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Coincidenze d'amore, Meg Ryan torna alla regia ma il film mescola troppi generi. E il meccanismo non funziona

I due protagonisti sostengono i propri ruoli ma le direzioni narrative dello script sono troppe. Presentato al BIF&ST e da giovedì 11 aprile al cinema.
di Giancarlo Zappoli

mercoledì 20 marzo 2024 - Recensioni

In un aeroporto del Midwest degli Stati Uniti si incontrano casualmente Willa e Bill. Non si vedono da 25 anni, cioè da quando la loro storia d'amore era arrivata al capolinea. Complice una bufera di neve che mette a terra tutti i voli i due trascorrono diverse ore ripercorrendo il passato in comune e raccontandosi reciprocamente la vita presente.

Meg Ryan, alla sua seconda prova registica, non riesce a brillare come quando era la regina delle romantic comedy. Ciò che non funziona è la mescolanza di generi unita alla mancata scelta tra realismo (seppure un po' magico) e fantasia pura. In questo aeroporto in cui gli altri passeggeri appaiono o scompaiono a comando, in cui in una scena domina un cuore argentato, in cui un po' si ricordano sofferenze non di poco conto ma poi si balla come in un musical, la confusione registica regna sovrana.

È come se Meg avesse voluto sintetizzare il meglio delle romcom a cui ha dato un importante contributo nel corso della sua carriera senza avere però il polso, in fase di scrittura.

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