andreius98
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lunedì 26 gennaio 2015
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hawking e la fisica in secondo piano
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Quando uscì il trailer italiano de "la teoria del tutto" già si poteva intuire che la trama non avrebbe riguardato solamente il lavoro dello scienziato inglese stephen Hawking,ma che la storia d'amore avrebbe occupato una parte importante del film. Infatti è stato così, il film non è un semplice bio-Pic, ma una storia d'amore molto delicata in cui entra il gioco il fattore dell'handicap di Hawking e vengono rappresentate tutte le difficoltà che questa disabilità porta alla famiglia. La parte debole del film è forse quella che avrebbe potuto essere la più interessante, vale a dire la parte che riguarda il lavoro di Hawking; le sue teorie sono raccontate male e il suo lavoro occupa uno spazio troppo ridotto all'interno della storia.
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Quando uscì il trailer italiano de "la teoria del tutto" già si poteva intuire che la trama non avrebbe riguardato solamente il lavoro dello scienziato inglese stephen Hawking,ma che la storia d'amore avrebbe occupato una parte importante del film. Infatti è stato così, il film non è un semplice bio-Pic, ma una storia d'amore molto delicata in cui entra il gioco il fattore dell'handicap di Hawking e vengono rappresentate tutte le difficoltà che questa disabilità porta alla famiglia. La parte debole del film è forse quella che avrebbe potuto essere la più interessante, vale a dire la parte che riguarda il lavoro di Hawking; le sue teorie sono raccontate male e il suo lavoro occupa uno spazio troppo ridotto all'interno della storia. A livello tecnico il film non è il massimo, la regia è a sprazzi interessante ma non grandiosa, la fotografia lascia a desiderare e alcune scene non sono montate alla perfezione. Da sottolineare la stupenda performance di redmayne la toccante colonna sonora
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moon86
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lunedì 26 gennaio 2015
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time: tempo per vivere, tempo per amare
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Un film ricco di pathos, empatico, commovente, strappalacrime. Tratto da una storia vera, ispirato al libro pubblicato dalla moglie di Steven Hawking (tra l’altro, ancora in vita!) è la storia di un uomo che non si arrende, sostenuto da una donna forte e generosa. Il finale poi (senza anticipazioni)...è qualcosa di unico e indimenticabile! Il ritorno al’origine del tempo, il tempo dell’amore. L’amore...unica forza trainante.
E’ un film che fa riflettere, che fa provare emozioni e che ci fa capire l’importanza di vivere la vita con sentimento e passione senza l’ansia del futuro e senza rimpianti per il passato, andando oltre le apparenze...ma scivolando giù nella profondità della nostra essenza.
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Un film ricco di pathos, empatico, commovente, strappalacrime. Tratto da una storia vera, ispirato al libro pubblicato dalla moglie di Steven Hawking (tra l’altro, ancora in vita!) è la storia di un uomo che non si arrende, sostenuto da una donna forte e generosa. Il finale poi (senza anticipazioni)...è qualcosa di unico e indimenticabile! Il ritorno al’origine del tempo, il tempo dell’amore. L’amore...unica forza trainante.
E’ un film che fa riflettere, che fa provare emozioni e che ci fa capire l’importanza di vivere la vita con sentimento e passione senza l’ansia del futuro e senza rimpianti per il passato, andando oltre le apparenze...ma scivolando giù nella profondità della nostra essenza. Siamo uomini, con i nostri limiti, con le nostre paure, con le nostre sofferenze ma anche con la capacità di donare amore, generosità, altruismo, dedizione, affetto. L’uomo ha bisogno di condividere la vita con qualcuno, qualcuno che sia presente nel bene e nel male. L’uomo ha bisogno di Amore, che sia un amico o un amante. Questi sono doni di Dio, seppur messo in discussione nel film, in contrasto con la scienza. Ma la fede, che sostiene Jane, ci conduce alla felicità e ci fa sopportare il peso della vita.
Questo film mi ha colpita molto, ha toccato la profondità del mio spirito. E spero di vivere una vita piena d’amore, proprio come Steven e Jane.
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enrico danelli
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lunedì 26 gennaio 2015
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un documentario e poco altro
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Non si capisce se questo film così asettico e senza pathos sia il risultato di una scelta deliberata del regista per rispetto dei personaggi reali ancora oggi in vita, oppure sia il retaggio delle esperienze documentaristiche del regista stesso. Nonostante l'enormità dei temi trattati (chi siamo su questa terra ? che cosa è il tempo ? il rapporto fra scienza, scienziati e Dio, la reazione dell'uomo provato dalla malattia e via discorrendo) la sceneggiatura non approfondisce mai nessuno dei temi: i risultato è che le aspettative derivanti da un titolo altisonante (la Teoria del tutto) sono completamente tradite. Il messaggio esistenziale finale del film è per bocca di Hawking "finchè c'è vita c'è speranza" : suona veramente un po' banale.
