toty bottalla
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venerdì 2 ottobre 2020
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storia bella, amara e commovente!
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La storia di Stephen Hawking interpretata come meglio non si potrebbe da Eddie Redmayne e Felicity Jones, bravi anche tutti gli altri attori ben diretti da James Marsh, un film attento ai particolari con musiche e sceneggiatura di alto livello che commuove con stile tra ironia e leggerezza, un gran bel lavoro dunque, quattro stelle piene! Saluti.
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volontè78
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lunedì 30 marzo 2020
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la teoria dell'amore universale
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La teoria sul cosmo come teoria dell'amore universale.Il rischio,era quello di poter scadere nel melo più banale,invece,vari registri sono concatenati perfettamente.E il risultato,è si commovente,ma non sdolcinato.Commovente è la forza della vita e verso la vita;divertente come una commedia british,carica del suo houmor classico,infine,la carica di un amore universale che può riuscire,laddove la mente e capacità umane non riescono.
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alberto pezzi
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mercoledì 19 dicembre 2018
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semplicemente straordinario
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FILM DI RARA E STRAORDINARIA BELLEZZA. INTENSO, COINVOLGENTE, DRAMMATICO. DI MAGISTRALE FATTURA, “LA TEORIA DEL TUTTO” RACCONTA LA STORIA DI UNO DEI GENI PIU’ INCREDIBILI CHE IL MONDO ABBIA POTUTO AMMIRARE. NEL 1963, STEPHEN HAWKING E’ UN BRILLANTE STUDENTE DI FISICA, AFFETTO DA UNA TERRIBILE MALATTIA DEGENERATIVA. L’ ASPETTATIVA DI VITA E’ DI DUE ANNI. IL MONDO GLI CROLLA ADDOSSO, TUTTE LE COSE SEMBRANO NON AVERE UN SENSO, LA VITA SEMBRA VOLTARGLI BRUTALMENTE LE SPALLE. MA STEPHEN NON E’ D’ACCORDO, NON ACCETTA E NON VUOLE ASSECONDARE CIO’ CHE IL DESTINO GLI HA RISERVATO. LA SUA FIDANZATA E FUTURA MOGLIE JANE WILDE DIVENTA L’ ARTEFICE DEL MIRACOLO.
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FILM DI RARA E STRAORDINARIA BELLEZZA. INTENSO, COINVOLGENTE, DRAMMATICO. DI MAGISTRALE FATTURA, “LA TEORIA DEL TUTTO” RACCONTA LA STORIA DI UNO DEI GENI PIU’ INCREDIBILI CHE IL MONDO ABBIA POTUTO AMMIRARE. NEL 1963, STEPHEN HAWKING E’ UN BRILLANTE STUDENTE DI FISICA, AFFETTO DA UNA TERRIBILE MALATTIA DEGENERATIVA. L’ ASPETTATIVA DI VITA E’ DI DUE ANNI. IL MONDO GLI CROLLA ADDOSSO, TUTTE LE COSE SEMBRANO NON AVERE UN SENSO, LA VITA SEMBRA VOLTARGLI BRUTALMENTE LE SPALLE. MA STEPHEN NON E’ D’ACCORDO, NON ACCETTA E NON VUOLE ASSECONDARE CIO’ CHE IL DESTINO GLI HA RISERVATO. LA SUA FIDANZATA E FUTURA MOGLIE JANE WILDE DIVENTA L’ ARTEFICE DEL MIRACOLO. IL SUO IMPEGNO E LA SUA PERSEVERANZA AIUTERANNO STEPHEN A STUDIARE IL FENOMENO PIU’ STRANO DELL’ UNIVERSO: IL TEMPO. E I 2 ANNI DIVENTARONO PRESTO 76. UN RISULTATO STRAORDINARIO, STRARIPANTE A TAL PUNTO DA SOVRASTARE QUALSIASI TEORIA SCIENTIFICA, QUALSIASI LOGICA E QUALSIASI TIPO DI EQUAZIONE MATEMATICA. PELLICOLA STREPITOSA, AVVINCENTE. LA FISICA, IL TEMPO, L’ UNIVERSO, MA ANCHE IL SENTIMENTO ED UN TEMA DI FONDO PRINCIPALE: DIO. EDDIE REDMAYNE E FELICITY JONES SONO PERFETTI E STRAORDINARI NEI RUOLI DI STEPHEN E JANE HAWKING. REGIA ASSOLUTAMENTE PERFETTA DA PARTE DI UN GRANDE JAMES MARSH E COLONNA SONORA DI MAESTOSA BELLEZZA, NON PER NIENTE VINCITRICE DEL GOLDEN GLOBE. PER ME, CINQUE STELLINE ED UNA DOMANDA: SIAMO SICURI CHE QUESTO FILM ABBIA VINTO SOLO UN OSCAR? PERCHE’ QUI DI OSCAR CE NE VOGLIONO PARECCHI…………….
