alesimoni
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venerdì 23 febbraio 2018
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guillermo, 6 in gran forma!
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Il nuovo film di Guillermo del Toro è bellissimo, un mix riuscitissimo di film nel film perché è una storia d’amore, un omaggio al cinema classico, un noir e pure un po’ politico. Il tema dell’amore che travalica ogni diversità e permette di vedere l’altro per ciò che realmente è non è sicuramente nuovo , ma del Toro lo affronta con una delicatezza quasi soprannaturale. La poliedricità dell’opera lo rende sicuramente interessante per un vasto pubblico. Scenografia e fotografia perfette, che aiutano a collocarlo in un’altra dimensione. Maestoso Michael Shannon. Non da trascurare il fatto che è costato 4 soldi e non ci sono effetti speciali, proprio come un grande film di una volta.
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alessiocodi
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venerdì 23 febbraio 2018
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particolare ma...
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Il film si presenta come una pellicola originale e particolare ma il film detto molto semplicemente non è bellissimo, difficile che possa concorrere nella vittoria della statuetta per miglior film. La ragione è importante ma anche molto semplice, è un film che non decolla mai, a tratti noiosello e senza un vero colpo di scena, tutto si svolge in maniera piatta. Non mancano comunque i momenti di emozione. Pur non essendo bellissimo da comunque un insegnamento che spetta allo spettatore captare. Credo che delle 13 candidature un 4/5 possano essere portate a casa, tra cui miglior fotografia (colori spettacolari), miglior sceneggiatura e miglior attrice protagonista alla straordinaria Elisa Esposito.
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Il film si presenta come una pellicola originale e particolare ma il film detto molto semplicemente non è bellissimo, difficile che possa concorrere nella vittoria della statuetta per miglior film. La ragione è importante ma anche molto semplice, è un film che non decolla mai, a tratti noiosello e senza un vero colpo di scena, tutto si svolge in maniera piatta. Non mancano comunque i momenti di emozione. Pur non essendo bellissimo da comunque un insegnamento che spetta allo spettatore captare. Credo che delle 13 candidature un 4/5 possano essere portate a casa, tra cui miglior fotografia (colori spettacolari), miglior sceneggiatura e miglior attrice protagonista alla straordinaria Elisa Esposito.
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simoalex
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giovedì 22 febbraio 2018
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un inno d'amore verso il cinema americano
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Del Toro finalmente fa centro con questa prova che ha nella regia e nell'ambientazione il punto di forza. Una regia senza sbavature per condurre in porto un'opera che senza pietismi da forza alla diversità dei più deboli che davanti all'amore diventano dei giganti. Il film non è solo una favola fantasy ma una trasposizione della realtà con sfumature fantasy ed è sopratutto un inno d'amore verso il cinema di genere USA come il Mostro della laguna nera, Inseguendo la flotta, i soft horror anni 50. Grande interpretazione della Hawkins in odore di oscar ma non paragonaible a Frances McDormand di tre manifesti a Ebbing road, cosi come il film non può competere con Dunkirk.
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Del Toro finalmente fa centro con questa prova che ha nella regia e nell'ambientazione il punto di forza. Una regia senza sbavature per condurre in porto un'opera che senza pietismi da forza alla diversità dei più deboli che davanti all'amore diventano dei giganti. Il film non è solo una favola fantasy ma una trasposizione della realtà con sfumature fantasy ed è sopratutto un inno d'amore verso il cinema di genere USA come il Mostro della laguna nera, Inseguendo la flotta, i soft horror anni 50. Grande interpretazione della Hawkins in odore di oscar ma non paragonaible a Frances McDormand di tre manifesti a Ebbing road, cosi come il film non può competere con Dunkirk. Comunque un film da vedere senza se e senza ma.
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playthebluesm
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giovedì 22 febbraio 2018
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il balletto di due gocce
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Ogni pellicola è un montagna, ed ogni montagna necessita di attrezzi tutti suoi per essere scalata.
Alcune pellicole paiono fornirci già dai primi istanti ogni indizio utile, perché noi le si “scali” adeguatamente, con quest’opera la faccenda si fa complicata.
