lucrezia bordi
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giovedì 15 gennaio 2015
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la teoria del tutto : l'amore
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Scritto da Lucrezia Bordi :
1962, Università di Cambridge. Durante una festa Stephen (Eddie Redmayne), brillante studioso di cosmologia, incontra Jane (Felicity Jones), studentessa di lettere ed appassionata di poesia spagnola. Tra loro vi è subito intesa. Le loro vite si intrecciano sempre più intimamente e tutto sembra andare per il meglio, ma all’età di 21 anni, Stephen scoprirà di avere una malattia incurabile, quella del motoneurone, che neutralizza le cellule responsabili del movimento ed atrofizza i muscoli.
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Scritto da Lucrezia Bordi :
1962, Università di Cambridge. Durante una festa Stephen (Eddie Redmayne), brillante studioso di cosmologia, incontra Jane (Felicity Jones), studentessa di lettere ed appassionata di poesia spagnola. Tra loro vi è subito intesa. Le loro vite si intrecciano sempre più intimamente e tutto sembra andare per il meglio, ma all’età di 21 anni, Stephen scoprirà di avere una malattia incurabile, quella del motoneurone, che neutralizza le cellule responsabili del movimento ed atrofizza i muscoli. Il giovane diviene un malato terminale e gli vengono dati solo due anni di vita. Adesso solo l’amore e la forza di una donna dall’enorme coraggio, potranno forse portare i due a vincere un conflitto prospettatosi come una sconfitta inevitabile.
Affascinante storia vera di una delle menti più eccelse ancora in vita, La Teoria del Tutto, non tratta solo dell’esistenza del brillante astrofisico Stephen Hawking, ma anche e soprattutto di ciò che vi è dietro : l’amore della moglie Jane Wilde che sacrificò la sua vita per far trascorrere nel migliore dei modi quella del marito tanto amato. La pellicola è tratta dal memoir “Travelling to Infinity: My Life with Stephen”, scritto da Jane Hawking, ed è diretta dal regista premio Oscar James Marsh seguito da un cast straordinario tra cui spiccano nomi, oltre quelli dei già citati protagonisti, come David Thewlis (il Remus Lupin di Harry Potter), Emily Watson (Le onde del destino di Lars Von Triar) e Charlie Cox (Boardwalk Empire).
“La storia di Stephen Hawking, anche se dolceamara, non è una tragedia anche se una malattia quasi fatale che colpisce un giovane uomo abile di belle speranze ne ha tutti gli elementi. E’ il personaggio di Stephen che fa sì che non lo sia; la sua resistenza alla malattia con umorismo, perseveranza e determinazione rende questa storia, alla fine, il contrario di una tragedia” Afferma il regista che è stato preso in modo incredibile dalla vita di Hawking che, continua, “è ancora vivo”. Ed è attorno a questo che ruota l’intero film, attorno alla tenacia di due persone che lottano incessantemente contro qualcosa di, apparentemente, molto più grande e forte di loro. La straordinarietà con la quale Hawking nonostante le diagnosi mediche riuscì a sopravvivere e ad essere ancora oggi tra noi, è sconvolgente. Esempi come questi, donano al mondo la speranza e la convinzione che per quanto la vita possa essere dura e dolorosa, può esistere comunque un rimedio al male e che mai dovremmo abbatterci davanti agli ostacoli che si pongono sul nostro cammino. La storia di uno come Stephen, è una storia a lieto fine : il cammino di qualcuno che nonostante la disgrazia che la vita gli ha riservato, ha comunque condotto un’esistenza felice, ha raggiunto la fama, ha avuto la fortuna di avere ben tre figli e di essere addirittura decorato all’onore dalla Regina D’Inghilterra.
La Teoria del tutto è un film che trasporta lo spettatore in un’altra dimensione in cui si è impassibili ma si partecipa al dolore ed anche alla gioia dei personaggi. Il regista ha saputo valorizzare la bravura dei due protagonisti proponendo spesso inquadrature solo del viso, perché il volto è il co-protagonista di Hawking, su cui sono proiettate mille emozioni ed espressioni, lo stesso viso che lentamente sarà immobilizzato dalla malattia ma che tuttavia continuerà a trasmettere anche solo tramite gli occhi. Per questo motivo e poiché si aveva bisogno di un’interpretazione minuziosamente studiata seppur faticosa, Eddie Redmayne sostiene di aver dovuto lavorare su di sé affiancato dalla coach vocale Julia Wilson Dickson ed il regista del movimento Alex Reynolds. Egli inoltre dice : “Quando ho conosciuto Stephen, ho notato come il “sì” sia una sorta di sorriso e il “no” quasi una smorfia che in lui si manifestano solo con un paio di muscoli facciali che io ho imparato a isolare”. Redmayne, nonostante lo sforzo, si mostra all’altezza del ruolo, grazie al quale si è aggiudicato il Golden Globe come miglior attore. Quest’ultimo però non ruba la scena all’altra protagonista della storia, la tenace Jane Hawking, interpretata dalla meritevole Felicity Jones che i filmmaker hanno rintracciato poiché convinti che sarebbe stata in grado di affrontare al meglio le difficoltà a livello psicologico. La Jones interpreta la donna in modo autentico, valorizzando la sua tipica forza nascosta dietro l’immagine di una persona tanto fragile. Anche l’attrice ha avuto l’onore di poter conoscere il personaggio da lei interpretato e questo sicuramente ha giocato a suo favore, si è immedesimata perfettamente nei panni di Jane. Per quanto riguarda la location, di sfondo a questa storia troviamo la splendida città di Cambridge con la sua bellezza tipica e l’architettura medievale, luogo in cui gli Hawking hanno vissuto la loro vita e dove lo stesso Stephen ha potuto partecipare come spettatore alle riprese del film.
