Vanina - Un vicequestore a Catania

Film 2024 | Drammatico 100 min.

Regia di Davide Marengo. Una serie con Giusy Buscemi, Giorgio Marchesi, Corrado Fortuna, Paola Giannini, Claudio Castrogiovanni. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2024, Valutazione: 3 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 1 - EPISODI: 4

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Ultimo aggiornamento venerdì 19 aprile 2024

Miniserie poliziesca e adattamento dei romanzi della scrittrice Cristina Cassar Scalia.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
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Una serie dall'anima e dal clima emotivo ben delineati. Con belle prove attoriali, a partire da Giusy Buscemi.
Recensione di Maria Antonietta Vitiello
venerdì 19 aprile 2024
Recensione di Maria Antonietta Vitiello
venerdì 19 aprile 2024

Giovanna Guarrasi, "Vanina", lascia la squadra mobile antimafia a Palermo dopo un'importante e brillante carriera, per trasferirsi a Catania e assumere il ruolo di vicequestore nella sezione omicidi. Vanina è costantemente invasa dai flashback traumatici relativi alla morte del padre, l'ispettore Giovanni Guarrasi, ucciso davanti a lei in un attentato mafioso quando, adolescente, iniziava il suo percorso alle scuole superiori. La sua missione di vendicare il padre diventa troppo pesante quando il fidanzato, Paolo Malfitano, magistrato con cui collaborava, viene minacciato. Forse per il timore di perdere anche lui, Vanina interrompe la relazione e si "rifugia" in questo nuovo incarico a Catania dove trova un buon team e nuove sfide professionali e sentimentali. Il passato però non sembra così semplice da chiudere.

La serie, tratta dai romanzi di Cristina Cassar Scalia, che ha collaborato nella stesura della sceneggiatura insieme a Leonardo Marini, ha appassionato il pubblico grazie alla regia di Davide Marengo raggiungendo uno share di 16,96% nell'ultima puntata del 17 aprile. Questo successo, grazie anche alla bella prova di Giusy Buscemi, fa pensare ad una possibile seconda stagione.

Per come vengono caratterizzati i personaggi la fiction risente sicuramente della sua origine letteraria, a cominciare dalla protagonista: Vanina ha delle chiusure tipiche di chi ha sofferto molto precocemente, determinata nel dare direttive, bella e fine nei lineamenti, meno però nei modi: mangia e fuma con voracità ricordando, nei suoi eccessi puerili, Nikita. Insonne dal trauma, trova conforto e tranquillità grazie ai vecchi film italiani in DVD.

Di sicuro ci sono delle similitudini con Le indagini di Lolita Lobosco: le protagoniste sono infatti delle belle donne in un ambiente prettamente maschile, con il lutto del padre da elaborare: vittima della mafia quello di Vanina, contrabbandiere incallito quello di Lolita, evitanti di fronte alle richieste di vicinanza dei famigliari, in particolare la madre. Due donne molto forti e molto deboli allo stesso tempo ma, con stili e personalità molto diverse, femminile e sensuale Lolita, più maschile e schiva Vanina.

La serie ha però un'anima e un clima emotivo ben preciso grazie proprio ai personaggi; un insieme di ritratti simpatici e accattivanti che coinvolgono lo spettatore nel loro progressivo svelarsi. Dal pragmatico Carmelo Spanò al capo Tito Macchia, chiamato da tutti, in sua assenza, "il grande Capo" e il tenero Domenico "Mimmo" Nunnari con la sua attitudine a vestirsi con abiti militari. Poi ci sono i personaggi di contorno che vanno dal commissario in pensione Biagio Patanè al pediatra Manfredi Monterreale che aiutano Vanina nella risoluzione dei casi.

Gli attori, a partire dalla Buscemi, sono credibili nelle loro prove. Da segnalare la bella interpretazione di Danilo Arena nella parte di Salvatore Lo Faro che lo vede protagonista nell'ultima puntata. Nella scelta delle musiche le composizioni originali di Santi Pulvirenti sottolineano i diversi stati d'animo della protagonista e vi sono degli omaggi come "Il cuore è uno zingaro" di Nicola di Bari.

Nei contenuti, si esplorano gli esiti da trauma (oltre quello della protagonista), da maltrattamento o da bullismo, come ad esempio quello che origina una seria malattia mentale che però può essere gestita o resa gestibile anche nel lavoro, se si trova un buon gruppo e una rete affettiva a cui affidarsi. Forse, per dare enfasi al messaggio, la malattia non viene esplicitata e rimane molto generica. Questa, che pur nel lodevole intento, rimane una leggerezza e si accompagna ad altre nella scrittura. Il trauma di Vanina, segnalato correttamente dai flashback, risulta comunque eccessivo e ridondante. Poi la facilità con cui Vanina ottiene alcune informazioni appare inverosimile: ad esempio nell'episodio "La salita dei saponari" un libro regalatole da Patanè contiene, guarda caso, un'immagine fondamentale per il caso e con la stessa facilità Vanina contatta addirittura l'autore del libro in questione.

La serie comunque conquista, nonostante tutto, ci si affeziona ai personaggi e alle loro storie, poi lascia alcuni importanti sospesi che fanno attendere una seconda stagione, forse già in cantiere.

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