Un pilota è incaricato di trasportare un agente federale e il suo prigioniero al processo. Espandi ▽
Winston, ex-contabile della potente famiglia criminale dei Moretti, si è rifugiato al motel Igloo in Alaska dopo essere diventato informatore di giustizia. Lì viene rintracciato e arrestato dal maresciallo dell'aeronautica Madolyn Harris che viene incaricata di scortarlo da Anchorage a New York per farlo testimoniare contro i suoi ex-datori di lavori. Noleggia così un piccolo aereo. Durante il viaggio Winston nota che sotto il sedile di fronte a lui c'è la licenza di Darryl, ma la fotografia è diversa. Cerca di avvertire Madolyn ma lei non può sentirlo perché indossa le cuffie. Ben presto però Darryl rivela la sua vera identità di sicario.
Il respiro da B-movie, teso ed efficace, anima il sesto film da regista di Mel Gibson, realizzato a nove anni dal bellico La battaglia di Hacksaw Ridge. Flight Risk concentra gran parte della vicenda quasi tutta sul volo con soli tre personaggi ad alta quota.
Ma è Mark Wahlberg la vera sorpresa. Perfido, senza scrupoli, gioca con la morte ad alta quota come se quel viaggio fosse una sfida alla roulette russa. Qui è in uno dei rarissimi ruoli negativi della sua carriera. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una ricostruzione dell'impresa di D'Annunzio tra puntigliosa verità storica e progressiva goliardia. Documentario, Croazia, Italia, Slovenia2025. Durata 112 Minuti.
La ricostruzione dell'impresa di D'Annunzio a Fiume tra ironia e documentazione. Espandi ▽
Il docufilm inizia con interviste alle persone che oggi vivono a Rijeka/Fiume. Le domande vertono sulla loro conoscenza o meno di Gabriele D’Annunzio. Si vuole cioè testare quanto può essere rimasto oggi nella memoria dell’impresa compiuta nel periodo che andò dal settembre del 1919 al dicembre del 1920. A seguire si mette in scena per le vie della città odierna quanto accadde in quei sedici mesi. Igor Bezinovic ha un’idea originale per promuovere la memoria del passato ma non riesce a sostenerla fino in fondo. Va dato atto al regista di essersi dotato di un’amplissima documentazione che è sicuramente frutto di lunghe e approfondite ricerche. Il problema sta altrove e viene, non sappiamo quanto consapevolmente, portato alla luce nelle scene finali. La giusta e sana dose di ironia e di grottesco si trasforma progressivamente in un carnevale in cui a divertirsi sono stati sicuramente coloro che vi sono stati coinvolti ma non è detto che lo sia chi guarda. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Dopo l'uscita di La Vallée des Loups nel 2017 e che ha registrato oltre 200.000 presenze, continua l'avventura con la natura di Jean-Michel Bertrand. Espandi ▽
"Ho passato tre anni in questa sperduta valle delle Alpi con un'unica ossessione: guardare negli occhi dei lupi". Il regista e unico protagonista umano del film, Jean-Michel Bertrand, introduce con queste parole In marcia coi lupi, seguito del suo La vallée des loups, passato al Trento Film Festival nel 2017. In questa sorta di prolungamento della ricerca, il progetto continua a concentrarsi sull'osservazione della stessa specie, scomparsa dai territori francesi e divenuta specie protetta dal 1993. Ma più precisamente, sulla dispersione, o "sostituzione" di giovani esemplari, che, dovendo emanciparsi dal gruppo, intraprendono un cammino casuale, attraversando e cercando di insediarsi in territori anche molto diversi tra loro.
Ex piantatore di alberi per la Forestale, il regista Bertrand, non sappiamo con l'aiuto di quanti collaboratori, immagina e disegna i percorsi dei lupi, nasconde delle microcamere in quattro posizioni che ritiene strategiche e le collega al suo smartphone, al fine di raccogliere dati sui loro itinerari, abitudini, esperienze. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
L'opera più imponente di Bong Joon-Ho che continua a non avere eguali nel saper creare grandi momenti di cinema. Avventura, Drammatico, Fantasy - USA, Gran Bretagna2025. Durata 139 Minuti.