La storia tra i due dal primo giorno in cui si incontrano alle diagnosi ospedaliera, dalle nozze alle prime e strazianti difficoltà, dal primo figlio ai successivi due, si muove senza lasciare lo spettatore annoiato. Chi si trova davanti al grande schermo è spinto sempre più a scoprire come volgeranno al termine le vicende dei due, inizialmente parallele ma che poi sembrano dirigersi in direzioni opposte. La Teoria del tutto pone di fronte chiunque a quella che è la vita di un uomo che ha lottato, suo malgrado, contro qualcosa di inarrestabile. Davide che tenta di sconfiggere Golia e che, nonostante le certezze, vince. Sì, perché Stephen Hawking ha vinto, contro quel tempo che gli è sempre stato avverso e che non ha mai potuto godersi fino all’ultimo secondo. Il tempo, quello su cui egli basò la sua tesi di laurea ed il medesimo che lo distrugge giorno dopo giorno, ma a cui tuttavia deve ogni cosa che ha e a cui dedica il suo libro A Brief History of Time, che ha venduto più di 10 milioni di copie in tutto il mondo. Tutto è curato in modo attento e dettagliato dalla regia e la produzione(Anthony McCarten), alla musica (Jóhann Jóhannsson) che accompagna fino alla fine del film facendo ripercorrere all’indietro, come in un sogno, la vita di Hawking sulle note di Arrival of the Birds.(My Reviews.it)
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[+] uno dei migliori film dell’anno. brava lucrezia
(di antonio montefalcone)
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[+] gran film ed eccellente recenzione
(di eden artemisio)
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ile97
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domenica 4 gennaio 2015
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la dolcezza e l'amore di un genio.
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Si condensano la storia pubblica e quella privata del celebre astrofisico Stephen Hawking in questo film magistralmente diretto da James Marsh,regista premio Oscar per Man on Wire-Un uomo tra le torri (2008) e basato sul romanzo di Jane Hawking dal titolo "Travelling to infinity:my life with Stephen".
Viene raccontata,in primo piano,la sua storia d'amore con la prima moglie Jane Hawking dalle origini fino alla fine e al secondo matrimonio;parallelamente a questa storia troviamo quella della carriera scientifica di Hawking,la sua teoria del tempo e dei buchi neri.
Si parte dal college,Hawking è un ragazzotto vivace e curioso di scoprire un'equazione che possa spiegare l'intero Universo e il suo evolversi.
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Si condensano la storia pubblica e quella privata del celebre astrofisico Stephen Hawking in questo film magistralmente diretto da James Marsh,regista premio Oscar per Man on Wire-Un uomo tra le torri (2008) e basato sul romanzo di Jane Hawking dal titolo "Travelling to infinity:my life with Stephen".
Viene raccontata,in primo piano,la sua storia d'amore con la prima moglie Jane Hawking dalle origini fino alla fine e al secondo matrimonio;parallelamente a questa storia troviamo quella della carriera scientifica di Hawking,la sua teoria del tempo e dei buchi neri.
Si parte dal college,Hawking è un ragazzotto vivace e curioso di scoprire un'equazione che possa spiegare l'intero Universo e il suo evolversi. In questo ambiente conosce una studentessa,Jane,con cui fin da subito si ritrova in perfetta sintonia. Da qui ha origine la storia tra i due che ci accompagnerà per tutto il film. Ancora al college,Stephen scopre la sua malattia e gli vengono dati due anni di vita;decide di isolarsi dal mondo e rompere ogni rapporto per paura di ferire con la sua stessa malattia. Jane non lo accetta e insiste per continuare a stargli vicino. Seguono il matrimonio,la nascita dei figli e soprattutto il peggioramento della salute di Stephen,sempre meno autonomo,che di conseguenza spezza a poco a poco anche la vita di Jane,costretta a stare al passo della malattia del marito. Un punto di svolta arriva quando Jane comincia a riaprirsi pian piano alla vita concedendosi un piccolo impegno nella corale della chiesa;qui conosce un uomo,Jonathan,a cui si avvicina;lui la aiuta nell'assistenza di Stephen ed è proprio quest'ultimo a rendersi conto del fatto che Jane e Jonathan stiano molto bene insieme. Dopo la perdita della voce,Stephen viene assistito da una donna,Elaine,con cui decide di ri-sposarsi. Così facendo Stephen non smette di amare Jane,che rimarrà la donna della sua vita (come testimonia il fatto che la voglia accanto alla fine,quando viene convocato dalla regina d'Inghilterra) ma semplicemente le concede la libertà di cui per anni era stata priva.