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elgatoloco
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giovedì 22 novembre 2018
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biografia riuscita, nei limiti proposti
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"The Theory of Everything"(2014, James Marsh), biografica filmica di Stephen Hawking, realizzata quando il grande astronomo era ancora in vita, nel 2014, ossia quasi quattro anni prima della sua dipartita, oltre al"necessario e doveroso omaggio"a un grandissimo teorico, a una delle figure più importanti del panorama intellettuale mondiale del Novecento e di questi "inizianti"Anni 2000, realizza anche un'operazione importante: senza entrare nel merito della ricerca scienitifica come si realziza realmente, con tanto di "formule, equazioni, ragionamenti astratti"(una procedura che allontanerebbe gran parte del pubblico potenziale)si concentra sulla vita, tra la scoperta della malattia, la volontà di portare avanti comunque il matrimonio(soprattutto per volontà e reale attaccamento amoroso, nel senso migliore del termine, della moglie), persino con l a generazione di figli, altro ancora(la ricerca, lo studio, la trasmissione del sapere, con macchinari allora impensati), riesce comunque a insinuare nello spettatore quanto meno"il serpe della conoscenza"o meglio della volontà di conoscere comunque, anche sormontando indubbie difficoltà di ordine tecnico.
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"The Theory of Everything"(2014, James Marsh), biografica filmica di Stephen Hawking, realizzata quando il grande astronomo era ancora in vita, nel 2014, ossia quasi quattro anni prima della sua dipartita, oltre al"necessario e doveroso omaggio"a un grandissimo teorico, a una delle figure più importanti del panorama intellettuale mondiale del Novecento e di questi "inizianti"Anni 2000, realizza anche un'operazione importante: senza entrare nel merito della ricerca scienitifica come si realziza realmente, con tanto di "formule, equazioni, ragionamenti astratti"(una procedura che allontanerebbe gran parte del pubblico potenziale)si concentra sulla vita, tra la scoperta della malattia, la volontà di portare avanti comunque il matrimonio(soprattutto per volontà e reale attaccamento amoroso, nel senso migliore del termine, della moglie), persino con l a generazione di figli, altro ancora(la ricerca, lo studio, la trasmissione del sapere, con macchinari allora impensati), riesce comunque a insinuare nello spettatore quanto meno"il serpe della conoscenza"o meglio della volontà di conoscere comunque, anche sormontando indubbie difficoltà di ordine tecnico.La narrazione filmica è piana(tradizionale, volendo esprimerci così), senza salti cronologico-logici(una vera e propria cronologia, tra l'altro, non viene proposta, dato che anche questo avrebbe forse distolto vari fruitori del discorso); un altro elemento a favore del film è quello di non aver trascurato il particolare per cui Hawking, premiato dalla regina, da vecchio socialista, rifiuta però il cavalierato, cosa che probabilmente invece un film agiografico tout court non avrebbe sottolineato, anzi neppure citato. Solidi interpreti, a inziare dai protagonisti Eddie Redmayne e Felicity Jones. El Gato
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st7no
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giovedì 13 luglio 2017
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tra il sacro e il profano...
