onufrio
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sabato 12 marzo 2016
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stephen hawking
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Film biografico che racconta la vita di Stephen Hawking, a partire dal 1963 quando era uno studente in quel di Cambridge, periodo nel quale gli venne diagnosticata una terribile malattia che secondo i medici gli avrebbe lasciato soltanto 2 anni di vita. Allo scoramento iniziale, il fisico reagisce grazie anche all'aiuto di Jane, ragazza che diverrà sua moglie. Il film è incentrato più sulla vita sentimentale e sulla malattia, tralasciando le numerose scoperte e teorie realizzate da Hawking, ma il film trasmette tanto calore umano, bei sentimenti e un pò di tristezza. Meritato l'oscar per il miglior attore protagonista a Eddie Redmayne, stupenda anche la perfomance di Felicity Jones.
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Film biografico che racconta la vita di Stephen Hawking, a partire dal 1963 quando era uno studente in quel di Cambridge, periodo nel quale gli venne diagnosticata una terribile malattia che secondo i medici gli avrebbe lasciato soltanto 2 anni di vita. Allo scoramento iniziale, il fisico reagisce grazie anche all'aiuto di Jane, ragazza che diverrà sua moglie. Il film è incentrato più sulla vita sentimentale e sulla malattia, tralasciando le numerose scoperte e teorie realizzate da Hawking, ma il film trasmette tanto calore umano, bei sentimenti e un pò di tristezza. Meritato l'oscar per il miglior attore protagonista a Eddie Redmayne, stupenda anche la perfomance di Felicity Jones.
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lucblaks
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mercoledì 28 ottobre 2015
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finchè c'è vita c'è speranza.
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Credo sia superfluo raccontare la storia di Stephen Hawking,il cui nome rieccheggia costantemente nel firmamento della scienza moderna non solo per avere abbattuto le barriere della scienza stessa, ma anche per aver ostacolato il tempo di vita a lui concesso, trovandosi una cura lui stesso.
E'però da considerare ardua l'impresa di raccontare la sua storia sia fisica che emotiva traducendola in immagini per il grande schermo.
Ci riescono brillantemente la penna dello sceneggiaturo Anthony McCarten ( che ha adattato il libro autobiografico scritto dalla stessa Jane Hawking dal titolo My life with Stephen ) e l'occhio attento di Marsh in grado di mostrare sapientemente e in modo assolutamente raffinato le ambientazioni e circostanze cupe che hanno fortemente condizionato Hawking e tutti coloro che lo hanno accompagnato nel suo viaggio, senza mai sfociare nell'eccessiva brutalità che la tragica malattia del protagonista ha causato.
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Credo sia superfluo raccontare la storia di Stephen Hawking,il cui nome rieccheggia costantemente nel firmamento della scienza moderna non solo per avere abbattuto le barriere della scienza stessa, ma anche per aver ostacolato il tempo di vita a lui concesso, trovandosi una cura lui stesso.
E'però da considerare ardua l'impresa di raccontare la sua storia sia fisica che emotiva traducendola in immagini per il grande schermo.
Ci riescono brillantemente la penna dello sceneggiaturo Anthony McCarten ( che ha adattato il libro autobiografico scritto dalla stessa Jane Hawking dal titolo My life with Stephen ) e l'occhio attento di Marsh in grado di mostrare sapientemente e in modo assolutamente raffinato le ambientazioni e circostanze cupe che hanno fortemente condizionato Hawking e tutti coloro che lo hanno accompagnato nel suo viaggio, senza mai sfociare nell'eccessiva brutalità che la tragica malattia del protagonista ha causato.
Ma mai come in questo caso possiamo affermare che il film avrebbe ottenuto metà dei consensi che ha ricevuto senza la meravigliosa componente di interpreti in stato di grazia di cui è dotato.
Meritato senza se e senza ma l'Oscar di Redmayne che riesce nell'impresa quasi impossibile di dare voce a chi è stata privata, di regalare al pubblico con estrema fedeltà non solo la fisicità di Hawking per la quale è stato fortemente elogiato ma anche e soprattutto il suo cuore. Ogni singola espressione, ogni singolo gesto, se pur sofferto, rappresenta una sfumatura nuova, una nuova figurina da aggiungere al ricco puzzle di questa meravigliosa interpretazione.
Ma se la performance di Redmayne risulta impeccabile non è certo da meno quella della sua controparte femminile, l'intensa Felicity Jones.
