vanessa zarastro
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sabato 17 febbraio 2018
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un film cinefilo
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Shape of Water è una favola fantasy in versione grottesca che narra la storia d’amore tra diversi. Siamo a Baltimora nel 1962 in un laboratorio, bunker governativo segreto. Sembrerebbe di conoscere già la storia della “bella e della bestia” ma Del Toro la racconta in un suo modo, con un omaggio al cinema stesso. Sally Hawkins è bravissima nell’interpretare Elisa, una giovane donna delle pulizie muta, una trovatella abbandonata da piccola e cresciuta in orfanatrofio. Lui è un uomo-anfibio, uno strano essere trovato in un fiume in Amazzonia che gli scienziati americani degli anni ’60 pensano di utilizzare per il lancio nello spazio dopo che i Russi avevano manato in orbita la cagnetta Laika.
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Shape of Water è una favola fantasy in versione grottesca che narra la storia d’amore tra diversi. Siamo a Baltimora nel 1962 in un laboratorio, bunker governativo segreto. Sembrerebbe di conoscere già la storia della “bella e della bestia” ma Del Toro la racconta in un suo modo, con un omaggio al cinema stesso. Sally Hawkins è bravissima nell’interpretare Elisa, una giovane donna delle pulizie muta, una trovatella abbandonata da piccola e cresciuta in orfanatrofio. Lui è un uomo-anfibio, uno strano essere trovato in un fiume in Amazzonia che gli scienziati americani degli anni ’60 pensano di utilizzare per il lancio nello spazio dopo che i Russi avevano manato in orbita la cagnetta Laika. In quegli anni vigeva la “guerra fredda”, la competitività tra Unione Sovietica e Stati Uniti era molto accesa, il mondo della scienza era pieno di spie: i Russi attentavano all’esito positivo degli Americani, mentre questi ultimi erano in affanno per raggiungere i loro successi.
In questo contesto al laboratorio viene portata questa creatura dai doppi polmoni (in aria e in acqua) e piena di squame per essere usato come cavia. Lo tengono in una piscina legato con delle catene, maltrattato dal cattivissimo agente della CIA. Elisa è incuriosita da questo essere che soffre in solitudine, che non parla ma che sicuramente ha dei sentimenti. Lo corteggia, gli offre delle uova (simbolo della vita) hard-boiled, gli mette della musica, gli insegna il suo linguaggio gestuale. Nasce man mano un sentimento che va al di là della compassione perché lui le fa da specchio, impara a comunicare.
Nel frattempo sia la CIA sia il Kgb lo vogliono morto e lei lo vuole liberare per salvargli la vita. Coadiuvata da un gruppetto di “diversi”, ne organizza la fuga. E questi personaggi di “contorno” nella favola sono forse la parte più bella del film. Octavia Spencer (ormai specializzatasi in queste parti) è l’inserviente nera proletaria, maltrattata dal marito – i suoi racconti ricordano i blues di Billy Holidays – mentre lo splendido Richard Jenkins è il vicino di casa Giles, una sorta di Norman Rockwell in versione “sfigata”: un pittore tendenzialmente omosessuale in cerca di compagno, che raffigura nei suoi dipinti l’American way-of-life che vengono però superati dalla fotografia. Lo scienziato-spia russa è tormentato dalla conflittualità tra essere un bravo patriota che deve eseguire gli ordini ed essere un bravo scienziato che vuole conoscere e imparare. Michael Shannon invece rappresenta la caricatura dell’uomo bianco, razzista, ambizioso e assetato di potere descritto come un tipico personaggio della middle-class con moglie bionda e cotonata e figli cicciottelli.
Il film ha un bel ritmo (e un ottimo montaggio) specialmente nella prima parte, in crescendo e con una suspense da vero thriller, mentre lo perde un po’ verso il finale con l’affastellarsi di cattivi e cattivissimi.
Virato tutto sul ciano e con colori squillanti, il film è pieno di riferimenti all’epoca. Dalle prime pubblicità al design delle Cadillac. La televisione e il cinema – come media mitopoietici - passano continuamente brani che denotano quel periodo e commentano alcuni passaggi del film. Non a caso la protagonista abita sopra una sala cinematografica. Un esempio è Shirley Temple bambina con i suoi famosi riccioli biondi che simboleggia l’età dell’innocenza in cui vive la giovane muta. L’onnipresenza della musica con il suo ruolo educativo e sentimentale, è un altro elemento importante di Shape of Water. Memorabile è il ballo visionario in bianco e nero tra i due innamorati sulle note di You’ll never Know reso famoso da Frank Sinatra.
Il film, è come un sogno, ma come il sogno può essere anche un incubo. Ma il film non parla solo dell’amore platonico, è carnale sprizza sangue e descrive sesso. Tutto è legato all’acqua: lì lui vive e respira, lì lei si masturba, mentre la pioggia potrebbe donargli la libertà.
Del Toro è riuscito a fare un film di fantascienza con un budget modesto e risparmiando sugli effetti speciali. Mike Hill è l’artista britannico che si è occupato degli efetti speciali e che dichiara in un’intervista che ha lavorato tre anni sulla figura dell’uomo-pesce che doveva essere sì una sorta di “mostro”, ma non avrebbe dovuto spaventare troppo piuttosto ispirare tenerezza.
