Wolf Warrior 2

Film 2017 | Azione 121 min.

Anno2017
GenereAzione
ProduzioneCina
Durata121 minuti
Regia diWu Jing
AttoriWu Jing, Frank Grillo, Hans Zhang, Celina Jade .
MYmonetro 3,06 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Wu Jing. Un film con Wu Jing, Frank Grillo, Hans Zhang, Celina Jade. Genere Azione - Cina, 2017, durata 121 minuti. - MYmonetro 3,06 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 26 aprile 2018

L'agente speciale Leng decide di ritirarsi e condurre una vita molto più tranquilla. Ma un giorno incontra una banda e lui non sopporta le ingiustizie. Al Box Office Usa Wolf Warrior 2 ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 1,9 milioni di dollari e 190 mila dollari nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,06/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,11
CONSIGLIATO SÌ
Un film imperdibile: un ritmo concitato per due ore acrobatiche.
Recensione di Marco Castelli
giovedì 26 aprile 2018
Recensione di Marco Castelli
giovedì 26 aprile 2018

Leng Feng è un ex combattente nell'unità operativa speciale del Wolf Warriors, espulso dall'esercito a seguito d'un litigio, che si trova in Africa a difendere le navi commerciali contro gli attacchi dei pirati. L'ex soldato nasconde così, dietro la vita apparentemente spensierata e l'ottima integrazione nel nuovo ambiente, il dolore per la morte della sua fidanzata, uccisa durante un'operazione militare, che trova però sfogo in quella che è diventata la sua unica missione: la vendetta verso gli ignoti assassini. L'equilibrio nel paese africano viene però bruscamente rotto da un moto d'insurrezione armato che porta all'esplodere di una guerra civile.

Nonostante Feng riesca a trovare rifugio nell'ambasciata e stia per essere rimpatriato, decide di restare a terra per salvare le vite degli impiegati nelle fabbriche cinesi, indipendentemente dal fatto che siano suoi conterranei o impiegati africani. «Once a Wolf Warrior, always a Wolf Warrior».

Per gli amanti del genere, Wolf Warrior II, che ha segnato il record assoluto d'incassi nella storia del cinema cinese, è un film imperdibile: il regista Wu Jing, entrato nel mondo del cinema come attore esperto di arti marziali, guida con ritmo concitato le riprese dei combattimenti più folli, a mani nude come tra carri armati, sott'acqua come in fabbriche in mezzo al deserto, incorniciando con sapienza due ore acrobatiche e quasi completamente avviluppate in un nugolo di proiettili.

Ciò che invece può colpire anche i meno appassionati del genere è l'avvio della costruzione di una narrazione patriottica della nuova superpotenza cinese: le ambasciate cinesi restano quando le americane (aggiornate degli eventi via twitter) non rispondono e gli investimenti del dragone in Africa, tanto produttivi quanto sociosanitari, uniscono i popoli, mentre i mercenari europei sembrano voler solo condurre una pulizia etnica senza scopo nei confronti degli orientali.

Uno studio del 1994 ha verificato come dopo aver visto la scena finale di Rocky IV un gruppo di americani (solo donne: fu impossibile trovare uomini americani che non avessero visto Rocky IV) sentisse aumentare la propria autostima e, davanti alla prospettazione di finali alternativi quali la vittoria del pugile russo, si avvicinasse ad affermazioni xenofobe.

Sarebbe sicuramente interessante proporre lo stesso studio su di un pubblico cinese dopo avergli mostrato le acrobazie di Leng, emulo diretto da dietro la grande muraglia delle epopee "stars and stripes". La scena finale è emblematica : l'eroe che, ferito, con il braccio a fungere da pennone per la bandiera rossa, fa strada al convoglio in mezzo alle forze armate in conflitto, che interrompono i combattimenti per lasciarlo passare insieme al suo convoglio. Al di là, l'ONU l'attende, impotente, per medicare i feriti.

Sei d'accordo con Marco Castelli?
Il rambo cinese che ha distrutto ogni record d'incasso.
Overview di Emanuele Sacchi
lunedì 31 luglio 2017

Si abbrevia alla stessa maniera di World War 2, ossia "seconda guerra mondiale", ma le guerre di cui si occupa sono ben più recenti: WW2, o Wolf Warrior 2, è il caso dell'anno per l'industria cinematografica cinese. Un action movie violento, patriottico, pieno di esplosioni, morti e buoni contro cattivi, diretto e interpretato da Wu Jing. I paragoni con Sylvester Stallone e i vari action heroes si sprecano. Intanto Wolf Warrior 2 ha polverizzato ogni record di incasso: maggiore incasso in un singolo giorno di programmazione; il film più veloce a superare la soglia dei 2 miliardi di yuan, poi dei 3, quindi dei 4 e infine dei 5; e, infine, il primo film, non prodotto a Hollywood, a entrare nella lista dei 100 maggiori incassi di sempre. All'origine di questo risultato straordinario cosa c'è, visto che si tratta di un sequel di un titolo che non ha conseguito risultati altrettanto strabilianti? All'origine del fenomeno ci sono fattori differenti, spesso estranei a quel che riguarda il grande schermo.

Seppur il film sia uscito in un periodo privo di reali contendenti nazionali e internazionali, e per quanto si tratti di un action che ha tutti gli ingredienti per soddisfare un fan del genere, numeri simili si spiegano solo con qualcosa che va oltre la mera esperienza di visione o di passaparola.