Fin dalla prima inquadratura la Jones si dimostra perfettamente convincente nei panni della moglie di Hawking, Jane.
Lo si vede dalla sua brillante capacità di poter trasmettere l'intensa fragilità giovanile del suo personaggio tramutata quasi improvvisamente nella determinazione innata non solo di far sopravvivere il suo amato ma soprattutto di far sopravvivere le sue idee. Tutto questo attraverso un battito di ciglio,una lacrima, un sorriso e una naturalezza che poche attrici della sua età possono vantare di avere.
Il resto del cast è puramente di contorno come è giusto che sia in quanto questo film appartiene unicamente ai due interpeti principali.
La teoria del tutto non è un film perfetto. C'è chi sostiene che la pellicola abbia addolcito il personaggio di Hawking e chi sostiene che non sia stato dato abbastanza spazio alla scienza e forse è vero. Ma forse è anche vero che non è la scienza il motivo per cui questo film è stato realizzato. Forse proprio quella frase che il macchinario di Hawking, con quella sua voce robotica e assordante,afferma durante un suo convegno lo è: "Finché c'è vita c'e speranza". Finché c'è amore c'è speranza. La speranza di poter abbattere le barriere della malattia per poter realizzare qualcosa di grande, qualcosa che solo Hawking, con l'aiuto dell'amore che non gli è mai stato negato, è riuscito a realizzare. Forse è questo il motivo.
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kondor17
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mercoledì 30 settembre 2015
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ben fatto
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Quando un uomo diventa un mito, un'icona dei nostri tempi, la realtà si fonde con per forza con il fantastico e l'immaginario. E se quest'uomo è lo scopritore eccelso dei buchi neri e delle teorie spazio temporali che hanno rivoluzionato non solo l'astrofisica ma anche la letteratura e il cinema, qualsiasi trasposizione biografica è lecita.
Il buon James Marsch, documentarista d'eccezione, non riesce però secondo me a dare a Hawking lo spessore scientifico che si merita, mentre ne descrive in maniera dettagliata l'aspetto umano e sentimentale, oltre che familiare e logistico.
La storia di Stephen è unica, come è del resto assai raro il decorso in lui di una malattia che di solito è letale in un paio d'anni.
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Quando un uomo diventa un mito, un'icona dei nostri tempi, la realtà si fonde con per forza con il fantastico e l'immaginario. E se quest'uomo è lo scopritore eccelso dei buchi neri e delle teorie spazio temporali che hanno rivoluzionato non solo l'astrofisica ma anche la letteratura e il cinema, qualsiasi trasposizione biografica è lecita.
Il buon James Marsch, documentarista d'eccezione, non riesce però secondo me a dare a Hawking lo spessore scientifico che si merita, mentre ne descrive in maniera dettagliata l'aspetto umano e sentimentale, oltre che familiare e logistico.
La storia di Stephen è unica, come è del resto assai raro il decorso in lui di una malattia che di solito è letale in un paio d'anni. La commistione di questi elementi - genio, incombenza della fine, paralisi - è stata per lui la scintilla costante che lo muoveva verso nuovi confini della coscienza e dell'universo, in quel limite ultimo della quantistica dove il micro e macrocosmo diventano speculari, in cui Dio e Sapere giungono a conclusioni simili per vie diametralmente opposte, aspetto questo ben curato dal regista.
Da notare le interpretazioni di Redmayne, che gli è valsa l'oscar, e di Felicity Jones, grandiosa e intensa nella parte di Jane Hawking.
Nel complesso un buon film, anche se mi aspettavo qualcosa di più scientifico e strabiliante. Voto 7
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themaster
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martedì 29 settembre 2015
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melenso,cerchiobottista,televisivo
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Quando ormai un annetto fa ho saputo che sarebbe uscita la biografia di Stephen Hawking,sono stato subito incuriosito da ciò che sarebbe potuto uscirne,tuttavia quando ho sentito il nome di Marsh alla regia,mi sono venuti i sudori freddi in quanto consegnare un film del genere nelle mani di un regista pressochè esordiente può essere un'arma a doppio taglio e infatti questo film ne è la riprova. Dalla mia non amo molto i film biografici in quanto penso che siano un pò inutili,nel senso che se voglio sapere la vita di un personaggio famoso vado a leggermi wikipedia non capisco perchè trarne un film,tuttavia ne sono usciti talmente tanti belli (Alì,American Sniper,Hurricane Il Grido dell'Innocenza) che bene o male si compensano con le brutture come potevano essere Ray,Patch Adams o ancora The Imitation Game e altri,quindi le speranze che riponevo in questo film e le paure erano un cinquanta e cinquanta.