Già vincitore del Leone d’oro, Shape of Water è candidato a 13 Oscar.
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sabato 17 febbraio 2018
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storia
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donnapa
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venerdì 16 febbraio 2018
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diciamo la verità
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donnapa
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venerdì 16 febbraio 2018
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fortemente delusa
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Una delusione,non mi è piaciuto niente di questo film,scontato mediocre,non mi ha dato nessuna emozione.
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(di opidum)
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goldy
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venerdì 16 febbraio 2018
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reitera senza innovare
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Temo che Del Toro abbia girato questo film solo per sentire levarsi attorno a sé cori di cinefili entusiasti ,rapiti dalla sua capacità immaginifica dal sublime uso dei colori saturi, dal taglio delle inquadrature, dalla meraviglia della fotografia. Altro non c’è. Sul piano dell’innovazione di genere non c’è proprio niente da sottolineare. Per imprimere il proprio marchio di fabbrica indelebile al genere “mostri” avrebbe dovuto impegnarsi anche sui contenuti.
Le tematiche sono quelle consuete: il dileggio del diverso, il cattivo che opprime, la paura di sondare l’ignoto e il pervenire alla prevedibile conclusione consolatoria dove l’amore trionfa come unico antidoto al prevalere del male.
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Temo che Del Toro abbia girato questo film solo per sentire levarsi attorno a sé cori di cinefili entusiasti ,rapiti dalla sua capacità immaginifica dal sublime uso dei colori saturi, dal taglio delle inquadrature, dalla meraviglia della fotografia. Altro non c’è. Sul piano dell’innovazione di genere non c’è proprio niente da sottolineare. Per imprimere il proprio marchio di fabbrica indelebile al genere “mostri” avrebbe dovuto impegnarsi anche sui contenuti.
Le tematiche sono quelle consuete: il dileggio del diverso, il cattivo che opprime, la paura di sondare l’ignoto e il pervenire alla prevedibile conclusione consolatoria dove l’amore trionfa come unico antidoto al prevalere del male. Quindi riflessioni sempre uguali a se stesse che pervengono a identiche conclusioni.
Ora che Del Toro abbia optato per un film con queste caratteristiche ci può stare benissimo e il botteghino lo renderà ancora più ricco di quello che è, ma che la giuria di Venezia gli abbia conferito il Leone d’Oro proprio non mi riesce di capirlo e tantomeno di accettarlo.
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gstazio
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venerdì 16 febbraio 2018
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apri la tua mente
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La morale del film è la seguente: è facile essere aperti e tolleranti a distanza di 30 o 40 anni dai fatti ma bisogna cercare di esserlo nel presente, anticipare ed addirittura eliminare i pregiudizi e la poca conoscenza della società. Film bellissimo, una storia d'amore favolosa all'interno di una società conformista ed ottusa
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lorenzoferraro
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venerdì 16 febbraio 2018
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delicato, fine e stupendamente bello
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Più che una recensione, posto un commento a caldo. Bello. Veramente bello. Delicato, fine, grazioso. Non so cos'altro dire. Nutrivo aspettative altissime su questo film. E questo è forse il motivo per cui la prima parte mi è parsa un po' pesante, non all'altezza forse. Ma ragazzi non c'è nulla che non sia all'altezza delle aspettative. Una storia d'amore tra una ragazza muta ed un mostro imprigionato e destinato ad essere soppresso, il tutto immerso in odore di guerra fredda. Ci sono momenti di pura Genialità cinematografica (momenti che preferisco non dire per evitare lo spoiler), che inseriscono definitivamente (se ancora ci fossero stati dei dubbi) Del Toro tra i migliori registi al mondo.
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Più che una recensione, posto un commento a caldo. Bello. Veramente bello. Delicato, fine, grazioso. Non so cos'altro dire. Nutrivo aspettative altissime su questo film. E questo è forse il motivo per cui la prima parte mi è parsa un po' pesante, non all'altezza forse. Ma ragazzi non c'è nulla che non sia all'altezza delle aspettative. Una storia d'amore tra una ragazza muta ed un mostro imprigionato e destinato ad essere soppresso, il tutto immerso in odore di guerra fredda. Ci sono momenti di pura Genialità cinematografica (momenti che preferisco non dire per evitare lo spoiler), che inseriscono definitivamente (se ancora ci fossero stati dei dubbi) Del Toro tra i migliori registi al mondo. Assolutamente da vedere.
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maramaldo
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giovedì 15 febbraio 2018
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un funambolismo riuscito
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Un gioco d'equilibrio virtuosistico. Appena una sbavatura, un'ingenuità più trasparente, una forzatura inappropriata e "La Forma dell'Acqua" sarebbe crollata come un castello di carte tra l'indignazione e le grasse risate. Una rarità, quindi. Non credo che Vinicio del Toro ci proverà ancora.
La Guerra Fredda si conferma per quella che fu l'intuizione di Spielberg: periodo leggendario ideale per raccontar frottole, con moniti per l'oggi e il domani, con i biechi figuri di sempre.