L'improbabile eroe Mickey Barnes si ritrova nella particolare circostanza di prestare servizio ad un titolare che esige l'impegno definitivo sul lavoro... ovvero morire, per vivere. Espandi ▽
Nel 2054, la mancanza di opportunità sulla Terra spinge le masse al pellegrinaggio interstellare, che inevitabilmente vuol dire sfruttamento da parte di potenti demagoghi al comando di queste spedizioni. Uno di loro è Kenneth Marshall, politico fallito in cerca di una nuova era per l'umanità su un pianeta inospitale abitato da strane creature. Per sfuggire a dei pericolosi usurai, Mickey Barnes accetta di imbarcarsi sull'astronave firmando un contratto da expendable, tuttofare destinati a morire ripetutamente grazie a una tecnologia che consente di "ristampare" un corpo all'infinito mantenendone la coscienza.
La capacità del regista di creare momenti di cinema, complici gli impeccabili valori produttivi degli effetti speciali e della fotografia di Darius Khondji, continua ad avere pochi eguali. Lo stesso può dirsi del suo gusto peculiare a livello di tono, sospeso tra il grottesco, la commedia e il drammatico in quella che è ormai una sorta di firma personale: mai troppo assurdo da minare il pathos, né pienamente addentro al linguaggio convenzionale del genere sci-fi declinato all'hollywoodiana. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Buffalo Bill insegue Santino, buttero fuggitivo con Rosa, per raccontarne l'impresa più che per la taglia. Un'avventura tra mito e frontiera italiana. Espandi ▽
Bill Cody, detto Buffalo Bill, è arrivato nell’Italia da poco unita come star del Wild West Show, in cui ricostruisce (a modo suo) la storia della conquista della frontiera e della sconfitta dei nativi americani. Si ritiene innanzitutto un cantastorie, e forse ha appena trovato il nuovo racconto di avventura da immortalare sul suo taccuino: la fuga di Santino insieme a Rosa, moglie del possidente locale che Santino – così dicono - ha ucciso. È chiaro: Testa o croce? è un western in piena regola, solo ambientato (e non semplicemente girato) nelle campagne italiane. Alessio Rigo De Rigi e Matteo Zoppas, qui all’opera seconda, aggiungono un gusto personale per la leggenda. Un film animato da una fame di rimettersi in gioco e sperimentare con il cinema popolare tanto italiano quanto americano, attingendo tanto alla letteratura della frontiera quanto agli spaghetti western. Il film appartiene ad Alessandro Borghi, che si conferma uno dei grandi attori del cinema italiano contemporaneo, mantenendo il perfetto equilibrio fra agiografia e realtà. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Dopo la morte dell'amica, Eleanor, 90 anni, torna a Manhattan e finge di essere una sopravvissuta ad Auschwitz. La bugia le regala affetto, ma non durerà. Espandi ▽
La plurinovantenne Eleanor Morgenstein vive in Florida con la migliore amica Bessie. Alla morte dell’amica, Eleanor fa ritorno a Manhattan dalla figlia e dal nipote e qui, ritrovatasi per caso a un incontro di sopravvissuti all’Olocausto, racconta come propria l’esperienza ad Auschiwitz di Bessie. La sua testimonianza attira l’attenzione di Nina e tra le due donne, nonostante la differenza di età, nasce un profondo legame. L’esordio alla regia di Scarlett Johansson è una commedia che scava più nelle ragioni del dolore, che nella memoria dell’Olocausto. È un classico film americano scritto in ogni sua elemento, senza sbavature e scarti dalla trama e con un costante controllo del materiale predisposto, dalla recitazione misurata e insieme travolgente della bravissima June Squibb all’onnipresente presenza dell’accompagnamento sonoro. Proprio la sua prevedibilità, però, racchiude il segreto della sua efficacia, così come la modestia non scontata della sua regista. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Le vicissitudini della squadra di calcio di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, tra atleti locali e stranieri in un racconto di formazione sportivo. Espandi ▽
Milano. Etienne Morville è un calciatore francese tra i più forti al mondo ma ha un pessimo carattere. In campo si nota più per le risse che le giocate con i suoi numeri ‘alla Houdini’, fuori dal campo invece si mette spesso nei guai. Dopo essere diventato bersaglio social dopo aver offeso una tiktoker e accusato di ‘body shaming’, viene messo fuori squadra. La sua popolarità è ai minimi termini e il suo agente non sa più che fare. Da Palmi, un comune in provincia di Reggio Calabria, arriva intanto una folle proposta. Don Vincenzo, un geniale agricoltore in pensione, organizza una raccolta fondi per ingaggiarlo e risollevare così le sorti della squadra locale, l’U.S. Palmese, cercando di coinvolgere i 18.000 abitanti. Morville così arriva sul posto per rilanciare la sua immagine e fa i conti con una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui è abituato.