Il film è diretto in modo strabiliante,i paesaggi inglesi rendono l'atmosfera suggestiva e perfetta,gli attori sono degni di nota dal primo all'ultimo. Le due interpretazione che senz'altro spiccano sono quelle dei due protagonisti,EDDIE REDMAYNE(Stephen) e FELICITY JONES(Jane),eccellenti nei loro ruoli. Il primo in particolare è dotato anche di una fisionomia che lo avvicina notevolmente a quella del vero Hawking e inoltre,grazie all'incontro con Stephen stesso e allo studio peculiare della malattia, è stato in grado di calarsi nel ruolo donandogli una profondità senza precedenti. Il rapporto tra Stephen e Jane è descritto nei particolari,tormentato al punto giusto, permette di capire in modo esaudiente i punti di vista di entrambi e non risulta assolutamente troppo ingombrante da nascondere e sottovalutare il ruolo di ogni altro personaggio che entri in scena durante la storia,poichè tutti coloro che vediamo contribuiscono in parti maggiori o minore alla vita di Hawking.
E' insomma un film che merita di essere visto,un film che descrive non tanto la vita di un genio quanto la vita di un uomo,un dramma molto toccante.
E non posso che concludere con una citazione di Hawking: 'Where there's life,there's hope'.
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fabriziog
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sabato 17 gennaio 2015
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capolavoro di vita, amore e coraggio
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Ci sono alcuni film che sono imperdibili, che è obbligatorio gustarli.
Uno di questi è “La teoria del tutto” (“The Theory of Everything”) di James Marsh (nomination per il Premio Oscar 2015 come miglior regista, miglior film, migliore sceneggiatura non originale e migliore scenografia) sulla vita del geniale fisico, astrofisico e cosmologo britannico Stephen Hawking (interpretato da un i-n-f-i-n-i-t-a-m-e-n-t-e bravo Eddie Redmayne (nomination come migliore attore protagonista e già vincitore del Golden Globe 2015) e di quel gigante di donna che era sua moglie, Jane Wilde-Hawking (le cui vesti cinematografiche sono ricoperte da una commoventemente sublime Felicity Jones, candidata all’Oscar come migliore attrice protagonista), autrice della biografia da cui è tratta la pellicola: “Travelling to Infinity: my life with Stephen” (“Verso l’infinito”).
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Ci sono alcuni film che sono imperdibili, che è obbligatorio gustarli.
Uno di questi è “La teoria del tutto” (“The Theory of Everything”) di James Marsh (nomination per il Premio Oscar 2015 come miglior regista, miglior film, migliore sceneggiatura non originale e migliore scenografia) sulla vita del geniale fisico, astrofisico e cosmologo britannico Stephen Hawking (interpretato da un i-n-f-i-n-i-t-a-m-e-n-t-e bravo Eddie Redmayne (nomination come migliore attore protagonista e già vincitore del Golden Globe 2015) e di quel gigante di donna che era sua moglie, Jane Wilde-Hawking (le cui vesti cinematografiche sono ricoperte da una commoventemente sublime Felicity Jones, candidata all’Oscar come migliore attrice protagonista), autrice della biografia da cui è tratta la pellicola: “Travelling to Infinity: my life with Stephen” (“Verso l’infinito”).
Questa opera parla dell’Amore, quello con la A maiuscola, della forza della Vita, del Coraggio, e dell’Amore e del Coraggio che insieme abbattono ogni ostacolo e non consentono in alcun modo alla Vita di soccombere.
Stephen Hawking è una mentre eletta e il suo intelletto è imprigionato in un corpo devastato da una patologia inarrestabile. A Hawking hanno dato spietatamente solo due anni di vita da vegetale nel lontano 1963 in quel di Cambridge. Stephen Hawking ha oggi 72 anni ed è ancora in vita, arricchendo l’Umanità con le sue teorie sul tempo, sul suo inizio e la sua fine, donando ad essa un traguardo: scoprire una “sola, semplice, elegante formula che raccolga il tutto e tutto spieghi”.
