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sabato 24 febbraio 2018
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in film orrendo
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un film orrendo senza ne capo e ne coda. siamo usciti a 15 minuti dalla fine.......come fanno a dare i voti ai film 4 su 5 stelle rimane un mistero
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angeloumana
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sabato 24 febbraio 2018
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l'amore nell'acqua
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The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmente l'eterna competizione tra Usa e Urss dato che si svolge verso gli anni '60. Non gli manca l'azione, l'avventura, lo spettacolo, qualche angolo di musical e soprattutto non mancano lezioni filosofiche sulla vita. Non può mancare il brutto e il cattivo, che risiedono però nello stesso personaggio, incaricato di braccare la bestia, uno determinato a conquistare il sospirato gradino superiore della gerarchia, non vuol fallire, non per niente legge un libro di Positive thinking.
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The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmente l'eterna competizione tra Usa e Urss dato che si svolge verso gli anni '60. Non gli manca l'azione, l'avventura, lo spettacolo, qualche angolo di musical e soprattutto non mancano lezioni filosofiche sulla vita. Non può mancare il brutto e il cattivo, che risiedono però nello stesso personaggio, incaricato di braccare la bestia, uno determinato a conquistare il sospirato gradino superiore della gerarchia, non vuol fallire, non per niente legge un libro di Positive thinking. Non potrà fallire nemmeno il film, qualcos'altro dovrà pur vincere. Il regista Guillermo del Toro intanto ha “vinto” la direzione della prossima Mostra del Cinema di Venezia.
Due creature che senz'altro si ameranno, come in una favola, nel profondo del mare: l'una è la giovane ragazza muta, senza l'amore della vita ma voluta bene dall'anziano vicino di casa e dalla collega di lavoro. Con questa svolge le pulizie di una base militare, covo di intelligenze e di strategie, dove apprendiamo che alcune delle menti più brillanti pisciano sul pavimento (cosa riscontrabile poco dopo anche nella toilette del cinema di Treviso, evidentemente lo fanno anche cinefili o menti meno brillanti). L'altro è una cosa, così viene chiamato questo essere anfibio con sembianze umane ma anche ittiche, con squame da pesce e placche da rettile, potrebbe trattarsi – dice uno studioso del centro in camice – del soggetto più sensibile mai ospitato in questo laboratorio. Ecco, è questo il motivo principe del film, due creature così diverse, entrambe condannate al silenzio e alla solitudine, si ameranno: lui, la cosa, vede leiper quello che è, e lei ha la sensibilità per avvicinarsi a questa creatura sconosciuta, dapprima offrendogli uova e poi cure e tutta sé stessa. Facile il rimando all'extraterrestre ET, in quel caso le creature sensibili furono dei bambini, o a La bella e la bestia. Potrebbe, il film, suggerire anche l'eventuale immortalità di noi esseri umani, le ferite che si rimarginano e la vita che si ricrea, ma intanto ci spinge all'azione: se mai non facciamo niente, non siamo niente. Ai giurati dell'Oscar l'ardua sentenza, noi preferiamo tenerci il ricordo e le sensazioni trasmesseci dall'ungherese Corpo e anima, sempre d'amore si tratta ma con zero spettacolo e una candidatura a miglior film straniero.
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angeloumana
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sabato 24 febbraio 2018
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l'amore nell'acqua
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The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmente l'eterna competizione tra Usa e Urss dato che si svolge verso gli anni '60. Non gli manca l'azione, l'avventura, lo spettacolo, qualche angolo di musical e soprattutto non mancano lezioni filosofiche sulla vita. Non può mancare il brutto e il cattivo, che risiedono però nello stesso personaggio, incaricato di braccare la bestia, uno determinato a conquistare il sospirato gradino superiore della gerarchia, non vuol fallire, non per niente legge un libro di Positive thinking.
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The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmente l'eterna competizione tra Usa e Urss dato che si svolge verso gli anni '60. Non gli manca l'azione, l'avventura, lo spettacolo, qualche angolo di musical e soprattutto non mancano lezioni filosofiche sulla vita. Non può mancare il brutto e il cattivo, che risiedono però nello stesso personaggio, incaricato di braccare la bestia, uno determinato a conquistare il sospirato gradino superiore della gerarchia, non vuol fallire, non per niente legge un libro di Positive thinking. Non potrà fallire nemmeno il film, qualcos'altro dovrà pur vincere. Il regista Guillermo del Toro intanto ha “vinto” la direzione della prossima Mostra del Cinema di Venezia.
