Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Ucraina |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Giovanni Dota |
Attori | Irma Vitovskaya, Giovanni Calcagno, Giuditta Vasile, Lorenzo Scalzo, Gabriele Cicirello Maurizio Bologna, Adriano Pantaleo, Vincenzo Pirrotta. |
Uscita | giovedì 19 maggio 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Adler Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,12 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 16 maggio 2022
Coproduzione italo-ucraina, nel cast Irma Vitovska e Giovanni Calcagno. In Italia al Box Office Koza Nostra ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 12,8 mila euro e 7,4 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Vlada Koza, donna di mezz'età ucraina, diventa nonna per la prima volta e piena di entusiasmo decide di prendere un aereo e di andare a trovare sua figlia in Italia, piombandole in casa senza preavviso. La ragazza però non apprezza le attenzioni della madre, tanto premurosa quanto invadente, e la mette alla porta, lasciandola sola nell'entroterra siciliano. A causa di un incidente d'auto Vlada si trova catapultata a Villa Laganà, dove diventa la governante di Don Fredo, capo clan di un'anomala famiglia mafiosa che lotta per non essere eliminata dall'organizzazione. Vlada che ama prendersi cura degli altri, non tarda a rendersi utile e per un po' regna il benessere a casa Laganà. Questo finché la donna non capisce davvero chi sono Don Fredo e i suoi tre giovani figli.
Giovanni Dota esordisce con il suo primo lungometraggio e lo intitola Koza Nostra, giocando così con il cognome della sua biondissima protagonista, interpretata dall'attrice ucraina Irma Vitovska.
E in effetti tutto il film di Dota, sceneggiato a quattro mani con Anastasiia Lodkina, Giulia Magda Martinez e Matteo Visconti, è un'opera giocosa, che in pieno accordo con gli stilemi parodistici, sfrutta gli stereotipi per esprimersi al meglio. Lo fa in primis attraverso la messa in scena tutta: partendo dai costumi coloratissimi ed esagerati di Marina Roberti, fino ad arrivare alle scenografie di Maurizio Leonardi, che restituiscono uno scenario così folle da risultare veritiero, kitsch al limite del grottesco, perfetto per raccontare una storia di mafia con toni prettamente comici.
E va detto subito che il film riesce a divertire più volte, forte anche della bravura dei suoi protagonisti, alcuni dei quali spiccano particolarmente: ad esempio Lorenzo Scalzo nei panni di Luca, figlio di Don Fredo e lo stesso Giovanni Calcagno, che interpreta per l'appunto il capo clan dei Laganà.
Insomma Koza Nostra è un film che riesce a far ridere, anche e soprattutto per il fatto che i suoi interpreti sanno gestirsi abilmente nei tempi comici, capacità più che mai fondamentale per film di questo genere. Infatti, una nota dolente nel film di Dota, potrebbe riguardare non tanto i tempi comici degli attori, quanto il ritmo comico della scrittura stessa. Forse perché Koza Nostra sembra a concentrarsi troppo sulla trama, preoccuparsi di arricchirla di dettagli, di infittirla, faticando così a lasciarsi andare al dolce far niente, alla sacra inutilità della gag. Sono minuzie, sia chiaro, ma questo preoccuparsi troppo di "ciò che accade", è interessante come rispecchi alla perfezione una questione che riguarda molti film italiani (e non solo quelli comici): e cioè quella di non riuscire a mollare un po' la presa sulla scrittura, di prendere coraggio e lasciarsi andare allo spreco di spazio e tempo, caratteristica primaria di ogni film comico che si rispetti.
In fondo siamo pur sempre cresciuti con la meravigliosa inconcludenza di Totò e Peppino, o con i lunghi e malinconici balbettii di Massimo Troisi. Inoltre qui ci troviamo nel campo ancor più specifico del parodistico, perché Koza Nostra è a tutti gli effetti la parodia di un film di mafia, con boss cattivissimi e sparatorie all'ultimo sangue. Ma ecco, c'è troppa struttura, e di conseguenza rigidità, nemica prima della parodia, un virus che va a intaccarne l'efficacia e che minaccia lo spirito libero della comicità.
Pensiamo al re delle parodie, il signor Mel Brooks, che con Robin Hood - Un uomo in calzamaglia, per prenderne uno, non fa che girare intorno alla stupidità sacra delle sue gag, esaltando così e omaggiando al contempo la demenzialità. Ecco forse questo un po' manca a Koza Nostra e cioè il coraggio di mollare un po' di trama e struttura, di abbandonare il sentiero sicuro della storia e di sfruttare ciò che i suoi interpreti possono regalargli in quanto a "scemenze", lasciandosi andare così definitivamente al "cazzeggio", che si avverte, ribolle nel sangue di Koza Nostra.
