I bambini diventano la misura di tutto in quest'opera che racconta di un'infanzia all'ombra della fabbrica. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti.
Osservando i gesti e ascoltando le emozioni dei bambini di Taranto, entriamo nel mondo dell'infanzia e allo stesso tempo ci immergiamo nel presente di questo territorio. Espandi ▽
Prodotto dalla Zen Movies dello stesso regista e di Virginia Gherardini, Bangarang ha vinto il premio speciale della giuria ad Alice nella città 2023.
Mastromauro voleva acconciare un affresco etnografico dell’infanzia tarantina, e quello ha raggiunto – perché come si può fare etnografia in quella città senza sputare fuori la posa dell’ILVA? Quello che però fa strizzare gli occhi è il modo con il quale Bangarang è tenuto insieme: ad una prima riflessione sembrerebbe che la macchina da presa si sia limitata a scontornare la presenza dei bambini all’interno del profilo ferroso della Fabbrica – così, con la maiuscola –, e invece pian piano emerge quanto l’operazione sia di segno inverso, cioè sono i più giovani a cercare una rappresentazione diversa che li stacchi da quel fondale. Così i più piccoli divengono la misura di tutto, la loro storia è la storia di tutto, non c’è nessun adulto. Taranto è la città necessaria della lotta in Italia, ma Taranto dovrebbe essere solo quello dice il piccolo Gianni: “Il mare. Il pesce. Le cozze”. Recensione ❯
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Profilo critico di un'artista anticonvenzionale e multidisciplinare: interventi autorevoli e materiali eterogenei. Documentario, Francia, Italia, Germania2023. Durata 59 Minuti.
Un documentario che ci porta a conoscere meglio la scrittrice Goliarda Sapienza in parallelo alla sua Modesta, la protagonista del romanzo cult "L'arte della gioia". Espandi ▽
Nel 1978 Goliarda Sapienza (1924-1996), catanese di famiglia atea e marxista, fino ad allora sconosciuta al mondo editoriale, concluse un romanzo molto corposo, "L’arte della gioia", frutto di una riscrittura durata anni. L’opera venne proposta a svariati editori, che la rifiutarono senza appello e rimase inedita finché l’autrice restò in vita. Solo nel 2005 il romanzo viene pubblicato in Francia, dove in brevissimo tempo diventa un caso letterario: dopo la morte della scrittrice, suo marito Angelo Maria Pellegrino dà alle stampe in un migliaio di copie con la casa editrice Stampa Alternativa la prima edizione di "L’arte della gioia", che poi entrerà nel prestigioso catalogo Einaudi insieme ad altri suoi scritti. Nel 2024 Valeria Golino presenta al Festival di Cannes la serie SKY da lei diretta e ispirata dalla prima parte del romanzo e annuncia che interpreterà Goliarda in Fuori, il prossimo film di finzione di Mario Martone (che già ha adattato di recente per il teatro insieme a Ippolita Di Majo "Il filo di mezzogiorno", secondo romanzo di Sapienza). Le ragioni dell’improvviso risveglio di interesse nei confronti di questa autrice non riconosciuta in vita, perché estremamente autonoma e difficilmente inquadrabile, sono ben illustrate in questo speciale prodotto da ARTE, che raccoglie gli interventi di pochi ma qualificati testimoni: oltre a Pellegrino e a Golino, Frédéric Martin, fondatore della casa editrice Le Tripode, artefice della comunicazione del romanzo e del suo successo di vendite, la traduttrice francese Nathalie Castagné, la ricercatrice di cultura italiana Alberica Bazzoni, la scrittrice e docente di letteratura italiana Monica Farnetti. Basato su materiali molto eterogenei, un film che è un buon punto di partenza per approfondire questo universo. Recensione ❯
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Matarrese ricorda con maestria quanto un classico della letteratura possa ancora parlare del presente. Documentario, Italia, Francia2023. Durata 101 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna decide di mettere in scena Zola scegliendo come attore il vicino di casa da cui è attratta. Espandi ▽
Anne, che ha vissuto una recente separazione e sta traslocando, decide di dirigere la messa in scena della versione teatrale de Lo scannatoio di Émile Zola. Ha nel frattempo conosciuto come nuovo vicino di casa Ben, un attore al momento disoccupato. Gli propone così il ruolo di Coupeau mentre lei sarà Gervaise. La storia che si svilupperà sulla scena nel corso delle prove finirà con l’intrecciarsi con la relazione che si sta instaurando tra i due.
