Anno | 2021 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Norvegia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Yngvild Sve Flikke |
Attori | Kristine Kujath Thorp, Arthur Berning, Nader Khademi, Tora Christine Dietrichson Silya Nymoen, Herman Tømmeraas, Mathias Kolstad Eriksen, Anita Gulliksen, Frida Øystese Haave, Janne Heltberg. |
Uscita | giovedì 13 ottobre 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Tucker Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,70 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 12 ottobre 2022
Una ventenne di Oslo, scatenata e libera, scopre con orrore di essere incinta: cosa fare della creatura che arriverà? Nei suoi disegni confluiscono tutti i suoi stati d'animo. Ha vinto un premio ai European Film Awards, In Italia al Box Office Ninjababy ha incassato 42,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Rakel ha 22 anni, vive a Olso con l'amica Ingrid, ha talento per il disegno ma ha mollato la scuola di design. La sera ama divertirsi, tra alcol, droga e sesso occasionale. Sentendosi fisicamente strana, fa un test di gravidanza e scopre con orrore di essere incinta. Convinta che il padre sia l'istruttore di aikido Mos, Rakel si fa accompagnare da lui alla clinica per abortire, ma qui ha un'altra sorpresa: è incinta di sei mesi e mezzo, e nessuno può autorizzare l'aborto. Cosa fare dunque, soprattutto dopo aver capito che il padre è un irresponsabile perdigiorno noto principalmente per le incontestabili doti amatorie? Per Rakel comincia un periodo di grande incertezza, in cui dialoga con il suo bambino, medita se affidarlo alla sorellastra Mie e scopre di provare qualcosa per il timido Mos...
Commedia sentimentale con inserti d'animazione e racconto generazionale, il film di Yngvild Sve Flikke procede con un ritmo incalzate e nervoso, simile alla sua protagonista piena di vitalità ed energia, ragazza a cui piace fare la dura, come le dice l'uomo che potrebbe amarla, ma abbastanza umana da ammettere di avere paura.
Il cuore del film è proprio la personalità di Rakel, a cui l'attrice Kristine Kujath Thorp offre la sua bellezza originale, un'aria trasandata e una personalità fuori controllo, a volte sopra le righe, altre volte succube degli eventi, altre ancora troppo aggressiva.
Rakel eccede in ogni cosa che fa, nel sesso, nel bere, nella leggerezza con cui affronta le cose e cambia compagni di letto. I disegni che realizza e che animano lo schermo (a cominciare dal tratto a carboncino della creatura che porta in grembo, immaginata come un feto con benda sugli occhi, un po' ladro e un po' amico fedele) sbordano le inquadrature, le aprono a una dimensione immaginata e immaginaria che funziona da controcanto alla commedia. La tragedia, invece, resta fuoricampo, nel retroterra familiare non specificato della protagonista, nelle paure che la attanagliano e sembrano venire da lontano; in una disperazione silenziosa che va a braccetto con una voglia di vivere disordinata.
Ninjababy è un film figlio dei nostri tempi: racconta la storia più vecchia del mondo - quella di una ragazza vittima di sé stessa e delle regole di una società inevitabilmente maschilista - senza pietismi, commentando gli eventi "a lato", con ironia e sarcasmo, frullando romanticismo e grottesco, volgarità e turpiloquio.
Le cose più belle sono i dialoghi con l'esserino animato e il rapporto con l'improbabile Mos, personaggio buffo e di grande verità. Le cose meno belle, forse, l'insistenza sui toni dolceamari, tipici della commedia scandinava, che finiscono per rendere fin troppo equilibrato il racconto e per toglierli un po' della sua lucidità.
Il pensiero va a La persona peggiore del mondo del connazionale Joaquim Trier - film più quotato e raffinato di questo - in cui una trentenne ben consapevole delle proprie fragilità semina dolore per sé e per gli altri, incapace di trovare un proprio posto nel mondo.
