Anno | 2022 |
Genere | Horror |
Produzione | Filippine |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Mikhail Red |
Attori | Nadine Lustre, Louise Delos Reyes, McCoy De Leon, Jeffrey Hidalgo, Billy Villeta Elia Ilano, Keiko Nakajima, Matthew Francisco, Charo Laude, Madeleine Red, Nic Galvez, Kedebon Colim, Sarah Jane Abad, Peter Adam Rebadomia, Catherine Gacute. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 24 aprile 2023
Una donna cancella il video del suicidio di una collega. Inizia subito dopo ad essere perseguitata da terrificanti allucinazioni.
CONSIGLIATO SÌ
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Lyra lavora come content moderator per un social media. Passa le sue giornate a esaminare decine di video in cerca di contenuti violenti o pornografici da rimuovere. Alla situazione lavorativa, già di per sé psicologicamente stressante, si aggiunge la scomparsa e il conseguente suicidio di Aileen, una collega a cui Lyra è particolarmente affezionata. I suoi sensi di colpa per la morte di Aileen inizieranno così ad ingigantirsi fino a prendere fattezze mostruose.
I confini tra realtà, immaginazione e contenuti social vengono abbattuti in horror originalissimo. Mikhail Red ci mostra la nuova frontiera dell'horror intrappolando la protagonista, e con lei lo spettatore, negli oscuri meandri dell'algoritmo social.
Deleter parte con delle premesse eccellenti. Innanzitutto, Mikhail Red mette al centro della sua labirintica narrazione una content moderator, un mestiere tanto sconosciuto e sottovalutato quanto complesso ed esegetico rispetto al tempo in cui viviamo. Questo lavoro consiste sostanzialmente nell'analisi di una pantagruelica mole di materiale video pubblicato sui social, al fine di individuare e rimuovere i contenuti violenti o pornografici. Dopo questa breve e semplicistica spiegazione sarà facile capire a tutti l'importanza chiave di questo ruolo; più interessante è però il rovescio della medaglia, su cui Red decide saggiamente di concentrarsi, ossia l'impatto che un lavoro di questo tipo può avere sulle persone. Ed ecco che lentamente la pellicola ci trascina in una voragine horror di nevrosi e orrori immaginati. Anche il montaggio contribuisce efficacemente al delineamento di questo effetto: Deleter si presenta infatti come un film affettato, e non parlo solo del ritmo sincopato e incalzante, quanto più della modalità del tutto straniante con cui le scene si susseguono. Questa maniera così singolare di affrontare lo story telling rispecchia coerentemente quello che potrebbe essere un feed di Instagram: Mikhail Red intrappola la sua protagonista Lyra negli oscuri meandri di un algoritmo social, e noi con lei non possiamo fare altro che sentirci spaesati, terrorizzati, perché nei peggiori incubi fatti di pixel nulla è impossibile.
Decine di migliaia di metri di pellicola durante la storia del cinema sono stati usati per raccontare il disturbo post traumatico da stress, sto pensando ad autori della New Hollywood come Altman, Francis Ford Coppola o Nichols che forse più di tutti hanno saputo raccontare il trauma generazionale del Vietnam. Azzarderei a dire che seguendo le orme di questi giganti, Mikhail Red prova a raccontare queste stesse emozioni ai giorni nostri: Deleter è la testimonianza di un tentativo di catturare un mondo sempre più falso, più fasullo e forse, proprio per questo motivo, i suoi orrori sembrano quasi più terribili e ingovernabili di quelli della guerra del Vietnam. Un vero peccato che nella parte finale Red un po' si perda, o meglio, più che perdersi decide di fare una scelta precisa: abbandona la componente più simbolica, evocativa e anche politica del film, per mettere in piedi un trionfo dell'horror. Da un certo punto di vista questa scelta può essere vincente: si può leggere la conclusione del film come l'esortazione ad abbandonare ogni speranza dal momento che non si può fuggire dall'algoritmo e, in più, riporta la pellicola entro i confini del genere. Insomma, nonostante ci fosse il potenziale narrativo, simbolico e immaginifico per mettere in opera un terribile affresco dei nostri tempi, Red verso la fine sembra tirarsi indietro, si limita a fare un horror. Per carità gli riesce bene, però peccato.
I confini tra realtà, immaginazione e contenuti social vengono abbattuti in horror originalissimo. Mikhail Red ci mostra la nuova frontiera dell’horror intrappolando la protagonista, e con lei lo spettatore, negli oscuri meandri dell’algoritmo social.
Anche il montaggio contribuisce efficacemente al delineamento di questo effetto: Deleter si presenta infatti come un film affettato, e non parlo solo del ritmo sincopato e incalzante, quanto più della modalità del tutto straniante con cui le scene si susseguono. Questa maniera così singolare di affrontare lo story telling rispecchia coerentemente quello che potrebbe essere un feed di Instagram.
Deleter è la testimonianza di un tentativo di catturare un mondo sempre più falso, più fasullo e forse, proprio per questo motivo, i suoi orrori sembrano quasi più terribili e ingovernabili di quelli della guerra del Vietnam.
Il regista filippino Mikhail Red - neppure 32 anni e quasi 10 di carriera - guarda chiaramente al Giappone e ai suoi fantasmi tecnologici nel suo ultimo film, Deleter, inquietante vicenda in cui la morte corre sul web o tramite le immagini come in un horror di Kyoshi Kurosawa (per esempio Pulse, 2001) ma anche come il sempiterno The Ring (1998) di Hideo Nakata, rimarcando quanto la spaventosa Sadako [...] Vai alla recensione »