j-hope, la star dei BTS, torna nei cinema con il suo primo tour mondiale da solista, con cui ha conquistato il pubblico di 15 Paesi con 31 concerti. Espandi ▽
j-hope, la star dei BTS, torna nei cinema con il suo primo tour mondiale da solista, con cui ha conquistato il pubblico di 15 Paesi con 31 concerti, per un evento in diretta via satellite in contemporanea mondiale.
Da Seul passando poi per Nord America e Asia, il tour ha raggiunto il suo apice: il gran finale di questa tournée di successo sarà trasmesso in diretta dal Kyocera Dome di Osaka, in Giappone, nei cinema di tutto il mondo proprio il 31 maggio alle ore 13:00 con il j-hope Tour 'HOPE ON THE STAGE' in JAPAN: LIVE VIEWING.
L'evento cinematografico in diretta offrirà agli spettatori l'opportunità unica di assistere al fenomeno j-hope sul grande schermo. Attraverso un racconto sincero, J-Hope condividerà con i fan speranze, sogni e aspirazioni, il tutto con l'energia esplosiva delle sue performance, passando dai brani più iconici dei suoi album da solista, come "MORE", "Arson" e "NEURON (con Gaeko, Yoonmirae)", ai nuovi successi presentati per la prima volta in tour, come "Sweet Dreams (feat. Miguel)" e "MONA LISA". Recensione ❯
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La storia della leggenda della canzone popolare Rosa Balistreri. Espandi ▽
Rosa trova alloggio in casa della figlia Angela, che però non la vuole lì. Alla sera Rosa si addormenta guardando vecchie foto di una famiglia che non c'è più. Ma suo nipote Luca la spinge a fare ciò che sa fare meglio, ovvero cantare. Nel suo passato ci sono violenze, abbandoni e amori impossibili, e soprattutto c'è una maternità difficile che l'ha tenuta lontana da Angela. Del resto anche Angela non è riuscita a crescere Luca, come è successo anche a Maria, la sorella di Rosa.
Una durata leggermente inferiore e qualche momento di respiro in più (che forse la vera Rosa non ha mai avuto) avrebbero reso la visione meno grave per lo spettatore, così come la frammentazione della storia non sempre risulta facile da riassemblare.
Ma L'amore che ho resta un sincero omaggio ad un'artista con un talento eccezionale e un'esistenza tragica, specchio di una cultura patriarcale e retrograda che vorremmo appartenesse soltanto al passato. Recensione ❯
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Il ritratto di una famiglia di sole donne. Espandi ▽
In una famiglia composta da sole donne, ognuna con una forte personalità, l'arrivo della piccola Futura diventa l'occasione per raccontare i percorsi paralleli della loro crescita. Recensione ❯
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La vera storia di Emma Schmidt, conosciuta anche con lo pseudonimo di Anna Ecklund. Tra i casi di possessione ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa Cattolica. Espandi ▽
Iowa, 1928. Padre Joseph Steiger riceve da un suo superiore un incarico delicato. Si tratta del caso di una donna, Emma Schmidt, che soffre molto, per cause che sembrano sfuggire alle possibilità di cura della scienza medica. È quindi necessario praticare un esorcismo. Padre Joseph ha il compito di prendere nota di quanto accade durante l'esorcismo, mentre ad assistere l'esorcista sono le suore del convento cui si appoggia la parrocchia. Le prime sedute dell'esorcismo mostrano subito che le cose non saranno facili.
Ispirato, ci viene detto in didascalia, a fatti veri, è un film esorcistico di stampo molto classico, che segue il percorso narrativo codificato dal capostipite, L'esorcista.
