Anno | 2019 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Regia di | Matteo Gentiloni |
Attori | Alessandro Sperduti, Maria Chiara Giannetta, Gianmarco Tognazzi, Caterina Guzzanti Martina Gatti, Adriano Novelli, Neri Marcorè, Giulia Gallo, Leonardo Tricariello, Valentina Giudicessa, Alessandra Giudicessa, Michele D'Errico, Andrea Basile (II), Alessia Scriboni, Rossella Caggia, Giorgia Diretto, Bartolo Guglielmi, Vania Lucio Taronna. |
Distribuzione | Vision Distribution |
MYmonetro | 2,75 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 22 ottobre 2019
Un viaggio verso il collegio e probabilmente verso la conoscenza di se stessi.
CONSIGLIATO SÌ
|
Valentina ha una dipendenza dal pcp, un allucinogeno che consuma regolarmente, e un trauma nel passato, legato alla morte del fratello. Dopo essere finita ancora una volta fuori controllo, a 17 anni viene mandata dal padre in una clinica riabilitativa. Ma la ragazza non ha alcuna intenzione di finire in rehab, nonostante sappia perfettamente di avere qualcosa che non va: non ha amici, odia tutti ed è convinta di essere seguita da Renato, un mostro cornuto dalla pelliccia blu. E quando decide di scappare, per raggiungere la madre che non vede da dieci anni, farle cambiare idea è praticamente impossibile.
C'è qualcosa di molto giusto, e di molto disturbante, nel bizzarro mélange di ambizioni, possibilità e aspirazioni di Mollami, teen movie con derive psicoattive e performance animatroniche decisamente sorprendenti.
Azzeccata, innanzitutto, l'idea di scegliere una protagonista sufficientemente arrabbiata, e abbastanza "interrotta", da permettere al copione di toccare un grado di cattiveria e cinismo praticamente inedito nei teen movie all'italiana. Valentina è ruvida, è arrabbiata. Fa cose sbagliate, persino estreme. Pratica la vendetta, coltiva il rancore, detesta la realtà e se ne allontana volontariamente assumendo allucinogeni. Non è un personaggio con cui si empatizzi fin da subito: nonostante il suo quadro familiare illumini perfettamente lo spettatore sulle ragioni del disagio, Valentina è antipatica. E scoprirsene innamorati, a fine film, è un piccolo grande successo figlio di una scrittura più coraggiosa del normale. Un peccato che questo trattamento sia riservato solo a lei: a fronte di un personaggio tanto potente e "diverso", il copione non offre la stessa tridimensionalità a chi le sta accanto - né il fidato Antonio, che pure vibra nelle corde di Alessandro Sperduti, né il padre anaffettivo di Gianmarco Tognazzi. Discorso a parte per la fuoriclasse Caterina Guzzanti, in uno dei pochissimi ruoli drammatici della sua carriera: poche pose per la sua Elisabetta, con una sequenza letteralmente indimenticabile, da spezzare il cuore, solo di mimica facciale.
Stride dunque il contrasto fra le intenzioni, quelle di liberare gli archetipi del teen movie dalla facile melassa generazionale, e i concreti risultati, con un effetto di generale disomogeneità: come se il film carburasse a tratti, con il motore che si inceppa qua e là. Identico il discorso sul piano della messa in scena, azzeccata quando riproduce l'estetica-Instagram - grafica su immagini e cartelli pop, rottura della quarta parete con sguardo in macchina - ma non sempre fluida nella staffetta tra realtà e surrealtà. Quanto a Renato, l'animatronico mostro-coscienza di Valentina, sorta di peloso Armadillo dell'inconscio (La profezia dell'Armadillo ha fatto scuola), è l'olio che unge il meccanismo della storia, permettendole di scivolare verso la conclusione con una leggerezza non scontata, nel racconto del viaggio di una minorenne verso la rehab. Avrebbe giovato forse al "pupazzone" un doppiaggio diverso, con un timbro più aspro e meno giocoso: nonostante il talento di Neri Marcorè, infatti, l'effetto BimBum Bam è tragicamente in agguato.
Non capita spesso di vedere una commedia così insolita nel panorama del cinema italiano. Mi è sembrato un film originale non solo per il pupazzone e per l'utilizzo delle scritte nelle scene ma anche per la tematiche che affronta. Gli attori sono bravi, sorattutto la ragazza protagonista, il ragazzo invece è l'unico ad essere caratterizzato eccessivamente all'inizio [...] Vai alla recensione »
In questi anni non è facile restare colpiti da un bel film. Ma questo è veramente un bellissimo film, originale, psicologico, significativo.Tutto curato nei minimi particolari. Attori bravissimi. Lo si guarda dall'inizio alla fine tutto di un fiato...meraviglioso!
Presentato in Panorama Italia ad Alice nella città, Mollami è l'opera prima di Matteo Gentiloni che sin dall'inizio cerca di uscire fuori dagli schemi di una narrazione lineare attraverso il racconto della protagonista, Valentina (Martina Gatti), una ragazza che a causa di una tragedia familiare di cui si sente responsabile vive da anni con un enorme, ingombrante, peloso e morbidoso senso di colpa [...] Vai alla recensione »
C'è un grande pupazzo blu, con la voce di Neri Marcorè, che accompagna lungo tutto il film la protagonista di questa storia, che è in primis la storia di un senso di colpa mai sopito. Valentina (Martina Gatti per la prima volta sul grande schermo dopo la serie tv Skam) sente di essere un disastro e che "qualsiasi cosa tocchi la rovini". Per lei "la vita fa schifo" da quando un giorno suo fratello [...] Vai alla recensione »