Stephen è un uomo che in nome del neo umanitarismo avrebbe dovuto cessare la sua incredibile esistenza in modo medicalmente assistito, se non si fosse interposta la volontà indomita nella fede della moglie, perché questo è un capolavoro sulla Scienza e sulla Fede, su Dio e la sua negazione.
Denso, intenso, drammatico, “La teoria del tutto” è avvolto nel fascino dell’Universo, nel mistero della sua nascita e della sua fine, della sua capacità di espandersi e di ridursi, sino all’ultima particella, fino al buco nero che lo ha partorito.
Fabrizio Giulimondi
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beppe baiocchi
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domenica 22 febbraio 2015
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chi è stephen hawking ?
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Stephen Hawking è noto a tutti, brillante astrofisico, paralizzato da una malattia neurologica, seduto con la testa china su una sedia a rotelle che parla con voce metallica tramite un computer guidato dai suoi occhi.
Personaggio che all'apparenza (più che altro per le sue problematiche fisiche) può apparire freddo, distaccato, lontano dalla realtà, ma che in questo film ci viene mostrato nel suo lato più intimo, coraggioso, amorevole, simpatico.
La Teoria del Tutto di James Mursh (di cui ho visto solo il valido The King) fortunatamente non è quel biopic morboso sulla malattia del protagonista, dove si vuole caricare lo spettatore delle sofferenze del protagonista e dei suoi cari, certo è un elemento molto importante, ma, strano a dirlo, questo aspetto non è il tema principale,ne funge da contorno.
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Stephen Hawking è noto a tutti, brillante astrofisico, paralizzato da una malattia neurologica, seduto con la testa china su una sedia a rotelle che parla con voce metallica tramite un computer guidato dai suoi occhi.
Personaggio che all'apparenza (più che altro per le sue problematiche fisiche) può apparire freddo, distaccato, lontano dalla realtà, ma che in questo film ci viene mostrato nel suo lato più intimo, coraggioso, amorevole, simpatico.
La Teoria del Tutto di James Mursh (di cui ho visto solo il valido The King) fortunatamente non è quel biopic morboso sulla malattia del protagonista, dove si vuole caricare lo spettatore delle sofferenze del protagonista e dei suoi cari, certo è un elemento molto importante, ma, strano a dirlo, questo aspetto non è il tema principale,ne funge da contorno. Quello che il film vuole raccontare è il lato personale e psicologico di Hawking, chi è realmente, la brillantezza (e leggera sregolatezza) accademica, e l'amore (che forse si rivela essere quella "teoria del tutto" che Stephen Hawking ha cercato per tutta la vita). Una regia che racconta questo dramma (inteso come storia) umano con leggerenza, senza perdere però quella importanza che il tema impone.
Una lode va fatta sicuramtne ai protagonisti Felicity Jones (che conoscevo solo per l'ordine naturale dei sogni) e soprattutto Eddie Redmayne (che leggo aver fatto Les Miserables, e nemmeno me ne sono accorto) nelle parti di Jane e Stephen Hawking. Credibili, intimi, decisamente veri. Lo chapeu (chiarametne) va fatto all'attore protagonista per aver retto un ruolo particolarmente complesso e delicato. Non è sicuramente da tutti rendere credibile il personaggio di Hawking, dalla paralisi che pian piano colpisce tutto il corpo e quindi lo sforzo dell'attore nel rendere credibile la progressione della malattia, fino alla paralisi totale dove Redmayne ci dimostra che basta solo lo sguardo per far trasparire una emozione, una senzazione che il personaggio vuole mostrarci. Certo magari non è il Daniel Day Lewis de "il mio piede sinistro" ( ma qua stiamo parlando di fenomeni) ma Eddie Redmayne stupisce, e pure tanto, soprattutto per essere un attore quasi sconosciuto ai più (compreso me).
Bellissima la colonna sonora.
Un film toccante e mai "pesante", magari non perfetto, ma che vale la pena vedere, anche solo per conoscere un po' più da vicino una persona fantastica e degna di ammirazione quale è Hawking
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mericol
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giovedì 12 febbraio 2015
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un film straordinario per una storia straordinaria
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La storia straordinaria di Stephen Hawking, fisico geniale, ancora vivente. Unendo la teoria dei quanti con la teoria della relatività, ha inteso proporre attraverso formule matematiche l’ipotesi della origine del mondo, della vita, e di riflesso la stessa ipotesi della sua fine, la “teoria del tutto”.
Il Regista J. Marsh, autore di documentari di successo, ne ha tratto il film, ora con numerose candidature all’Oscar 2015. Il film , ispirato al romanzo autobiografico di Jane Hawking, tratta la vicenda umana di Stephen, pur non trascurando ovviamente i necessari riferimenti scientifici.
Storia straordinaria ,si diceva, quella di Hawking. Studente modello a Cambridge, ottiene trionfalmente il dottorato di ricerca.