KOZA NOSTRA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€14,99 | – | ||
€14,99 | – |
Incredibile: si riesce anche a far buon cinema con veramente poco... Onestamente mi sono avvicinata a questa "commedia" con le dovute precauzioni del caso. Cast perlopiù sconosciuto, ambientazione risicata, evidente carenza di un budget sostanzioso... E la storia, già dal riassunto abbastanza cialtrona... Eppure mi sono dovuta ricredere.
tempi giusti di recitazione dissacrante sull'argomento,attori ben impostati senza nulla pretendere , divertente godibile da vedere
Incredibile: si riesce anche a far buon cinema con veramente poco... Onestamente mi sono avvicinata a questa "commedia" con le dovute precauzioni del caso. Cast perlopiù sconosciuto, ambientazione risicata, evidente carenza di un budget sostanzioso... E la storia, già dal riassunto abbastanza cialtrona... Eppure mi sono dovuta ricredere.
Qui nasce spontanea la vexata quaestio: - si può davvero ridere di tutto e di tutti? – Sono molto dibattuto sul tema. E trovo che siano ugualmente fondate sia le ragioni a favore che contro Abbiamo riso e ridiamo di certi mali assoluti: le ideologie totalitarie del ‘900, il razzismo, la guerra e la mafia per l’appunto. Forse tutto dipende da come se ne parla? Ma qui intervengono [...] Vai alla recensione »
Film macchiettistico e culturalmente pericoloso,nonche' falso ideologicamente. Questi sono film che fanno male al cinema ed alla societa'.
"La più grave piaga che affligge tutta la Sicilia e in particolare Palermo? Il traffico !" . Così sosteneva il personaggio del mafioso da pochade interpretato da Paolo Bonacelli in Johnny Stecchino, uno di quei film fenomeno che annunciavano l'epoca ormai tramontata e un po' fanfarona dei record d'incassi (siamo nel '91) , con cui Roberto Benigni ammantava di satira sociale, la sua essenza comica fatta [...] Vai alla recensione »
Vlada parte dall'Ucraina per andare in Italia a dare una mano a sua figlia che ha appena partorito. Arrivata in Sicilia, però, la ragazza mette alla porta la madre. La quale, sola e senza un soldo, dopo un incidente, si ritrova a casa della famiglia mafiosa dei Laganà, capeggiata da Don Fredo. Finirà per fare la governante per loro e non solo. Simpatica commedia che prende in giro, nel modo giusto, [...] Vai alla recensione »
Innanzitutto c'è Irma Vitovska, regina della tragicommedia in Ucraina, vera e propria star dell'Est europeo, qui protagonista nei panni di un'improbabile e biondissima governante tuttofare di una famiglia mafiosa dell'entroterra siciliano. E poi c'è una storia leggera e irriverente, che gioca con gli stereotipi e dalla forte tematica family. È Koza Nostra, opera prima di Giovanni Dota, coproduzione [...] Vai alla recensione »
Omicidi, vendette e lotte tra gang mafiose. Con questa ricetta si potrebbe pensare quasi istantaneamente al classico film ambientato nell'immaginario mafioso che ha fatto tanto la fortuna della serialità italiana nel mondo, come l'acclamata Gomorra o Romanzo criminale. Invece, nonostante con questi elementi si possa costruire tranquillamente un film stand alone su qualsiasi personaggio delle due serie [...] Vai alla recensione »
Dopo la pausa forzata a causa della pandemia, un certo cinema italiano giovane e ancora non troppo affermato sembra aver trovato una nuova vena creativa in grado, forse, di rinnovare il tipo di storie proposte. O, quanto meno, di far ben sperare nel futuro narrativo, anche se la crisi della sala rimane un problema con cui confrontarsi. Questo tipo di andamento è già stato mostrato da Settembre, prima [...] Vai alla recensione »
Una rude vena satirica scorre nei corti di Giovanni Dota, alle prese con tradimenti, tentati suicidi, emigrazione, pedofilia, pregiudizi razziali e sessuali. Ma nello sketch d'autore Fino alla fine (alla SIC di Venezia 2018) il suo umorismo sfidava il demenziale, con tanto di sfottò alla squadra di calcio che più si ama odiare. L'esordio nel lungometraggio (co-produzione tra Rai e FILM.