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Quando ormai un annetto fa ho saputo che sarebbe uscita la biografia di Stephen Hawking,sono stato subito incuriosito da ciò che sarebbe potuto uscirne,tuttavia quando ho sentito il nome di Marsh alla regia,mi sono venuti i sudori freddi in quanto consegnare un film del genere nelle mani di un regista pressochè esordiente può essere un'arma a doppio taglio e infatti questo film ne è la riprova. Dalla mia non amo molto i film biografici in quanto penso che siano un pò inutili,nel senso che se voglio sapere la vita di un personaggio famoso vado a leggermi wikipedia non capisco perchè trarne un film,tuttavia ne sono usciti talmente tanti belli (Alì,American Sniper,Hurricane Il Grido dell'Innocenza) che bene o male si compensano con le brutture come potevano essere Ray,Patch Adams o ancora The Imitation Game e altri,quindi le speranze che riponevo in questo film e le paure erano un cinquanta e cinquanta.
La Teoria Del Tutto è un film brutto nel suo complesso? No,ma è anche vero che poteva essere mooolto moooolto molto sfruttato meglio,preso a sè è una mediocrata infiocchettata nemmeno troppo bene che si lascia dimenticare dopo poche ore dalla visione.
Felicity Jones è stata straordinaria e,per quanto mi riguarda è stata lei a sorreggere tutte le altre interpretazioni,Eddie Redmayne non è un attore ma un'imitatore di bassa lega e per tutto il film imita per l'appunto Stephen Hawking utilizzando i soliti trucchetti che ogni attore conosce senza metterci mai l'anima in ciò che fa,il resto del cast per quanto mi riguarda quasi non esiste.
Marsh ha messo in gioco una regia e una fotografia televisive,sicuramente migliori di quella di certa robaccia italiana basata sulla vita del papa o merdate così ma comunque non cinematografica,buona per la tv via cavo ma non per il maxischermo della sala o per la celluloide,tuttavia Marsh ha avuto dei momenti abbastanza felici soprattutto quando valorizza i personaggi e nel complesso registicamente e fotograficamente il film si lascia guardare,il vero problema del film è la sceneggiatura,lo script,melenso,cerchiobottista e televisivo un'altra volta non valorizza assolutamente il personaggio di Stephen Hawking che sarebbe potuto essere un paraplegico qualsiasi che non sarebbe cambiato nulla. Ci sono pochi accenni alla carriera lavorativa del protagonista che era la parte che io speravo approfondissero,invece il tutto si riduce ad una spiegazione appunto della teoria del tutto raffazzonata e molto poco esaustiva,il film come dicevo è sorretto da Felicity Jones che con la sua presenza sia fisica che attoriale risolleva anche l'interpretazione di quel cane di Redmayne (cane in tono sarcastico sia chiaro) che per tutto il tempo fa versacci e risulta veramente insopportabile,inoltre un difetto presente in tutti i film biografici o quasi è di mitizzare il protagonista della vicenda come un santo cosa che,essendo un essere umano è altamente improbabile.
La Teoria del Tutto è un film di largo consumo,che cerca di catturare il cuore del pubblico mainstream con soluzioni non sempre ottime e che risulta insopportabile per lo spettatore più formato al vero cinema o al critico che almeno di questi tempi dal cinema si aspetta qualcosa di più complesso,specialmente quando si parla di un personaggio straordinario come Stephen Hawking.Voto 6/10
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[+] quante stupidaggini
(di arwen88)
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tatyc
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lunedì 17 agosto 2015
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film commovente
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il film fa emozionare è fatto bene e si percepisce la sofferenza e l'amore ad ogni scena, l'attore molto bravo nell'interpretare un personaggio cosi difficile. la storia di vita di questo matematico è molto toccante e ben rappresentata. la parte finale è bellissima, tutto il film si basa sulla teoria del tutto e alla fine ci sono dei flash che riportano a ritroso tutta la storia ritornando alle prime immagini, così come il film è iniziato con una musiva di sottofondo, a mio parere, molto bella e adatta.
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umbexpv
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lunedì 13 aprile 2015
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stephen hawking senza stephen hawking
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Lo scetticismo al pensiero di un film su un brillante fisico teorico (e pensatore scientifico in generale) come Hawking l'ho avuto fin dalle prime voci di un film su di lui. Come può Hollywood, che si basa su quello che la gente vuole vedere e che può capire, essendo una macchina per fare soldi, fare un film sulla vita di un uomo che ha elaborato teorie di difficile comprensione persino per chi è uno scienziato?