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Non si capisce se questo film così asettico e senza pathos sia il risultato di una scelta deliberata del regista per rispetto dei personaggi reali ancora oggi in vita, oppure sia il retaggio delle esperienze documentaristiche del regista stesso. Nonostante l'enormità dei temi trattati (chi siamo su questa terra ? che cosa è il tempo ? il rapporto fra scienza, scienziati e Dio, la reazione dell'uomo provato dalla malattia e via discorrendo) la sceneggiatura non approfondisce mai nessuno dei temi: i risultato è che le aspettative derivanti da un titolo altisonante (la Teoria del tutto) sono completamente tradite. Il messaggio esistenziale finale del film è per bocca di Hawking "finchè c'è vita c'è speranza" : suona veramente un po' banale. Per il resto il film è una storia d'amore peraltro con scarsi approfondimenti sentimentali e psicologici: va bene essere british e distaccati, ma le reazioni dei due protagonisti ai reciproci tradimenti (prima quello "platonico" della moglie, poi quello reale e defintivo di Hawking nei confronti di una moglie che di fatto lo ha salvato a più riprese nei momenti più drammatici della sua vita) sono veramente poco credibli o comunque non hanno nessuna valenza di intrattenimento cinematografico. Sicuramente notevole e degna della nomination all'Oscar la interpretazione del protagonista, con cui lo spettatore si ripaga le circa due ore di visione (e di noia).
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lanco
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lunedì 26 gennaio 2015
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purtroppo
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Film che non si avvicina neppure al simile A beautiful mind. sulla vita di un genio, tormentato da una malattia che ne piega il fisico in modo inesorabile. Soltanto il fisico perchè la mente rimane intattta, ma impossibilitata ad esprimersi correntemente. Con questa trama si converrà che lo spettatore dopo un po' inizia a ripensareal la sua decisione di andare a vedere questa pellicola, che non può far altro che avvilirlo. A nulla vale la bravura degli attori ed il tentativo del regista di avvincere con il racconto. Spiace per il caso umano, per la malattia, per le conseguenze familiari; insomma spiace per tutto. .......ma qualcuno che abbia un po' di considerazione per lo spettatore .
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Film che non si avvicina neppure al simile A beautiful mind. sulla vita di un genio, tormentato da una malattia che ne piega il fisico in modo inesorabile. Soltanto il fisico perchè la mente rimane intattta, ma impossibilitata ad esprimersi correntemente. Con questa trama si converrà che lo spettatore dopo un po' inizia a ripensareal la sua decisione di andare a vedere questa pellicola, che non può far altro che avvilirlo. A nulla vale la bravura degli attori ed il tentativo del regista di avvincere con il racconto. Spiace per il caso umano, per la malattia, per le conseguenze familiari; insomma spiace per tutto. .......ma qualcuno che abbia un po' di considerazione per lo spettatore ...?
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il beppe nazionale
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domenica 25 gennaio 2015
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non è fisica, non è fantascienza, è l'uomo
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Chi intende guardare La teoria del tutto sperando di capire qualcosa in più sui meccanismi dell'universo resterà inevitabilmente deluso. O meglio, conoscerà poco o nulla sulla fisica, mentre apprenderà qualcosa su un altro tipo di meccanismo: le dinamiche umane. E non può essere diversamente, perchè il regista Marsh ha messo a video il libro di Jane Hawking Travelling to Infinity: My Life With Stephen e questo libro, fondamentalmente, parla di due eroi.
Redmayne, eccellente nella sua interpretazione, esalta la dolcezza e l'ironia di un genio costretto all'immobilità. Felicity Jones, bella come poche, è la donna che per quasi trent'anni è stata accanto ad Hawking, la donna che ha amato, che si è sacrificata, che ha tenuto in piedi la baracca.
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Chi intende guardare La teoria del tutto sperando di capire qualcosa in più sui meccanismi dell'universo resterà inevitabilmente deluso. O meglio, conoscerà poco o nulla sulla fisica, mentre apprenderà qualcosa su un altro tipo di meccanismo: le dinamiche umane. E non può essere diversamente, perchè il regista Marsh ha messo a video il libro di Jane Hawking Travelling to Infinity: My Life With Stephen e questo libro, fondamentalmente, parla di due eroi.
Redmayne, eccellente nella sua interpretazione, esalta la dolcezza e l'ironia di un genio costretto all'immobilità. Felicity Jones, bella come poche, è la donna che per quasi trent'anni è stata accanto ad Hawking, la donna che ha amato, che si è sacrificata, che ha tenuto in piedi la baracca.
Ora, qui non ci troviamo di fronte alla tragicomicità di Quasi amici, e non siamo nemmeno sul piano della critica sociale come The Sessions. La teoria del tutto è la storia di una famiglia che combatte enormi difficoltà e, in fondo, è una storia di resilienza.