Gianluca Matarrese conosce molto bene il rapporto tra realtà, finzione teatrale e finzione cinematografica e utilizza con maestria questa competenza.
Il regista si esercita in una molteplicità di salti mortali emotivi che mostrano quanto sia padrone del mezzo al punto di potersi prendere la libertà (lo spettatore potrà scoprire dove) di dichiarare esplicitamente la finzione. Recensione ❯
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Una denuncia, un progetto che vuole dare voce ad una disperazione che, troppo spesso, rimane sorda ai più. Espandi ▽
Le storie di alcune persone che hanno lasciato, per motivi diversi, la loro patria in Africa per cercare un futuro in Europa vengono descritte e lette sotto una luce diversa. Il termine che viene utilizzato sin dall'inizio è forte quanto, purtroppo, esplicito ed appropriato: deportazione. Le loro vicende personali ne rafforzano il significato gettando un'ulteriore e pesante ombra sulla cosiddetta questione dei migranti.
Cascavilla e Piacentini ci invitano a riflettere su vite a proposito delle quali la propaganda avversa diviene priva di strumenti. Questo importante documentario ci ricorda che esistono anche (e non sono pochi) migranti che si inseriscono nella società verrebbe da dire 'a pieno titolo'. Perché hanno imparato la lingua, trovato un lavoro, si sono sposati/e, hanno messo al mondo dei figli.
Ma manca loro, secondo le leggi degli Stati, per dimostrare quella 'pienezza', un documento, oppure incappano in intralci burocratici e, da un giorno all'altro magari anche dopo molti anni, vengono rispediti nel Paese d'origine. Recensione ❯
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Un film che racconta il grande cambiamenti della città di Bologna attraverso i suoi abitanti. Espandi ▽
Un documentario in 12 episodi che ci racconta del cambiamento di una città attraverso i ritratti di comunità nuove e vecchie: frequentatori di cinema a luci rosse, tossicomani di videocassette, barbieri ottuagenari, locali notturni, gente che vive sugli autobus, palestre, radioamatori, turisti, nomadi, tycoon del bullone. Recensione ❯
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Il regista Benjamin Cantu fonde interviste, ricostruzioni e filmati di repertorio per raccontare una storia illuminante. Espandi ▽
Un luccicante locale notturno nella Berlino degli anni '20 offre rifugio alla comunità queer in un documentario che esplora la sospensione delle libertà durante l'ascesa di Hitler. Recensione ❯
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Il film è incentrato sull'autenticità della statua del Guerriero di Capestrano, simbolo della Regione Abruzzo, rinvenuta a Capestrano nel 1934 e datata dagli archeologi VI secolo A.C. Espandi ▽
Un film inchiesta che racconta retroscena e particolari della storia del ritrovamento del 'Guerriero di Capestrano'. Si tratta della statua rinvenuta nel 1934 e, al tempo della scoperta, datata VI secolo a.C, da poco inserita nello stemma della Regione Abruzzo. La pellicola è dedicata allo studio del ritrovamento e alle caratteristiche del manufatto. Si tratta di un'accurata indagine, parallela alla storia ufficiale della statua, condotta dal regista e giornalista abruzzese che sollecita riflessioni e richieste di chiarezza sul reperto. Attraverso documenti inediti e approfondite indagini, Consorte studia e analizza la realizzazione della statua con un risvolto clamoroso nel finale del film. Recensione ❯
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Il regista del pluripremiato Vado a scuola continua a rivolgersi ai giovani spettatori con un film sull'importanza dell'inclusione a scuola e nella vita quotidiana. Espandi ▽