E infatti il mio dubbio era più che giustificato...
La Teoria del tutto è un ottimo film, nulla da dire in merito, la regia è eccellente, come anche la recitazione e la cura nella sceneggiatura e al montaggio sono evidenti, e se fosse stato un film sulla vita di una persona immaginaria ne sarei stato tutto sommato soddisfatto.
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Lo scetticismo al pensiero di un film su un brillante fisico teorico (e pensatore scientifico in generale) come Hawking l'ho avuto fin dalle prime voci di un film su di lui. Come può Hollywood, che si basa su quello che la gente vuole vedere e che può capire, essendo una macchina per fare soldi, fare un film sulla vita di un uomo che ha elaborato teorie di difficile comprensione persino per chi è uno scienziato?
E infatti il mio dubbio era più che giustificato...
La Teoria del tutto è un ottimo film, nulla da dire in merito, la regia è eccellente, come anche la recitazione e la cura nella sceneggiatura e al montaggio sono evidenti, e se fosse stato un film sulla vita di una persona immaginaria ne sarei stato tutto sommato soddisfatto.
I difetti sono due.
In primis in certi momenti esagera con i toni melensi e i sentimenti a buon mercato, trascinandosi eccessivamente proprio in quello stile "hollywoodiano" di cui sopra e diventando un prodotto assolutamente commerciale, banale, poco originale e persino stereotipato.
Secondo, nessuna delle caratteristiche per cui Hawking è riconosciuto da noi scienziati come uno dei massimi fisici contemporanei è veramente presente nel film. La "Teoria del tutto" che da il nome al film non è la teoria dell'amore, è la teoria per unificare Meccanica quantistica e Relatività generale, la cosidetta Teoria delle stringhe, in via di sviluppo, di cui egli è sempre stato interessato.
In sintesi, un bel film sentimentale, ma da un film su Hawking mi sarei aspettato qualcosa di più scientifico, più peculiare, invece di banalità romantiche.
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maurizio ivan
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sabato 28 marzo 2015
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l'anima di dio
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Hawking è ateo ma scrive che l'eventuale approdo all'equazione in grado di esprimere la "teoria del tutto" permetterebbe di "scoprire la mente di Dio" (Cfr. "Dal big bang ai buchi neri"). Nel film questo è citato, ed uno dei momenti più intensi, per la conseguente commozione della moglie credente. La verità divina esiste, ed è nella storia umana di Hawking: "Ero malato e siete venuti a visitarmi ci dice il Cristo. Lui è il malato, il lebbroso, il prigioniero, l'invalido. Nella povertà del nostro essere qualsiasi carenza è dunque una forma della presenza di Dio; chi non è in grado di capirlo, non comprenderà mai niente del cristianesimo" (A.Frossard). La scelta del regista di concentrarsi sulla vicenda umana e sentimentale più che sulla carriera scientifica di Hawking, si è rivelata magistrale, perchè in questo film - attraverso la straordinaria dolcezza dei suoi protagonisti, e attraverso l'amore "liberamente" scelto -, vediamo qualcosa di molto più prezioso e radicale della "coscienza di Dio": vediamo la Sua anima.
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Hawking è ateo ma scrive che l'eventuale approdo all'equazione in grado di esprimere la "teoria del tutto" permetterebbe di "scoprire la mente di Dio" (Cfr. "Dal big bang ai buchi neri"). Nel film questo è citato, ed uno dei momenti più intensi, per la conseguente commozione della moglie credente. La verità divina esiste, ed è nella storia umana di Hawking: "Ero malato e siete venuti a visitarmi ci dice il Cristo. Lui è il malato, il lebbroso, il prigioniero, l'invalido. Nella povertà del nostro essere qualsiasi carenza è dunque una forma della presenza di Dio; chi non è in grado di capirlo, non comprenderà mai niente del cristianesimo" (A.Frossard). La scelta del regista di concentrarsi sulla vicenda umana e sentimentale più che sulla carriera scientifica di Hawking, si è rivelata magistrale, perchè in questo film - attraverso la straordinaria dolcezza dei suoi protagonisti, e attraverso l'amore "liberamente" scelto -, vediamo qualcosa di molto più prezioso e radicale della "coscienza di Dio": vediamo la Sua anima.