Resilienza, quella capacità di diventare più forti a ogni ostacolo, di resistere evolvendosi. Hawking ne è un esempio perfetto, lui che alla prima polmonite ha rischiato l'eutanasia: è tutt'ora vivo e non smette di studiare. Jane ne è esempio anch'essa, perchè ha allevato tre figli, si è risposata e mantiene un affetto primordiale per Stephen. Ma questa non è l'unica riflessione che solleva il film. Redmayne condensa perfettamente la straziante condizione di Hawking e ricorda al pubblico il dramma delle malattie degenerative. Una degenerazione che non colpisce solo il corpo, ma che ha inevitabili ripercussioni sugli affetti e pone costantemente la domanda: "E' vita questa?". Hawking risponde di sì, senza un Dio da incolpare o da pregare, manifesto dell'uomo che si arrende alla sua condizione misera e trova un significato per la propria esistenza.
Per questi motivi La teoria del tutto non c'entra nulla con la fisica. Problematico è il fatto che ormai la disabilità è diventata mainstream e siamo abituati alla sofferenza su grande schermo. Nulla ci appare autenticamente nuovo o originale, le depressioni si somigliano tutte, il buonismo è sempre dietro l'angolo e i messaggi si rincorrono ridondanti. Quasi amici ha fatto un incredibile successo perchè ha saputo inserire un'ironia irresistibile come elemento caratterizzante. Nel caso della pellicola di Marsh, l'aspetto caratterizzante poteva essere la filosofia di Hawking, la sua carriera accademica, ma si è preferito puntare sull' "amore contro tutto e tutti" alla Fault in our stars. Inutile dirlo, ma si è molto calcato anche sul sentimento di pietà generato dalle pose distrofiche di Redmayne.
Una straziante interpretazione, una fantastica espressività nei movimenti di bocca, sopracciglia e guance, il forte impatto visivo della decadenza fisica, da sole non bastano per fare un capolavoro.
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sary cosenza
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domenica 25 gennaio 2015
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film capolavoro
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Il film è emozionante, ma allo stesso tempo mai banale. Mi ha fatto commuovere il modo con cui sono stati interpretati i due protagonisti. Performance di questi ultimi (E. Redmayne e F. Jones) a dir poco soddisfacente. Le linee guida del film rimangono comunque amore, coraggio, delicatezza. Ottimo!!
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valemarconi
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domenica 25 gennaio 2015
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brutta copia di beautiful mind
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Film noioso e pesante. Non mi è piaciuta questa storia, Felicity Jones non mi piace come recita, l'unica interpretazione che ho trovato abbastanza buona è stata quella del protagonista. Mi aspettavo un film più romantico, in cui l'amore trionfa su tutto, invece nel film la moglie tradisce il marito, addirittura sotto spinta dello stesso, quando era perfettamente consapevole che stava sposando un malato. Questo film è la brutta copia di "Beautiful mind" che invece ho trovato uno splendido film.
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enzo70
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sabato 24 gennaio 2015
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l'equazione dell'amore
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L’incredibile storia del fisico Stephen Hawking è il tema di questo ambizioso film di James Marsh. La scelta di fondo del regista è rappresentata da un racconto estremamente lineare per raccontare le impossibili iperboli della vita. Il giovane e brillante fisico Hawking viene colpito durante il periodo degli studi di specializzazione a Cambridge da una malattia neurologica rara che gli lascia due anni di vita. Una condanna senza appello per la scienza dell’epoca, contradetta dalla forza di volontà del giovane fisico e della sua ragazza, Jane, che con piena consapevolezza della scelta e delle conseguenze che la stessa avrà sulla sua vita sposa Stephen. E a fronte del genio e della sregolatezza del grande fisico, ateo, si contrappone il ferreo carattere della ragazza, credente in Dio, che diventa con il suo coraggio e la sua capacità di essere in ogni momento e a prescindere dalle situazioni, il grande protagonista del film.
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L’incredibile storia del fisico Stephen Hawking è il tema di questo ambizioso film di James Marsh. La scelta di fondo del regista è rappresentata da un racconto estremamente lineare per raccontare le impossibili iperboli della vita. Il giovane e brillante fisico Hawking viene colpito durante il periodo degli studi di specializzazione a Cambridge da una malattia neurologica rara che gli lascia due anni di vita. Una condanna senza appello per la scienza dell’epoca, contradetta dalla forza di volontà del giovane fisico e della sua ragazza, Jane, che con piena consapevolezza della scelta e delle conseguenze che la stessa avrà sulla sua vita sposa Stephen. E a fronte del genio e della sregolatezza del grande fisico, ateo, si contrappone il ferreo carattere della ragazza, credente in Dio, che diventa con il suo coraggio e la sua capacità di essere in ogni momento e a prescindere dalle situazioni, il grande protagonista del film. Splendida l’interpretazione sia di Eddie Redmayne che di Felicity Jones che danno una marcia in più a questo film che, qualche volta, si perde a causa di una certa blandezza nella sceneggiatura; comunque è un film consigliato.
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maggie69
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sabato 24 gennaio 2015
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inutile
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Lui non mi é sembrato affato da Oscar. Lei non pervenuta. Il film é lento, noioso e neanche rende giustizia allo scienziato perché di formule se ne vefono ben poche... ridicolo...
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