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La storia straordinaria di Stephen Hawking, fisico geniale, ancora vivente. Unendo la teoria dei quanti con la teoria della relatività, ha inteso proporre attraverso formule matematiche l’ipotesi della origine del mondo, della vita, e di riflesso la stessa ipotesi della sua fine, la “teoria del tutto”.
Il Regista J. Marsh, autore di documentari di successo, ne ha tratto il film, ora con numerose candidature all’Oscar 2015. Il film , ispirato al romanzo autobiografico di Jane Hawking, tratta la vicenda umana di Stephen, pur non trascurando ovviamente i necessari riferimenti scientifici.
Storia straordinaria ,si diceva, quella di Hawking. Studente modello a Cambridge, ottiene trionfalmente il dottorato di ricerca. Conosce Jane dedicata alle lingue straniere. Si innamorano. Ma a Stephen è diagnosticata la disastrosa “malattia del motoneurone”, ad evoluzione progressiva e a prognosi infausta, così si afferma nel 1963, entro 2 anni. Malgrado tutto questo Stephen e Jane si sposano. Avranno 3 figli. Il progresso scientifico e la rinomanza internazionale procedono di pari passo con l’aggravarsi della malattia, che , malgrado le previsioni, persiste ancora: Stephen ha raggiunto i 72 anni. Perde il controllo delle gambe, poi delle braccia, poi della deglutizione, per finire della parola. Ridotto fisicamente ad una vita vegetativa. Non sessualmente. Non intellettualmente. Continua a comunicare, a produrre pubblicazioni, coadiuvato da un moderno meccanismo di trasmissione del pensiero. Jane ha dedicato a Stephen la sua vita pur manifestando importanti divergenze. Lei è credente, crede in Dio creatore dell’Universo. Lui,ovviamente no. Divergenze fondamentali è vero. Ma unità di intenti nel capire la felicità dell’altro, che non può risultare sacrificata se si pensa soltanto alla propria. Jane avrà un altro compagno, Jonathan un musicista. Stephen va in America e sceglie come compagna Elaine, venuta a lui come iniziale badante..
I personaggi principali e secondari sono descritti accuratamente, nelle loro diverse dimensioni umane.
Stephen ha vissuto e vive intensamente la sua vita professionale e umana. Alla domanda perché non crede in Dio, risponde (con l’ausilio della macchina) che non dovrebbero esserci limiti nei confini del mondo e nel pensiero umano. Finchè c’è vita c’è speranza. Ogni uomo dovrebbe gestire la sua vita senza confini,cercando la felicità nei propri limiti, senza limitare la felicità degli altri.
Ad una vita e una storia straordinaria Mash ha fornito una trasposizione filmica straordinaria: Una scelta accurata dei luoghi e dei colori. Una evoluzione piena e realistica della vicenda, per quanto può essere realistica una storia straordinaria. Un accompagnamento della colonna sonora che si adegua con toni diversi ai diversi atteggiamenti dei personaggi e alla serenità o drammaticità degli accadimenti: Persino le code del film con le lettere che compaiono progressivamente e la colonna sonora che le segue adeguatamente, assume quasi l’aspetto di una sinfonia.
Contributo essenziale degli interpreti. Di Eddie Redmayne (Stephen) anzitutto. Ma anche di Felicity Jones (Jane): Entrambi meritatamente candidati all’Oscar.
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filippotognoli
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sabato 24 gennaio 2015
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la teoria dell'oscar
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Proseguendo sul filone delle biografie, tema dominante agli Oscar 2014/15, "La Teoria del tutto" racconta in modo esemplare la storia dell'astrofisico di fama mondiale Stephen W. Hawking.Dopo aver candidato all'ambito premio il soldato Chris Kyle (American Sniper), il matematico Alan Turing (Imitation Game), il leader nero Martin Luther King (Selma), l'allenatore sportivo (Foxcatcher), eccoci di fronte alla straordinaria performance di Eddie Redmayne che si presenta come uno dei piu' seri pretendenti alla vittoria finale nella categoria di miglior attore protagonista.La pellicola di James Marsh ha tutti gli elementi per essere premiata alla imminente notte degli Acadamy Awards.
