Il giovane Berlusconi

Film 2024 | Documentario

Anno2024
GenereDocumentario
ProduzioneItalia
Regia diSimone Manetti
AttoriSilvio Berlusconi, Carlo Freccero, Iva Zanicchi .
TagDa vedere 2024
MYmonetro Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Simone Manetti. Una serie Da vedere 2024 con Silvio Berlusconi, Carlo Freccero, Iva Zanicchi. Genere Documentario - Italia, 2024, Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 1 - EPISODI: 3

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Ultimo aggiornamento venerdì 12 aprile 2024

Dentro gli archivi iconici e inediti, e tra le testimonianze dei più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi e di coloro che lo hanno avversato e criticato.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Con testimoni chiave e un taglio asciutto, una vera miniera di informazioni e di momenti curiosi, anche clamorosi.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
venerdì 12 aprile 2024
Recensione di Raffaella Giancristofaro
venerdì 12 aprile 2024

Prima le società e gli investimenti nell'edilizia, poi l'emittenza televisiva. Infine, la politica. Ma quella appartiene al Berlusconi "vecchio": la serie documentaria diretta da Simone Manetti si ferma infatti al giuramento di Berlusconi al Quirinale dell'11 maggio 1994. La parabola fortunatissima e spregiudicata di Silvio Berlusconi invece inizia nel 1976, con la costruzione del quartiere residenziale di lusso Milano 2, ai margini della metropoli, e ancora prima del complesso Edilnord di Brugherio (MB). E proprio dalla tv via cavo di Milano 2, riservata a un gruppo chiuso di residenti (Telemilanocavo, poi acquisita come Tele Milano 58, infine Canale 5), il futuro creatore di Fininvest, poi Mediaset, accorpandola ad altre emittenti locali, costruisce una costellazione di tv che trasmettono in tutto il Paese, dando l'impressione di un network nazionale. L'obiettivo: vendere la pubblicità, appannaggio esclusivo della tv di Stato fino a una sentenza della Corte Costituzionale del 1976. A quel punto Berlusconi intravede un grande spazio di azione e ci si tuffa.

Lo stratagemma ingegnoso è il "pizzone": una videoregistrazione del palinsesto, con gli spot pubblicitari già montati, che tutte le emittenti possano trasmettere in contemporanea.

Molte altre imprese economiche arriveranno: l'espansione televisiva all'estero con La Cinq, l'acquisizione della squadra di calcio Milan, i magazzini Standa. Tutte con lo stesso approccio, quello del venditore. "La tv è tutto quello che sta intorno alla pubblicità", ipse dixit. Che si tratti di case, palinsesti televisivi, team sportivi o programmi politici, la visione è la stessa. Il metodo e il fine, pure: ammaliare, conquistare e vincere.

Da un'idea di Raffaele Brunetti, Piergiorgio Curzi, Alessandro Garramone e Georg Tschurtschenthaler, Il giovane Berlusconi si concentra, in tre episodi da 50 minuti l'uno, su un arco temporale di circa due decenni (1976-1994). Scritta da Matteo Billi e Piergiorgio Curzi, si pone come sintesi ragionata e narrazione oggettiva della scalata avventurosa di un uomo estremamente inventivo e ambizioso che ha intuito e sfruttato in molte declinazioni il potenziale commerciale della tv, rivoluzionando l'imprenditoria italiana. E infatti si concentra sulla filosofia aziendale, il marketing e il successo economico delle imprese berlusconiane, lasciando fuori le vicende giudiziarie e rinviando all'intelligenza dello spettatore le considerazioni sul merito dei metodi e delle condizioni che hanno permesso la sua ascesa. Il compito, cioè, di unire i puntini per comprendere meglio, a distanza di tempo, il progetto, la visione grandiosa di un milanese che stappa champagne quando a Roma il governo cade.

A riassumere con efficacia modus operandi, punti di forza e fragilità di Berlusconi e mettere in fila i fatti, gli autori chiamano a testimoniare alcune componenti del suo staff ed esperti di comunicazione. Tutti testimoni oculari dei suoi successi, così come delle sue crisi: il segretario personale Marcello Dell'Utri, i dirigenti Fedele Confalonieri e Adriano Galliani, l'avvocato Vittorio Dotti, il capo staff della segreteria Carlo Rivolta, il giornalista Fininvest Gigi Moncalvo, il manager di Publitalia 80 Carlo Momigliano. E i giornalisti ed esperti di televisione Giovanni Minoli, Pino Corrias, Carlo Freccero.

