Una narrazione che non concede respiro né facili sentenze. Che intrattiene e invita alla riflessione sui concetti di libertà, potere e autorità. Su Sky e NOW.
di Gabriele Prosperi
La serie, con Luca Zingaretti nei panni di Bruno Testori, direttore del carcere San Michele, riprende direttamente dal drammatico finale della prima stagione. La trasformazione di Testori da potente direttore a detenuto è al centro della narrazione, riflettendo un profondo gioco di potere che mette in luce la sua lotta per la sopravvivenza e il tentativo di riacquistare il controllo in un ambiente ostile che una volta dominava.
Torna Il Re, vera novità nel panorama italiano già alla sua prima stagione, e sebbene l'aspettativa alta mettesse ancora più a rischio questo secondo capitolo, gli episodi scorrono piacevolmente grazie a un'impronta molto dark, sia nello stile che nell'intreccio, rendendo il personaggio del direttore del carcere, Bruno Tesori, ancor più affascinante.
La serie continua a distinguersi per la sua capacità di mescolare azione intensa e profonda introspezione, creando un dramma carcerario che non solo intrattiene ma invita alla riflessione sui concetti di libertà, potere e autorità, confermando la sua posizione come uno dei titoli più audaci, provocatori e interessanti degli ultimi anni.