Titolo originale | Mary Shelley |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, Biografico, Sentimentale, |
Produzione | USA |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Haifaa Al-Mansour |
Attori | Elle Fanning, Douglas Booth, Tom Sturridge, Bel Powley, Ben Hardy Maisie Williams, Joanne Froggatt, Stephen Dillane, Ciara Charteris, Hugh O'Conor, Owen Richards, Andy McKell, Derek Riddell, Bill O'Brien (II), Martin Phillips, Chloe Vos, Pat Hickey, Serena Barnes, Laurence Foster, Mella Carron, Ciara Griffith, Jack Hickey, Sarah Lamesch, Alexander Cobb, Cillian Cusack, Cathal Cusack, Dean Gregory, Wilhelmina von Blumenthal, Stuart Graham, Nathan Vos. |
Uscita | mercoledì 29 agosto 2018 |
Distribuzione | Notorious Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,82 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 7 settembre 2018
La relazione sentimentale tra il poeta Shelley e la diciassettenne Mary Wollstonecraft che divenne anche lei una famosa scrittrice. In Italia al Box Office Mary Shelley - Un amore immortale ha incassato 373 mila euro .
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Mary, figlia di un'antesignana del femminismo e di un filosofo, cresce in bellezza e cultura. Appassionata di letteratura gotica e di fantasmi, si rifugia spesso in un cimitero e sogna di scrivere un giorno il suo romanzo. Durante un soggiorno in campagna incontra Percy Shelley, poeta inquieto che la seduce e innamora perdutamente. Sposato con prole, Percy nasconde a Mary la verità. Svelata l'omissione, Mary deve scegliere se vivere o negarsi quell'amore. Il desiderio ha il sopravvento e i due amanti fuggono insieme, trascinandosi dietro la sorella minore di Mary. Tra i tre nasce un singolare ménage che conosce alti e bassi, miseria e nobiltà. Quella predicata ma mai applicata da Lord Byron, celebre e vanesio drammaturgo che li sfida sulla pagina e nella vita. Mary accetta e scrive "Frankenstein", vincendo con la sfida l'eternità.
Non sorprende che la regista saudita Haifaa Al-Mansour abbia realizzato un film su Mary Shelley.
Figlia del filosofo determinista William Godwin e moglie del poeta romantico Percy Shelley, Mary riuscì con un romanzo (il romanzo) a emanciparsi dalle (due) figure tutelari maschili, producendo negli anni opere femministe e progressiste. Dopo aver denunciato il fondamentalismo e la poligamia in Arabia Saudita e aver girato il primo film saudita della storia (La bicicletta verde), Haifaa Al-Mansour prosegue con Mary Shelley la sua ricerca personale sull'esclusione.
Sensibile e in prima linea per la causa femminile, il suo sguardo questa volta si rivolge al passato, in direzione del Vecchio Continente dove pesca una giovane donna e il suo entusiasmo rivoluzionario. Ostinata come e più della protagonista di La bicicletta verde, una ragazzina decisa a guadagnarsi una bicicletta in un paese che impedisce alle donne di condurle, Mary fa altrettanto in un'epoca claustrofobica per il suo genere. In quel mondo oscuro e opprimente Mary trova la sua voce intima e la mette su carta, firmando l'ultimo romanzo gotico e il primo romanzo di science-fiction.
Mary Shelley, sulfureo come i suoi poeti, racconta la vita di una donna emancipata e l'origine di uno straordinario mito letterario. Mito orrorifico e figlio 'mostruoso' di una relazione vulcanica e di un gioco di società. Sopraffatti dalla sublimità dei paesaggi alpini e privati da un temporale ingrato del lor solo piacere, il canottaggio lacustre, l'immaginazione è l'unica risorsa per un gruppo di giovani artisti 'in collera'.
"Ognuno di noi scriverà una storia di fantasmi", propone Lord Byron nella sua villa svizzera a Mary, Percy e John Polidori, scrittore e medico britannico. Se Byron non produce che un embrione di un racconto vampiresco, Shelley, genio poetico ma mediocre narratore, dichiara forfait, Polidori, il migliore tra gli uomini, scrive "Il Vampiro", aprendo la strada a "Dracula" e affini, è Mary a rendere immortale questo 'gothic party', concependo una creatura colossale e instabile, ombra di una scienza arrogante che supponeva di poter dominare la natura. Informata sugli esperimenti di Galvani sulla rianimazione elettrica dei cadaveri e sulle teorie di Erasmus Darwin sull'attivazione della materia inerme, Mary immagina un moderno Prometeo e il mostruoso prodotto del suo genio scientifico.
Sotto il segno di una sutura aberrante, come quella del romanzo, il dramma di Haifaa Al-Mansour è un mélange di fragilità e combattività, di innocenza perseguitata e di furore di vendetta che affonda nella relazione tra Mary e Shelley, nelle sue ossessioni psicologiche, negli intollerabili lutti. Figlia di due figure chiave dell'Illuminismo inglese, di cui condivide le idee rivoluzionarie, Mary Shelley è al cuore di un film teso a celebrare la sua figura e a ribadire il discorso (mai così attuale) della relazione uomo-donna. A incarnarla sullo schermo è la luminosa Elle Fanning, a cui fa corona un cast maschile dall'elasticità fisionomica (e interpretativa) ridotta. È lei il centro di una storia di cui non tarderà a diventare l'oggetto di tutti i desideri. Quello che colpisce di Elle Fanning è l'evidenza del suo 'gioco', l'immediatezza della sua presenza. Lei appartiene a quella categoria di attori che non hanno bisogno di fare quasi nulla per attirare lo sguardo ed è precisamente quello che ha messo in scena Nicolas Winding Refn con The Neon Demon.
