Tra i punti di forza anche una sorpresa finale che dà senso al tutto. Da mercoledì 23 novembre al cinema.
di Luigi Coluccio
Strange World - Un mondo misterioso, diretto da Don Hall e prodotto da Roy Conlin (il duo dietro Big Hero 6, successo da box office e Oscar nel 2014), con la decisiva scrittura di Qui Nguyen, è infatti un grande e generoso omaggio ai pulp magazines dei primi decenni del Novecento, quelle riviste stampate su carta economica - la polpa - che agitavano e mescolavano fantascienza, mistero, avventura, poliziesco, per un divertimento a poco prezzo capace di appesantire di eccitazione i ragazzi e di alleggerire di inquietudine gli adulti. Partendo da qua, Don Hall e Qui Nguyen hanno ricreato un distillato perfetto di quel sense of wonder che ti saltava addosso leggendo quelle riviste e guardando quei film, e l'hanno fatto nel modo più popolare e contemporaneo possibile.
Strange World è un racconto che vive e si agita di tante cose. È una vicenda famigliare, con la sete di avventura di Jaeger che è così divampante da diventare schiacciante solitudine, e la voglia di emancipazione di Searcher che lo porta a voltare le spalle a tutto e a tutti; è una saga generazionale, con l'entrata in scena di Ethan, figlio di Searcher e nipote di Jaeger, ragazzo che si sta affacciando alla vita adulta ma ancora così fragile e risoluto allo stesso tempo; è una parabola sociale, con il destino di Avalonia in bilico tra l'isolamento assoluto e la necessità di apertura verso il mondo esterno.
È, soprattutto, un grande narrazione che anche infrangendosi nelle storie personali e collettive ci restituisce sempre e comunque un affresco complesso, dove la risoluzione del conflitto privato si gioca sullo stesso campo di quello pubblico, perché il futuro della famiglia Clade, la loro eredità e il loro retaggio è quello di Avalonia tutta.