Due creature che senz'altro si ameranno, come in una favola, nel profondo del mare: l'una è la giovane ragazza muta, senza l'amore della vita ma voluta bene dall'anziano vicino di casa e dalla collega di lavoro. Con questa svolge le pulizie di una base militare, covo di intelligenze e di strategie, dove apprendiamo che alcune delle menti più brillanti pisciano sul pavimento (cosa riscontrabile poco dopo anche nella toilette del cinema di Treviso, evidentemente lo fanno anche cinefili o menti meno brillanti). L'altro è una cosa, così viene chiamato questo essere anfibio con sembianze umane ma anche ittiche, con squame da pesce e placche da rettile, potrebbe trattarsi – dice uno studioso del centro in camice – del soggetto più sensibile mai ospitato in questo laboratorio. Ecco, è questo il motivo principe del film, due creature così diverse, entrambe condannate al silenzio e alla solitudine, si ameranno: lui, la cosa, vede leiper quello che è, e lei ha la sensibilità per avvicinarsi a questa creatura sconosciuta, dapprima offrendogli uova e poi cure e tutta sé stessa. Facile il rimando all'extraterrestre ET, in quel caso le creature sensibili furono dei bambini, o a La bella e la bestia. Potrebbe, il film, suggerire anche l'eventuale immortalità di noi esseri umani, le ferite che si rimarginano e la vita che si ricrea, ma intanto ci spinge all'azione: se mai non facciamo niente, non siamo niente. Ai giurati dell'Oscar l'ardua sentenza, noi preferiamo tenerci il ricordo e le sensazioni trasmesseci dall'ungherese Corpo e anima, sempre d'amore si tratta ma con zero spettacolo e una candidatura a miglior film straniero.
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angeloumana
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The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmente l'eterna competizione tra Usa e Urss dato che si svolge verso gli anni '60. Non gli manca l'azione, l'avventura, lo spettacolo, qualche angolo di musical e soprattutto non mancano lezioni filosofiche sulla vita. Non può mancare il brutto e il cattivo, che risiedono però nello stesso personaggio, incaricato di braccare la bestia, uno determinato a conquistare il sospirato gradino superiore della gerarchia, non vuol fallire, non per niente legge un libro di Positive thinking. Non potrà fallire nemmeno il film, qualcos'altro dovrà pur vincere. Il regista Guillermo del Toro intanto ha “vinto” la direzione della prossima Mostra del Cinema di Venezia.
Due creature che senz'altro si ameranno, come in una favola, nel profondo del mare: l'una è la giovane ragazza muta, senza l'amore della vita ma voluta bene dall'anziano vicino di casa e dalla collega di lavoro. Con questa svolge le pulizie di una base militare, covo di intelligenze e di strategie, dove apprendiamo che alcune delle menti più brillanti pisciano sul pavimento (cosa riscontrabile poco dopo anche nella toilette del cinema di Treviso, evidentemente lo fanno anche cinefili o menti meno brillanti). L'altro è una cosa, così viene chiamato questo essere anfibio con sembianze umane ma anche ittiche, con squame da pesce e placche da rettile, potrebbe trattarsi – dice uno studioso del centro in camice – del soggetto più sensibile mai ospitato in questo laboratorio. Ecco, è questo il motivo principe del film, due creature così diverse, entrambe condannate al silenzio e alla solitudine, si ameranno: lui, la cosa, vede leiper quello che è, e lei ha la sensibilità per avvicinarsi a questa creatura sconosciuta, dapprima offrendogli uova e poi cure e tutta sé stessa. Facile il rimando all'extraterrestre ET, in quel caso le creature sensibili furono dei bambini, o a La bella e la bestia. Potrebbe, il film, suggerire anche l'eventuale immortalità di noi esseri umani, le ferite che si rimarginano e la vita che si ricrea, ma intanto ci spinge all'azione: se mai non facciamo niente, non siamo niente. Ai giurati dell'Oscar l'ardua sentenza, noi preferiamo tenerci il ricordo e le sensazioni trasmesseci dall'ungherese Corpo e anima, sempre d'amore si tratta ma con zero spettacolo e una candidatura a miglior film straniero.
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sabato 24 febbraio 2018
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una favola per grandi
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Baltimora, inizio anni ’60, clima di guerra fredda, un laboratorio scientifico governativo in cui si conducono esperimenti segreti. Uno di questi esperimenti riguarda uno strano essere anfibio catturato in una palude dell’Amazzonia (il regista si è confessato affascinato dal celebre mostro della Palude nera e questo personaggio ne è una filiazione…) un umanoide coperto di scaglie dalla testa ai piedi non privo di una sua strana bellezza.
