Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Silvio Soldini |
Attori | Kasia Smutniak, Francesco Colella, Caterina Forza, Paolo Mazzarelli, Martina De Santis Antonio Zavatteri, Anna Ferzetti, Arianna Scommegna, Giuseppe Cederna. |
Uscita | giovedì 11 novembre 2021 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,79 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 8 novembre 2021
Kasia Smutniak interpreta un'avvocatessa di successo coinvolta nella morte di un giovane migrante. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office 3/19 ha incassato 168 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Camilla Corti è un'avvocatessa d'affari divorziata che vive con una figlia ventenne, Adele, di cui non sa quasi niente. Ha una relazione con un uomo sposato con cui non ha intenzione di impegnarsi, e lavora senza sosta, anche se il suo collega maschilista continua ad attribuirsi i suoi meriti. Dopo un'ennesima prevaricazione da parte dell'uomo Camilla viene investita da due ragazzi in motorino, uno dei quali resta a terra, mentre il guidatore si dà alla fuga. Da quel momento l'ossessione di Camilla sarà trovare quel guidatore e restituire la sua identità al passeggero, un immigrato clandestino privo di documenti.
Silvio Soldini torna a raccontare Milano come una città algida e remota (le inquadrature dei tetti non scendono mai a livello della vita comune) e indifferente a chi la abita, gli squali come gli "abusivi".
Al centro della storia c'è una donna sulla quarantina che non pensa di meritare nulla di ciò che ottiene con la sua ferrea disciplina da soldato e che ha dimenticato come ci si relaziona agli altri essere umani, in particolare quelli cui vuole bene.
Il tema più profondo però è quello della responsabilità verso il prossimo, anche quando non c'è obbligo o perseguibilità penale, e per estensione verso la società e l'ambiente. Un tema molto attuale, in un'epoca in cui è più facile scusarsi che farsi carico delle conseguenze delle proprie azioni.
Lo sviluppo della trama però è farraginoso e richiede ripetute sospensioni di incredulità, non solo riguardo al personaggio di Camilla e ai suoi altalenanti impegni di lavoro, ma anche riguardo al modo in cui un privato cittadino può entrare e uscire dalle camere mortuarie e farsi carico di un cadavere che gli (o le) è estraneo. Ciò nonostante la confezione è gradevole, le musiche (di Gian Luigi Carlone) accompagnano adeguatamente le sequenze, i dialoghi sono ben scritti (da Soldini con la consueta sodale Doriana Leondeff e da Davide Lantieri), e la recitazione è appropriata, anche se la storia prende realmente vita solo quando entra in scena Francesco Colella nei panni del direttore dell'obitorio, Bruno: lo spessore umano di Colella e la sua naturalezza di attore sono un gradito cambio di passo rispetto al resto della messinscena.
Se il racconto avesse avuto lo stesso nitore della sequenza in cui il collega di Camilla si appropria di un'idea della donna e si esibisce in un classico sfoggio di manspalining, 3/19 (che identifica con il numero di accesso all'obitorio e l'anno, qui convenientemente pre-Covid, dei cadaveri non identificati) sarebbe più riuscito e più attinente alla contemporaneità. Invece Soldini e il suo team di sceneggiatura aggiungono svolte e traumi del passato ridondanti distogliendo l'attenzione dal tema centrale, quello sì davvero necessario.
“3/19” (2021) è l’undicesimo lungometraggio del regista milanese Silvio Soldini. Un film sulle distanze, le relazioni, la vita distaccata, il bene dimenticato e la città spenta. Senza rumori e frastuoni, con uffici e riunioni in escalation, voci ferme e metalliche, L’ultimo film di Soldini appare diviso, strutturato, schematizzato e non sempre le parti [...] Vai alla recensione »
Il solito film di Soldini con le solite solitudini, i soliti misteri del ciuffolo, le solite incomprensioni e le solite città dipinte come luogo di disaggregazione. Personalmente mi sono stufata di vedere Milano (qua fin troppo riconoscibile) sempre raffigurata come fredda, distante, insensibile come i suoi abitanti. Non è vero e ne ho avuto prova più volte.
L'ho trovato poetico come sempre, originale nella storia, bello nei temi e nelle immagini. Lo consiglio, è un film in cui lasciarsi trasportare
L'ho trovato poetico come sempre, originale nella storia, bello nei temi e nelle immagini. Lo consiglio, è un film in cui lasciarsi trasportare
Un film profonto, una storia originale, uno sviluppo ben congegnato. Un film da cui farsi travolgere pensando alla vita
Pur su un argomento scontato il film si snoda con una certa profondità grazie alla recitazione veramente pregevole di tutto il cast. Non capisco perché il film sia stato così poco pubblicizzato.
Un film di solitudini. Dico che è un buon film perchè l'interpretazione degli attori è semplice e misurata, e il regista tiene la giusta tensione per quasi tutto il film. Dico che è un buon film perchè ai titoli di chiusura mi trovo affezionato ai personaggi.
Una sera di pioggia Camilla, avvocato di successo, è investita da uno scooter: il passeggero del motorino, un immigrato clandestino, muore. I sensi di colpa di Camilla - non sa se ha attraversato col rosso - e i suoi traumi pregressi - la morte della sorella, che non ha fatto abbastanza per impedire - la portano a una crisi personale e professionale, forse a una rinascita spirituale.