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passando per A Beatiful Mind, origine di tanti film semi speculari. La teoria del tutto pero', oggi racconta questa storia d amore, così romanzata e a tratti banale che nel film ci si dimentica invece di parlare di chi e' davvero Stephen Hawking, lasciando che tutto degeneri a duo cuori solitari, una capanna e niente piu'. Stephen Hawking e' davvero cosi poco? e' davvero solo una storia di un amore difficile quasi impossibile? [+]
passando per A Beatiful Mind, origine di tanti film semi speculari. La teoria del tutto pero', oggi racconta questa storia d amore, così romanzata e a tratti banale che nel film ci si dimentica invece di parlare di chi e' davvero Stephen Hawking, lasciando che tutto degeneri a duo cuori solitari, una capanna e niente piu'. Stephen Hawking e' davvero cosi poco? e' davvero solo una storia di un amore difficile quasi impossibile? Stephen Hawking e' davvero solo questo? Chi lo conosce, chi ha letto, chi si e' documentato su questo immenso uomo, non puo' che trovare questo film, una vera cavolata, forse solo perche' dell' immensita' del cervello ci si e' dimenticati, e si ha lasciato spazio solo a quel lato d amore, tra uomo e donna che tutto dice ma che niente lascia. Possiamo vedere milioni di film d' amore, e chi piu' ne ha piu' ne metta, ma se vogliamo parlare di lui come uomo, di cio' che ha fatto, allora non ridicolizziamo tutto al mero sentimento e alle mere lacrime.Stephen Hawking e' tutto tranne che quattro lacrime incocludenti.
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aquilareale4891
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lunedì 19 dicembre 2016
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una dolce carezza tra le stelle
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Stephen Hawking (E. Redmayne) studia scienze, mentre Jane Wilde (F. Jones) è una studentessa di lettere, specializzanda in poesia medievale iberica. I due si conoscono a un party universitario e nel rispetto delle comuni regole giovanili si piacciono subito e decidono di frequentarsi al di là delle probabilità di successo. Stephen frattanto è impegnato, al netto dei pensieri per Jane, con il dottorato in cosmologia presso la prestigiosa accademia di Cambridge dove emerge senza troppe difficoltà il suo genio. Il tempo è l’oggetto della sua indagine scientifica, ambiziosa ricerca volta all’individuazione di una formula che spieghi l’inizio dell’universo, del cosmo, attraverso un’unica ed elegante equazione matematica.
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Stephen Hawking (E. Redmayne) studia scienze, mentre Jane Wilde (F. Jones) è una studentessa di lettere, specializzanda in poesia medievale iberica. I due si conoscono a un party universitario e nel rispetto delle comuni regole giovanili si piacciono subito e decidono di frequentarsi al di là delle probabilità di successo. Stephen frattanto è impegnato, al netto dei pensieri per Jane, con il dottorato in cosmologia presso la prestigiosa accademia di Cambridge dove emerge senza troppe difficoltà il suo genio. Il tempo è l’oggetto della sua indagine scientifica, ambiziosa ricerca volta all’individuazione di una formula che spieghi l’inizio dell’universo, del cosmo, attraverso un’unica ed elegante equazione matematica.Sempre più sedotta da una mente “stellare”, profondamente razionale e poco avvezza alla spiegazione religiosa dei fenomeni, Jane si lascia avvolgere da un puro e delicato sentimento, che trova più intensa risposta nello scienziato, sopraggiunto ad un tratto da una malattia irreversibile, il motoneurone, capace di tenerlo in vita secondo i medici non più di due anni. In questo lento e tormentato stillicidio, in cui il disfacimento muscolare, non anche cerebrale, condurrà Stephen alla totale invalidità fisica, l’amata compagna, riuscendo a vincere ogni resistenza, mantiene intenso il sentimento nei suoi confronti, tanto da sposarlo e mettere su famiglia.
Le tesi del fisico, in fieri nella cattedra inglese, nel frattempo si prestano ad essere accreditate nei più influenti salotti della comunità scientifica così da diventare patrimonio di tutti e siglare la fama internazionale di Stephen.
