Affettuoso omaggio al cinema e alla sua capacità di reinventare la realtà. Un gioco molto scritto, di gusto rétro. Recensione di Raffaella Giancristofaro, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
Valeria Tramonti è la timida segretaria di un produttore cinematografico ed è innamorata di uno sceneggiatore per cui scrive i soggetti. A travolgere la sua riservata esistenza è l'incontro con Rak, un anziano sconosciuto, che le offre una storia irresistibile da trasformare in film: quella legata al furto della Natività sottratta dalla mafia nel 1969 a Palermo e mai ritrovata. Peccato che tra i finanziatori del film ci sia un affiliato a Cosa nostra.
Commedia buffa di dichiarato gusto rétro, venata di giallo e di tocchi felliniani, Una storia senza nome è un affettuoso omaggio da parte del regista Roberto Andò alla storia del cinema e alle persone che i film li pensano e li amano.
Un'opera dedicata alla volontà di affidare al dispositivo cinema la possibilità di divertire e al contempo di investigare sulla verità.
In occasione dell'uscita al cinema di Una storia senza nome (guarda la video recensione), dal 20 settembre in sala, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Raffaella Giancristofaro.