Ci sono vite che scorrono tranquille, sempre uguali a se stesse. E ce ne sono altre che presentano fratture, punti di svolta. Delle crepe, o una crepa: un momento in cui tutto ciò che si è e che si fa viene messo in discussione, per dare vita ad altro. E non serve chissà che grande evento. Basta qualcosa di piccolo, di semplice, purché sia significativo.
Bisogna prestare attenzione ai titoli. Quello del nuovo film di Silvio Soldini (3/19), enigmatico e misterioso, per nulla denotativo, perfino poco evocativo, non offre al pubblico nessun appiglio immediato, nessun ancoraggio a un genere, a un personaggio, a una possibile idea di storia. È lì: come un rebus sulla soglia del film, a indicarci che è con qualcosa di criptico che avremo a che fare.
Camilla Corti (Kasia Smutniak) è un legale di successo. Parla la lingua dei contratti, si muove dentro spazi geometrici e glaciali, fatti di vetro e lontani dalla vita vera. La sua è una Milano di sale riunioni, di appartamenti in affitto dove consumare una relazione senza prospettive dopo la separazione dal marito, di case perfette con figlie imperfette perché diverse da lei.
Come si suol dire, il fine giustifica i mezzi. Davanti a un tema così importante come quello del sentirsi responsabili verso il prossimo, anche quando la legge non ci obbliga, come capita alla protagonista del film, si può scusare una trama che fa appello, più volte, alla sospensione di incredulità. Kasia Smutniak, decisamente convincente, veste i panni di Camilla Corti, che è una avvocatessa specializzata [...] Vai alla recensione »
Avvocato d' affari workaholic dal privato deprimente, Camilla è investita da un motorino. Nello scontro muore un giovane immigrato clandestino: la donna si mette alla ricerca della sua identità. Tra i nostri registi sessantenni, molti si sono dovuti piegare alla fiction tv; altri, come Soldini, non hanno mai rinunciato al cinema d' autore. L' inizio di 3/19 è eccellente, poi il film tende a "fare troppo" [...] Vai alla recensione »
Mettere al centro del racconto la donna: un imperativo che il cinema italiano contemporaneo cerca di fare suo non senza fatica, visto che la produzione è stata e continua a essere ancorata a protagonisti prevalentemente maschili. Ragioni di botteghino, si dice, ma gli incassi di Paola Cortellesi non a caso autrice dei suoi film sono lì a smentirlo. Con slancio sincero, ci prova Silvio Soldini a ribaltare [...] Vai alla recensione »
Camilla Conti (Kasia Smutniak) ha una vita apparentemente perfetta: è un'avvocatessa finanziaria di grido, ha una casa bellissima e un amante che la colma di regali. Una sera, di ritorno da una cena con clienti importanti, dopo una discussione con il socio dello studio in cui lavora che le ha rubato un'idea vincente, scende dal taxi sotto la pioggia battente e viene investita da uno scooter: il ragazzo [...] Vai alla recensione »
Cosa hanno in comune France di Léa Seydoux nel film di Bruno Dumont e Camilla, la protagonista di 3/19 interpretata da Kasia Smutniak? C'è un incidente cha cambia la loro vita. La prima lo provoca, la seconda invece viene investita. Ma da quel momento nulla è più come prima e, anche da un punto di vista professionale, entrambe entrano in crisi. Camilla (Kasia Smutniak) è un avvocato di successo, da [...] Vai alla recensione »
Pochi registi riescono a cogliere l'essenza dell'animo femminile profondamente come Silvio Soldini. Il suo rapporto intimo e costante con l'archetipo della donna è da sempre molto chiaro, tanto da costruire introno a lui infiniti mondi cinematografici che sono il riflesso di quello reale, diventando una cassa di risonanza per grazia, passi delicati e sguardi intensi.
Magari avrebbe senso ragionare un po' di più sui titoli che si scelgono. Già la vita è ardua per i film italiani in sala, non mi spiego quindi perché Silvio Soldini abbia voluto complicare le cose battezzando cripticamente "3/19" il suo undicesimo lungometraggio (da giovedì 11 novembre con Vision Distribution, produce Lionello Cerri). Per dire: il mio computer nemmeno archivia un file o una fotografia [...] Vai alla recensione »
A quattro anni di distanza dall'ultimo film, Il colore nascosto delle cose, Silvio Soldini torna rimanendo fedele ai propri temi e alle proprie atmosfere: forse fin troppo, perché il film ha un certo sentore di già visto e non sembra aggiungere molto al percorso del regista. Camilla (Kasia Smutniak) è un'avvocata che affianca aziende di successo ma quotidianamente, come donna, si trova davanti a piccole [...] Vai alla recensione »
C'è una lapide con scritto Uomo sconosciuto, accanto un'altra lapide che riporta Donna sconosciuta. La prima è dell'uomo che vi è sepolto, la seconda della donna che le due tombe le sta guardando. Nuovo film di Silvio Soldini, ennesima mossa laterale di un autore poliedrico, 3/19 è una pellicola dal taglio netto e profondo nel quale un'indagine condotta da privati, la protagonista, implode nel momento [...] Vai alla recensione »
Pochissimi autori al pari di Silvio Soldini, nell'asfittico panorama del cinema tricolore, sono riusciti a dare forma cinematografica alle emozioni scaturite dalla conoscenza, agli imprevisti riservate da quel percorso spesso indecifrabile chiamato vita. Ne sono stati fulgidi esempi, con differenti tonalità narrative a dimostrare una sensibilità per nulla propensa ad essere rinchiusa in angusti confini, [...] Vai alla recensione »