Precipitata in un dramma in costume e lacrime, Elle Fanning fugge il respiro irrisolto del film come i capelli biondi la sua silhouette di bambola. In una condizione di passività storica, trova una linea di fuga e va più lontano del film che la contiene e di una società inventata dagli uomini per gli uomini. La sua Mary Shelley frantuma i corsetti dell'immaginario, scoprendo in sé un abisso di oscurità a cui attingere per disegnare la sua creatura. Più a suo agio a oriente del cinema, Haifaa Al-Mansour ha tuttavia il merito di aver scelto un'interprete capace di un'articolazione moderna di Mary Shelley, incoraggiando ancora una volta il diritto alla differenza e all'ottimismo. Ottimismo riservato per il momento agli spettatori e interdetto alle donne (saudite) che non hanno altra prospettiva che (soprav)vivere in un regno che produce dieci milioni di barili di petrolio al giorno e un film per secolo.
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Su questo film ho letto commenti completamente contrastanti su chi lo ha amato e chi lo ha odiato: io sono nel primo gruppo ed ammetto che mi ha sorpreso particolarmente in positivo. La Fanning mi ha convinto in positivo nella sua interpretazione della Shelley, molto più degli altri attori. La storia raccontata è fedele alla biografia della scrittrice: ci vengono mostrati infatti gli [...] Vai alla recensione »
Biografico-Sentimentale, è la storia di Mary Shelley e come nacque il suo celebre romanzo "Frankenstein". Una vita piena di cocenti delusioni quella di Mary, orfana di madre, morta appena dieci giorni dopo la sua nascita, trova rifugio e conforto nel padre, noto scrittore, questi la invita ad un'educazione culturale libera da vincoli, ciò le permette di avere una visione [...] Vai alla recensione »
“Mary Shelley – Un Amore Immortale” della regista saudita Haifaa Al-Mansour racconta la storia d’amore tra l’autrice del celeberrimo “Frankenstein” ed il noto poeta Percy Shelley: un amore molto intenso e travagliato per il carattere tormentato dell’uomo che costrinse la giovanissima donna a lasciare la casa del padre (non contento in quanto Shelley [...] Vai alla recensione »
La regista Haifaa Al-Mansour, dopo La Bicicletta Verde, si cimenta con un altro film sul problema della condizione di segregazione, di umiliazione, direi di apartheid, della femmina rispetto al maschio, e della sua lotta per ottenere quello che le spetta, l’emergenza e il riconoscimento degli innegabili talenti nella strepitosa diversità, che le sono stati donati.
la regia rende molto bene la mentalità del tempo,la cultura della fine settecento e il tentativo di "ribellione"dei poeti del tempo. spesso la ribellione confusa con il facciamo quel che ci pare. Il film è avvincente anche se a tratti lento ma che comunque ti affascina. la storia ben condotta anche se romanzata molto bella la fotografia,se conosci schelley e le sue opere [...] Vai alla recensione »
Pur rimanendo nel solco convenzionale del dramma in costume, questo lavoro merita attenzione per diversi motivi. Innanzitutto per le ottime interpretazioni degli attori, poi per la bella sceneggiatura che riesce a raccontare in modo semplice ma efficace senza scadere nell'enfasi le vicende che porteranno alla genesi di "Frankenstein o un moderno Prometeo".
Film anche commovente, la vita deve nascere seguendo il suo corso, no artificialmente creata direttamente dal, essere umano!
Una storia d’amore che lega Mary e Shelley per poi scrivere il loro romanzo più famoso ovvero quello di Frankenstein, dove Mary prima però dovrà difendere il suo lavoro da scrittrice e la propria identità.
Mary Wollstonecraft God-win ha vent'anni quando, nel 1817, termina Frankenstein: or, The Modem Prometheus, pubblicato anonimo l'anno dopo. Nonostante l'età, ha già molto vissuto. Figlia di William Godwin, politico repubblicano e filosofo tardo-illuminista, e di Mary Wollstonecraft, filosofa e protofemminista - morta quando lei aveva dieci giorni -, nel 1814 Mary ha lasciato la casa del padre, fuggendo [...] Vai alla recensione »
Mary Shelley è il secondo lavoro di Haifaa al-Mansour; prima regista saudita candidata ai Bafta e prima selezionata del suo paese agli Oscar con La bicicletta verde, il film precedente, in cui già emergeva il desiderio di raccontare il desiderio di emancipazione femminile in una società conservatrice, patriarcale, chiusa nei rituali e nell'ortodossia.
La prima edizione di Frankenstein, anno 1818, era anonima, con una prefazione del marito di Mary, il poeta Percy B. Shelley: nessuno avrebbe pubblicato un simile romanzo firmato da una donna. Ed è stato solo uno degli intoppi lungo la strada per l'emancipazione di una delle più grandi scrittrici di tutti i tempi. Da Marie Claire, settembre 2018
Tutti conoscono Frankenstein, non tutti l'autrice che lo scrisse a 17 anni a inizio 800. Mary Shelley ha il merito di raccontare l'adolescenza ribelle, l'amore per il poeta (e marito) Percy Shelley, la morte di una figlia, la delusione e la solitudine che hanno fatto di Frankenstein un alter ego (o quasi) e un "mostro" umanissimo. Regia e punto di vista femminile di Haifaa al-Mansour.
Bisticciano continuamente i giovani Mary e Percy, neanche fossero Sandra e Raimondo. Litigano, si riprendono, si amano, si dividono, si rimettono insieme e, tra una schermaglia e l'altra, scrivono. Lei, addirittura, è Mary Shelley, l'autrice di Frankenstein (ideato nella villa di un Lord Byron con rimmel) e questo dovrebbe essere un biopic sulla sua vita.