Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 74 minuti |
Regia di | Franco Maresco |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 11 luglio 2023
Un racconto del jazz e in particolare di Joe Lovano che cambiò la musica e la Sicilia.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Il regista Franco Maresco organizza un concerto nella sua Sicilia per omaggiare la leggenda di John Coltrane a 50 anni dalla scomparsa. Lo fa attraverso la collaborazione con Joe Lovano, celebre sassofonista jazz contemporaneo la cui famiglia ha peraltro origini siciliane. L'incontro tra i due non è soltanto l'occasione per rivisitare Coltrane, ma anche per esplorare il background di Lovano e assistere alla curiosa commistione culturale della sua visita italiana. C'è tutta la passione personale di Franco Maresco per la musica e per il jazz in questo ennesimo documentario - confortevole e rilassato come è nel suo stile ma serissimo nella devozione musicale - che viene dopo opere come Io sono Tony Scott e Noi e il Duca e che ancora una volta mira non solo raccontare storie di jazz, ma a cucire e contaminare in modo incessante, riscoprendo le vicende che legano questi personaggi all'Italia e soprattutto a Palermo e alla Sicilia.
Per parlare della sua terra Maresco parla prima di tutto del mondo, spingendosi ad esempio nel Greenwich Village di New York al Village Vanguard, dove si esibivano i più grandi maestri, le cui storie racconta nel suo voiceover un po' incongruo, come a sottolineare una distanza però colmata dall'amore.
E poi la visita alla casa di Coltrane, con annessa mini-esibizione di Lovano
che, si ha l'impressione, è un regalo enorme per Maresco così come per tutti i fan del genere a
cui arriverà il documentario.
Nello spazio di un taglio d'inquadratura ci si ritrova a Ballarò, tra le urla del mercato e la faccia
divertita di Lovano che dice all'autista di recarsi lì non appena sbarcato a Palermo. Qui Maresco
gioca in casa, creando piccoli ed estemporanei momenti di cinema nel triangolo tra la sua
narrazione, il volto affabile di Lovano e la gente del posto, che siano i lontani parenti del nonno
del musicista o degli sconosciuti come un tassista che gli parla del Padrino.
La sottile venatura di surreale che ogni tanto si scorge (e che deve esserci sempre nei lavori del
regista, in omaggio ai vecchi tempi del duo con Ciprì) è la ciliegina sulla torta di un piccolo diario
di viaggio celebrativo e sentimentale al sapore di jazz, fatto su misura da un appassionato per
gli appassionati.
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"La musica esisteva prima che la parola musica venisse inventata", lo diceva Ornette Coleman e lo riporta Joe Lovano nei primi minuti di questo nuovo documentario sul jazz di Franco Maresco, ultimo di una lunga serie di lavori, oltre al più noto Io sono Tony Scott, dedicati negli anni a Miles Davis, Louis Armstrong, Steve Lacy... Se la musica esisteva prima della parola, viene però da chiedersi se [...] Vai alla recensione »