Mistress America

Film 2015 | Commedia, +13 84 min.

Titolo originaleMistress America
Anno2015
GenereCommedia,
ProduzioneUSA
Durata84 minuti
Regia diNoah Baumbach
AttoriGreta Gerwig, Lola Kirke, Matthew Shear, Jasmine Cephas Jones, Heather Lind Michael Chernus, Cindy Cheung, Kathryn Erbe, Andrea Chen, Amy Warren, Shana Dowdeswell, Rob Yang, Juliet Brett, Charlie Gillette, Joel Marsh Garland, Seth Barrish, Rebecca Henderson.
Uscitagiovedì 14 aprile 2016
TagDa vedere 2015
Distribuzione20th Century Fox Italia
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,18 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Noah Baumbach. Un film Da vedere 2015 con Greta Gerwig, Lola Kirke, Matthew Shear, Jasmine Cephas Jones, Heather Lind. Cast completo Titolo originale: Mistress America. Genere Commedia, - USA, 2015, durata 84 minuti. Uscita cinema giovedì 14 aprile 2016 distribuito da 20th Century Fox Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,18 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 15 aprile 2016

Tracy, una solitaria ragazza newyorkese al primo anno di college, viene salvata dalla solitudine dalla sua futura sorellastra Brooke. In Italia al Box Office Mistress America ha incassato 35 mila euro .

Mistress America è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,18/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 2,90
PUBBLICO 3,14
CONSIGLIATO SÌ
Ritrattista tragi-comico, affilato e verboso alla maniera della sua musa, Noah Baumbach firma un nuovo faccia a faccia mimetico tra due generazioni.
Recensione di Marzia Gandolfi
mercoledì 21 ottobre 2015
Recensione di Marzia Gandolfi
mercoledì 21 ottobre 2015

Tracy Fishko, matricola al college, si è trasferita a New York e ha lasciato indietro un padre defunto e una madre in procinto di risposarsi. Mentre sogna di entrare in un prestigioso circolo letterario e di innamorare il nerd della porta accanto, conosce Brooke, la sorellastra che la madre le ha consigliato di contattare per sopravvivere alla metropoli. Rapita dall'entusiasmo e dalla dinamicità di Brooke, Tracy cambia passo e ritmo, lasciandosi coinvolgere dalla vita della giovane donna che sogna, tra le altre cose, di aprire un ristorante 'familiare' a Williamsburg. Se Brooke ha bisogno di soldi per realizzare il suo progetto, Tracy ha bisogno di Brooke per scrivere il racconto della vita. Amica e musa logorroica, offre suo malgrado a Baby Tracy la storia per accedere al circolo. Ma la realtà qualche volta è difficile da cogliere ponendo un abisso di interpretazioni. Interpretazioni a cui Brooke è irriducibilmente resistente.
Come si accordano vita e finzione? Possono essere manipolate per girare un film o per scrivere un racconto? Noah Baumbach riespone le istanze del film precedente (Giovani si diventa) e gira una commedia amicale interpretata con slancio inarrestabile da Greta Gerwig e Lola Kirke, ostinate a cercare il loro posto e a pretendere la felicità che meritano come in un racconto rohmeriano. Piene di un'incompletezza più sociologica che generazionale, quella della precarietà e della difficoltà a entrare nella loro età adulta, Brooke e Tracy hanno imparato ciascuna a suo modo e ciascuna secondo i propri anni a indossare in qualunque circostanza la maschera da vincenti. Un trucco che gli permette di incassare i colpi della vita con un vigore toccante, libere di mentire e di mentirsi.
Sedotto da una giovinezza, che qualche volta umilia e qualche altra salva, Baumbach chiama ancora una volta alla sbarra d'appello le nuove generazioni e chiude un'ideale trilogia della giovinezza cominciata con Frances Ha e continuata con Giovani si diventa. Commedie scritte a quattro mani con la sua giovane compagna Greta Gerwig, presunto punto di partenza di riflessioni sulla dissonanza tra le età. Mistress America aggiorna la materia di Giovani si diventa, abbassa i toni del confronto generazionale e ridimensiona il numero dei personaggi, che scendono da quattro a due: Brooke che (si) ripete di voler aprire un ristorante ma non arriva mai a concludere come il 'documentario sull'America' di Ben Stiller, Tracy che cova l'ambizione sotto la nerditudine ma la pratica con più sottigliezza del giovane documentarista di Adam Driver.
Se tradizionalmente sono i vecchi a vampirizzare i giovani, Baumbach inverte il movimento e racconta una storia che prevede di nuovo l'impiego da parte del personaggio più giovane di tutti i mezzi per arrivare ai fini (i propri). Nella vita come nella finzione letteraria che Tracy mescola con disinvoltura su un quaderno, catturando accanita, e senza porsi delle questioni, tutto quello che Brooke dice, tutto quello che Brooke incomincia (senza finirlo mai). Un film fa era un zoom a sollevare un affaire morale e a rivelare la malafede del giovane di Adam Driver, a questo giro e lontano da New York, è un racconto trafugato da una fidanzata gelosa a smascherare Tracy, che ha saccheggiato la vita della sorellastra facendone un ritratto decadente e inconcludente in odore di estinzione. Ancora una volta è un incontro a innescare il carburante e a produrre i segni di un'ammirazione reciproca, nondimeno Mistress America segnala scarti di età, qui inferiore ai vent'anni, e di carattere. Brooke non è in fondo la stronza che sembra essere, Tracy da par suo non è il vampiro che ha rivelato di essere. Tracy prova un'ammirazione sincera per Brooke, diversamente dal 'debuttante' di Adam Driver che si presenta al 'vecchio' Ben Stiller come inscenato ammiratore.
Ritrattista tragi-comico, affilato e verboso alla maniera della sua musa, Noah Baumbach firma un nuovo faccia a faccia mimetico tra due generazioni, in cui ciascuna sembra volere qualche cosa dall'altra dentro un malinteso generale. Se i toni passivo-aggressivi sono ereditati dal cinema europeo e le figure maschili dallo schlemiel ebreo di Woody Allen, i personaggi femminili trovano ragione e incarnazione in Greta Gerwig, attrice iper-contemporanea e pienamente rétro, capace di catturare lo spirito di un'epoca e di imporre, dai tempi di Frances Ha, una nuova maniera di essere al mondo. Una maniera che fluttua senza affondare, che non smette di traslocare, in una casa più grande o in un quartiere più alla moda, che si inventa senza bisogno di una storia d'amore, perché le infatuazioni si inseriscono in un contesto relazionale e immaginario più grande, dove alla fine a contare di più sono l'amicizia, il gruppo, la scoperta del mondo. Eludendo sempre lo scoglio del cinismo e diffondendo le sue commedie di note leggere ed etnografiche, Baumbach dona ogni volta una ragione e una chance ai suoi personaggi patologicamente felici e latori di un hipsterismo trionfante. Forse un nuovo umanismo?