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miguel angel tarditti
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venerdì 27 marzo 2015
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de como y cuando un film te da una bofetada
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DE COMO Y CUANDO UN FILM TE DA UNA BOFETADA
“La teoria del Todo”
The Theory of Everythingde James Marsh
Hace un año escribì mi tesis sobre el concepto de Tiempo, en ocasiòn de mi graduaciòn en Filosofia en la Universidad romana.
Muchos fueron los autores consultados por supuesto. Uno fuè el britanico Stephen Hawking: un fisico cosmòlogo de asombrosa genialidad que discutia la creaciòn del universo, se preguntaba sobre el inicio del tiempo, y desde su mente scientifica discutìa la existencia de un Demiurgo, de un Dios.
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DE COMO Y CUANDO UN FILM TE DA UNA BOFETADA
“La teoria del Todo”
The Theory of Everythingde James Marsh
Hace un año escribì mi tesis sobre el concepto de Tiempo, en ocasiòn de mi graduaciòn en Filosofia en la Universidad romana.
Muchos fueron los autores consultados por supuesto. Uno fuè el britanico Stephen Hawking: un fisico cosmòlogo de asombrosa genialidad que discutia la creaciòn del universo, se preguntaba sobre el inicio del tiempo, y desde su mente scientifica discutìa la existencia de un Demiurgo, de un Dios.
Todo eso, doblado en una silla de ruedas!, comunicando en los años 60 (a raiz de una necesaria traqueotomia), con un primario y dificil sistema de letras de colores impresas en una tablilla. Sistema que despuès se mejorò con un precario dispositivo de transmisiòn oral producido por impulsos con los dedos de la mano.
Sin saber el argumento, fui a vere l film que en italiano se llama “La teoria del tutto”, (muchas veces me gusta ser sorprendilo por el tema de la pelìcula) y esta vez mi sopresa fuè enorme cuando comprendì que se trataba de la vida de aquel autor que, sin èl saberlo obviamente, habia “participado” de mi tesis.
Eso me sorprendiò por lo inesperado, pero mucho mas me sorprendiò y emocionò conocer la enfermedad que lo habia postrado en su silla de ruedas, (una atrofìa muscular pèrogresiva, que produce irreparables e irreversibles problemas motorios) hasta hacerlo absolutamente dependiente de todo, y de imponerle una dedicaciòn permanente y absoluta a quien lo ama, (porque solo el amor puede soportar tal devastador sufrimiento humano…mutuo!).
La bofetada la recibì porque eso que reflejaba la ficciòn, narrada de un hecho real, (Stephen Hawking vive hoy con sus 72 años en los Estados Unidos, lleno de premios internacionales), es en realidad un espejo de lo que personalmente he sufrido al sostener y sobrellevar un problema neurologico similar al afrontado por la adorable esposa de Stephen, Jane.
Solo que en lugar de la esposa Jane, estaba yo Michelangelo, y postrado sobre la silla de ruedas no estaba Stephen, sino quien yo habia amado toda mi vida.
El film esmaravilloso.
El actor, Eddie Redmayner, digno de todos los premios, logra desde lo corporal, desde lo emocional, desde lo vocal, transmitir con irrefutable calidad la desgarrante problematica de esa fatal encrucijada de vida.
Encrucijada que, cuando nos sucede en lo personal, nos sentimos como ùnicos elegidos injustamente para el dolor, para el sufrimeinto, pero que en realidad, puede servirnos para comprender nuestra pequeña y efimera vida dentro de nuestro enigmatico e ilimitado universo.
Universo de cuyo origen aùn discutimos si la procedencia es de la mano divina del Creador o si proveniente de un complejo de atomos combinados cosmica y misteriosamente a travès de los siglos de los siglos amèn.
El film escrito por la esposa de Hawking, Jane Wilde Hawking, es lacerante, pero sirve para comprender, que la vida no es nuestro patrimonio, sino che somos nosotros patrimonio de la vida.
Saber che somos seres irremediablemente vulnerables frente al milagro de vivir.
