Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Sean Penn, Aaron Kaufman |
Attori | Sean Penn, Volodymyr Zelenskyy . |
MYmonetro | 2,46 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 18 febbraio 2023
Un documentario dedicato all'aggravarsi delle tensioni tra Russia e Ucraina.
CONSIGLIATO NÌ
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Sean Penn nel novembre 2021 dà il via al progetto di un documentario finalizzato ad esplorare la personalità dell'attore, ora presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. Accadrà così che Penn e il suo co-regista Aaron Kaufman si trovino a Kiev proprio nei giorni in cui la Russia dà il via alla sua 'operazione militare speciale'. Questo film racconta come un'idea iniziale si trovi a doversi confrontare con una tragica realtà che chiede di essere testimoniata.
Sean Penn ancora una volta si confronta non con un copione già scritto ma con una realtà in evoluzione.
Al termine della visione di Superpower si comprende di aver assistito a tre diverse operazioni concentrate nell'arco di circa due ore. La prima è quella che ha dato origine al progetto: un attore che vuole raccontare un attore divenuto presidente di uno stato europeo dell'Est. Perché un americano dovrebbe interessarsi del capo di uno stato che molto probabilmente tanti suoi connazionali nemmeno sanno dove si trovi? Uno dei motivi è sicuramente dato dal tentativo nel 2019 da parte di Donald Trump di convincere Zelensky ad aiutarlo nel gettare discredito su alcune operazioni del figlio del rivale Biden proprio in Ucraina. L'altro, più diretto, consiste nell'interrogarsi su come un attore comico (le citazioni degli sketch anche demenziali non mancano) sia divenuto presidente di uno stato in grave crisi politica (anche le immagini di piazza Maidan sono presenti).
Gli americani non dimenticano di avere avuto come presidente un attore nel recente passato e l'idea di vederne un altro in azione in Europa può costituire un buon spunto narrativo. Penn quindi va in Ucraina con questo obiettivo ma l'incalzare della crisi, che sfocia poi nell'invasione da parte dei russi, lo obbliga a mutare decisamente impianto.
Inizia a porre domande ad esponenti (uomini e donne) a vari livelli della società e della politica ucraina per comprendere meglio quali sono le cause che stanno alla base dell'acuirsi della tensione. Lo fa senza giudicare ma solo per apprendere. Questa è la seconda operazione che oggi assume il valore di riportarci a quei giorni che possono sembrare lontani ma invece risalgono solo a un anno fa.
Ci riporta, come una macchina del tempo, ai prodromi del conflitto ricordandoci cosa accadde e secondo quali modalità. Questo può essere utile perché purtroppo oggi la sovrabbondanza di informazioni quotidiane tende a farci cancellare quelle anche di pochi giorni fa. C'è poi un'ulteriore finalità che si rivolge esclusivamente a chi già segue Penn negli Stati Uniti: tenere viva l'attenzione su questa vicenda che accade al di là dell'Oceano e che rischia di divenire un "affare europeo" che non interessa a chi è 'born in the USA' come vorrebbero i seguaci di Trump. Che Penn non ama.
Nel 2019 la filosofa francese Sandra Laugier ha pubblicato il saggio Nos vies en séries (Flammarion), nel quale indaga il rapporto tra realtà e finzione e, in particolare, come le serie siano ormai non solo specchio ma anche effettive creatrici della nostra realtà. Tra interviste, immagini di repertorio e serie televisive, il documentario Superpower, co-diretto da Sean Penn e Aaron Kaufman, affronta [...] Vai alla recensione »
"Provaci ancora Penn", verrebbe da dire parafrasando il vecchio Woody Allen. C'era tanta attesa al Festival di Berlino per Superpower, presentato fuori concorso nella sezione "Berlinale Special", ma la delusione è stata forte. Delusione, ben inteso, sul piano della creazione artistica, perché certamente non si può biasimare l'impegno civico-politico del regista statunitense di consacrare un'opera cinematogr [...] Vai alla recensione »
Capita che attori di successo vogliano diventare registi. Già, perché, di fatto, sperimentare e sperimentarsi in prima persona dietro la macchina da presa è indubbiamente una sfida interessante. E, spesso, i risultati sono decisamente soddisfacenti. Per quanto riguarda il celebre attore Sean Penn, dunque, tale sfida è iniziata ormai più di trent'anni fa.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l'ex tennista Boris Becker. Due "supereroi" così diversi che tuttavia la narrazione della 73ma Berlinale vuole accostare e - forse - in qualche modo mettere allo specchio. A raccontarli in due film documentari sono due registi statunitensi, rispettivamente Sean Penn con l'attesissimo e già controverso Superpower e Alex Gibney nel dittico Boom Boom! The World [...] Vai alla recensione »
Il presidente Zelensky ha grande cuore e coraggio, c'è un bullo che minaccia lui e il suo Paese ma non è un tipo che si la- scia intimidire. Dobbiamo aiutare l'Ucraina con armi di precisione e a lungo raggio, e l'hardware necessario a difendersi. Ho fatto questo film perché era necessario, non è un film di parte, in questa guerra non c'è alcuna ambiguità.
Un altro documentario molto atteso della Berlinale è "Superpower", firmato da Aaron Kaufman e Sean Penn. Presentato all'interno della sezione Berlinale Special Gala, è un lavoro che Penn e Kaufman hanno intrapreso più di due anni fa, con l'intenzione di approfondire la figura e la carriera di Volodymyr Zelensky, ex attore comico diventato Presidente del paese.