I fratelli Manetti, in US Palmese mantengono quell’illusione fantasy che contraddistingue gran parte dei loro film, con insistite deformazioni visive nelle scene sportive che contrastano con un clima da commedia italiana anni ’50. Non è un film di testa, ma soprattutto di cuore.
Ottima performance del cast, tra cui va menzionata la rivelazione Giulia Maenza nel ruolo di Concetta, la figlia di Don Vincenzo. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Da un romanzo di Hemingway un incontro speciale che cambia radicalmente la vita di un ex colonnello. Espandi ▽
Il cinquantenne colonnello statunitense Richard Cantwell ha ancora poco tempo da vivere. Raggiunge Venezia seguito dal sergente Jackson. Ha combattuto in Italia ed ora vuole solo andare a caccia di anatre in laguna. Incontrerà una donna molto giovane, la contessa Renata Contarini, con la quale sperimenterà sensazioni forse mai provate prima.
Paula Ortiz ambienta il romanzo dello scrittore americano sfruttando gli spazi di una Venezia deserta a causa del Covid.
La sceneggiatura fa propria la teoria Iceberg che Hemingway ha applicato nella sua opera letteraria. Schreiber è perfetto nel dare al suo colonnello la ruvidezza giusta, finalizzata ad occultare il dolore fisico ed esistenziale che sottende. I suoi sguardi, i suoi silenzi, l'apparente laconicità che non si muta mai in disinteresse ma comporta un'acuta osservazione dell'interlocutore. Così come De Angelis sa offrire a Renata la freschezza dell'età ma anche la consapevolezza dell'esplorazione dei sentimenti nuovi che sta provando. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un road-movie che si svolge 2 anni dopo gli eventi del primo film (Est - Dittatura Last Minute), nel 1991, quando il muro di Berlino è ormai crollato: i tre amici di Cesena intraprenderanno un nuovo viaggio, questa volta in Bulgaria. Espandi ▽
Due anni dopo la caduta del Muro di Berlino. Ritroviamo Rice, Pago e Bibi. Bibi si è innamorato per corrispondenza di una ragazza bulgara e convince gli amici a intraprendere un viaggio verso Sofia per incontrare di persona la sua conquista, e i due lo seguono. Peccato che la loro zingarata li cacci in mezzo ad un mare di guai, perché la "ragazza" di Bibi ha a che fare con un traffico di ragazze bulgare costrette a prostituirsi in Italia dietro la falsa promessa di un lavoro come domestiche. E i tre dovranno cercare di uscirne vivi.
Antonio Pisu è una piccola anomalia nel panorama cinematografico italiano, un regista davvero indipendente che segue una sua ispirazione lontana dalle commedie mainstream e che funziona proprio nella sua ingenuità e nella semplicità di una messinscena essenziale.