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nerone bianchi
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giovedì 26 marzo 2015
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i muscoli della pancia
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Ci sono dei film che ti si attaccano addosso come pellicole magnetiche, che ti prendono dal primo istante e non ti mollano che alla fine, che sono così intensi da riuscire a tenere contratti alcuni muscoli del corpo per tutta la loro durata. LA TEORIA DEL TUTTO è uno di questi. Un film potente, densissimo, coinvolgente. Che cosa colpisca in maniera così violenta il nostro sistema emotivo non mi è dato saperlo, si racconta una grande storia certo, ma questo non basta a spiegare, scorre sotto i nostri occhi la forza della vita e di due persone che si sono amate così profondamente da affrontare un cammino che pochi altri avrebbero intrapreso. Ci sono tanti elementi che si intrecciano in questo racconto, dalla potenza visionaria dell'uomo di scienza alla continua ricerca di quelle risposte di cui l'umanità dovrebbe occuparsi in maniera quasi esclusiva (togliendo dal tavolo le tonnellate di scemenze di cui è stata farcita la nostra esistenza), fino alla sorprendente e mai patetica affermazione di quella cosa misteriosa che chiamiamo amore, c'è il riscatto di chi è stato così duramente colpito dall'esistenza, il rapporto con i figli, la dolce separazione e tante altre cose ancora.
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Ci sono dei film che ti si attaccano addosso come pellicole magnetiche, che ti prendono dal primo istante e non ti mollano che alla fine, che sono così intensi da riuscire a tenere contratti alcuni muscoli del corpo per tutta la loro durata. LA TEORIA DEL TUTTO è uno di questi. Un film potente, densissimo, coinvolgente. Che cosa colpisca in maniera così violenta il nostro sistema emotivo non mi è dato saperlo, si racconta una grande storia certo, ma questo non basta a spiegare, scorre sotto i nostri occhi la forza della vita e di due persone che si sono amate così profondamente da affrontare un cammino che pochi altri avrebbero intrapreso. Ci sono tanti elementi che si intrecciano in questo racconto, dalla potenza visionaria dell'uomo di scienza alla continua ricerca di quelle risposte di cui l'umanità dovrebbe occuparsi in maniera quasi esclusiva (togliendo dal tavolo le tonnellate di scemenze di cui è stata farcita la nostra esistenza), fino alla sorprendente e mai patetica affermazione di quella cosa misteriosa che chiamiamo amore, c'è il riscatto di chi è stato così duramente colpito dall'esistenza, il rapporto con i figli, la dolce separazione e tante altre cose ancora. Al di là però di ogni considerazione resta il fatto che ancora adesso, a distanza di un giorno, i muscoli della mia pancia non riescono a rilassarsi del tutto.
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pisiran
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lunedì 23 marzo 2015
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vero cinema vera storia................
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Quando c'è una bella storia, il racconto e la visione ti prendono per mano e non solo, subentrano sensazioni che vanno dall'emozione alla soddisfazione, allora il cinema ha fatto il suo dovere, ha dato quanto doveva dare, ha fatto in modo di esaltare quella che normalmente chiamiamo "settima arte". Il film è biografico e racconta la vita fin qui vissuta di uno scienziato che molti ritengono grandissimo, ma che certamente di grandissimi ci sono gli attori che interpretano i due protagonisti principali. L'amore che accompagna il film per tutto il suo scorrere è palpabile, quasi sentito, e fa da colonna portante di una storia che così come viene raccontata sembra fattibile, ma solo chi è messo giorno dopo giorno alla prova dei fatti ne conosce le complicazioni.
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Quando c'è una bella storia, il racconto e la visione ti prendono per mano e non solo, subentrano sensazioni che vanno dall'emozione alla soddisfazione, allora il cinema ha fatto il suo dovere, ha dato quanto doveva dare, ha fatto in modo di esaltare quella che normalmente chiamiamo "settima arte". Il film è biografico e racconta la vita fin qui vissuta di uno scienziato che molti ritengono grandissimo, ma che certamente di grandissimi ci sono gli attori che interpretano i due protagonisti principali. L'amore che accompagna il film per tutto il suo scorrere è palpabile, quasi sentito, e fa da colonna portante di una storia che così come viene raccontata sembra fattibile, ma solo chi è messo giorno dopo giorno alla prova dei fatti ne conosce le complicazioni. La colonna sonora e le canzoni che accompagnano il film sono adatte e di grande pregio e se proprio vogliamo trovare qualche neo alla pellicola diciamo che sia i costumi sia le scene non hanno messo in mostra per bene il passare degli anni, dato che sembrava quasi fossimo sempre fermi agli anni sessanta. Il film in definitiva è fatto bene, trasmette emozioni gradite e fa risaltare in modo netto l'importanza di vivere e anche se non sappiamo in chi credere o a cosa credere, vale la pena vivere. Film consigliabile a tutti e buona visione al cinema. Pisiran-Vr.
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