianista Orfeo suona ogni sera in un locale, il Polypus, dove gli capita di incrociare lo sguardo di Eura Storm nel pubblico, e di venirne rapito. L'infatuazione sembra reciproca, ma la ragazza scompare, lasciando Orfeo nella disperazione. La rivedrà soltanto di sfuggita, mentre varca la soglia di un edificio non lontano da casa sua. Nel tentativo di inseguirla, scopre che la porta conduce a un mondo misterioso, presidiato dall'Uomo verde e popolato di creature immaginifiche come la Giacca, che è il diavolo custode dell'aldilà. Tra loro Orfeo si lancia, determinato a ricongiungersi alla sua Eura.
Tra il surreale e il fantasy, tra l'animazione e il reale, il primo lungometraggio di Virgilio Villoresi è una summa sorprendente e originale delle sue sensibilità artistiche, colte all'incrocio tra la rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice e l'eredità di Dino Buzzati, del cui "Poema a fumetti" il film è una trasposizione.
Love story all'insegna della fantasia e della sperimentazione, il film assale lo sguardo e la mente in egual misura, e rappresenta soprattutto un personalissimo tour de force per Villoresi, che mette in mostra un talento vasto e determinato. Recensione ❯
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Un'avventura piena di magia, amicizia e spirito delle feste! Espandi ▽
Quando Babbo Natale si ammala, Rubble interviene per salvare lo spirito natalizio, mentre cerca di contrastare il piano subdulo del sindaco Humdinger di rubare i regali a tutti. Recensione ❯
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Il ritratto spiazzante e coraggioso di Piero Pelù che diventa anche invito a tornare a guardarsi negli occhi. Documentario, Italia2025. Durata 82 Minuti.
Il racconto intimo diretto dal regista Francesco Fei su un capitolo cruciale nella vita dell'icona del rock italiano Piero Pelù. Espandi ▽
Ha inizio con un ronzio persistente il film di Francesco Fei: un disturbo uditivo invasivo e menomante, destinato a ritornare sotto varie forme in Rumore dentro, documentario dedicato a Piero Pelù, ex frontman dei Litfiba, band simbolo del rock italiano dagli anni Ottanta in avanti.
Non sappiamo se fosse un'idea originaria, ma certo è che, a conclusione del film, "acufene" risulta essere la parola pronunciata più volte dal protagonista. È una condizione fisica concreta, ma anche il perno metaforico di un racconto: la difficoltà di convivere con un suono interiore che non si spegne mai, e che per un musicista abituato a vivere di decibel, energia e volume è una condanna difficile da accettare.
Il film è un ritratto spiazzante e coraggioso e non è il rilancio di una carriera - parola che Pelù rifiuta e disprezza - ma un invito a ripensare la comunità, a tornare a guardarsi negli occhi. Recensione ❯
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Un documentario che racconta la Chiesa, la Misericordia e la Speranza attraverso parole, immagini e simboli potenti nell'anno del Giubileo. Espandi ▽
Asse portante del documentario è l’intervista a Mons. Rino Fisichella che, tra le altre cose, è il responsabile dell’organizzazione del Giubileo 2025 attorno al quale nasce questo progetto che unisce varie parti documentaristiche su quelli del recente passato, con un’altra di finzione per toccare temi profondi delle fede contemporanea. Diretto e fotografato da Daniele Ciprì, un documentario religioso sulla fede di oggi raccontata attraverso sia il Giubileo in corso che quelli del più recente passato.
Il titolo del film, esplicitato dal sottotitolo “Un ponte tra la Misericordia e la Speranza”, dà bene l’idea di un pontefice, Papa Francesco, che costruisce proprio un ponte tra questi due aspetti della Fede. L’aspetto un po’ paradossale del documentario è la sua capacità di raccontare bene, attraverso gli interessanti materiali d’archivio, il momento delle aperture, nei vari anni, della Porta Santa e il coinvolgimento dei fedeli anche alla morte di grandi papi come Giovanni XXIII. Mentre poi, la parte affidata ai tre interpreti sembra chiuderle quelle porte, rendendo un po’ meno accessibili i discorsi legati alla fede di oggi. Recensione ❯
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Una giovane donna e il temibile guerriero extraterrestre uniscono le forze per sopravvivere. Espandi ▽
Considerato ancora troppo giovane e debole dal fratello maggiore, Dek è uno Yautja che vuole disperatamente dimostrare il proprio valore. Quando suo padre chiede la sua testa e suo fratello maggiore si oppone, il genitore decide che il fratello è a sua volta troppo debole per il clan e lo sfida in un duello mortale. Dek viene intrappolato nella nave del fratello, e il velivolo parte per "il pianeta più pericoloso dell'universo" dove si trova il mitico Kalisk, una creatura dotata di straordinarie capacità rigenerative che nessun Yautja è mai riuscito a uccidere.