Nonostante Hollywood sia tradizionalmente orientata verso simpatie democratiche, la politica di Ronald Reagan negli anni '80 ha particolarmente sfruttato le sue potenzialità per mostrare al mondo un'immagine ben precisa degli Stati Uniti nel mondo. A seguito dell'invasione sovietica in Afghanistan e del risveglio patriottico post-Vietnam, John Rambo e le sue imprese sono diventati il modo più spettacolare di mostrare i muscoli in mondovisione. I punti in comune tra Wolf Warrior 2 e la saga di Rambo (in originale First Blood), infatti, non si esauriscono nell'ambientazione di scontri bellici in zone di fitta boscaglia. L'alter ego cinematografico di Wu, Leng Feng, è un cane sciolto dell'esercito cinese e un guerriero indomabile, che si esercita in ciò che Rambo meglio sapeva fare: combattere in luoghi lontani, difendere o salvare laggiù i propri connazionali, impartire severe lezioni ai nemici del proprio Paese.
Che per la Cina la produzione di film come WW2 rappresenti la consapevolezza di un nuovo ruolo da superpotenza (oltre che economica, militare) nello scenario mondiale? A giudicare dal ruolo riservato dalla sceneggiatura ai funzionari dell'Onu e della malcelata presenza occidentale alle spalle dei "ribelli" sgominati da Leng Feng, parrebbe proprio di sì.

Anche l'ambientazione, all'interno di uno stato fittizio dell'Africa dilaniato dalla guerra civile, è stata oggetto di diverse letture politiche. Da sempre la Cina si è dimostrata attenta alla presenza di lavoratori cinesi nel continente africano e alla travagliata situazione politica di quest'ultimo. Già nel dopoguerra la neonata Repubblica Popolare maoista intervenne in difesa delle ex colonie. Forse è anche il risentimento anti-occidentale, da anni assente sul grande schermo cinese, una delle ragioni per cui anche a Hong Kong, nonostante il crescente sentimento indipendentista e anti-Pechino, Wolf Warrior 2 ha ottenuto un risultato lusinghiero. In genere le produzioni patriottiche della Cina continentale sono infatti disertate o dileggiate dal pubblico dell'ex colonia, sempre più insofferente nei confronti dell'ingerenza cinese. Probabilmente Wolf Warrior 2 ha risvegliato lo stesso spirito anti-colonialista che muoveva il Wong Fei-hung di Once upon a Time in China contro l'invasore gweilo, il diavolo dalla pelle bianca e dagli occhi chiari della visione pregiudiziale hongkonghese.
Benché la vicenda sia ambientata in uno stato fittizio, ricorda da vicino quanto avvenuto in Libia durante la guerra civile, dove l'esercito cinese è effettivamente intervenuto per salvare e rimpatriare molti lavoratori e cittadini connazionali. I ribelli di Wolf Warrior 2, evidentemente finanziati dall'Occidente, hanno molto in comune con la Primavera Araba, appoggiata dagli Stati Uniti, e con le sue conseguenze nefaste in termini di caos politico e deriva fondamentalista, così come le critiche all'inazione dell'Onu danno l'idea dell'espansionismo di un Paese che si sente una superpotenza e comincia a comportarsi come tale. Quanto meno al cinema, attraverso un film nazionalista quanto individualista. In genere il patriottismo cinese si manifesta attraverso opere in cui è il collettivo - e in tralice il Partito Comunista - a dimostrare la propria forza, dove in WW2, proprio come in Rambo, è un uomo solo a risolvere ogni cosa. La lezione di Hollywood, strettamente individualista, recepita e utilizzata per competere con lei, a costo di rinunciare a un pezzo della propria identità. D'altronde, come recita lo slogan di uno dei manifesti promozionali del film, sotto l'immagine di Leng Feng che mostra il dito medio: "Non importa quanto sia lontano: chiunque offenda la Cina deve essere sterminato".
Lavoro di coordinazione di stunt incredibile, che permette di chiudere un occhio su effetti di computer graphics talora discutibili, Wolf Warrior 2 è in buona parte il risultato dello sforzo di un uomo solo: Wu Jing, attore e regista dalle insospettabili doti carismatiche. Gli inizi di Wu, nativo di Pechino, classe 1974, sono nell'alveo di un cinema di Hong Kong già calante. Campione di wushu emerso contemporaneamente a Jet Li, viene utilizzato soprattutto in ruoli di villain o di spalla dell'eroe (SPL - Sha Po Lang, Kill Zone - Ai confini della giustizia, Shaolin). Il suo stile di lotta è meno completo delle MMA (arti marziali miste) di Donnie Yen e meno spettacolare delle mosse di Jackie Chan o Sammo Hung, ma è altrettanto efficace in un contesto d'azione. Per ritagliarsi un posto al sole Wu si dedica a Wolf Warrior, storia di riscatto e patriottismo militare. I fan si lamentano di un duello finale troppo rapido e Wu risponde con lo scontro ai limiti dell'estenuante del sequel, dove tutto è più grande, grosso e rumoroso.

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WOLF WARRIOR 2 disponibile in DVD o BluRay

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NEWS
BOX OFFICE
venerdì 11 agosto 2017
Andrea Chirichelli

Due new entry nella top ten italiana, peraltro ancora caratterizzata da incassi piuttosto bassi. In testa va, prevedibilmente, La torre nera, che incassa 166mila euro, sufficienti per superare Annabelle 2: Creation, che resta però sopra a quota 100mila [...]

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