Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Jonathan Cuartas |
Attori | Patrick Fugit, Owen Campbell, Ingrid Sophie Schram, Katie Preston, Anthony Pedone Moises L. Tovar, Judah Bateman, Lizzy Dabczynski Bean, Jeffrey Hanson, Jesse R. Brown, Nancy Fong. |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento sabato 10 giugno 2023
Due fratelli cercano di prendersi cura del loro fratellino minore che può sopravvivere solo grazie al sangue umano.
CONSIGLIATO SÌ
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Dwight e la sorella Jessie si devono prendere cura del fratello Thomas, che vive recluso in casa e ha costante bisogno d'aiuto. Il problema è che Thomas è un vampiro e si nutre solo di sangue umano che i fratelli devono in qualche modo procurargli. In particolare, Dwight deve frequentemente uscire a caccia di vittime che sceglie tra le persone della cui scomparsa nessuno si occuperà, quindi senzatetto, vagabondi, immigrati illegali e così via. Dwight è turbato, non vede la luce alla fine del tunnel e ha dubbi sulla moralità del suo operato, cercando un po' di requie in un rapporto con una prostituta. Jessie è più determinata a proteggere ad ogni costo Thomas, ma le cose si complicano sempre più.
Particolare variazione sull'eterno tema del vampirismo, il film ha il tono dimesso, realistico e mesto di un capolavoro romeriano come Martin, ma di quello non ha la rilevanza sociopolitica e la riflessione sul mito e sulla figura del vampiro, concentrandosi di più sull'importanza del legame familiare e sugli obblighi che ne derivano.
Il rapporto tra i fratelli "sani" e quello malato è una potente e amara metafora del rapporto tra salute e malattia nell'ambito di una famiglia, con il malato che, vampiricamente, succhia senza volerlo le forze e la libertà di chi si deve occupare di lui. E il dilemma è anche morale: sino a che punto è lecito e doveroso spingersi per salvare un congiunto a scapito della vita degli altri?
Il tema di chi si determina a procurare vittime per persone che si nutrono di sangue non è nuovo nel cinema horror - si può ricordare almeno La morte vivante di Jean Rollin che declinava in termini poetici gli obblighi dell'amicizia - ma l'approccio in questo caso è più austero, più scabro e attento al quotidiano e alle difficoltà sia pratiche sia ideologiche nell'affrontare il difficile compito di nutrire un vampiro sui generis che lungi dall'essere una figura forte e dominante è invece una creatura debole, malata, inerme e desiderosa di normalità e di quella socialità che la sua condizione gli preclude. Il film si risolve quindi nella descrizione partecipe della desolazione di tre esistenze condizionate da un destino opprimente. Non ci viene detto nulla sul perché Thomas è un vampiro o sul perché i suoi fratelli non lo sono o dove siano i genitori perché il film è del tutto focalizzato sulla natura del rapporto tra fratelli e sull'ineluttabilità del legame che li unisce sino alla fine.
Dopo alcuni cortometraggi, Jonathan Cuartas firma un ragguardevole esordio nel lungometraggio riuscendo a raccontare con efficacia e senza incertezze una storia drammatica che, senza sforzo, produce tensione narrativa mostrando l'ingiustizia della morte e anche quella della vita, presentata come senza speranza e senza un futuro. Lo aiuta un cast di notevole bravura con, in particolare, i tre protagonisti - Patrick Fugit, Ingrid Sophie Schram e Owen Campbell - che sanno dare corpo a personaggi ben delineati nelle loro caratteristiche psicologiche e nelle loro diversità.