Il tormento e il desiderio di riscatto del sacerdote più giovane fanno da contraltare alla fede incrollabile del saggio esorcista, che forse sembra ancora più saggio per il naturale carisma di un grande attore come Al Pacino, che dona al suo personaggio la sua notevole personalità e capacità interpretativa. Recensione ❯
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Un uomo aggrappato ai successi del passato si trova a fare i conti con un presente nostalgico e solitario. Una storia dolce e malinconica, ma che lascia luce alla speranza. Espandi ▽
Umberto è uno sceneggiatore avvilito. Si nasconde dalla vita e aiuta una giovane sceneggiatrice a scrivere una storia, ammira una suora armena pulire i vetri delle finestre, passa le serate in un locale a bere alcolici. Un ragazzo bussa alla sua porta, e gli rivela una notizia importante. Una sua ex viene a trovarlo e gli regala una serata diversa, un'altra deve decidere se finanziare o no la sua storia, e una suora lo accompagna al cimitero dov'è sepolta sua madre. Lì Umberto, per gli amici Umbe, dovrà fare i conti con traumi e memorie del passato.
È un film malinconico, a tratti poetico, a tratti catatonico, ma sempre infarcito di aforismi, quello che segna il debutto alla regia dello sceneggiatore Umberto Contarello. L'influenza sorrentiniana (Sorrentino produce e co-sceneggia il film) è dichiarata e risulta evidente nella messa in scena, come anche nel tipo di ironia e nella descrizione di certi personaggi.
La cifra del racconto si assesta tra il decadente e l'ironico, con un umorismo alla Kaurismäki, specie nell'insistenza sull'ossessione filoamericana del "turning point" degli sceneggiatori contemporanei e nel rivendicare l'importanza delle "scene che non servono a niente", ma anche nella "to do list" in cui il protagonista inserisce compiti come "andare in banca a chiedere pietà" e "non impazzire". Recensione ❯
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L'incontro tra una giovane coppia di ladri e gli abitanti di una villa sperduta dà vita a un gruppo di sogni e fallimenti. Espandi ▽
Guido e Beatrice sono due ladri che stanno cercando di sfuggire alla cattura da parte della polizia e che sono sottoposti alle non amichevoli attenzioni di un boss malavitoso. Raggiungono nottetempo un’isola su cui sorge un’ampia villa abitata dalla famiglia Reffi. Ognuno dei componenti ha una passione particolare. C’è chi è stato direttore d’orchestra; chi, un tempo medico, ora sviluppa il suo interesse per la matematica; chi scrive romanzi e chi vorrebbe saperli scrivere. Tra il gruppo e la coppia si ingaggia una scommessa: chi abita la villa pensa di riuscirne a cambiare le attitudini. In quel caso non si provvederà a denunciarli alle forze dell’ordine. Eugenio Lio ed Elisabetta Sgarbi hanno operato su un romanzo scritto negli anni’40 da Giorgio Scerbanenco, ritrovato dagli eredi e pubblicato nel 2018 da La Nave di Teseo, casa editrice di cui Elisabetta Sgarbi è l’anima nonché il direttore generale. Ne hanno spostato l’azione sul finire degli anni ’60 (su una pagina di giornale per un istante sembra di leggere il nome di Valpreda) e il loro intervento è sui personaggi (non sulle persone) che lo scrittore ha immaginato. Tutto però è rigidamente ancorato all'interno di uno schema algido ed è questa freddezza che viene volutamente conferita alla recitazione degli attori che denunciano la loro derivazione letteraria non per una mancanza di consapevolezza da parte degli sceneggiatori ma proprio (questo è ciò che si coglie) per sottolinearne l'artificiosità del pensiero e quindi delle vite. Recensione ❯
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Una ragazza causa un incidente. Inizierà a frequentare l'inconsapevole marito della vittima. Espandi ▽
Eva è una diciannovenne che, in crisi per un video intimo diffuso a sua insaputa in rete, tenta il suicidio gettandosi sotto un'auto. Accade invece che, nel tentativo di evitarla, sia la conducente a perdere la vita senza che la ragazza tenti di soccorrerla. Finirà con l'avvicinarsi a Bruno, veterinario francese, che della donna era il marito che quella notte era stato violento con lei.
Rossella Inglese, al suo primo lungometraggio, sa come far 'parlare' i corpi e gli attori chiamati ad incarnare i personaggi da lei scritti con Dario D'Amato.