La regia di James Marsh regala allo spettatore una pellicola sopraffina sulla biografia di un uomo brillante e ironico, ritenuto ancora oggi uno degli scienziati più importanti del nostro tempo e magistralmente interpretato da Eddie Redmayne che per l’occasione si è conquistato il premio Oscar. L’opera, il cui generale apprezzamento era immaginabile grazie al successo che le vite di John Nash in “A beautiful mind” e di Alan Turing nel più recente “The imitation game” avevano ottenuto nella sale cinematografiche, è ricca di momenti di estrema sensibilità. La sintesi biografica del Prof. Hawking, infatti, proposta non solo professionalmente, colpisce per la profondità delle relazioni umane, per la cedevolezza di un amore originariamente imperituro, segnato giocoforza da un decadentismo progressivo alla stregua di quello motorio e pronto ad arrestarsi solo di fronte alla bellezza dei figli. È questa – forse – una delle note meno razionali e allo stesso tempo reali del film: accettare con austera rassegnazione il punto d’arrivo di un matrimonio portandosi ancora oltre, alla ricerca di una formula che non necessariamente reca con sé una sequenza algebrica di numeri. Il tempo tanto dà nuove speranze a tutti.
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luigi chierico
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mercoledì 26 ottobre 2016
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singolare
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Il regista James Marsh ha portato sullo schermo la vita dell’astrologo Stephen Hawking, non ha quindi dovuto inventarsi una storia fantastica, ha dovuto attenersi ai fatti reali e ai principi denunciati e dimostrati dal famoso astrofisico.Tutto perfetto: la narrazione,la bellissima fotografia,le riprese, l’ambientazione,a buona colonna sonora,la straordinaria interpretazione di Eddie Redmayne,lo stesso del bellissimo film “The danish girl”.
Poco spazio è stato lasciato alla genialità del protagonista di cui si è narrata più la sua vita privata senza datare i momenti più salienti dopo quella del 1963 citata all’inizio del film. Nessuna sottolineatura all’incredibile errata previsione di “Potrà vivere 2 anni” nel 1963, là dove oggi ha 74 anni.
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Il regista James Marsh ha portato sullo schermo la vita dell’astrologo Stephen Hawking, non ha quindi dovuto inventarsi una storia fantastica, ha dovuto attenersi ai fatti reali e ai principi denunciati e dimostrati dal famoso astrofisico.Tutto perfetto: la narrazione,la bellissima fotografia,le riprese, l’ambientazione,a buona colonna sonora,la straordinaria interpretazione di Eddie Redmayne,lo stesso del bellissimo film “The danish girl”.
Poco spazio è stato lasciato alla genialità del protagonista di cui si è narrata più la sua vita privata senza datare i momenti più salienti dopo quella del 1963 citata all’inizio del film. Nessuna sottolineatura all’incredibile errata previsione di “Potrà vivere 2 anni” nel 1963, là dove oggi ha 74 anni.L’attore recita benissimo, porta sul suo volto la maschera terribile del dolore,della malattia,della solitudine, ma il regista non lo invecchia, così come non lascia invecchiare la moglie Jane,eroica, interpretata dalla brava Felicity Jones e i genitori.Manca il pathos e il dramma che ha colpito la famiglia Hawking che appare subito rassegnata.Per la difficoltà di parlare ed esporre le sue teorie,per il poco spazio dedicatogli nel film,allo spettatore resta ben poco, peccato. Il film a mio avviso pur dovendo narrare la terribile storia del grande astrofisico di Oxford diventato professore a Cambridge avrebbe dovuto dar modo di far discutere e meditare sulle sue teorie che negherebbero l’esistenza si Dio.Si può sostenere che Stephen Hawking sia l’erede di Srinivasa Ramunjan vedi il film “L’uomo che vide l’universo”.Se per l’inglese basterà una semplice equazione per spiegare tutto e provare che il Tempo ha avuto un inizio,all’indiano, quand’era a Cambridge,abbiamo sentito dire:"Un'equazione per me non ha senso, se non rappresenta un pensiero di Dio."il film si apre con il protagonista sulla sedia a rotelle,un inutile anticipazione su quello che sarà il destino di Stephen Hawking,mentre la storia inizia con una magnifica ambientazione,una corsa in bici tra alberi e verde per poi assistere ad una gran festa con fuochi d’artificio,ed ancora in tutto quest’inno alla vita ecco anche un colpo di fulmine:lo studente,genio della