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Baltimora, inizio anni ’60, clima di guerra fredda, un laboratorio scientifico governativo in cui si conducono esperimenti segreti. Uno di questi esperimenti riguarda uno strano essere anfibio catturato in una palude dell’Amazzonia (il regista si è confessato affascinato dal celebre mostro della Palude nera e questo personaggio ne è una filiazione…) un umanoide coperto di scaglie dalla testa ai piedi non privo di una sua strana bellezza. L’intento dei cattivissimi militari e scienziati che dirigono l’esperimento è quello di spedire l’essere nello spazio; nel frattempo lo tengono incatenato in un tank pieno d’acqua e cercano di dominarne i selvaggi tentativi di fuga. Da un'altra parte, i russi che hanno una spia nello stesso laboratorio lo vogliono morto. Una outcast, povera ragazza muta che fa le pulizie di notte nel laboratorio, prima si incuriosisce, poi compatisce, stringe amicizia e infine si innamora, ricambiata, della strana creatura. D’accordo con altri emarginati come lei, una compagna di lavoro di colore, un vicino omosessuale, lo scienziato russo spia diviso tra la fedeltà al suo paese e la sua umanità e amore per la ricerca, la timida Elisa riesce nell’impresa di far fuggire la creatura sottraendola a morte certa. La ragazza aspetta l’alta marea per restituire l’anfibio al suo mondo, ma è colta sul fatto nel momento culminante. Ma la favola non delude, e il dramma si scioglierà nell’oceano, in un mondo sommerso in cui come per miracolo anche Elisa troverà il suo elemento insieme al suo amato, un mondo ‘altro’ di silenzio, armonia e pace contro il fragore, la malvagità e la violenza che i nostri eroi si lasciano alle spalle. Il film è leggibilissimo nel suo trasparente messaggio contro la chiusura ottusa e il pregiudizio: i migliori, capaci di sentimenti ed amore, sono coloro che il mondo respinge ai margini, i diversi, i condannati al silenzio; i veri mostri sono gli altri. Il regista è abilissimo nel creare un’atmosfera livida e viscida, in ambienti freddi e minacciosi o squallidi nella loro banalità, in cui imperversano personaggi biechi a forti tinte destinati alla sconfitta come in ogni favola che si rispetti, mentre il futuro è per i disprezzati, siano essi gli ultimi della società o i cosiddetti ‘mostri’ di cui solo gli ultimi sanno vedere il cuore. Sally Hawkins disegna con particolare efficacia l’evoluzione di un’Elisa quasi inespressiva, piegata a una routine senza prospettive, chiusa nella sua bolla di silenzio, verso una donna intensa, capace di tutto per amore. Mediatrice di questo passaggio da un mondo distopico ad un modo armonioso è l’elemento acqua, che ha un ruolo importante nel film, molto ben giocato dal regista a partire dal titolo: anche Elisa viene presentata sin dall’inizio come una creatura in qualche modo anfibia, nel suo rapporto speciale con l’acqua (un’eco lontana di “Figli di un Dio minore”?) ed è l’acqua, che non ha forma ovvero prende tutte le forme possibili a seconda del contenitore pur restando se stessa, che la lega all’alieno così diverso e così uguale. Per apprezzare appieno questo film bisogna amare (e non è il mio caso) questo genere particolare a cavallo tra la favola per adulti, horror, realismo magico, parabola morale; ma bisogna riconoscere che la storia è ben narrata, l’ambientazione e i personaggi psicologicamente ben disegnati e perfettamente in ruolo. Infine la macchina da presa fa il suo mestiere, mantenendo alta la tensione e rendendo plausibile l’implausibile. Tre stelle e mezzo.
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claudiafuccio
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sabato 24 febbraio 2018
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favola bagnata, favola fortunata!
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Lo dico subito: è un film per inguaribili romantiche come me! Fuori dalle logiche moderne dell'amore che ci mostra il cinema negli ultimi anni, sensualità e attrazione non sono il frutto di giochi erotici 2.0, ma di dettagli attenti e nostalgici di un tempo passato e forse mai esistito. Musiche eccezionali fanno da colonna sonora ad un film delicato in cui si può fare a tratti fatica nell'immedesimarsi, ma ecco che un finale romantico, come tutti i film romantici, trasforma il diverso in comune...Il regista è attento ai dettagli, una sceneggiatura fatte di poche parole ma mille sfumature, proprio come la protagonista, una nuova Amelie ma con i piedi ben saldi per terra, anzi, in acqua.
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elpiezo
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sabato 24 febbraio 2018
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una favola curiosa!!
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La singolare storia d’amore tra una giovane e muta addetta alle pulizie di un laboratorio segreto e una misteriosa creatura squamosa succube di un pericoloso esperimento governativo.
