Il ritratto 'vero' di una donna esemplare, di una battaglia necessaria, di un coraggio senza pari. Recensione di Giancarlo Zappoli, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
Nadia Murad, Premio Nobel 2018 per la Pace, è una sopravvissuta: aveva appena 20 anni nel 2014, quando l'Isis attaccò Sinjar e sterminò la sua famiglia insieme a gran parte della popolazione di fede Yazidi. Lei fu catturata, subì ogni genere di violenza e solo per una coincidenza riuscì a mettersi in salvo. Ora Nadia è diventata il volto di un popolo dimenticato e, giorno dopo giorno, combatte una battaglia difficile e dolorosa, quella per la memoria.
Il documentario di Alexandria Bombach ci mostra il ritratto di una giovane donna esemplare senza trasformarlo in omaggio agiografico. Nadia viene mostrata nel percorso che la porterà a parlare davanti all'Assemblea Generale dell'Onu. Ed è nello scorrere dei giorni che emerge il ritratto 'vero' di una vittima di atrocità indicibili che lotta perché il suo popolo venga sottratto alle persecuzioni.
In occasione della consegna del Premio Nobel per la Pace a Nadia Murad e dell'uscita al cinema dal 6 al 12 dicembre, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Giancarlo Zappoli.