Su Fabrizio Rongione si corre il rischio di essere ripetitivi quando se ne sottolinea la versatilità e la capacità di bucare lo schermo fin da quando, nel 1999, facemmo il primo incontro con lui sul grande schermo con Rosetta dei fratelli Dardenne. Recensione ❯
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Alla corte dei Tudor. La vita di Katherine Parr, una donna che ha combattuto per essere se stessa. Si tratta di una rivistazione del film in costume tradizionale. Espandi ▽
Catherine Parr è la sesta e ultima moglie di Enrico VIII, re di Inghilterra, Francia e Irlanda. Viene nominata reggente mentre lui è fuori a combattere, quando tornerà sarà costretta a fronteggiare non solo il suo terribile carattere - causa della fine di tutti i matrimoni precedenti anche per decapitazione - ma anche l'intransigenza contro chiunque abbia simpatia per i protestanti. Lei compresa. Evidentemente intenzionato a non edulcorare mai il suo racconto, adattato dal libro Queen's Gambit di Elizabeth Fremantle, Karim Ainouz racconta con stile asciutto e senza risparmiare dettagli cruenti e raccapriccianti una storia di corte che è al tempo stesso un thriller psicologico sulla violenza patriarcale, dentro e fuori le mura domestiche. È un titanico Jude Law a interpretare Enrico VIII, un sovrano sovrappeso, collerico e delirante, evidentemente shakespeariano. Lontana da ogni patina hollywoodiana, la performance che offre Law è viscerale, sa calarsi nei panni di un patriarca detestabile di cui pare di sentire il fetore, assecondando l'intenzione di Ainouz di firmare non tanto un film di denuncia, ma un potente invito alla ribellione. Recensione ❯
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Un dramma esistenziale che gioca con i punti di vista per raccontare una storia realistica, ma dai toni grotteschi e surreali. Drammatico, Italia2025. Durata 94 Minuti.
Il dramma di un uomo che cerca un senso di riscatto dopo la morte di un amico. Espandi ▽
Colleghi e amici fraterni, Cesare e Mauro lavorano entrambi come guardie giurate in una miniera ormai in disuso, in cui un tempo erano impiegati come operai. In una Sardegna soleggiata, arida e desolata, i due condividono le proprie giornate, trascorrendo in compagnia la pausa pranzo in una piccola sala dotata soltanto di un tavolo e un televisore. Al pomeriggio, invece, nel dopolavoro operaio, ballano insieme le canzoni della loro gioventù. Tutto procede con assonnata monotonia, finché un giorno arriva ai due una notizia che sembra farli sperare in un futuro migliore: una multinazionale cinese potrebbe finalmente acquistare il giacimento in cui lavorano, conferendogli una nuova vita. I sogni di Cesare e Mauro sembrano tuttavia destinati a infrangersi tragicamente.
Esordio al lungometraggio del regista sardo Sergio Scavio, La guerra di Cesare racconta il dramma esistenziale di due ex operai, reiventatisi guardie giurate dopo la chiusura della miniera in cui erano entrambi impiegati. Uomini al tramonto, frustrati dal fallimento di una rivoluzione operaia che sembra ormai definitivamente destinata a non realizzarsi, Cesare e Mauro raccontano la fine di un’epoca e dei suoi ideali. Nonostante alcuni dialoghi un po’ ingessati, si tratta di un film capace di raccontare con grande originalità un tema più volte affrontato dal cinema italiano – quello della crisi della sinistra e delle sue istanze - e Sergio Scavio si presenta come un regista dallo stile riconoscibile e profondamente personale. Recensione ❯
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Un film saggio che riflette sul passato della classe operaia. BIGLIETTI QUI »Espandi ▽
Un percorso capillarmente documentato con filmati d'epoca (militanti e non) su come la Confederazione Elvetica accolse o discriminò coloro che arrivavano sul territorio dal sud dell'Italia in seguito a una esplicita richiesta di manodopera. Con un chiaro riferimento a situazioni che, decenni dopo, vedono l'Italia come protagonista.
