Titolo internazionale | The Gravity |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Cedric Ido |
Attori | Max Gomis, Jean-Baptiste Anoumon, Steve Tientcheu, Olivier Rosemberg, Thierry Godard Hafsia Herzi, Bilel Chegrani, Djilane Diawara, Ines Zahoré, Florine Silva, Jean Bediebe, Linda Benhagouga, Nada Despinic, Abdelkader Hoggui, Stéphane Roquet, Manu Payet, William Leymergie, Nikola Bulatovic, Djaeli Ido. |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 ottobre 2023
Un misterioso allineamento di pianeti infiamma il cielo e preoccupa tutti gli abitanti di un sobborgo.
CONSIGLIATO NÌ
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Sullo sfondo della periferia parigina, dove ogni cosa e ogni casa hanno lo stesso colore, i due fratelli Daniel e Joshua sono costretti allo spaccio di droga per poter sopravvivere. Nonostante le loro differenti visioni, e la determinazione di Daniel a volersi trasferire in Canada con la moglie, i due si trovano coinvolti in una lotta tra bande. Christophe, un loro vecchio amico appena uscito di prigione, è deciso a volersi riprendere il dominio del loro quartiere, ora controllato da una giovane banda di criminali chiamata Ronin. Ma nei cieli francesi sta succedendo qualcosa di imprevedibile e bizzarro, uno strano allineamento dei pianeti che sembra annunciare una catastrofe senza precedenti.
Ambizioso e fortemente allegorico, il film di Ido si scontra contro il muro dell'inesperienza, dove tanto si vuole dire e poco viene mostrato.
Cédric Ido, dopo l'esordio cinematografico con la commedia La Vie de Château, firma la sua seconda regia con il fantascientifico La gravité. Lo fa con il coraggio, e forse la sfrontatezza, di un autore che vuole raccontare qualcosa di interessante attraverso il cinema di genere e l'utilizzo di più forme di linguaggio. Nonostante un'innegabile nobiltà nelle intenzioni e nei propositi contenutistici, il film appare riuscito solo a metà e ogni elemento che lo compone non risalta veramente. La commistione di generi, che regala al film un buon ritmo e perfino qualche divertente momento comico, mette in risalto un utilizzo narrativo della metafora che in più momenti si rimette alla parola piuttosto che alle immagini. Nonostante una sequenza iniziale avvincente, dove effettivamente è l'immagine a farsi significato, il film si affida alla parola e ai dialoghi in troppi punti chiave della narrazione, con la conseguente perdita di efficacia nel coinvolgimento e nell'impatto visivo. Dal punto di vista contenutistico, la pellicola di Ido ricalca su alcuni temi già trattati in film come I Miserabili, di Ladj Ly, e Gagarine, cercando però di servirsi di differenti forme espressive. È evidente una certa predisposizione al cinema di genere, dove non mancano il citazionismo, il comico e l'assurdo. La forza di alcune immagini, suggestive in buona misura, non riesce però a sfruttare appieno il proprio potenziale drammatico, favorendo al contrario una grossolana esposizione dei temi.
I punti di forza del film si rintracciano, invece, sul piano tecnico. Nonostante una limitata capacità di mezzi a disposizione, è apprezzabile il lavoro di ingegno e creatività che Ido e la sua troupe sono riusciti a mettere in campo. Il comparto sonoro, per esempio, riesce a restituire un'evocativa sensazione di pericolo imminente, in un crescendo musicale che ben si adatta alle immagini che vuole esaltare. Il cast, in particolare Steve Tientcheu e Max Gomis, riesce a dar vita a personaggi che appaiono non tanto realistici quanto ben calati nell'atmosfera di un film che fa dei rapporti umani una chiave essenziale della narrazione.
Cédric Ido, firma la sua seconda regia con il fantascientifico La gravité. Lo fa con il coraggio, e forse la sfrontatezza, di un autore che vuole raccontare qualcosa di interessante attraverso il cinema di genere e l’utilizzo di più forme di linguaggio. Nonostante un’innegabile nobiltà nelle intenzioni e nei propositi contenutistici, il film appare riuscito solo a metà e ogni elemento che lo compone non risalta veramente.
La commistione di generi, che regala al film un buon ritmo e perfino qualche divertente momento comico, mette in risalto un utilizzo narrativo della metafora che in più momenti si rimette alla parola piuttosto che alle immagini. È evidente una certa predisposizione al cinema di genere, dove non mancano il citazionismo, il comico e l’assurdo.
I punti di forza del film si rintracciano sul piano tecnico. Nonostante una limitata capacità di mezzi a disposizione, è apprezzabile il lavoro di ingegno e creatività che Ido e la sua troupe sono riusciti a mettere in campo.