In un’America satura di atmosfere da guerra fredda, il sipario apre sulla visione di oneste, quanto schematizzate figure umane, lo scenetta rassicurante di quel periodo che incontra il boom economico, ma soffre il maccartismo, in cui la segregazione impera sovrana ed ancor più sovrana è la paura dell’atomica.
In questo minestrone in realtà già visto in miriadi di pellicole, quindi pronto a retoriche di vario tipo, il focus cala su una donna dall’aria mediocre.
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Ogni pellicola è un montagna, ed ogni montagna necessita di attrezzi tutti suoi per essere scalata.
Alcune pellicole paiono fornirci già dai primi istanti ogni indizio utile, perché noi le si “scali” adeguatamente, con quest’opera la faccenda si fa complicata.
In un’America satura di atmosfere da guerra fredda, il sipario apre sulla visione di oneste, quanto schematizzate figure umane, lo scenetta rassicurante di quel periodo che incontra il boom economico, ma soffre il maccartismo, in cui la segregazione impera sovrana ed ancor più sovrana è la paura dell’atomica.
In questo minestrone in realtà già visto in miriadi di pellicole, quindi pronto a retoriche di vario tipo, il focus cala su una donna dall’aria mediocre.
Obiettivamente bruttina, impedita nella normalità anche dal suo mutismo, si presterebbe all’immaginario di una vita monotona, e qui cala il primo trabocchetto del regista.
Costei lavora per l’esercito americano, servizi segreti dediti ad esperimenti.
Potrebbe avere già abbandonato del tutto i suoi piaceri sessuali… secondo trabocchetto, nella regolarità delle sue giornate ripetitive vi è sempre spazio per un atto sessuale solitario ma liberatorio e l’acqua della vasca da bagno in cui si immerge tornerà a più riprese come agente vitale.
I “buoni” fanno il loro sporco lavoro, coppie copulano nella freddezza di sensi addormentati da una società che ci tiene all’ipnotismo di massa, uh se ci tiene. I buoni difendono i confini precostituiti di una società impermeabile alla sensibilità, ma fino a quel punto, rimangono pur sempre i rappresentanti dei buoni.
Poi compare lui, il mostro, in una sfacciata ispirazione al film Il Mostro Della Laguna Nera, entra in scena ed obbiettivamente ti si ghiaccia il sangue, nella ricostruzione della sua accurata e selvaggia diversità, ma questa paura dura tre secondi tre, perché appena si incrociano i suoi occhi, a metà tra l’impaurito ed il curioso, è praticamente impossibile non tifare sfegatatamente per lui, che rubato al suo ambiente, oggetto di esperimenti e torture che ne schiaccino il carattere selvaggio, tra piaghe e rantoli ti si blocca in un pezzo di cuore e non si stacca più.
E lei, la bruttina, la mediocre, che per empatia naturale ritrova in lui “l’altro”.
E da timida, riservata, pavida, diventa una guerrigliera senza pudore alcuno, la donna vogliosa di sensualità, in un crescendo narrativo che chiede allo spettatore di far sedere il bimbo, piuttosto che l’adulto in poltrona, perché la favola dark sta cominciando a srotolare tutto il suo vero potenziale ora, trascinando nella sua elegia (che sarà anche epifania) tutti gli esseri sottilmente e silenziosamente segregati di quella società, il vicino omosessuale, i neri appartati, i muti umani ed i muti animali.
Certo si può rimanere freddi davanti a questa operazione narrativa, ma se si ama e conosce un regista, ci si lascia stimolare in questo percorso che era cominciato con un’opera pittorica come Il Labirinto Del Fauno e poi giunta fino ad oggi in questo humus.
E si perdonano alcuni passaggi retorici dovuti, poiché necessari per esacerbarci a puntino.
Nella delicatezza di una storia che è racconto di un amore che va oltre ogni barriera, che se ne frega di ciò che è rassicurante, per obbedire soltanto a ciò che ci divora dolcemente dall’interno, e la forma dell’acqua cosa è? Te lo chiedi per ¾ di film, fino a quando in scena entrano due vibranti gocce di pioggia che si inseguono su un finestrino umido, fino ad incontrarsi, sotto lo sguardo di lei, (e di noi)
…e nella scarpa che lei perde, nell’ultimo abbraccio dei due, mentre i “buoni” giacciono ormai in terra, infine consapevoli di avere incontrato un Dio animale che la loro miopia gli ha impedito di ammirare l’avidità di conoscere.