Rakel è meno bella e intelligente della Julie di Trier, ma un suo posto ce l'ha: ed è per l'appunto il mondo della fantasia in cui anima i suoi disegni e ci fa conversazione, negoziando l'idea della gravidanza. Rakel non è né una madre, né è una donna tutta sola, né una disagiata: è una ragazza la cui principale dote creativa non ha ancora trovato uno sfogo, uno scopo (la sua camera è piena di disegni che nessuno deve vedere).
Ed è bello, dunque, che la regista e le sceneggiatrici Johan Fasting e Inga Sætre (che hanno lavorato a partire da un graphic novel di quest'ultima, "Fallteknikk"), raccontino il percorso di crescita della protagonista senza cedere alle logiche narrative del coming of age e a quelle dell'amore come sacrificio (ruolo che spetta invece all'improbabile "Minchia santa", cui spetta un'evoluzione più tradizionale). L'esito della vicenda di Rakel, se non è sorprendente, è spigoloso, poco riconciliato, e questo basta a fare di Ninjababy un film coraggioso, alla moda ma intelligente.
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Abbiate pietà di me se, quando ho saputo cha si trattava di una regista norvegese femmina, di Yngvild Sve Flikke nel film NINJABABY, mi è venuta in mente la storiella che recita: “il tempo é come le donne, imprevedibile!” Centra perché é un film sulla confusione e sulla imprevedibilità, e su una figura maschile insufficientemente elaborata, piuttosto [...] Vai alla recensione »
Per approfondire la relazione tra giovani donne e maternità il cinema rimane un luogo di osservazione privilegiato, in cui svelare quel che è (ancora) inconfessabile. Ai timidi accenni di Juno, che nel 2007 raccontava la scelta sofferta di una giovane madre, in cerca della famiglia giusta a cui affidare la propria prole, si sono sostituite figure di teenager o di giovani donne della generazione Z, che non hanno paura di raccontare senza veli le proprie inquietudini. Riguardo alla maternità, quindi, ma anche solo riguardo alla sessualità, tuttora un tabù al pari della precedente.
Tra vittime di abusi costrette ad abortire clandestinamente – Mai raramente a volte sempre – e trasfigurazioni grottesche della maternità – un caso per tutti, quello di Lamb – cresce l’urgenza di dar voce ai dubbi esistenziali o allo stato depressivo che accompagnano il parto, cresce il desiderio di non abbandonare a se stesse, come è stato per secoli, queste donne, ma di dar loro voce.
Ninjababy, secondo film della norvegese Yngvild Sve Flikke, smussa le asperità del soggetto vestendogli i panni della commedia, schietta e veloce, dal ritmo indiavolato; quasi un’evoluzione per il terzo millennio della teen-comedy scandinava e sboccata che Lukas Moodysson aveva codificato nel 1998, con il cult Fucking Åmål – Il coraggio di amare.
Rispetto al mood di allora Ninjababy è meno romantico e più disilluso, preferisce nutrirsi, come un parassita punk, dello spirito di contraddizione dello status quo: questa natura anti- è insieme limite e punto di forza del film, fintantoché la spregiudicatezza della protagonista Rakel può ancora costituire uno choc per i benpensanti. «Volevo costruire un personaggio femminile» – dice Flikke – «complesso, nel quale potersi riconoscere, senza che, per esempio, la sua libido costituisse una questione da dibattere».
Un incipit sul disprezzo verso lo sperma apre a un florilegio di scurrilità e di confessioni sessuali, sciorinate con la naturalezza – che non sempre coincide con spontaneità – con cui si sorseggia un bicchiere d’acqua. Flikke sceglie la terapia d’urto per farci entrare nel mondo di Rakel, salvo poi rivelarci gradualmente il suo lato più tenero e le sue evidenti fragilità, celate sotto una volontà di autoreclusione e di evasione in mondi alternativi, siano essi nel gioco di ruolo fantasy o nel disegno animato. Quest’ultimo sarà il canale di comunicazione con il feto, il “ninjababy” silenzioso e letale, l’unica possibilità per Rakel di risolvere il proprio senso di colpa (non aver desiderato che la bimba nascesse) e di provare a interpretare la volontà della nascitura, non necessariamente divergente rispetto a quella materna.