We Have a Dream esce in sala in occasione della “Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità” e il viaggio comincia dopo le parole di Maud prima del titolo di testa del film in cui si chiede, scrivendo sul suo diario, com’è la situazione nel resto del mondo. C’è chi cammina con le protesi, chi è cieco, chi è affitto da autismo, chi è albino. Ma ognuno di loro ha i loro obiettivi che sono anche rinforzati e sollecitati dalla presenza e le parole di Henry Wanyoike, fondista kenyota campione mondiale delle Paralimpiadi che ha perso la vista quando aveva 20 anni. Il documentarista francese Pascal Plisson cerca la giusta distanza ma anche di costruire la necessaria intimità per lasciar emergere le difficoltà di tutti i giorni ma anche sottolineare la forza di chi non si vuole arrendere mai. Forse, nella durata di poco più di un’ora e mezza, non riesce a sostenere tutte le storie che vuole mostrare. Plisson cerca un legame, un dialogo, in parte lo ottiene ma poi si accontenta di quello che ha davanti. Recensione ❯
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La parabola dell'ex direttivo creativo della Maison Dior. Espandi ▽
"Ho fatto una cosa disgustosa, una cosa ripugnante. È stato orribile", dice John Galliano, immenso talento artistico, dal 1996 direttore creativo della Maison Dior, per la quale debuttò con la leggendaria collezione Les incroyables, ispirata alla Rivoluzione francese. Nato a Gibilterra, studi alla St. Martin's School di Londra, eccentrico, inventivo, provocatorio, colto, mescola nelle sue spettacolari creazioni storia, miti dell'alta moda, letteratura, cinema, arte, punk e clochard. Finché nel 2010 viene ripreso in un caffè del Marais parigino mentre, ubriaco, si abbandona a invettive antisemite: è quella la cosa disgustosa cui si riferisce Galliano, che non ricorda nulla di quel momento. A causa del quale è costretto a uscire di scena. Recensione ❯
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Un documentario che semina percorsi e instilla curiosità in misurato equilibrio tra didattica e celebrazione. Documentario, Italia, Francia2023. Durata 77 Minuti.
Un film che ripercorre la carriera di Italo Calvino attraverso uno dei suoi capolavori "Il barone rampante". Espandi ▽
Il centenario della nascita di Italo Calvino (15 ottobre 1923 - 19 settembre 1985) è occasione per tornare sull'opera dello scrittore e approfondire i contesti che ne hanno marcato l'opera. In particolare, "Il barone rampante", uscito nel 1957, si rivela chiave d'accesso, punto di vista privilegiato per meglio avvicinarsi al suo sentire e al metodo. In Cosimo, il ragazzino protagonista del romanzo che si allontana dal consorzio umano per osservarlo dall'alto degli alberi, si può quindi intravedere il giovane Calvino, partigiano della Brigata Garibaldi durante la Resistenza, che, deluso dalla posizione del partito sull'invasione sovietica dell'Ungheria, proprio nel 1957 abbandonò il PCI. Fu Calvino stesso ad ammettere la prossimità tra i temi del romanzo e "le cose che mi stanno a cuore", come scrisse a un amico in una lettera riportata nel film. Una posizione, quell'osservare dai rami, che non va confusa con disinteresse o misantropia ma piuttosto interpretata come distacco partecipe e attento. "Ogni cosa vista da lassù era diversa, e questo era già un divertimento", dice la voce di Manuela Mandracchia, che legge alcuni estratti dal romanzo. Recensione ❯
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L'incredibile storia di Antonia Singla, la celebre ballerina di flamenco che, nonostante fosse sorda, conquistò i più prestigiosi palcoscenici d'Europa. Espandi ▽
Helena Kaittani, giovane donna di Siviglia appassionata di flamenco, scopre grazie a un'insegnante di ballo l'arte di Antonia Singla, ballerina degli anni '60 e '70, sorda ma straordinariamente in sintonia con il ritmo febbrile della musica. Colpita dai video visti in rete, Helena avvia una ricerca per scoprire che n'è stato della Singla, venendo a conoscenza della sua storia straordinaria, dall'apice della fama che la portò a esibirsi per Dalì, Cocteau, a Parigi e in Germania, fino alla sparizione delle scene nei tardi anni '70. E se la Singla fosse ancora viva, Helena troverebbe il coraggio incontrarla?
