Titolo originale | La Llorona |
Titolo internazionale | The Weeping Woman |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Guatemala, Francia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Jayro Bustamante |
Attori | Maria Mercedes Coroy, Sabrina De La Hoz, Margarita Ke'nefic, Julio Diaz (II) María Telón, Juan Pablo Olyslager, Ayla-Elea Hurtado, Enrique Argüello, Alejandra Colom, Marvin Coroy, Pedro Javier Silva Lira, María Marcos. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,25 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 22 aprile 2020
Il racconto della guerra civile in Guatemale in chiave mitica. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, ha vinto un premio ai Satellite Awards, a National Board, ha ottenuto 1 candidatura a Lumiere Awards, ha ottenuto 1 candidatura a Goya,
CONSIGLIATO SÌ
|
Mentre sta per chiudersi il processo che lo vede accusato di genocidio ai danni delle popolazioni maya, l'ex generale Enrique Monteverde, già presidente del Guatemala, è ossessionato dal misterioso pianto di donna che ogni notte lo sveglia. Accudito dalla moglie, dalla figlia e dalla nipote, stanco e malato di Alzheimer, Monteverde viene prima condannato e poi incredibilmente assolto dal tribunale, scatenando così l'ira della folla che prende d'assedio la sua abitazione. Per l'uomo e la sua famiglia il vero incubo si consuma però dentro le mura di casa, dove la nuova domestica Alma sembra essere venuta per ottenere la sua vendetta.
Jairo Bustamante rilegge il mito latinoamericano della "llorona", nato già ai tempi dei conquistadores, e ne offre una chiave esplicitamente politica scavando nel recente passato del Guatemala e nel rimosso collettivo dello sterminio del popolo Ixil.
L'Enrique Monteverde di La llorona è in realtà un nome di fantasia per il vero José Efraín Ríos Montt, generale golpista che prese il potere in Guatemala una prima volta nel 1974 e una seconda nel 1982 macchiandosi dell'eliminazione di popolazioni accusate di appartenere alla guerriglia comunista. Condannato per crimini contro l'umanità nel 2013, assolto nel 2015 e poi riprocessato, Ríos Montt non scontò mai la pena per limiti d'età e morì nell'aprile 2018. È evidente, dunque, come questa nuova versione di un racconto che appartiene al folklore latinoamericano e alle spalle ha diversi precedenti al cinema (da ultimo il recente Llorona - Le lacrime del male), non sia tanto interessata al versante horror quanto a quello innegabilmente storico e identitario. L'origine della "llorona" risale all'epoca delle conquiste spagnole e nella versione originale racconta di una donna india che si vendica del generale bianco che l'ha tradita uccidendo i due figli avuti da lui e condannandosi così a un pianto eterno. La colpa del conquistatore qui è ricondotta al rimosso di uno sterminio che appartiene alla storia contemporanea, e che nel volto di Alma racchiude tutte le migliaia di uomini, donne e bambini eliminati dal regime militare negli anni '80.
La metafora politica è resa evidente soprattutto dalla presenza di elementi che giocano esplicitamente con il cinema di genere. Dall'horror, innanzitutto, con la casa di Monteverde invasa da segnali sempre più inquietanti, al dramma familiare, con la moglie di Monteverde che sospetta i tradimenti del marito, fino al sottogenere della gated comunity (qualcuno ricorderà La zona), che nelle società latinoamericane mette in scena il senso di colpa dell'uomo bianco che ha sistematicamente escluso le popolazioni indie dal potere e dalla ricchezza. Bustamante lavora sulle ellissi narrative, sui tempi dilatati del racconto e sulle sue aperture oniriche; muove la macchina da presa con movimenti calibrati; lascia in sottofondo il rumore della folla. In questo modo crea uno stato di continua tensione, un'incertezza che racchiude la condizione dei familiari dei desaparecidos (compresa la figlia di Monteverde, il cui compagno inviso al padre sparì da un giorno all'altro) e rende esplicito il conflitto interiore che lacera i personaggi, e con loro un intero paese. Proprio per questo efficace senso d'instabilità risultano perciò stonate le sottolineature nel momento in cui il film rivela la sua natura fantasmatica. Il transfert fra la moglie di Monteverde e la llorona rende palese la dimensione inconscia del conflitto tra verità e colpa; mentre la sovrapposizione fra i volti dei manifestanti e quelli dei desaparecidos, o l'irruzione nella casa di una massa di fantasmi silenziosi, risultano semplicemente ridondanti. È come se il regista, consapevole della natura politica del suo film ma incerto sul tono da utilizzare, avesse cercato un equilibrio tra il cinema d'autore e il cinema genere, finendo per sovrapporre le due modalità e togliendo a entrambe qualcosa della loro forza.
La scena iniziale sembra una seduta spiritica in corso per chiamare uno spirito salvifico: lo chiama una donna ben vestita, una persona di famiglia possidente. Subito dopo si assiste a una riunione di un gruppo di uomini, alcuni dei quali dovrebbero essere militari di alto grado; un signore attempato con i baffi bianchi, Enrique Monteverde (Julio Diaz), è generale ed è stato addirittura [...] Vai alla recensione »
Il talento guatemalteco Bustamante, 42 anni, studi al CSC, al terzo film, l'horror impegnato La Llorona, ha vinto le Giornate degli autori. Innovativo e libero l'innesto, visivo e sonoro, tra le atmosfere spettrofobiche di Amenábar. È il rovesciamento indio della storia ufficiale (come Roma), con l'intervento attivo di un mito, il fantasma di una donna, in cerca dei figli perduti, che vaga nelle acque [...] Vai alla recensione »
Nelle orecchie di Alma e dei suoi figli, durante la guerra civile in Guatemala, risuonano le parole «Se piangete, vi ammazzo». Trent'anni dopo, si apre il procedimento penale contro Enrique, un generale in pensione responsabile del genocidio. Quando però il generale viene prosciolto grazie all'annullamento del processo, lo spirito della Llorona comincia a vagare per il mondo come un'anima perduta tra [...] Vai alla recensione »
I riferimenti e le suggestioni che animano La Llorona di Jayro Bustamante, presentato alle Giornate degli autori del Festival del cinema di Venezia sono molteplici e molto stratificati. Da un lato c'è il ricordo al processo del Generale Efraín Ríos Montt, tornato alla carica presidenziale del Guatemala nel 1995 (dopo una prima parentesi nel 1974, quando militava per la locale Democrazia Cristiana, [...] Vai alla recensione »
Negli ultimi anni, la leggenda della llorona è stata più volte utilizzata anche da serie televisive e film di produzione americana. Uno, La llorona - Le lacrime del male, 2019, diretto da Michael Chaves e prodotto da James Wan, si è di recente visto anche sugli schermi italiani. Fuori dall'America centrale, però, quella della donna che, dopo aver perso i due figli, torna per uccidere o rendere pazzo [...] Vai alla recensione »