Samir, noto regista da sempre impegnato sul fronte della solidarietà, affronta un tema spinoso seguendo lo scorrere degli anni.
Ciò che contraddistingue questa opera è la volontà di tenere deste le coscienze. Poteva essere facile ricostruire quanto il passato sia stato difficile, con punte che potremmo definire di xenofobia, da parte di alcune realtà politiche estremiste fermandosi alla sua, seppur documentata, ricostruzione. Samir sente il dovere di andare oltre ricordando (non solo agli svizzeri ma anche agli italiani) come quanto accaduto si stia nuovamente riproducendo con le nuove ondate migratorie. Recensione ❯
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Una favola anticapitalista inconfondibilmente di Wes Anderson. Ancora una volta ci fa rimpiangere di non avere abbastanza occhi per divorare tutta la bellezza. Azione, Commedia, Thriller - USA2025. Durata 105 Minuti.
Zsa-zsa Korda lascia l'eredità alla figlia novizia. Ma tra figli trascurati, segreti e sabotaggi, la lotta per il potere è appena cominciata. Espandi ▽
Anatole «Zsa-zsa» Korda, magnate quasi immortale, colleziona nemici e incidenti aerei, a cui sopravvive a dispetto dei suoi sabotatori. In un clima da predazione capitalistica e di morte prossima, Korda mette in ordine i suoi affari e decide di lasciare la sua immensa fortuna a sua figlia, novizia imperturbabile. Salvo che il nostro ha altri nove figli, tutti maschi, che non ha il tempo o il desiderio di amare. La trama fenicia non rappresenta una rivoluzione per Wes Anderson, una constatazione che però non dà ragione ai detrattori e alle riduzioni schematiche, perché la sua estetica è sempre stata al servizio di uno scopo, di un modo di raccontare il mondo. L’approccio metodico, che si traduce sempre in estetica splendente e ridondanza, innesca questa volta un ritmo più frenetico e un racconto quasi orientato all’azione. È uno strano viaggio in un deserto andersoniano sorprendentemente pieno, una favola anticapitalista che ha il suo centro nevralgico nella relazione padre-figlia. Recensione ❯
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Terzo film della saga legata all'omonimo personaggio letterario, il film prosegue il discorso sui mali dell'economia e della finanza contemporanea. Azione, Avventura, Drammatico - Francia, Belgio2024. Durata 100 Minuti.
Il film segue Largo Winch, che è devastato dal rapimento di suo figlio. Si rende conto che se trova i responsabili del suo fallimento, forse rivedrà suo figlio. Espandi ▽
Largo Winch deve affrontare un evento tragico dopo l'altro: prima suo figlio quindicenne viene rapito, in seguito il suo socio in affari si suicida durante una conferenza stampa in diretta, davanti lo sguardo impotente dello stesso Largo, e, infine, il suo impero commerciale sembra dirigersi verso il fallimento. Largo scopre, però, che tutto è collegato e che, riuscendo a rintracciare i criminali responsabili, potrebbe ritrovare anche suo figlio. Inizia così un viaggio, dal Canada alla Birmania a Bangkok, che lo porterà dritto all’inferno. Terzo film della saga legata all’omonimo personaggio letterario e di fumetti belga, il miliardario avventuriero che cerca una sua ‘eticità’ in una mondo finanziario globalizzato sempre più disumano. Anche Largo Winch - Il prezzo del denaro prosegue questo discorso sui mali dell’economia e della finanza contemporanea e ipertecnologica ma la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista Olivier Masset-Depasse con Domenico La Porta e Giordano Gederlini, sceglie di schiacciare troppo l’acceleratore sugli arzigogolati doppi e tripli giochi in cui il protagonista, interpretato sempre dallo scialbo Tomer Sisley, si trova invischiato. Recensione ❯
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Uno dei più convincenti live action Disney, che riafferma un messaggio mai stucchevole di inclusività e di pace. Avventura, Azione - USA2025. Durata 108 Minuti.