Tornando a Est è una favola retrò (benché "liberamente ispirata ad una storia vera") con al centro tre eroi per caso, e sullo sfondo la malinconia per quel momento storico in cui "pensavamo che sarebbe cambiato tutto", quando invece non è cambiato quasi niente. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un riuscito film per ragazzi dai toni di favola dark. Un'opera che riempie una lacuna del cinema italiano. Family, Italia, Belgio2025. Durata 96 Minuti.
Una fiaba sull'importanza dell'immaginazione e sulla gentilezza. Espandi ▽
Margot ha tre anni quando la governante Felicia lascia che il padre della bambina, Ludovico, muoia senza fornirgli assistenza. Felicia conta di ereditare la villa dove risiede con Margot, ma il testamento certifica che solo la figlia di Ludovico potrà disporre della proprietà ed eventualmente firmarne la cessione, anche prima della maggiore età. Peccato che il documento di cessione sia sparito, e Felicia chiude Margot nella sua camera per sette anni cercando il modo di impossessarsi della villa, diventata un orfanotrofio (mal) diretto da lei e dal suo compagno-tappetino Max.
Per fortuna Margot ha un amico, Daniel, che le insegna parole nuove ogni giorno, perché la ragazzina, che ha ormai raggiunto i dieci anni, ancora non parla. Margot riesce a fuggire e si imbatte nel circo Balloon, rinascendo a nuova vita. Ma Felicia la cerca, poiché senza di lei e il documento di cessione non potrà vendere la villa.
Incanto va a riempire una lacuna del cinema italiano, che realizza pochi prodotti per ragazzi e quando lo fa spesso va al risparmio: qui la produzione italo-belga ha invece fornito fondi adeguati e l'autore ha riconosciuto autorevolezza al pubblico dei più giovani, confezionando per loro un film riuscito nei suoi intenti di intrattenimento non condiscendente, e collocandolo in "un luogo fra realtà e fantasia". Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Basato su una storia vera, il film racconta di come due fratelli sono cresciuti da soli nella foresta, vivendo come animali selvatici, e il loro incontro molti anni dopo. Espandi ▽
Ispirato alla vera storia di due bambini di 5 e 7 anni che, abbandonati dalla madre nel 1948, fuggono nella foresta. Sopravviveranno per sette anni e stringeranno un legame che li unirà per sempre.
Decenni dopo, i due fratelli, dopo anni di distacco, si ritroveranno. Ma il passato e i segreti li raggiungeranno, anche dall'altra parte del mondo. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un dramma umanista che riesce a toccare le corde giuste e trova nelle forme del road-movie il suo desiderio di fuga. Drammatico, Repubblica Ceca, Slovacchia, Italia2025. Durata 100 Minuti.
Un road movie intimo e poetico sul desiderio di libertà, sulle forme imperfette dell'amore, e sulla fatica ma anche la necessità di smettere di sopravvivere e cominciare a vivere. Espandi ▽
Ester, una donna ceca di circa 45 anni, si è occupata per gran parte della sua vita del figlio adolescente David, affetto da disabilità mentale. Per le vacanze estive viene invitata da alcuni amici in Italia ma il comportamento di David crea numerosi problemi. Mette in moto il camper degli amici e parte assieme al figlio verso il sud del paese. Durante il viaggio il loro destino s'incrocia con quello di Zuza, una ragazza senza fissa dimora che si unisce a loro. E, giunti in Calabria, per la prima volta Ester pensa che la sua vita e quella del figlio possa essere migliore.
In un approccio quasi semi-documentaristico e supportato dalla convincente prova di Anna Gaislerová nei panni di Ester, Caravan mette a fuoco il peso degli obblighi ma anche l'intensità dei legami familiari che la cineasta aveva già affrontato in Bába, primo premio della Cinéfondation al Festival di Cannes del 2009.