Prodotto dall'italiana B&B Film in coproduzione con la tedesca Gebreuder Beetz Filmproduktion e l'emittente franco tedesca ZDF Arte, Il giovane Berlusconi è prima di tutto un riassunto per il pubblico non italiano e per le generazioni che, per motivi anagrafici o disaffezione al mezzo televisivo, non hanno vissuto gli anni dell'affermazione di Mediaset e i successivi cambiamenti nella società e politica italiana. Simone Manetti (Ciao amore, vado a combattere, Sono innamorato di Pippa Bacca, Marta, il delitto della Sapienza) può attingere a molti repertori ma soprattutto a prezioso materiale d'archivio Mediaset, anche inedito: la serie inizia con un'ospitata di Berlusconi dal suo più grande fan, Mike Bongiorno, nel suo quiz TeleMike.

Dopo di che tutto il racconto è una vera miniera di informazioni e di momenti curiosi, anche clamorosi. Come l'ormai dimenticata ordinanza di sequestro che il 16 ottobre 1984 interruppe le trasmissioni Fininvest in quattro regioni per violazione di monopolio, che fa da cliffhanger tra l'episodio 1 (Il pizzone) e 2 (La rivolta dei Puffi, completo di siparietto al Maurizio Costanzo Show). "Abbuiamento" prontamente cancellato da un decreto ad hoc firmato dall'allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi, alleato decisivo di Berlusconi. O Carlo Rivolta che racconta dell'accordo firmato con il governo russo in piena era perestrojka da Publitalia 80, neonata concessionaria di raccolta pubblicitaria interna al gruppo, per inserire spot "a finalità educativa" nel palinsesto di Stato. E ancora: il cast euforico presente al lancio di La Cinq, tra cui un trasandato Serge Gainsbourg che scatena l'ira di Berlusconi. Il precedente dibattito culturale in Francia sull'opportunità di importare il modello Canale 5.

Fino alla crisi, esplorata nel terzo episodio (L'Italia è il Paese che amo), che prelude appunto all'organizzazione di un partito politico in meno di un anno. Qui arrivano le registrazioni dei "provini" che il leader di Forza Italia pretese per i candidati "ideali" da selezionare, tra cui si riconosce un giovane Alessandro Meluzzi. Mel Brooks che, fingendosi pazzo, viene allontanato dagli studi mentre annuncia l'arrivo di Forza Italia.

Lo spettatore nostrano di mezz'età troverà in Il giovane Berlusconi eventi e concetti già noti: la costruzione di palinsesti in aggressiva controprogrammazione (seriale vs autoconcluso, estetica colorata e scollacciata vs stile abbottonato e istituzionale, programmazione mattutina vs vuoto catodico); l'incontenibile vanità dell'imprenditore, immortalata in un aneddoto riportato da Moncalvo, la sua capacità innegabile di trasmettere euforia, gioia di vivere, che si riflette nel programma ottimistico contrapposto a quello dei partiti che andrà a sfidare nei seggi elettorali. Se da una parte la presenza di Fatma Ruffini, la "signora della televisione" dietro a moltissime produzioni, è purtroppo limitata, il sapore dell'operazione e dell'"estetica" Mediaset, ridanciana, leggera, distraente, è ben rappresentata dagli estratti dei programmi di Mike Bongiorno e dalla testimonianza di Iva Zanicchi, pioniera della televendita al dettaglio.

Ciò detto, il ripasso analitico e dettagliato di Il giovane Berlusconi è operazione molto apprezzabile, dal ritmo deciso e dai riferimenti puntuali di storia della televisione e della comunicazione politica: il giornalismo di servizio rappresentato da Enzo Biagi, il crollo della fiducia nei partiti dopo gli scandali del 1992, Mixer che documenta il lancio delle monetine su Craxi all'Hotel Raphael, il ritornare di Achille Occhetto allo storico confronto pre-elettorale nello studio di Enrico Mentana. Una visione consigliata, per ricordare gli anni dell'Italia prima di Mediaset e comprendere da vicino i meccanismi dietro a un leader carismatico, come il suo arrivo ha cambiato le regole, i suoi riflessi nel presente.

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