Due “mostri di dolcezza” si abbracciano ora, in un mare che torna a proteggerli dalla nostra “terrificante disumanità”.
“Frattanto i pesci
Dai quali discendiamo tutti
Assistettero curiosi
Al dramma collettivo
Di questo mondo
Che a loro indubbiamente
Doveva sembrar cattivo
E cominciarono a pensare
Nel loro grande mare” (L.D.)
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lou pasarot
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giovedì 22 febbraio 2018
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non capisco !!!!
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non riesco veramente a capire tutte queste ottime recensioni ...L'ho veramente trovato un brutto film con dei clichè triti e ritriti ...si si sarà pure na favola ma basta con il cattivo cattivissimo ,la bella e la bestia ..bravissimi gli attori ma veramente 7 euri mal spesi !!!!!
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elicann
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giovedì 22 febbraio 2018
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stupendo
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Il messaggio umano è più forte della trama e urla dallo schermo. Bellissimo. Una lezione che dovremmo imparare tutti, soprattutto la parola rispetto.
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gustibus
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giovedì 22 febbraio 2018
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carino!ma molto sopravallutato.
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Il film ambientato anni60,guerra fredda,in un laboratorio enorme dove si facevano esperimenti per scoprire armi segrete,arriva in una vasca un mostrino!..uomo/pesce?..chiamiamolo cosi'.Una ragazza semplice e prettamente muta,che pur non essendo una modella si fa vedere all'inizio che fa il bagno con la visione senza veli.Furbo il regista Del Toro.Prendi questa ragazza triste che si innamora dell'uomo pesce e ne esce un racconto strappalacrime..nn finira'bene per noi!..ma per lei si!il suo sogno verra'realizzato!Libera nell'acqua per l'eternita'!..Nomination di 13oscar(dei quali si potrebbe discutere!)e decine di premi compreso il Leone d'oro.Dico?..preferisco il film di Nolan sulla prima guerra mondiale!.
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Il film ambientato anni60,guerra fredda,in un laboratorio enorme dove si facevano esperimenti per scoprire armi segrete,arriva in una vasca un mostrino!..uomo/pesce?..chiamiamolo cosi'.Una ragazza semplice e prettamente muta,che pur non essendo una modella si fa vedere all'inizio che fa il bagno con la visione senza veli.Furbo il regista Del Toro.Prendi questa ragazza triste che si innamora dell'uomo pesce e ne esce un racconto strappalacrime..nn finira'bene per noi!..ma per lei si!il suo sogno verra'realizzato!Libera nell'acqua per l'eternita'!..Nomination di 13oscar(dei quali si potrebbe discutere!)e decine di premi compreso il Leone d'oro.Dico?..preferisco il film di Nolan sulla prima guerra mondiale!..Qui in Italia non stanno impazzendo,ma nonostante le mie riserve,auguro al film tante statuette e forse gli incassi decollano.Il film e'delicato ma non incolla alla poltrona.Sempre da vedere almeno una volta.
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francesca meneghetti
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mercoledì 21 febbraio 2018
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nero o gay, sempre "mostro" è: dunque amico
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Le prime immagini (oggetti galleggianti nell’acqua, ma in una stanza) ricordano certi quadri surrealisti di Dalì o Magritte. Portano con sé due indizi: un’intenzione non realistica del regista, e l’enfasi posta sull’acqua, che sarà in effetti uno dei fili rossi della storia (assieme alle uova: entrambi simboli di vita).
Segue una sequenza di ambientazione, apparentemente realistica. Siamo in un monolocale piuttosto cupo, anche se “riscaldato” dall’abbondanza del legno nell’arredo, in cui vive sola la protagonista: Eliza, una giovane muta (ma non sorda) che ricorda un po’ l’Amelie persa nel suo mondo favoloso.
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Le prime immagini (oggetti galleggianti nell’acqua, ma in una stanza) ricordano certi quadri surrealisti di Dalì o Magritte. Portano con sé due indizi: un’intenzione non realistica del regista, e l’enfasi posta sull’acqua, che sarà in effetti uno dei fili rossi della storia (assieme alle uova: entrambi simboli di vita).
