Il racconto del cinema del regista fatto di storie di lotta di classe, di paesaggio italiano, di liberazione femminile. Fuori Concorso a Venezia e stasera in prima visione TV su La7.
di Raffaella Giancristofaro
Molti aneddoti emergono dal documentario di Della Casa, che si riaggancia nel titolo allo slancio utopico dello slogan della Genova del G8: intendendo che quella in cui ha operato De Santis, instancabile animatore culturale, era un’Italia molto diversa dall’attuale per il cinema, sinceramente interessata a storie, di impegno e lavoro.
Storie di lotta di classe, di paesaggio italiano (dal titolo di un suo noto intervento critico), di liberazione femminile. I ricordi del regista, raccolti da Della Casa e Caterina Taricano, passano attraverso le parole affettuose dei suoi ex studenti al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove “Peppe”, regista rispettoso del talento attoriale e creatore di primi piani femminili dall’illuminazione memorabile, insegnò recitazione.
Paolo Virzì lo chiama “il nostro John Ford”, per il tratto energico e sinceramente popolare del suo cinema, che racconta storie di donne e uomini comuni.