C’è evidentemente ancora bisogno di una sferzata punk per comunicare la libertà, anche di autodistruggersi, di una ragazza irrequieta di oggi. Segno che il patriarcato è silente ma sempre presente, che nella società odierna occorre compiere ancora molti passi perché si possa discorrere senza preconcetti e senza eccessi di temi sensibili.
Peccato che l’epilogo trasformi il disagio in strumento per la realizzazione dei sogni di Rakel, secondo un copione abbondantemente esplorato: possibile che in un film che si presuppone così iconoclasta l’approdo sia quello consueto dell’american dream, declinato in realizzazione professionale in ambiti artistici e/o creativi? Per abbattere i luoghi comuni occorre ancora servirsi di luoghi comuni, pare, finché i tempi non saranno davvero maturi.
Rakel, 23 anni, ha mille progetti, nessuna relazione stabile ed è lontanissima dall'idea di diventare madre. Quando scopre di essere incinta da ben sei mesi, posta l'impossibilità di abortire, si trova nella necessità di prendere una decisione. Mentre T'adozione sembra essere l'unica soluzione praticabile, Ninjababy, un personaggio animato uscito dal suo taccuino di disegnatrice - e che rappresenta [...] Vai alla recensione »
Per qualche strana ragione i ritratti di donna più vivaci ultima mente vengono dalla Norvegia. Un anno fa usciva La persona peggiore del mondo" di Joachim Triers storia di una serial lover irredenta e forse irrisolta. Oggi tocca a "Ninjababy" che di quel film sembra un po' una versione giovanile e dispettosamente femminista. Incarnata è la parola dalla trascinante Kristine Kujath Thorp.
Scendono dal nord i registi originali. Dopo la Palma d'oro per "The Square", lo svedese Ruben Ôstlund ha girato in inglese Triangle of Sadness, vincendo di nuovo Cannes (esce il 27 ottobre). Dalla Norvegia è arrivato "La persona peggiore del mondo" di Joachim Trier, gran bel ritratto di fanciulla trentenne. E ora "Ninjababy" divertente commedia su una gravidanza inattesa, indesiderata, neanche notata [...] Vai alla recensione »
Lo sperma fa schifo. Di botto: è la battuta d'apertura. Quella che le fa schifo si chiama Rakel, ha 23 anni, disegna bene ma non sa bene cosa fare delle sua vita. Beve forte ogni giorno e accumula storie di una notte. Si scopre incinta, non ha alcun senso materno, sceglie l'aborto. Ma è tardi, il feto ha 7 mesi, non a tutte le donne cresce il pancione.
Un po' "ragazza perduta", la giovane Rakel trascina i suoi sogni da disegnatrice da una festa all'altra, collezionando, con moderazione, sbornie e amanti occasionali. Poi si ritrova incinta di sei mesi, così inadatta a un ruolo materno al punto di non essersi neanche accorta della gravidanza. Con il tono complice di una commedia ricca di sfumature, Yngvild Sve Flikke affronta i pregiudizi sull'irresponsabil [...] Vai alla recensione »
Irriverente, scostumata nei dialoghi, "Ninjababy" è una commedia che scardina la quotidianità usando un sarcasmo inusuale nelle discussioni sui comportamenti erotici, riducendo tali gesti alla banalità paradossale ed educata di un galateo a tavola. Rakel scopre improvvisamente di essere incinta, inizia a interrogarsi su chi potrebbe essere il padre, vorrebbe abortire, ma il feto è in stato avanzato. [...] Vai alla recensione »
Rakel (Kristine Kujath Thorp) ha 22 anni. Vive a Oslo, ama disegnare (anche se ancora non ha trovato la propria strada professionale) e divertirsi. Morde la vita con l'istinto di chi non è scalfito da ossessioni programmatiche: beve, fuma, pratica sesso occasionale senza pensarci troppo, si esprime senza filtri e sembra che tutto le capiti per caso.