Il remake live action del film d'animazione Lilo & Stitch del 2002. Espandi ▽
Una solitaria bambina hawaiana di nome Lilo, sorellina di Nani, stringe un forte legame di amicizia con un alieno a cui dà il nome Stitch credendo si tratti di un cane. In realtà l'esperimento 626 è stato creato dallo strambo scienziato Jumba Jookiba come arma di distruzione. Ora che Stitch è giunto sulla terra per sfuggire al controllo del suo creatore dovrà vedersela sia con gli umani che con gli alieni che lo inseguono. Disney prosegue il progetto di portare sul grande schermo, in live action, i suoi classici di animazione. Questo remake di Lilo & Stitch del 2002 risulta essere uno dei più convincenti. Sarà la forza innovativa della storia già presente nell’originale animato, sarà la visione del regista Dean Fleischer Camp già autore dello splendido lavoro in stop motion Marcel the Shell, sarà la scelta azzeccata delle interpreti delle due sorelle protagoniste, fatto sta che Lilo & Stitch in versione live action funziona soprattutto perché ancorato in un certo modo alla realtà. Come nell’originale, la forza del racconto contemporaneo trova piena soddisfazione nell’ambientazione delle isole Hawaii che, nell’immaginario collettivo, richiamano gli echi di una cultura atavica. Perché è sempre il tempo di un film Disney in cui (ri)affermare un messaggio di inclusività e di pace che è naturale, e per questo mai stucchevole. Recensione ❯
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Un melodramma barocco su un intrigo di relazioni amorose tossiche con, sullo sfondo, la criminalità organizzata. Drammatico, Italia2025. Durata 107 Minuti.
La storia della giovane Mary, che si ritrova invischiata in una relazione di cui si pente molto. Espandi ▽
Mary (Giulia Schiavo) è la giovane amante del pregiudicato Nunzio (Simone Susinna), sposato a sua volta con la capoclan Carmela (Antonella Carone). Quando la ragazza
incontra Giulio (Simon Grechi), il nuovo insegnante di equitazione del maneggio che frequenta, trova la forza di troncare questa relazione tossica. Nunzio, in attesa di uscire dal carcere da dove continua a gestire i suoi business e traffici illeciti, invia il suo sgherro Michele (Antonio Orlando), amico d’infanzia di Mary, per metterla in guardia e cercare di farle cambiare idea. Ma Mary vuole sentirsi libera e decide di andare via per qualche giorno. La sua partenza scatenerà Nunzio, che, uscito di galera, darà sfogo a tutta la sua ira. Opera prima di Francesca Schirru, Malamore costruisce un melodramma barocco su un intrigo di relazioni amorose tossiche con, sullo sfondo, la criminalità organizzata. La regia porta esteticamente alle estreme conseguenze, con una coerenza ammirabile ma con una ridondanza melodrammatica, la narrazione della sceneggiatura. L’utilizzo di una fotografia patinata insieme all’abuso dell’utilizzo dei droni e a quello delle musiche pervasive cerca di aumentare, da un lato, l’efferatezza delle azioni del protagonista e, dall’altro, la melodrammaticità dell’assunto rischiando però di finire in una sottolineatura didascalica di stereotipi narrativi da cui non sfugge neanche la direzione attoriale di alcuni interpreti. Recensione ❯
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Nell'autunno del 2024 Marco Paolini ha portato in scena "Mar de Molada", uno spettacolo che esplora il legame tra acqua e territorio, attraverso il racconto delle trasformazioni idriche e geologiche nel Veneto. In quattro spettacoli campestri e itineranti, dalla Marmolada all'Adriatico, Marco Paolini intreccia narrazione, scienza e poesia per sensibilizzare sull'urgenza di una gestione sostenibile delle risorse idriche. II film documentario segue il processo artistico dello spettacolo, mettendo in scena il rapporto tra territorio, teatro e coscienza civile, da sempre al centro del lavoro dell'artista veneto. Recensione ❯
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