Per horror intendo…

Film 2021 | Documentario 77 min.

Anno2021
GenereDocumentario
ProduzioneItalia
Durata77 minuti
Regia diPaola Settimini
MYmonetro 4,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Paola Settimini. Un film Genere Documentario - Italia, 2021, durata 77 minuti. - MYmonetro 4,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 25 novembre 2021

Un documentario sul cinema di genere horror italiano dagli anni '60 ai '90, con interviste a tutti i maggiori protagonisti.

Consigliato assolutamente sì!
4,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 5,00
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Critica
Premi
Cinema
Trailer
Interessante documentario che compie un viaggio nella memoria dell'horror italiano.
Recensione di Rudy Salvagnini
giovedì 25 novembre 2021
Recensione di Rudy Salvagnini
giovedì 25 novembre 2021

L'horror italiano è nato in ritardo rispetto a quello di altre cinematografie - l'inizio convenzionalmente lo si data nella seconda metà degli anni '50 con I vampiri di Riccardo Freda (e Mario Bava) - ma ha poi rapidamente recuperato il terreno perduto attraverso una produzione che, soprattutto nei decenni dai '60 agli '80, non è stata solo copiosa, ma anche originale e ricca di spunti che sono stati di grande influenza a livello mondiale.

Questo interessante documentario di Paola Settimini non intende tracciarne la storia, ma recepirne e trasmetterne gli umori, le sensazioni, le atmosfere attraverso ricordi e riflessioni di alcuni tra gli autori più importanti, che si dimostrano molto disponibili a ripercorrere con la memoria il loro percorso autoriale e a interrogarsi sulle ragioni dell'horror e, anche e soprattutto, della fascinazione che loro stessi provano per un genere così particolare.

La riflessione di Pupi Avati, grande maestro di cinema non solo horror (ma che nell'horror, con in fondo pochi film, ha lasciato un segno indelebile), che sentiamo all'inizio del documentario è forse quella che meglio definisce la molla dell'attrazione verso il soprannaturale, che così fortemente connota l'horror: vedere un fantasma sarebbe di certo spaventoso, ma al tempo stesso sarebbe la controprova che qualcosa esiste oltre la morte. Il cinema horror non è solo cinema del soprannaturale - come del resto lo stesso Avati ha ben dimostrato - ma parte del suo fascino sta proprio nel confronto che ci propone con qualcosa che ci spaventa, ma ci rassicura sulla nostra non finitezza.

Il parterre degli intervistati è sontuoso. Oltre ad Avati, che traccia con nitidezza la natura della propria unicità tematica, vi sono autori che coprono decadi e decadi di cinema. Nominarli non è mai vano. In primo luogo il grande Dario Argento, che dà atto dei riferimenti autobiografici del proprio cinema e fornisce alcuni aneddoti interessanti. Inoltre, maestri del cinema di genere degli anni d'oro come Ruggero Deodato (che parla del suo super classico, Cannibal Holocaust, e di come ha approcciato Riz Ortolani perché ne scrivesse le musiche), Aldo Lado (il cui La corta notte delle bambole di vetro rimane uno dei capolavori del genere, per la sottigliezza e per l'acuta riflessione sociopolitica), Lamberto Bava (figlio del grande Mario e autore di primissimo piano egli stesso, in particolare con il suggestivo Demoni), Francesco Barilli (che con il dittico Il profumo della signora in nero e Pensione paura è stato un raffinato precursore), Sergio Martino (incisivo autore soprattutto di thriller erotici di rara perversione), Luigi Cozzi (storico collaboratore di Dario Argento e autore in proprio di spiccata personalità), Antonio Bido (che ricorda la sua coppia di efficacissimi thriller, Il gatto dagli occhi di giada e Solamente nero), Claudio Lattanzi (che si sofferma soprattutto sul debito formativo che sente nei confronti di un altro stimato regista di horror come Michele Soavi).

Ma ci sono anche esponenti dell'horror più recente, come i Manetti Bros, che hanno a più riprese cercato di rivivificare il genere. E c'è Fulvio Wetzl, che è anche produttore associato del documentario e ne ha curato il montaggio. Wetzl, autore di un curioso e interessante horror come Rorret, ne spiega con lucidità motivazioni e tematiche.

Di rilievo sono anche le parole di Antonio Tentori, sceneggiatore (anche per il mitico Lucio Fulci) e critico specializzato nel genere, e Cristiana Astori, scrittrice la cui opera è stata fortemente influenzata dalla passione per il cinema horror. Senza dimenticare il musicista Claudio Simonetti, che ha segnato un'epoca con e senza i Goblin, e lo scenografo Antonello Geleng, che spiega in modo esauriente l'approccio visuale a un genere come l'horror. A fornire un utile supporto storico e interpretativo ci sono poi i critici Roberto M. Danese e Gianluigi Negri.

Tutti riflettono su loro stessi e sul cinema dell'orrore, entità sfuggente e in fondo misteriosa anche riguardo alle motivazioni che spingono da sempre gli spettatori a vedere film per essere spaventati o, come suggerisce Tentori, per cercare una catarsi. L'accento è ovviamente sui film degli anni d'oro, ma non vengono trascurati film più recenti, come Paura 3D dei Manetti, Everybloody's End di Lattanzi e Il signor diavolo di Avati. Le interviste sono intervallate da sequenze di alcuni dei film di cui si parla e anche da sequenze girate ad hoc per veicolare atmosfere tipiche dell'horror all'italiana.

Paola Settimini fa un buon lavoro e riesce a tenere coeso il film, che scorre veloce e interessante. Ed è soprattutto bello vedere riunite nello stesso luogo filmico così tante personalità importanti e fondamentali per l'horror italiano.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 19 novembre 2021
anto1973

Ottimo e completo documentario sull'horror con la partecipazione di tutti i più grandi nomi del genere e colonne sonore di Claudio Simonetti, cosa si può volere di più?Bravissima Paola Settimini

venerdì 19 novembre 2021
barbara langella

Un docu film che gli amanti del genere dovrebbero guardare.Un tuffo negli anni' 70 con le interviste dei più grandi registi italiani.Bello , esplicativo e ben realizzato.

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