fisica astronomica,si innamora di una dolcissima fanciulla che sacrificherà la sua vita per un amore impossibile.L’attore,vogliamo ricordare,anche nell’altro film citato,interpreta una vita difficile accanto ad una donna dall’amore grandissimo,da eroina.Molte immagini nel film piacciono ed in particolare la ripresa bellissima di una scala a chiocciola che si chiude in vortice come un buco nero. Terribile la ripresa durante il pranzo mentre i tasti neri del pianoforte accanto ai bianchi accompagnano il dolore ma anche il coraggio di affrontare la vita per un personaggio che non crede in Dio ma che fa della vita la sua filosofia di vita Come le stelle che brillano di radiazione termica svaniscono nel buio,lo stesso grande astrologo è destinato a svanire nel buio,fuori dal tempo e dallo spazio.Non così per il fisico Zichichi che ha scritto “Perché credo in colui che ha fatto il mondo” e per Einstein che affermando “Dio non gioca a dadi”ne riconosce l’esistenza.
Il “dio tiranno” è stato generoso con Stephen sebbene colpito da una delle più terribili malattie specie per un genio come lui. Per conoscerlo meglio propongo la lettura del suo libro ”Dal bing bang ai buchi neri”.Sebbene l’attore abbia meritato moltissimo l’Oscar,non è sufficiente a far rientrare il film tra i capolavori.
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domenica 25 settembre 2016
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una grande storia
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La teoria del tutto ci ricorda che per quanto le storie inventate dal cinema ci facciano sognare, ci appassionino e ci coinvolgano ; le storie della vita degli uomini vanno oltre qualsiasi tipo di immaginazione e sono talmente particolari e grandi da lasciare dentro di noi un segno indelebile. Stephen Hawking è un giovane inglese che sta per iniziare il dottorato in fisica all' università di Cambridge e che ,dopo aver scoperto di essere affetto da una malattia neurodegenerativa che i medici pensano gli lasci da vivere solo 2 anni, decide di specializzzarsi nel tempo. Il tempo è ciò che lui analizzerà, vorrà capire, amerà ma anche contro cui combatterà per vivere quanto più possibile.
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La teoria del tutto ci ricorda che per quanto le storie inventate dal cinema ci facciano sognare, ci appassionino e ci coinvolgano ; le storie della vita degli uomini vanno oltre qualsiasi tipo di immaginazione e sono talmente particolari e grandi da lasciare dentro di noi un segno indelebile. Stephen Hawking è un giovane inglese che sta per iniziare il dottorato in fisica all' università di Cambridge e che ,dopo aver scoperto di essere affetto da una malattia neurodegenerativa che i medici pensano gli lasci da vivere solo 2 anni, decide di specializzzarsi nel tempo. Il tempo è ciò che lui analizzerà, vorrà capire, amerà ma anche contro cui combatterà per vivere quanto più possibile. Elemento fondamentale di tutta la sua vita e la moglie che conosce ad una festa, che studia letteratura e che nutre una profonda fede in Dio contrariamente a Stephen che solo dopo molto studio e ricerche non penserà più che la fisica e DIo siano due aspetti completamente diversi ma assolutamente concordanti. Il suo obiettivo sarà quello di trovare e capire l'inizio di tutto, dell' universo e di spiegare tramite una semplice ed elegante equazione il tutto: da qui il titolo del film La teoria del tutto. Il film, realizzato in maniera semplice e lineare, riesce a focalizzarsi sulla vita privata dello scienziato, sulla sua famiglia, sulla malattia e sulla sua ricerca ed offrire allo spettatore un giusto equilibrio tra tutte queste componenti. Viene sottolineatà la grande amarezzza iniziale e diperazione di Stephen ma poi anche tutta la sua forza nel combattere per ciò che vuole ottenere contro ogni avversità e di vivere con una grande speranza e vuole credere che in fondo come dice alla moglie in una toccante scena del film ''andrà tutto bene''. Stephen Hawking infatti tutt'ora studia l'universo e vuole ancora trovare la teoria che spiega il tutto. Emerge quindi la sua ironia ed intelligenza, umanità e forza d'animo , genio ma anche semplicità. Eddie Redmayne ci offre una performance commovente, unica ed impeccabile riesce ad entrare nel personaggio totalmente e ad assumere la sua espressività, le sue movenze e la sua unicità come pochi sarebbero stati in grado di fare e anche Felicity Jones dà quella spinta in più al film.
