Un'opera fortemente contemporanea che si sa muovere tra coming of age e documentario. Recensione di Emanuele Sacchi, legge Francesco Buttironi.
Cresciuto in alta montagna, il quattordicenne Luca viene spinto dalla famiglia a iscriversi in una scuola alberghiera rigida, dove l'insegnamento della professione si accompagna a quello disciplinare.
Davide Maldi, al suo secondo lungometraggio, colloca il suo film in quella zona - di forte ispirazione contemporanea - tra documentario e cinema di finzione, dimostrando di saper già dosare sapientemente tutti gli ingredienti.
La scuola è collocata in una dimensione atemporale, secondo una disciplina che per rigidità ricorda il rosso e il nero dell'epoca di Stendhal, in cui caserme o seminari erano i percorsi ideali per emanciparsi professionalmente.
A incrementare lo stato persistente di tensione inesplosa è la colonna sonora che accompagna le inquietudini di Luca, di fronte all'oscuro disegno che la provvidenza ha in serbo per lui.
L'apprendistato è in Concorso alla 72esima edizione del Locarno Film Festival.