Segue una sequenza di ambientazione, apparentemente realistica. Siamo in un monolocale piuttosto cupo, anche se “riscaldato” dall’abbondanza del legno nell’arredo, in cui vive sola la protagonista: Eliza, una giovane muta (ma non sorda) che ricorda un po’ l’Amelie persa nel suo mondo favoloso. Eliza è metodica: al suono della sveglia, si leva dal canapè su cui dorme (non avendo letto), cuoce le uova, fa il bagno in vasca, spazzola le scarpe. Prima di andare al lavoro, porta un piatto al suo vicino, un pittore omosessuale, fallito, trasandato e solo, che vive tra quadri mai venduti, gatti, musica e TV (apparecchi rigorosamente in legno, e segnali del tempo: siamo negli anni ’50).
Eliza fa pulizie, in coppia con l’estroversa Zelda, amica di lunga data, generosa donna nera. Lavorano in un laboratorio sotterraneo e cupo, reso con un sonoro sempre sopra le righe e con colori freddi, verdastri. Fino a che non irrompe violentemente il rosso sangue (sarà in scena più volte: le persone sensibili sono avvisate): il cattivo della storia, che più cattivo non si può (tipizzato fino alla caricatura, specie nel suo divorare assiduamente pasticche di ogni tipo), è stato aggredito e ferito da una specie di uomo-pesce, arrivato segretamente dall’Amazzonia (dove era considerato un dio) e tenuto in cattività. E’ nel mirino della CIA e del KGB, perché gli anni ’50 sono il clou della Guerra fredda. E qui si apre anche una spy story.
Ma quello che per gli uomini di potere è un mostro pericoloso con le squame e gli artigli, per Eliza è solo una creatura sola e abbandonata, come lei, essendo cresciuta in brefotrofio. Le persone emarginate si annusano e si riconoscono subito: e spesso si aiutano per soddisfare i bisogni primari e fisici (la fame, soddisfatta, nel caso del “mostro” dalle uova sode di Eliza) e anche quelli spirituali (l’armonia della musica, l’amicizia, l’amore).
La mostruosità di superficie è solo un’altra forma di diversità, come avere la pelle nera, essere gay o povero, non poter parlare. Ed è così che la muta, la nera, il gay stringono una catena solidale, nel tentativo di ridare libertà all’uomo-pesce, riportandolo nell’Oceano. Ma non avremo un finale lieto e rassicurante come nella favola della Bella e la Bestia…
Il film ha un ritmo serrato, è avvincente, seduce per le atmosfere degli interni, stile anni ’50, e per il messaggio etico di cui è portatore: pietas, solidarietà e amore che sconfiggono, almeno in parte, l’ambizione sfrenata, la logica del potere, la violenza e il sadismo.
Resta difficile ricondurlo a uno o più generi definiti: vive, anzi, della contaminazione di generi e non disdegna gli effetti forti (il sangue, le torture, un sonoro che fa spesso sobbalzare sulla poltrona). Ma questi che potrebbero apparire dei difetti per alcuni spettatori, per sovraccarico di segnali, per altri possono risultare funzionali al messaggio. Grande interpretazione degli attori, specie di Sally Hawkins e Octavia Spencer.
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[+] finale non lieto?
(di ivanleone)
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visual_man
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mercoledì 21 febbraio 2018
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da vedere
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Del Toro Mescola sapientemente "Il mostro della Laguna Nera" e "The Artist" trascinando per un paio d'ore lo spettatore in un perfetto mondo poetico e di sogno. Fotografia, copione e sceneggiatura eccellenti, così come la recitazione degli attori
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amarolucano
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mercoledì 21 febbraio 2018
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contrasti sinuosi
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Come nel "labirinto del fauno" anche questo film è un contenuto di temi assolutamente contrastanti: guerra e fiaba / realtà e fantasia / amore e violenza. Tanti ingredienti dal sapore contrastante messi assieme possono risultare indigesti, ma il regista si dimostra abile a miscelarli assieme e, anche grazie a degli attori formidabili, riesce a regalarci un film, magari non memorabile, ma assolutamente apprezzabile e particolare, che merita di essere visto.
Non mi ha convinto solamente la fase dell'"innamoramento", gestita frettolosamente e in modo un pò superificiale.
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