Un solido film di genere che si muove con i giusti riferimenti e coniuga realismo, azione e introspezione. Recensione di Marianna Cappi, legge Veronica Bitto.
di A cura della redazione
Ex soldato con un passato in carcere, Pete Koslow è un informatore per l'FBI. Infiltrato come corriere della droga in un clan polacco, deve incastrare Il Generale, lo spietato mafioso che comanda il cartello. Durante l'operazione che dovrebbe portare all'arresto del criminale, però, qualcosa va storto.
Andrea Di Stefano fa un salto di cornice e di qualità: dopo Escobar, di produzione francese, gira a New York un solido film di genere, americano nell'ispirazione ma con una sensibilità europea. Interessato soprattutto alla verosimiglianza, il regista coglie con intelligenza l'occasione per mostrare la tragedia contemporanea delle carceri sovraffollate.
Già battezzato regista ambizioso e capace, con questo thriller poliziesco che equilibra tensione narrativa e definizione dei personaggi, Di Stefano si conferma un nome su cui poter contare.
In occasione dell'uscita al cinema di The Informer - Tre secondi per sopravvivere, Veronica Bitto interpreta la recensione di Marianna Cappi.