Il film è la storia di una ricerca che diventa via via un incontro fra la sua guida, alter ego della regista, e la sua protagonista, inizialmente solo un'immagine da osservare e poi un volto da conoscere.
L'incontro tra Helena e Antonia, oggi nonna settantenne felicemente distante quattro decenni dal mondo della musica, è ripreso con estremo pudore, cercando nel volto di una donna anziana la bellezza di un tempo. O meglio, la sua bellezza senza tempo, uguale a quella che emerge dai video del passato e che nel momento migliore del film avvicina al mistero del flamenco. Dura un attimo, ma è la cosa più vicina al vero di questo documentario. Recensione ❯
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Un documentario che racconta il furto di opere d'arte più grande della storia francese. Espandi ▽
Il ladro responsabile del furto del 2010 al Museo d'arte moderna di Parigi racconta com'è riuscito a organizzare il più grande furto d'opere d'arte della storia francese. Recensione ❯
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Un'opera monumentale dalle immagini lucide e calibrate che fotografano il cuore e la memoria di una città. Documentario, Gran Bretagna, Paesi Bassi2023. Durata 262 Minuti.
La storia passata e presente di Amsterdam, tra il racconto dell'occupazione nazista durante la guerra e gli eventi degli ultimi anni. Espandi ▽
McQueen ritrova la vena da videoartista e costruisce un monumentale progetto di oltre quattro ore che porta nel cuore di una città e indaga la sua memoria. Rinunciando alla finzione e scegliendo il documentario, McQueen usa un approccio soprattutto visivo e cerca nell’incontro o nello scontro distanza fra immagini e parola i segni dell’Amsterdam di ieri in quella di oggi. Le immagini di McQueen, quasi sempre totali fissi, a volte campi lunghi o complessi movimenti di macchina (camera car notturni, evoluzioni della camera che ruota di 360°), danno vita a un racconto monocorde che cerca di restituire la stratificazione storica e geografica di Amsterdam. Le sue immagini, così lucide e così calibrate nelle luci e nei colori, acquisiscono valore proprio in virtù della loro fissità e ripetizione; diventano luoghi capaci di far dialogare micro e macrocosmo, luoghi abitati e, per lo spettatore, da abitare, in cui il volto e il cuore di Amsterdam – forse proprio perché distanti e invisibili – sono il volto e il cuore di ogni posto nel mondo. Recensione ❯
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Film-ritratto su Pete Doherty, tra musica, popolarità e dipendenze. Espandi ▽
Un ritratto intimo del musicista e artista più iconico della sua generazione: Peter Doherty, cantante e cantautore punk inglese e leggendario frontman dei Libertines, mentre sprofonda negli abissi della dipendenza, nel momento di massimo successo.
Per un periodo di 10 anni, Peter Doherty è stato filmato in maniera intima dalla regista-musicista Katia de Vidas, che ha girato oltre 200 ore di filmati esclusivi. Attraverso le parole dell'artista stesso, la lotta toccante e carica di emozioni di Doherty per superare i suoi demoni e riemergere dalle tenebre verso la luce. Recensione ❯
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