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Proseguendo sul filone delle biografie, tema dominante agli Oscar 2014/15, "La Teoria del tutto" racconta in modo esemplare la storia dell'astrofisico di fama mondiale Stephen W. Hawking.Dopo aver candidato all'ambito premio il soldato Chris Kyle (American Sniper), il matematico Alan Turing (Imitation Game), il leader nero Martin Luther King (Selma), l'allenatore sportivo (Foxcatcher), eccoci di fronte alla straordinaria performance di Eddie Redmayne che si presenta come uno dei piu' seri pretendenti alla vittoria finale nella categoria di miglior attore protagonista.La pellicola di James Marsh ha tutti gli elementi per essere premiata alla imminente notte degli Acadamy Awards.La forza di volonta', l'amore per la vita, il bisogno del sapere, sono questi i temi che caratterizzano la storia di Hawking.Inevitabili i paragoni con "Il mio piede sinistro", da cui comunque il film esce addirittura rafforzato.Gli occhi dell'attore protagonista Redmayne, come quelli di D.D. Lewis, esprimono un coraggio e una forza d'animo e un amore davvero incredili.La storia e' ben scritta e ben diretta, il cast e' semplicemente eccezionale.Un altro punto di forza della pellicola sta' proprio nella scelta degli attori.Non essendo particolarmente conosciuti si identificano ancora meglio nei personaggi e rendono ancora piu' credibili le vicende narrate.La storia di Hawking e' una storia straordinaria, che non puo' lasciare indifferenti gli spettatori.Il rischio di cadere nel retorico e nel melodrammatico viene abilmente evitato grazie ad una linearita' registica ed a un montaggio con tempi e ritmi perfetti.Dopo averlo visto, e' uno di quei film che difficilmente si dimentica."And the Oscar goes to...."
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lele95sartorato
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sabato 24 gennaio 2015
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dai buchi neri alla teoria del tutto, hawking
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Stephen Hawking ha studiato a Oxford, poi a Cambridge. Stephen Hawking ha ottenuto il proprio dottorato in Fisica con una tesi sul tempo e sul principio dei buchi neri, spieganti l'origine dell'universo. Stephen Hawking soffre della malattia del motoneurone, gli viene indicata una speranza di vita di circa due anni. Stephen Hawking è innamorato di una ragazza, Jane. Tutto questo é presente nel film di James Marsh, eccezionale per la profondità dei personaggi data da dalle prove eccezionali di Redmayne e Jones. Non si può parlare certo di capolavoro o di pellicola eccezionale, la storia non approfondisce in pieno le teorie di uno dei massimi esponenti della fisica mondiale, non accenna agli sviluppi della teoria dei buchi neri, tra i quali l'ipotesi secondo Hawking della possibilità del viaggio nel tempo.
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Stephen Hawking ha studiato a Oxford, poi a Cambridge. Stephen Hawking ha ottenuto il proprio dottorato in Fisica con una tesi sul tempo e sul principio dei buchi neri, spieganti l'origine dell'universo. Stephen Hawking soffre della malattia del motoneurone, gli viene indicata una speranza di vita di circa due anni. Stephen Hawking è innamorato di una ragazza, Jane. Tutto questo é presente nel film di James Marsh, eccezionale per la profondità dei personaggi data da dalle prove eccezionali di Redmayne e Jones. Non si può parlare certo di capolavoro o di pellicola eccezionale, la storia non approfondisce in pieno le teorie di uno dei massimi esponenti della fisica mondiale, non accenna agli sviluppi della teoria dei buchi neri, tra i quali l'ipotesi secondo Hawking della possibilità del viaggio nel tempo. L'opera si concentra su altri aspetti della vita dei personaggi quali amore, società e amicizia, tra l'altro Hawking sembra non avere alcun nemico, se non la malattia. Il sentimentalismo del film comunque non è pressante e difficilmente riesce a commuovere se non a brevi tratti, non è chiaro se sia un'astuta scelta o un'amara mancanza. Le sequenze finali valgono invece molto sia a livello tecnico che mentale in quanto racchiudono abilmente gli intenti narrativi del film. Il film riprende alcuni aspetti di film come A beautiful mind e Will Hunting e non si può certo considerare originale nei suoi punti cardine ma anche questa considerazione non nuoce alla fluidità della storia. Un'opera quasi completa, non eccezionale ma da non sottovalutare e che permette a due attori come Redmayne e Jones di farsi conoscere a livello mondiale mentre a Marsh non viene riconosciuta la nomination per la regia e la scelta è comprensibile; ricordiamo che il film è candidato alla statuetta come miglior film, anche se sarà dura non vedere gli Oscar dominati da Linklater e Boyhood.
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antonietta dambrosio
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giovedì 5 febbraio 2015
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la luce dell'amore illumina la scienza
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La teoria del tutto - recensione
Un film dove i buchi neri della scienza vengono illuminati dall'amore, la cui forza ha potere sul tempo, dilatando la misura degli effetti della malattia sulla vita di un corpo, dove la curiosità, l'ironia e la luce negli occhi si fanno beffa anche della morte. È la storia di Stephen Hawking, l'astrofisico ancora in vita che ha cambiato il corso della scienza. Il suo obiettivo è quello di spiegare il mondo attraverso una formula matematica che racchiuda tutte le forze dell'universo dal primo accenno di vita in poi, la Teoria del tutto che controlli il tempo, che sia capace di catturare quella linea sottile su cui il mondo procede in un'unica direzione ed usarla in modo che l'umanità trovi il suo spazio di equilibrio, rendendo quella linea un luogo sicuro dove si possa ruotare in ogni direzione senza provare vertigine, dove lo spazio tra la vita e la morte si possa avvolgere al contrario scegliendo il posto più bello dove fermarsi.
