Anno | 2018 |
Genere | Cortometraggio |
Produzione | Italia |
Durata | 15 minuti |
Regia di | Marco Bellocchio |
Attori | Fabrizio Falco, Barbara Ronchi, Ione Bertola . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 17 maggio 2018
Per sfuggire ai nazisti, al partigiano Tonino non rimane altra soluzione che tuffarsi nel fiume... un fiume che lo riporterà alla sua vita reale.
CONSIGLIATO SÌ
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Il fiume Trebbia in una giornata d'estate. Una pattuglia di soldati nazisti, le armi in pugno, sono all'inseguimento di qualcuno. Tonino è il fuggiasco, un partigiano al quale non resta che tuffarsi nel fiume...
L'inizio di questo corto che Bellocchio ha realizzato insieme ai ragazzi di Fare Cinema 2016, il corso che annualmente organizza a Bobbio, riporta alla memoria quanto accadeva nell'episodio diretto da John Landis che apriva Ai confini della realtà.
In quel caso era un razzista convinto che si ritrovava, per contrappasso, ad essere discriminato come vietnamita, nero ed ebreo. Qui invece il partigiano Tonino emerge dalle acque del Trebbia in un presente in cui le tracce del passato non sono scomparse. Bellocchio ha così modo di affrontare i temi a lui cari come il rapporto con la figura materna e con l'altro sesso, filtrandoli attraverso lo scorrere del tempo. Quella stanza tappezzata di fotografie del passato e quell'orologio in cui è entrata l'acqua di un fiume che tanto significa per il regista ci spingono a riflettere sulla memoria di sacrifici che hanno contribuito in maniera determinante alla nostra libertà e che oggi vengono derubricati da una storiografia interessatamente immemore a 'guerra civile' e sottoposti ai più spudorati revisionismi.
Restano solo monumenti che nessuno più omaggia e una data (il 25 aprile) in cui spesso le retoriche si esercitano per poche ore. A questo si aggiunga il riconoscimento di un merito particolare a un Maestro come Bellocchio. La misura del corto non gli è mai diventata estranea, come invece snobisticamente accade a molti suoi colleghi. Sa come elaborarne il linguaggio specifico e la propone ai giovani non solo come 'palestra' ma come forma espressiva con un suo specifico valore.