Rakel ha 23 anni, vive a Oslo e ha le idee chiare: sogna di fare l'astronauta, la guardia forestale, l'assaggiatrice di birra e la disegnatrice di fumetti lavoro, quest'ultimo, che già coltiva come hobby). Vive con un'amica, è indipendente e un po' matta, gradisce il sesso in tutte le sue variazioni. Quando scopre di essere incinta, è sicura che il padre sia l'istruttore di arti marziali (iraniano) [...] Vai alla recensione »
Rakel ha ventitré anni, non sa ancora bene cosa fare, sogna di diventare astronauta, assaggiatrice di birra, giramondo, guardia forestale o disegnatrice di fumetti. Passa molto tempo con la coinquilina Ingrid che un giorno, toccandole il seno, le fa notare di aver messo su qualche chilo. In effetti, Rakel si sente strana, il suo corpo le trasmette segnali inediti e inascoltati, l'olfatto è diverso [...] Vai alla recensione »
Le riflessioni apportate dalla contemporaneità nei confronti di tematiche quali l'affettività e, nel particolare, su cosa significhi oggigiorno essere un genitore sicuramente rappresentano alcune delle vie più interessanti tracciate dal cinema odierno. Innegabilmente il 2021 è stato in parte l'anno cardine di queste progressive rivisitazioni sempre più rivolte a decostruire progressivamente l'ideologia [...] Vai alla recensione »
Delizioso e spumeggiante, Ninjababy è una commedia agrodolce capace di ribaltare gli stereotipi sui ruoli "naturalmente" congeniali ai generi, di mettere in discussione convenzioni sulla famiglia e ataviche tare sulla sessualità con tenace leggiadria e il sorriso sulle labbra. Secondo lungometraggio della regista norvegese Yngvild Sve Flikke, presentato alla Berlinale 2021 nella sezione Generation [...] Vai alla recensione »
In un'epoca in cui si parla di aborto e dell'opposizione da parte dell'opinione pubblica verso questa pratica, la regista norvegese Yngvild Sve Flikke firma la regia del suo secondo lungometraggio, Ninjababy, liberamente ispirato a Fallteknikk, la graphic novel di Inga Sætre. Il film, distribuito da Tucker Film, racconta di una ragazza che scopre di essere al sesto mese di gravidanza e di non avere [...] Vai alla recensione »
Non è quello che succede, sequenza per sequenza, la cosa più importante in Ninjababy della 48enne regista norvegese Yngvild Sve Flikke, basato sulla graphic novel Fallteknikk di Inga H Sætre (anche sceneggiatrice con Johan Fasting) e interpretato con grande verve e comunicativa da Kristine Kujath Thorp, che è la 22enne protagonista Rakel. Lei vive a Olso con l'amica Ingrid, disegna benissimo ma ha [...] Vai alla recensione »
Ninjababy è il secondo film della regista norvegese Yngvild Sve Flikke, una storia di formazione che si muove tra commedia e dramma mostrata dalla prospettiva unica della giovane protagonista. Lo spettatore vede l'intera storia filtrata dallo sguardo di Rakel, una aspirante fumettista amante della birra e del sesso, e di conseguenza agli eventi reali si aggiungono i pensieri del personaggio, manifestati [...] Vai alla recensione »
«Non è amore, è solo sperma». E lo sperma, come recita la prima battuta di Ninjababy, «fa schifo». Su svariati livelli, ma in particolare, per Rakel, perché ha fatto sì che un feto s'insinuasse e si acquattasse nel suo ventre come un ninja, senza farsene accorgere, finché il tempo non è scaduto. La pancia non prominente, l'abitudine di prendere la pillola per saltare il ciclo, l'assenza di nausee: [...] Vai alla recensione »