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La teoria del tutto - recensione
Un film dove i buchi neri della scienza vengono illuminati dall'amore, la cui forza ha potere sul tempo, dilatando la misura degli effetti della malattia sulla vita di un corpo, dove la curiosità, l'ironia e la luce negli occhi si fanno beffa anche della morte. È la storia di Stephen Hawking, l'astrofisico ancora in vita che ha cambiato il corso della scienza. Il suo obiettivo è quello di spiegare il mondo attraverso una formula matematica che racchiuda tutte le forze dell'universo dal primo accenno di vita in poi, la Teoria del tutto che controlli il tempo, che sia capace di catturare quella linea sottile su cui il mondo procede in un'unica direzione ed usarla in modo che l'umanità trovi il suo spazio di equilibrio, rendendo quella linea un luogo sicuro dove si possa ruotare in ogni direzione senza provare vertigine, dove lo spazio tra la vita e la morte si possa avvolgere al contrario scegliendo il posto più bello dove fermarsi. E James Marsh d'incanto, poco prima dei titoli di coda riavvolge il nastro della sua pellicola e ci risucchia all'indietro dando forma ad una vertigine che non fa più paura, è quasi un volo che ci conduce verso dimensioni che cancellano ogni spazio d'ombra, in una regione spaziotempo dove le forze gravitazionali dell'amore sono l'inimmaginabile teoria del tutto raggiungibile per ognuno lungo il tratto che unisce mente e cuore. Siamo a Cambridge nel 1963 e James Marsh orienta la sua macchina da presa su Stephen Hawking (Eddie Redmayne) laureando in Fisica, ed in procinto di scegliere l'argomento della tesi, professori e colleghi già intravedono in lui il lampo del genio. Ad una festa incontra Jane (Felicity Jones), una studentessa di Lettere, e quando a tavola Stephen la invita ufficialmente al ballo dell'Università, tra i loro occhi brilla presto la luce dell'amore. Posizionati su due differenti livelli di credo, lui fedele alla cosmologia che definisce l'unica religione per gli atei intelligenti, lei cristiana praticante, danno vita ad una storia d'amore che sfiora i confini dell'eternità ma destinata a cambiare forma nel tempo, capace di superare la grande sfida della malattia dei motoneuroni di Stephen che secondo la diagnosi medica gli concederà due anni di vita distruggendo i muscoli ed impendendogli ogni attività volontaria senza intaccare il cervello. L'insorgere della malattia penetra anche la nostra pelle stridendo nel contrasto con le ossa, ma siamo presto in piedi con Stephen ed il corpo non è più materia, né dolore, è solo lo spazio in cui fermare l'amore che si respira. È una storia bella quella portata in scena da James Marsh, scritta dalla ex moglie Jane, dove anche il momento della separazione viene vissuto come un'altra grande prova d'amore da parte di Stephen, sostenuta magistralmente dal candidato Oscar Eddie Redmayne e dalla bravissima Felicity Jones, che fanno dell'opera un grande pezzo d'autore.
Antonietta D'Ambrosio
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donato prencipe
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sabato 17 gennaio 2015
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“finchè c'è vita c'è speranza”
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L'origine dell'universo, tra stelle e buchi neri, valicando i confini di un tempo che ha avuto un inizio ed avrà la sua fine. Siamo nell'universo di Stephen Hawking, l'astrofisico che ha elaborato e confutato teorie che hanno cambiato il modo di intendere l'intera concezione della vita. Il fascino e la bellezza delle sue teorie vengono raccontate, così come la sua storia personale, per la prima volta sul grande schermo, e a realizzarlo è il regista James Marsh, noto soprattutto per i suoi documentari, come “Man on wire”, che gli valse l'oscar nel 2008. Il film è basato sulla biografia “Travelling to infinity: my life with Stephen” di Jane Wilde Hawking, attuale ex moglie del noto fisico, interpretata per l'occasione da Felicity Jones (The amazing spider-man 2) capace di proporre, nonostante quel suo viso così candido e dolce, un ruolo molto forte e caparbio, ma al tempo stesso di grande tenerezza.