Predator - Badlands segna un nuovo tentativo di ripartenza per il franchise dedicato ai feroci cacciatori alieni e questa volta il protagonista è uno di loro.
L'idea più interessante non è però il ribaltamento di prospettiva bensì l'aver affiancato allo stoico, determinato e vendicativo alieno un'androide disabile dall'inscalfibile buon umore. L'inedita strana coppia, dove è Elle Fanning a fare la parte del leone con i suoi impeccabili tempi comici, dona al film una vitalità che quasi non meriterebbe. Recensione ❯
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Da un incontro miracoloso prende vita un diario di guerra e soprattutto una celebrazione della compassione. Documentario, Francia, Iran, Palestina2025. Durata 110 Minuti.
La regista iraniana Sepideh Farsi filma al telefono la fotografa palestinese Fatem Hassouma: un diario intimo da una Gaza sotto le bombe. Espandi ▽
Il film racconta la vita a Gaza durante l'invasione militare israeliana attraverso le videochiamate tra Farsi e la fotoreporter palestinese Fatima Hassouna, che documenta con coraggio la realtà quotidiana di una popolazione assediata. Attraverso un racconto intimo e potente, il film diventa l'archivio della resistenza di Fatima, uccisa in un attacco aereo insieme a nove membri della sua famiglia, mentre la realizzazione del film era ancora in corso. Un caso che ha scosso le coscienze in tutto il mondo. Recensione ❯
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Storia di mafia vista in un'ottica diversa e originale, analizzata in chiave grottesca. Drammatico, USA1990. Durata 146 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una storia di mafia vista in un'ottica diversa e originale: tutto è analizzato in chiave grottesca e il protagonista non è un pezzo grosso della malavita. Espandi ▽
La maggior parte delle pellicole dedicate al richiamo edonistico alla malavita indugiano su figure criminali presentandone un percorso che ha del programmatico: l'ascesa e il successivo declino, vittime della loro stessa ambizione. Ma Scorsese dimostra un talento raro costruendo un film esplicitamente immorale. Lo script distilla ricordi in una finzione grottesca che vira a volte nel documentario. È il regista giusto per questo materiale, figlio di Little Italy, cresciuto in un ghetto siciliano a Manhattan e forgiato quindi da un background di un certo tipo.
Quei bravi ragazzi è un capolavoro di composizione visiva, sorretto da sceneggiatura degna di lode (scritta dallo stesso regista e da N. Pileggi, autore del romanzo da cui il film è tratto) e dall'interpretazione di attori al massimo della loro forma.
La regia trasuda le esperienze cinematografiche accumulate fino a quel momento. Nel racconto c'è tutto ciò che serve al cineasta, il desiderio di appartenenza e la paura dell'esclusione, la sottile frontiera tra il mondo normale e l'universo dei mostri. Perfezionato è il metodo di assemblaggio della colonna sonora. Troviamo in questo film tutti i pilastri del pantheon di Martin Scorsese, in un caleidoscopio musicale che va dai gruppi vocali degli anni 50 ai Rolling Stones, da Mina fino al punk di Sid Vicious. Recensione ❯
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Un'opera diretta dal regista teatrale e attore Renato Giordano. Espandi ▽
Renèe è la proprietaria del Felix, un locale nel Sannio che offre accoglienza e spettacoli. Ha però molti debiti. Il ritorno al paese di Sofia con la figlia Diletta le procura gioia ma non allontana l'incubo del fallimento. Sofia incontra Alessio che a sua volta ha lasciato temporaneamente la città per vivere nella casa paterna. Tra i due nasce un'intesa ma c'è un segreto che Sofia non vuole rivelare.
Asia Argento spicca con la sua professionalità in un film che ha la sceneggiatura di un fotoromanzo di altri tempi. Giordano, alla sua opera prima, dimostra di saper lavorare con una star come Asia Argento. I problemi gli derivano da una sceneggiatura (di cui è autore) che non si e ci risparmia nulla.
Quello che funziona di più è la promozione della Falanghina, un vino di cui il Sannio può andare fiero, che compare in più di una situazione. Recensione ❯
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Tra nostalgia e testamento civile, un pioniere della radio che ha speso la vita per donare all'Africa uno strumento di emancipazione. Documentario, Italia, Francia2025. Durata 70 Minuti.
