Cristóbal Balenciaga

Parigi, 1937. Cristóbal Balenciaga, figlio di un pescatore e di una sarta dei Paesi Baschi, sa cucire e fare copie perfette degli abiti di alta moda, ma aspira a diventare un nome dell'haute couture e debutta nella capitale francese con la sua prima collezione. La sua parabola parigina durerà oltre trent'anni in cui diventerà il re di un mondo popolato da dame dell'alta società, stelle del cinema e componenti delle case reali d'Europa.

La serie che porta il suo nome racconta la sua inarrestabile ascesa (ma anche gli ostacoli incontrati lungo il cammino), i rapporti con altri grandi stilisti come Coco Chanel, Christian Dior e Hubert de Givenchy, nonché con lo storico business partner Nicolas Bizkarrondo e i due compagni di vita, prima Wladzio D'Attainville e poi Ramon Esparza. Ne emerge il ritratto di un perfezionista ossessionato dal controllo, anche nel privato, ma insuperabile per rigore, cura dei dettagli e ispirazione creativa.

Cristóbal Balenciaga è una serie in otto puntate di raffinatissima eleganza, quasi metafisica nella rappresentazione di una figura algida e scontrosa, ermetica e remota, ma ricca di passioni nascoste e di una dedizione assoluta non solo alla moda, ma anche ai tessuti de quali rispettava la specificità, e soprattutto all'unicità di ogni singolo corpo femminile.

In questa considerazione profonda dell'individualità, in primis la propria, starà il rifiuto categorico di passare al pret-a-porter, e l'opposizione al concetto stesso di produzione di massa. Cristóbal Balenciaga è la storia di un uomo che, più che un conservatore (e un qualunquista, politicamente parlando), è stato un individualista perennemente controcorrente nel non adattarsi alle degenerazioni dei tempi, e ferocemente avverso ad ogni mercificazione mediatica della sua immagine, anzi, della sua anima.

Alberto San Juan, che ha il ruolo del protagonista, è formidabile nel trasformare il suo viso in una maschera enigmatica che solo occasionalmente si scioglie (memorabile la scena in cui deve affrontare un lutto a lui vicino) e subito si ricompone. L'intera serie non serve a svelare il suo mistero, ma a celebrarlo. La regia di Aitor Arregi, Jon Garaño e Jose Mari Goenaga, che firmano anche la sceneggiatura insieme all'ideatrice della serie Lourdes Iglesias, sceglie un formato che comprime la narrazione, e riprese quasi statiche e ingessate che sfociano improvvisamente nel delirio onirico con ralenti e riprese acrobatiche non appena si passa alle sfilate di moda, dove Balenciaga scatenava la sua anima e la sua ispirazione artistica, pur definendosi solo un artigiano.

Balenciaga è rimasto il sarto che era stato fin da bambino e che ha continuato ad essere fino all'ultimo, arrivando a ricucire la giacca della giornalista inglese, Prudence Glynn, che l'ha intervistato per ultima in Spagna, e che fa da filo conduttore a tutta la narrazione. La sua incapacità di comunicare, il suo rapporto conflittuale con i media, gli sono costati cari, ma ne hanno anche cementato la reputazione di sovrano incontrastato e incontrastabile.

Come il suo protagonista, Cristóbal Balenciaga si rifiuta di adeguarsi ai ritmi veloci della serialità contemporanea, mantenendo un passo misurato e contemplativo. I set sono magnifici, fedelissime le ricostruzioni degli abiti disegnati basandosi su bozzetti e foto d'archivio forniti dalla Maison Balenciaga, e le musiche portano la firma di Alberto Iglesias. Cristóbal Balenciaga è un raro caso in cui l'esplorazione della vita privata di una figura celebre non va a scapito del racconto del suo talento ma aiuta a comprenderlo, individuandone le origini nel carattere del protagonista.

Anche il rapporto di Cristobal con la sua omosessualità, mai apertamente confessata, è solo una delle manifestazioni del suo carattere schivo e ferocemente riservato. E se qui, come in The Crown, la sceneggiatura e la regia devono inventare scene avvenute dietro porte chiuse, l'attenzione non è verso la rivelazione quanto verso il mantenimento del segreto Cristóbal Balenciaga è la storia di un "virtuoso visionario", come lo definì la leggendaria direttrice di Harper's Bazaar Carmel Snow, un uomo che ha sempre fatto tutto a modo suo, sordo alle sirene delle mode estemporanee, non solo in fatto di abbigliamento. Balenciaga ha saputo "giocare con lo spazio fra il corpo e il tessuto" creando un'impresa che era "parte di lui, come un'estensione del suo corpo". 