Titolo originale | WeCrashed |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Regia di | Tinge Krishnan, Glenn Ficarra, John Requa, Shari Springer Berman, Robert Pulcini |
Attori | Anne Hathaway, Jared Leto, O-T Fagbenle, Robert Emmet Lunney, Cricket Brown America Ferrera, Andrew Ryan Perry, Theo Stockman, Lily Jane, Isabel Joy Wolk, Andrew Burnap. |
MYmonetro | 2,75 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 16 aprile 2022
La serie basata sul podcast di successo di Wondery "WeCrashed: The Rise and Fall of WeWork".
CONSIGLIATO SÌ
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L'israeliano Adam Neumann, imprenditore fallimentare che cerca di sfondare a New York, incontra la fiducia di un ex compagno di studi, Miguel McKelvey, che lo aiuta a trasformare il sogno in realtà. Intanto Adam conosce e si innamora di Rebekah, insegnante di yoga che vive nell'agio grazie alle rendite di famiglia. Insieme costruiranno WeWork, una startup di coworking improntata su un'immagine di gioia ed edonismo: al successo inarrestabile seguiranno gli eccessi e le ricadute, legate al personalismo del suo CEO Adam Neumann.
Abbiamo assistito a molte, forse troppe, parabole sull'illusione imprenditoriale che termina in cenere per rimanere stupiti di fronte a WeCrashed.
Visionari che si credono quel che non sono e vedono ciò che gli altri solo immaginano, ma che perdono quell'aura da un giorno all'altro, riscontrando solo odio e rancore intorno a loro. Tra le variazioni sul tema The Social Network e The Wolf of Wall Street sono forse gli esempi più emblematici, punti di riferimento con cui ogni emulazione deve fare i conti. Per deviare da quel modello, Drew Crevello e Lee Eisenberg, creatori di WeCrashed, scelgono di concentrarsi maggiormente sulla storia d'amore tra l'eccentrico Adam Neumann e Rebekah Paltrow - cugina di Gwyneth, curiosità su cui spesso fa ritorno la sceneggiatura - come l'autentica success story della narrazione, contrapposta alla bolla speculativa legata all'ascesa di WeWork.
L'intesa tra i due è resa al meglio delle possibilità da Jared Leto e Anne Hathaway, in un gioco di reciproca comprensione e compensazione che aiuta a far credere in una reale parità di sessi e ruoli - salvo svelare in vari frangenti come l'equilibrio sia solo apparente - e a empatizzare per una discutibile coppia di business men. In sostanza WeCrashed ci vende un'altra illusione, raccontandoci di molteplici illusioni vendute a creduloni e uomini d'affari navigati, ma - proprio come Neumann - esagera nelle proprie ambizioni. In special modo nella durata, visto che otto ore di serie sembrano troppi per il concept stringato su cui si regge la serie e soprattutto perché l'evidente, benché comprensibile e funzionale allo spirito di WeCrashed, overacting dei protagonisti riesca a reggere di fronte all'ennesima ripetizione.
È mirabile lo sforzo interpretativo di Leto per rendere concreta la capacità persuasiva di Neumann e l'infantilismo di fondo del suo approccio alla vita. Ma è inevitabile che, dopo l'ennesima situazione in cui si ripropone lo schema problema da risolvere-tecnica da oratore-esito che non prevede zone grigie tra trionfo e fallimento, la sensazione di tedio prevalga su qualunque altra riflessione. Dilatando la sua durata fino a otto episodi da un'ora l'uno, WeCrashed finisce per diventare quel che forse non avrebbe voluto: una favola assolutoria su una coppia in fondo non del tutto consapevole dei danni collaterali provocati.
Un approdo che vanifica gli sforzi ben più costruttivi di riflettere sui meccanismi del capitalismo del terzo millennio e su come l'ennesima bolla abbia potuto gonfiarsi a dismisura prima di esplodere. Al di là della contrapposizione cromatica e fenotipica tra i grigi e immutabili detentori del potere finanziario che da sostenitori si trasformano in inquisitori - SoftBank, JP Morgan, ecc. - e il colorato idealismo yuppie figlio della cultura kibbutz di Adam Neumann, si ricava ben poco su un dualismo che è basilare per comprendere l'economia odierna. Le riflessioni su dove stiamo andando in un mondo che vede, come profetizzato da Margaret Thatcher, il capitalismo come la "fine della Storia" restano fuoricampo, prudentemente allontanate da una fiaba dilatata su un amore riuscito e un progetto "rivoluzionario" fallito.
Nella struttura, come nell'iconografia, WeCrashed parte dalle stesse traiettorie di The Social Network e di Steve Jobs, per estenderne gli orizzonti verso nuovi lidi. Come i suoi illustri predecessori, ha al suo centro una figura eccentrica dai tratti messianici, di cui ripercorre l'avveniristica e inaspettata corsa al successo. Ma diversamente da Zuckerberg o Jobs, Adam Neumann (Jared Leto) non è [...] Vai alla recensione »