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andrea
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giovedì 15 febbraio 2018
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vera magia per un capolavoro estetico e morale
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La storia si svolge a Baltimora, agli inizi degli anni sessanta ed in piena Guerra Fredda. Elisa, la protagonista, è una donna che soffre di mutismo e lavora per un laboratorio segreto degli Stati Uniti come donna delle pulizie. E' una persona socialmente emarginata, a causa del suo "difetto", ed i suoi unici amici sono il vicino di casa Giles, un uomo con la passione per il disegno ed omosessuale; e una sua collega afroamericana, Zelda, con quali condivide il peso dell'essere esclusi e divisi dalla società. Ad un certo punto al laboratorio giunge una cisterna contenente un essere all'apparenza non umano e con forme anfibie. Elisa ne rimano subito affascinata e suscita in lei curiosità, tanto che le mattine successive inizia ad entrare di nasconto nel bunker, portandogli cibo, musica; insegnadogli anche la comunicazione tramite l'uso dei segni.
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La storia si svolge a Baltimora, agli inizi degli anni sessanta ed in piena Guerra Fredda. Elisa, la protagonista, è una donna che soffre di mutismo e lavora per un laboratorio segreto degli Stati Uniti come donna delle pulizie. E' una persona socialmente emarginata, a causa del suo "difetto", ed i suoi unici amici sono il vicino di casa Giles, un uomo con la passione per il disegno ed omosessuale; e una sua collega afroamericana, Zelda, con quali condivide il peso dell'essere esclusi e divisi dalla società. Ad un certo punto al laboratorio giunge una cisterna contenente un essere all'apparenza non umano e con forme anfibie. Elisa ne rimano subito affascinata e suscita in lei curiosità, tanto che le mattine successive inizia ad entrare di nasconto nel bunker, portandogli cibo, musica; insegnadogli anche la comunicazione tramite l'uso dei segni. Durante il fatto, si fa anche conoscenza del capo della struttura, il colonnello Strickland, il quale conduce sull'essere brutali e disumani esperimenti. Ad un certo punto, egli riceve ordine dal generale Hoyt di ucciderlo, vivisezionarlo e studiarlo. Con loro vi è anche lo scienziato Hoffstetler, un doppiogiochista del governo russo che riceve l'ordine di sopprimere la creatura per impedire agli americani di studiarla. Anche l'uomo però ne rimane affascinato (notando allo stesso tempo che Elisa va a fargli visita) e quindi chiede di non ucciderlo e continuare gli esperimenti tenedolo in vita. Riceve esito negativo da ambo i governi. Elisa, preso nota dell'imminente destino della creatura, decide di salvarla organizzando un piano di fuga insieme ai suoi amici e al dottore...
Sullo sfondo dell'opprimente Guerra Fredda, il regista messicano Guillermo Del Toro riesce a creare ancora una volta una sublime storia che, nonostante il suo lato favolistico e fantasy, rimanda in maniera prorompente a delle tematiche di bruciante attualità: la continua battaglia di supremazia delle maggiori potenze mondiali su quelle di "minore importanza" e sul tema del diverso. A mano a mano che si visiona la nuova stupefacente pellicola del regista messicano, dietro ad immagini di forte impatto emotivo e visivo, dietro ad una maniacale accuratezza delle scene e degli ambienti, sorgono diversi interrogativi: cosa significa davvero "essere diversi"?; è mai possibile che ancora oggi c'è qualcuno che definisce "inferiori" persone che magari hanno un colore diverso di pelle, hanno un diverso orientamento sessuale o ancora soffrono di brutti disturbi?; fino a che punto la ferocia e la tirannia umana può arrivare?...
La verità però è una ed una soltanto: nessuno è diverso da nessuno e niente come l'amore può rispondere al meglio a queste domande, e nel film è descritto attraverso il rapporto (iniziato con una semplice amicizia) tra Elisa e l'uomo anfibio. Se c'è l'amore non c'è il diverso o uguale, non c'è l'inferiore o superiore; ma purtroppo per alcuni, anche di nota potenza mondiale, non è ancora chiara questa cosa. E chissà quando questa lotta potrà finalmente finire e vivere tutti sulla stessa barca.
Quest'opera rappresenta in tutti i sensi un capolavoro estetico ed esemplare, consapevole della sua funzione sociale, che solo la mano di Del Toro poteva regalarci. Vera magia che riesce ad aprire il cuore e l'anima allo spettatore.
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gstazio
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giovedì 15 febbraio 2018
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apri la tua mente
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Un film splendido con un messaggio fortissimo raccontato attraverso una favola, alla stregua dei cartoni. Il mondo sarebbe migliore se valutassimo la realtà ed i fatti e non giudicassimo tutto nell'ottica del profitto, della politica e del conformismo. Una fotografia ed un allestimento d'epoca notevole, una colorazione quasi da fumetti per una storia d'amore romantica e a lieto fine. Con una colonna sonora del grandissimo Desplat che resta in testa.
Da non perdere, insieme a The Party il miglior film della stagione
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