E' un grande ma semplice film, uno di quei film capaci di toccare le nostre corde più profonde e che ci offre un esempio di come la vita possa offrire all' uomo ciò che neanche lontanamente possa farci immaginare e che ci fa riflettere sul fatto che la frase semplice ma non banale pronunciata dallo scienziato alla fine del film '' finchè c'è vita c'è speranza'' ha in sè una grande verità.
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giorpost
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venerdì 1 luglio 2016
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l'equazione definitiva dell'amore
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Stephen Hawking è un brillante studente di fisica specializzato in cosmologia; tra un esame e l'altro si infatua della coetanea e collega di ateneo Jane (che contraccambia), accorgendosi ben presto, però, di avere qualcosa che non va: a seguito di esami specifici scopre di avere una rara malattia che nel giro di breve tempo lo costringerà sulla sedia a rotelle. A causa delle pessimistiche previsioni dei medici (che evidentemente non fanno i conti con la sua determinazione) e solo per un breve periodo di tempo, Stephen si chiude in se stesso, restando per settimane solo in camera senza voler uscire e parlare con nessuno, amici compresi; ma non appena capirà, grazie a Jane, che nella vita si può fare tanto anche in condizioni estreme, riprende in mano il suo tempo (uno dei crucci a lui più cari) e punta direttamente alle stelle, al cosmo: grazie a quella che secondo lui è "la religione per atei intelligenti" (la cosmologia, appunto) inizia a studiare la nascita dell'universo, la sua espansione e la sua (probabile) fine.
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Stephen Hawking è un brillante studente di fisica specializzato in cosmologia; tra un esame e l'altro si infatua della coetanea e collega di ateneo Jane (che contraccambia), accorgendosi ben presto, però, di avere qualcosa che non va: a seguito di esami specifici scopre di avere una rara malattia che nel giro di breve tempo lo costringerà sulla sedia a rotelle. A causa delle pessimistiche previsioni dei medici (che evidentemente non fanno i conti con la sua determinazione) e solo per un breve periodo di tempo, Stephen si chiude in se stesso, restando per settimane solo in camera senza voler uscire e parlare con nessuno, amici compresi; ma non appena capirà, grazie a Jane, che nella vita si può fare tanto anche in condizioni estreme, riprende in mano il suo tempo (uno dei crucci a lui più cari) e punta direttamente alle stelle, al cosmo: grazie a quella che secondo lui è "la religione per atei intelligenti" (la cosmologia, appunto) inizia a studiare la nascita dell'universo, la sua espansione e la sua (probabile) fine. Il tutto cercando di spiegarlo in termini fruibili in un'unica formula, l'equazione definitiva, quella che dovrebbe teorizzare ogni cosa; dai preventivati 2 anni di vita arriverà ai giorni nostri...
Hawking sta agli ultimi 50 anni come Einstein alle due Guerre e, dunque, la sua importanza in termini scientifici è indiscutibile; come assodata è anche la convinzione di chi vi scrive che l'esistenza e il trascorrere del tempo siano frutto di un ordine che noi stessi cerchiamo di imporci, cercando affannosamente ogni modo per motivare la nostra assurda presenza su questo assurdo e bellissimo pianeta. E allora occorrerebbe innanzitutto ringraziare (e non lo si fa mai abbastanza) persone come lo scienziato britannico che cercano strade ragionate e matematiche per trovare spiegazioni all'imponderabile: Stephen ci prova da oltre mezzo secolo, anche se quella formula non l'ha ancora trovata. Ovviamente sono molti a pensare se sia davvero indispensabile cercare una spiegazione e se non sia meglio godersi semplicemente ogni singolo istante dell'esistenza, ma per la filosofia ci aggiorniamo presso altre sedi...