L'incredibile impresa di Giorgio Lolli, bolognese, rivoluzionario delle onde radio, che in quarant'anni ha dato vita a oltre 500 emittenti in Africa. Espandi ▽
Il bolognese Giorgio Lolli, ex sindacalista e tecnico di radio libere vicine al PCI, dagli anni Ottanta fondò più di 500 emittenti partendo dal Mali in tutta l’Africa. Tramite l’impresa sociale Radio Solaire, così, assicurò formazione e lavoro a decine di tecnici e conduttori radiofonici locali. Il doc ripercorre l’azione rivoluzionaria del “padre della radiofonia privata africana” al tramonto del secolo in un contesto segnato da dittature, monopolio dei media e disinformazione. Gli occhi e la voce sono del "discepolo" Abdrahmane Cissoko, intento, ora che Lolli è morto, a formare le giovani generazioni affinché nasca un’altra radio al confine tra Senegal, Mali e Mauritania che racconti le storie dei migranti.
Il doc diretto a quattro mani dal Bacci e Eppesteingher, tra nostalgia e testamento civile, riscopre la figura leggendaria di un pioniere della radio che ha speso la vita per donare all’Africa un nuovo strumento di emancipazione, socialità e democratizzazione.
Con passo breve (il film sfiora l’ora e un quarto di durata), tono ammirato ed economia di mezzi (produce con merito Materiali Sonori Cinema), il racconto colloca una biografia inimitabile dento la storia sociale e mediologica dell’Africa di fine secolo. Recensione ❯
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Un tuffo nella vita del pittore Ricardo Cavallo che ha dedicato tutta la sua esistenza alla pittura. Espandi ▽
Il ritratto di Barbet Schroeder del suo amico pittore Ricardo Cavallo che dedica la sua vita alla pittura. Da Buenos Aires al Finistère, passando per Parigi e il Perù, questo film è un invito a tuffarsi nella storia della pittura ma anche a scoprire la vita di quest'uomo che, con semplicità e umiltà, si è sempre impegnato fino a trasmettere la sua passione ai bambini del suo villaggio. Recensione ❯
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Un viaggio nella vita e nell'opera di un artista che con ironia, sarcasmo e poesia ha fotografato le contraddizioni dell'Italia degli anni '70. Espandi ▽
Rino Gaetano è scomparso prematuramente ma le sue canzoni e la sua personalità sono ancora vive e stimolano riflessioni e confronti in chi si accosta alle sue produzioni. Il documentario ne propone anche gli aspetti meno noti grazie ad un amplissimo e talora inedito materiale.
Giorgio Verdelli ancora una volta centra l'obiettivo nel realizzare un ritratto che supera la definizione minimale di documentario riuscendo a mettere in luce lo spirito che animava il cantautore.
Verdelli raccoglie innumerevoli testimonianze adottando un ritmo di montaggio che di volta in volta risulta diverso ma anche sapendo cogliere, quasi fosse un architetto o uno scenografo, i luoghi e le angolazioni giuste in cui catturare i ricordi e le riflessioni dei suoi interlocutori. Recensione ❯
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Gli ultimi 20 anni del regista sono raccontati come un appassionante romanzo ricco di materiali e vicinanza intellettuale e umana. Documentario, Italia2025. Durata 87 Minuti.
1956: Rossellini, deluso dal cinema e dai fallimenti con Bergman, parte per l'India su invito di Nehru. Da lì inizia la sua rinascita fino alla morte nel 1977. Espandi ▽
partire e di non tornare. Non voglio più fare un film. Il cinema, così com’è, non mi interessa”. Il maestro del Neorealismo sta attraversando una crisi profonda. Il regista parte così per l’India invitato dal Primo ministro Jawaharlal Nehru per realizzare un documentario sui progressi del suo paese. Per lui è un salto nel vuoto ma anche una bellissima, nuova sfida. I fatti mostrati in questo documentario iniziano proprio da qui e arrivano al 1977, anno della morte del cineasta. L’approccio è appassionante. Gli ultimi 20 anni della vita di Roberto Rossellini sono raccontati come un grande romanzo, passando dai grandi amori con Ingrid Bergman, Anna Magnanifino al suo atto ultimo come Presidente della Giuria del Festival di Cannes dove ha assegnato la Palma d’oro a Padre padrone dei fratelli Taviani una settimana prima di morire. Il merito di questo documentario è stato quello di mostrare i passaggi più noti della sua carriera e della sua vita ma anche quelli più sconosciuti o da riscoprire. Recensione ❯
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Imperniato su una vicenda di femminicidio. Espandi ▽
Due sorelle, separate da una tragedia familiare nel 2015, si ritrovano dieci anni dopo e intraprendono un difficile percorso di riconciliazione, mentre la maggiore trova il coraggio di denunciare il marito violento riscoprendo il vero significato di famiglia. Recensione ❯
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