Sei d'accordo con Marzia Gandolfi?
Una commedia sui sogni adolescenziali e le famiglie allargate.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 18 aprile 2016
vanessa zarastro

Nello stile del precedente Frances Ha il film sembra svolgersi in un periodo indefinibile come 30 o 40 anni fa, se non fosse per gli smartphones di nuova generazione: lo spinello per dimenticare, il bere per incontrare e per essere cool…il college con i circoli letterari e i teatrini off, sembrano essere una costante senza tempo della Manhattan che tutti abbiamo iniziato a conoscere e ad [...] Vai alla recensione »

martedì 19 aprile 2016
Flyanto

Noah Baumbach firma un'altra opera dove, come sempre ed alla maniera un poco di Woody Allen, la città di New York ne è la protagonista principale insieme ovviamente a dei singolari personaggi, per lo più femminili. "Mistress America" così presenta sullo schermo due particolari e simpatiche giovani donne, con circa 10 anni di differenza tra loro, che per [...] Vai alla recensione »

giovedì 21 aprile 2016
no_data

Non decolla. Mi aspettavo molto di più

martedì 30 agosto 2016
Emanuele 1968

Troppo teso, di piacevole era sicuramente la serata con cinema all'aperto proiettato in un castello con borgo medioevale, molto suggestivo, un clima molto caldo, un cielo stellato, limpido, senza vento, molta tranquillità, vedevo molte persone distratte dai cellulari, un film cosi.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Massimo Bertarelli
Il Giornale

Fanno venire l'orticaria quei registi che si credono Woody Allen. Come questo Noah Baumbach, newyorchese guarda caso, che racconta, anche da sceneggiatore, l'incontro tra due (quasi) sorellastre. Nel senso che la madre vedova della diciottenne aspirante scrittrice Tracy sta per risposarsi con il padre della svagata trentenne Brooke. Quante chiacchiere e quante parolacce.

Emiliano Morreale
L'Espresso

Tracy (Lola Kirke) è una studentessa di college in crisi, con ambizioni letterarie. Arrivata dal New Jersey a New York, sperduta, si mette in contatto con la futura sorellastra, figlia dell'uomo che sua madre sta per sposare. Quest'ultima, Brooke (Greta Gerwig), è il suo opposto: una trentenne irruenta, creativa e dispersiva, persa dietro a mille progetti e al mondo notturno della città.

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Uscendo da Frances Ha, il film precedente della coppia Noah Baumbach/Greta Gerwig (lui scrive e dirige, lei scrive e recita, tutti e due stanno insieme), ci auguravamo di ritrovare la biondina stramba del titolo in una nuova puntata delle sue avventure di eterna immatura. Desiderio realizzato, o quasi. La Brooke di questo nuovo episodio non è Frances qualche anno più tardi ma le somiglia parecchio. [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Nelle commedie leggiadre di Noah Baumbach si respira l'aria della commedia sofisticata hollywoodiana, rivisitata alla luce dei tempi attuali e quindi meno glamour, ma imbastita con altrettanta finezza e ironia. Interpretata dalla deliziosa Greta Gerwig che del cineasta è musa e compagna di vita, la protagonista di Mistress America è raccontata attraverso lo sguardo di aspirante scrittrice di una studentessa [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Il quarantaseienne newyorkese Noah Baumbach non è una star della regia. Però si è assicurato un pubblico fedele con film a piccolo budget delicati e intelligenti, quali Il calamaro e la balena o Frances Ha: dove ha raccontato (e scritto) storie di gente normale, imperniate sui sentimenti, le difficoltà di affrontare l'età adulta, le famiglie che si disgregano e si ricompongono.

NEWS
[LINK] EVENTO
lunedì 11 aprile 2016
Gabriele Niola

Torna CinemaDays, la 4 giorni in cui quasi tutti i cinema italiani (almeno 2.600 sale, ma l'elenco completo si trova sul sito ufficiale dell'iniziativa), tagliano il prezzo del biglietto a 3Euro (o 5Euro in caso di 3D).

NEWS
giovedì 22 gennaio 2015
Mauro Gervasini

Si fa presto a dire indie. E infatti il Sundance Film Festival, fondato nel 1981 dal "Sundance Kid" Robert Redford a Park City nello Utah, cominciava a perdere un po' della sua antica vocazione, quella di vetrina del cinema indipendente.

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