Grazie, a questi due inglesi che nel giro di una settimana si sono avvicendati sullo schermo per raccontarci vicende umane ed universali di grande spessore!
Mi riferisco a The Imitation game il primo e di La teoria del tutto il secondo, di cui parlerò.
Sapevo a che cosa sarei andato incontro andando a vederlo e mi irritava che da qualche parte si abbaiasse sul fatto che il limite del film stesse proprio nel non aver osato affrontare le situazioni '' più dolorose e sgradevoli della malattia e ciò impedisse al film di volare alto''..
La storia inizia nei contesti dell'università di Cambridge, dove Stephen era studente di cosmologia e Jane di Lettere. Era il 1963 quando a Stephen viene diagnosticata la malattia del motoneurone (oggi SLA) che lascia indenne solo il cervello e che si prende la vita nel giro di un paio d'anni.
E' una storia d’amore: il racconto si sviluppa seguendo le fasi della malattia di Stephen e delle sue grandi intuizioni di scienziato. Dal matrimonio, che caparbiamente e da sola Jane affronta, alla nascita e crescita dei tre figli fino al 1988 quando Stephen pubblicherà "Dal big bang ai buchi neri - Breve storia del tempo'' e poi fino a quando il destinomuterà la loro storia d'amore in una buona amicizia.
E' un'opera speciale: non il racconto di una malattia ma la trasposizione di un quarto di secolo in due ore, riuscendo a rendere semplice la complessità della storia, sviluppando il racconto a strati. Ogni scena ci colpisce con la forza delle emozioni sia quando queste si sviluppano in una aula universitaria sia quando sopraggiungono dopo un momento drammatico.
Gli avevano pronosticato 2 anni di vita ed ancora oggi è tra noi e a 73 anni gira il mondo facendo conferenze per parlare dei buchi neri e delle teorie correlate.
Dice ai malati :Concentratevi sulle cose che la vostra malattia non intacca, e non rimpiangete quelle con cui essa interferisce. Non siate disabili nello spirito così come lo siete nel corpo”.
Il racconto non intristisce commuove: a chi il merito? A James March, regista. Nato documentarista, vincitore di 1 Oscar (2008) con Man on Wire (in un luminoso mattino d'estate del 74 seguiamo un funambulo che cammina a 300 metri dal suolo per più di un ora lungo un cavo di acciaio steso tra le Torri Gemelle di New York simbolo del nostro progresso.)
Che dire dell'interpretazione ?! Incredibile Eddie Redmayne (Stephen)!!!!
Per averne una idea basta andare su Google e guardare le immagini dei due a confronto
Chi è, direte? Io lo ricordo in un bel film di un paio di anni fa: ''Marilyn', che raccontava del periodo di soggiorno a Londra della ''meravigliosa''per le riprese del '' Principe e la ballerina''. Eddie era un ragazzo qualunque o quasi che era stato messo a disposizione di Marilyn dalla produzione per accompagnarla sul set e che si ritrovò a passare una settimana con la donna più desiderata del mondo, fianco a fianco, in giro per l'Inghilterra e persino nello stesso letto.
Entrambe le pellicole:The imitation game e La teoria del tutto,raccontano la vita di due scienziati e possono vantare di aver ottenuto in un periodo tanto ravvicinato un tale successo sia di pubblico che di critica che su di loro non poteva non cadere la scelta dell'Accademy per gli oscar 2015.
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