All You See

Film 2023 | Documentario 72 min.

Anno2023
GenereDocumentario
ProduzionePaesi Bassi
Durata72 minuti
Regia diNiki Padidar
TagDa vedere 2023
MYmonetro Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Niki Padidar. Un film Da vedere 2023 Genere Documentario - Paesi Bassi, 2023, durata 72 minuti. Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento domenica 18 giugno 2023

Sophia, Hanna, Khadija, e la stessa regista Niki, si ritrovano in un nuovo mondo: i Paesi Bassi. Dopo anni, ancora le stesse domande: da dove vieni, parli olandese, ti abbronzi al sole?

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
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Trailer
Un'opera ibrida innovativa ed ambiziosa che nell'affrontare il tema del razzismo arriva dritta al cuore.
Recensione di Archimede Favini
domenica 18 giugno 2023
Recensione di Archimede Favini
domenica 18 giugno 2023

Un elegante panoramica, che, attraverso le storie e le testimonianze di quattro donne di età e origini totalmente diverse, porta alla luce i pregiudizi e gli atteggiamenti razzisti latenti nella società olandese.

A meta tra film di finzione e documentario, All You See scandaglia l'ipocrita rispettabilità della società olandese in maniera emotiva, intima ed ambiziosa.

Costruendo uno stile narrativo del tutto fluido e innovativo, che si presenta come una sorta di mediazione tra documentario e lungometraggio narrativo, Niki Padidar realizza un'opera che afferma il suo carattere personale prima di ogni altra cosa. Sfruttando lo stile ibrido sopraccitato, Padidar lentamente mescola le carte fino a versare sé stessa e la sua sempre più potente ingerenze nella narrazione in un vero e proprio personaggio, che completa il puzzle affiancandosi alle altre quattro protagoniste.

La regista non ha dunque il timore di affermare il suo più totale coinvolgimento, sia sul piano emotivo che su quello artistico e mettendo ben in evidenza le sue debolezze, che, trasfigurate tramite il filtro del mezzo cinematografico, diventano uno statement di sicurezza e consapevolezza acquisite.

L'analisi della regista è ad ogni modo mirata a svelare e smontare metodicamente quelli che sono i sistematismi derivanti dal razzismo endemico che permea la società olandese. Tutto questo emerge però dalle parole e dalle testimonianze delle immigrate, dalla loro frustrazione dinnanzi a una società che da una parte le ha integrate, ma che dall'altra continua imperterrita a rifiutarle e a ghettizzarle.

Le parole della stessa Niki Padidar sono esegetiche in questo senso: "un attimo prima sei una donna, una regista, istruita, divertente e un attimo dopo ti riducono a <> E non sono ancora abbastanza forte per sapere come reagire".

Ed è proprio qui che sta la grandezza di All You See: la critica sociale è presente, è tangibile ed è anche piuttosto tranchant, ma tutto avviene sul piano emotivo, che è una lingua universale che trascende l'aspetto meramente ideologico, motivo per cui il film arriva dritto al cuore dello spettatore.

Padidar ci tiene poi a spendersi anche sul tema dell'integrazione: da All You See emerge tutta l'amarezza di queste donne nel non essere viste, nell'essere sistematicamente denigrate, messe in secondo piano o fatte vittime di micro-aggressioni verbali che mirano sminuirle in quanto cittadine olandesi, a definirle sempre, nonostante tutto, in quanto "estranee". Tuttavia, il desiderio di queste persone di essere riconosciute in quante cittadine e parte attiva della società in cui hanno scelto di vivere, in questo caso quella olandese, non deve significare la palingenesi delle loro radici.

Niki Padidar ci ricorda dunque, attraverso questo elegante affresco, l'importanza di scegliere chi vogliamo essere di giorno in giorno, abbracciando tutte le nostre sfaccettature e complessità, di affermarci fieramente per la versione che abbiamo voluto perseguire di noi stessi e senza mai farci piegare dalla miopia degli altri, quando non sono capaci di vederci per quello che siamo davvero.

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Archimede Favini

A meta tra film di finzione e documentario, All You See scandaglia l’ipocrita rispettabilità della società olandese in maniera emotiva, intima ed ambiziosa. Costruendo uno stile narrativo del tutto fluido e innovativo, che si presenta come una sorta di mediazione tra documentario e lungometraggio narrativo, Niki Padidar realizza un’opera che afferma il suo carattere personale prima di ogni altra cosa. L’analisi della regista è ad ogni modo mirata a svelare e smontare metodicamente quelli che sono i sistematismi derivanti dal razzismo endemico che permea la società olandese.

Tutto questo emerge però dalle parole e dalle testimonianze delle immigrate, dalla loro frustrazione dinnanzi a una società che da una parte le ha integrate, ma che dall’altra continua imperterrita a rifiutarle e a ghettizzarle. Tutto avviene sul piano emotivo, che è una lingua universale che trascende l’aspetto meramente ideologico, motivo per cui il film arriva dritto al cuore dello spettatore.

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