Talvolta è tentato da virate simboliche forse anche evitabili (il mare, i vetri, l'arcobaleno), ma nel suo fragile equilibrio c'è anche la forza di un dramma umanista che riesce a toccare le corde giuste. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un'epopea horror interconnessa e multipiano sulla scomparsa di studenti delle scuole superiori in una piccola città. Espandi ▽
Nella fittizia cittadina americana di Maybrook, in Pennsylvania, 17 bambini, sui diciotto di una classe delle elementari, sono misteriosamente scappati di casa, nel cuore della notte, alle due e diciassette minuti. Le indagini non arrivano a niente e un mese dopo, in seguito a un'assemblea con i genitori, che prelude alla riapertura della scuola, la vita di alcune persone legate alla scomparsa viene stravolta da un crescendo di eventi sempre più inquietanti. Si tratta della maestra Justine, di Archer, il padre di uno dei ragazzi scomparsi, e di un poliziotto di nome Paul che ha una relazione extraconiugale con Justine.
Il nuovo film del promettente regista di Barbarian è una fiaba nera, che porta con originalità il folk horror nella provincia americana contemporanea.
Le cautele sulla privacy dei genitori, sul mantenere comportamenti sempre appropriati - tanto da stigmatizzare una insegnante che si permette di abbracciare un bambino o di portarne a casa un altro rimasto appiedato - o sulla riservatezza delle indagini, sembrano il primo bersaglio satirico di Weapons. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Uno spettacolo imponente, in cui il messaggio politico si accompagna al repertorio immortale dei Pink Floyd. Un'esperienza che arricchisce. Concerto, 2025.
Un grido potente contro l'indifferenza, un viaggio visivo e sonoro tra musica, presa di coscienza e forti emozioni. Espandi ▽
Che il tour "This Is Not a Drill" di Roger Waters sia stata una faccenda politica, in misura quantomeno pari all'importanza artistica, è cosa nota. E se non era già chiaro prima di mettere piedi a uno dei concerti del tour, lo diveniva dopo pochi minuti, una volta comparsa la scritta che recita: "Se siete tra quelli a cui piacciono i Pink Floyd ma che non sopportano le mie posizioni politiche andatevene pure aff... al bar qui accanto".
Sono diversi anni che Roger Waters tira dritto per la sua via, incurante delle conseguenze: le sue posizioni radicali su pandemia, Ucraina, Palestina lo hanno reso persona non grata in Polonia e Germania, dove in sostanza può esibirsi solo tra mille difficoltà (con buona pace della tanto decantata libertà delle democrazie occidentali, direbbe - non senza ragione - lo stesso Waters).
This is Not a Drill: Live from Prague è un monumento audiovisivo a tutto questo, al canzoniere dei Pink Floyd che Waters porta in dote e al controcanto politico, ormai inscindibile dalle performance musicali. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una storia di coraggio e libertà, ambientata nella Sicilia degli anni 90 e ispirata a fatti reali. Espandi ▽
Sicilia, 1993. Ludovica è un'esperta sommozzatrice costretta dalla mafia a svolgere un lavoro per pagare i debiti contratti dal compagno, morto in un incidente stradale. Deve dunque aiutare la subacquea Sabrina, giovane e meno esperta, e il pericoloso scagnozzo Rocco a recuperare il carico di tritolo di una vecchia nave affondata durante la Seconda Guerra Mondiale. Per tutta la durata della missione, i tre convivono in una salina abbandonata dove, poco a poco, la presenza di Ludovica si insinua tra le crepe della relazione oppressiva tra Rocco e Sabrina.
Il film ci immerge in un triangolo carico di tensione e attrazione, e dal fondo di quelle pulsioni contrastanti affiora un amore femminile liberatorio.
Afrodite si rivela profondamente femminista, ma non in maniera forzata e senza cedere all'enfasi ideologica; è femminista nei gesti, negli sguardi, nella possibilità per due donne di ribellarsi all'uomo che le tiene soggiogate e di riscrivere il proprio destino. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.