Guillermo Del Toro si infiltra nel cinico mondo della guerra fredda e vi ricama sopra un’inusuale favola gotica e passionale, un emozionante percorso di suggestioni dall'estetica impeccabile, un prodotto audace ed inconsueto, opera peculiare del controverso e bizzarro regista.
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sabato 24 febbraio 2018
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inno all'amore
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Questo film ci fa riflettere sul significato dell'amore, in quanto ciò che importa è l'aspetto interiore e non quello esteriore . Ci fa inoltre capire che i "mostri" sono più umani degli umani stessi. E come disse una signora al cinema "QUESTO E' IL TRIONFO DELL'AMORE" hope you loved the movie and if you didn't rewatch it !!!!!!!!!
xoxo
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paolofalcone
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sabato 24 febbraio 2018
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the shape of art - la forma dell'arte
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Film a 4 stelle, che conferma la fortunata inclinazione di Guillermo del Toro per il genere dark/fantasy, ricca di estro e compiacimento narrativo!
Nessun parallelismo a La Bella e la Bestia o ad altri esperimenti della filmografia fiabesca, che non hanno nulla da condividere con gli intenti del regista.
Al di là delle polemiche di cui leggo su un denunciato ma non riconosciuto plagio letterario, intravedo, piuttosto, una “combaciante antisimmetria” narrativa con la favola de La Sirenetta, arricchita da temi e problematiche che persistono nella nostra società e sui quali soffermarsi (anche in maniera ripetitiva) non nuoce dal punto di vista educativo.
Il regista/scrittore, attingendo a piene mani dal patrimonio favolistico popolare tedesco (che non è quello comunemente sbiadito offerto ai bambini, ma, anzi, è ricco di forti tinte cruente e sessualmente esplicite), rielabora la struttura narrativa della fiaba in un linguaggio personale ed attuale, ma che rispetta perfettamente i canoni della tradizione.
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Film a 4 stelle, che conferma la fortunata inclinazione di Guillermo del Toro per il genere dark/fantasy, ricca di estro e compiacimento narrativo!
Nessun parallelismo a La Bella e la Bestia o ad altri esperimenti della filmografia fiabesca, che non hanno nulla da condividere con gli intenti del regista.
Al di là delle polemiche di cui leggo su un denunciato ma non riconosciuto plagio letterario, intravedo, piuttosto, una “combaciante antisimmetria” narrativa con la favola de La Sirenetta, arricchita da temi e problematiche che persistono nella nostra società e sui quali soffermarsi (anche in maniera ripetitiva) non nuoce dal punto di vista educativo.
Il regista/scrittore, attingendo a piene mani dal patrimonio favolistico popolare tedesco (che non è quello comunemente sbiadito offerto ai bambini, ma, anzi, è ricco di forti tinte cruente e sessualmente esplicite), rielabora la struttura narrativa della fiaba in un linguaggio personale ed attuale, ma che rispetta perfettamente i canoni della tradizione.
Se si aggiunge la maestria recitativa degli interpreti scelti e la squisita ed accattivante armonia tra scene, musiche e costumi, non è possibile non assegnare al suo direttore artistico il riconoscimento tra i migliori della cinematografia contemporanea.
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mauro2067
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venerdì 23 febbraio 2018
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la paura della diversità
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Un’inno all’amore come unica via e soluzione per la combattere la paura della diversità che poi sfocia inevitabilmente nel razzismo.
In un’America concentrata nella lotta contro il nemico russo, perchè diverso nella cultura e nella lingua, in un’America dove una coppia di giovani coniugi non può consumare un dolce perchè ha la pelle nera , in un’America dove sei escluso perchè omosessuale, bene in quest’America tutto diventa accettabile se c’è un essere che è ancora più diverso dei neri e degli omosessuali, che è ancora più "mostro".
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Un’inno all’amore come unica via e soluzione per la combattere la paura della diversità che poi sfocia inevitabilmente nel razzismo.
In un’America concentrata nella lotta contro il nemico russo, perchè diverso nella cultura e nella lingua, in un’America dove una coppia di giovani coniugi non può consumare un dolce perchè ha la pelle nera , in un’America dove sei escluso perchè omosessuale, bene in quest’America tutto diventa accettabile se c’è un essere che è ancora più diverso dei neri e degli omosessuali, che è ancora più "mostro".
Questo essere che non deve essere capito, accolto , non si prova ad interagire e a creare un qualsiasi contatto, ma va studiato e vivisezionato ed usato per vincere la guerra contro il nemico, qualunque esso sia.
E se i veri mostri fossimo noi con i nostri limiti, le nostre ossessioni e paure? se fossimo noi gli esseri inferiori?
Eccezionale l’interpretazione di Sally Hawkins.
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