La teoria del tutto (UK, 2014) si basa sulla biografia di Jane Wilde, la fidanzata diventata moglie (e madre dei suoi tre figli) e rimasta accanto a Stephen per molti anni, fino a quando entrambi scoprirono che l'amore era finito: ogni cosa inizia, ogni cosa finisce. L'interpretazione di Redmayne fa strabuzzare gli occhi, e non è da meno la brava Felicity Jones che risulta estremamente convincente; l'opera alla fine si concentra molto sulla parte sentimentale della vicenda dei due, lasciando gli aspetti scientifici a brevi ma incisive incursioni. Credo che la sequenza madre della pellicola sia quella del discorso accademico che Hawking tiene nel finale, quando immagina di alzarsi dalla sedia per raccogliere una penna caduta ad una giovane donna: l'ordine delle cose, ovvero quella sensazione che alcuni di noi (anche chi Vi scrive) provano nel vedere le cose al loro posto, essendo spesso osteggiati: non sarà questo, insieme alla comprensione del tempo e dello Spazio, uno dei tasselli che formano quel complicato mosaico che è il senso della vita?
The theory of everything è un lavoro intenso che inumidisce gli occhi a chi consente alle emozioni di agire indisturbate, un'opera dolce e simmetrica, sicuramente da vedere.
Voto: 8
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stefano capasso
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domenica 24 aprile 2016
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l'amore che attraversa la scienza
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Stephen Hawking è un laureato in fisica che ha ottenuto un dottorato a Cambridge. Siamo nel 1963 e il futuro per lui si prospetta radioso, è un ragazzo brillante e ha appena conosciuto Jane. Un colpo di fulmine che supera la contrapposizione della grande fede in Dio di lei e quella nella scienza di lui.
L’arrivo di una malattia degenerativa per Stephen cambia drammaticamente il corso degli eventi. Ma non tanto quanto ci si aspetterebbe.
Film di grande intrattenimento questo di John Marsh, eccessivo nel sentimentalismo, che fa commuovere soprattutto al pensiero che si tratta di una storia vera. L’evoluzione dei due protagonisti lungo il corso della vita porta sempre più ad allargare i confini di quello che è importante nell’esistenza dell’uomo.
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Stephen Hawking è un laureato in fisica che ha ottenuto un dottorato a Cambridge. Siamo nel 1963 e il futuro per lui si prospetta radioso, è un ragazzo brillante e ha appena conosciuto Jane. Un colpo di fulmine che supera la contrapposizione della grande fede in Dio di lei e quella nella scienza di lui.
L’arrivo di una malattia degenerativa per Stephen cambia drammaticamente il corso degli eventi. Ma non tanto quanto ci si aspetterebbe.
Film di grande intrattenimento questo di John Marsh, eccessivo nel sentimentalismo, che fa commuovere soprattutto al pensiero che si tratta di una storia vera. L’evoluzione dei due protagonisti lungo il corso della vita porta sempre più ad allargare i confini di quello che è importante nell’esistenza dell’uomo. Dalle rigide posizioni giovanili il corso della vita e l’amore finiscono per allargare i confini della conoscenza e dell’accettazione anche a quello che non è scientificamente provato, alla fede in Dio. E’ cosi che tutto diventa possibile, la presenza dell’amore e della fiducia nella vita possono ribaltare anche le previsioni scientifiche. La mia riflessione sul dualismo scienza e fede che il film descrive nella storia che racconta, è che le verità scientifiche cambiano e sono sempre cambiate nel corso dell’evoluzione umana, mentre i pilastri su cui si fondano tutti gli insegnamenti spirituali sono sempre rimasti gli stessi nel tempo. E mi piace pensare a questa continuità che è quello che può aiutare a vivere le contraddizioni della vita di tutti i giorni.
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