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L'origine dell'universo, tra stelle e buchi neri, valicando i confini di un tempo che ha avuto un inizio ed avrà la sua fine. Siamo nell'universo di Stephen Hawking, l'astrofisico che ha elaborato e confutato teorie che hanno cambiato il modo di intendere l'intera concezione della vita. Il fascino e la bellezza delle sue teorie vengono raccontate, così come la sua storia personale, per la prima volta sul grande schermo, e a realizzarlo è il regista James Marsh, noto soprattutto per i suoi documentari, come “Man on wire”, che gli valse l'oscar nel 2008. Il film è basato sulla biografia “Travelling to infinity: my life with Stephen” di Jane Wilde Hawking, attuale ex moglie del noto fisico, interpretata per l'occasione da Felicity Jones (The amazing spider-man 2) capace di proporre, nonostante quel suo viso così candido e dolce, un ruolo molto forte e caparbio, ma al tempo stesso di grande tenerezza. Un ruolo senza dubbio di non facile interpretazione riuscitole alla grande. L'annotazione da dieci in pagella per essersi identificato, con assoluta perizia, nelle gesta di Stephen Hawking va ad Eddie Redmayne (Les misérables), il quale ci fornisce un interpretazione magistrale e davvero emozionante, toccandoci nel più profondo della nostra sensibilità. La trama si sviluppa incentrando il tema del discorso, dapprima sul conseguimento del dottorato di Hawking a Cambridge e l'incontro con la sua futura moglie, per poi focalizzarsi sul drastico cambiamento nel modo di vivere che ne consegue da quando gli viene diagnosticata una patologia invalidante che colpisce i motoneuroni, ovvero quei neuroni che controllano la muscolatura volontaria come il respiro, la parola, il camminare ecc. e che causa una morte prematura. Ma nonostante le mille avversità riesce ad andare avanti nel suo scopo e dimostrare le sue teorie, conseguendo tantissimi encomi da tutto il mondo. La sua vita privata, ovviamente, subisce uno scossone al momento del suo declino fisico, però con l'enorme aiuto della moglie, spinta dall'amore nei suoi confronti, affronta con grande tenacia e sacrificio la complessa situazione ed insieme danno alla luce tre figli, andando, dunque, ben oltre le aspettative di vita che gli erano state paventate. Nel cast anche Emily Watson che interpreta la mamma di Hawking e Charlie Cox nel ruolo di Jonathan Jones, un maestro di piano che si presta con molta gentilezza e compassione ad aiutare la coppia nelle problematiche quotidiane. Jonathan, così come Elaine (Maxine Peake), l'infermiera che inizierà a prendersi cura di Hawking, saranno la ragione della separazione consensuale della coppia. La sensazione di angoscia nella quale veniamo avvolti durante il film è da imputare di certo al tema trattato, però il regista ci mette del suo per renderlo ancor più angoscioso con scene che non lasciano nulla all'immaginazione. Naturalmente il tutto ci spinge a meravigliarci ancor di più del talento di questo “piccolo” grande uomo, per aver avuto la forza di giungere a risultati cosi sorprendenti e illuminanti malgrado il suo notevole handicap. Confortante ed ammirevole il suo discorso finale, quando esorta tutti a non abbandonare mai i propri scopi, poiché chiunque possiede in se la forza e le capacità per giungere al traguardo dei propri ideali...”finchè c'è vita c'è speranza!”.
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borghij
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domenica 18 gennaio 2015
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strepitoso e delicato.
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Grandissimo film, toccante fino al punto da far piangere; l'interpretazione dell' attore e modello britannico, (praticamente sconosciuto) ricorda molto quella di Lewis in "il mio piede sinistro"
e la storia in generale riporta un pò ad "a beautiful mind", ma in ogni caso il film fa scintille, perfetta recitazione da parte dell' attore britannico Eddie Redmayne che si profila di fronte a se una gran carriera cinematografica data la sua palese dote nella recitazione, questo film vuole riassumere la vita di Steven Hawking, il grandissimo scienziato affetto da una grave malattia ovvero: l' atrofia muscolare progressiva, nella sua vita da grandissimo fisico, fin dalla tenera età dell' università, attraversando i momenti più duri e difficili della sua vita fino alla perdita persino della parola.
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Grandissimo film, toccante fino al punto da far piangere; l'interpretazione dell' attore e modello britannico, (praticamente sconosciuto) ricorda molto quella di Lewis in "il mio piede sinistro"
e la storia in generale riporta un pò ad "a beautiful mind", ma in ogni caso il film fa scintille, perfetta recitazione da parte dell' attore britannico Eddie Redmayne che si profila di fronte a se una gran carriera cinematografica data la sua palese dote nella recitazione, questo film vuole riassumere la vita di Steven Hawking, il grandissimo scienziato affetto da una grave malattia ovvero: l' atrofia muscolare progressiva, nella sua vita da grandissimo fisico, fin dalla tenera età dell' università, attraversando i momenti più duri e difficili della sua vita fino alla perdita persino della parola. (che poi verrà rimpiazzata con un macchinario)
La moglie di Steven lo accudisce e lo aiuta sempre anche in momenti molto complicati.
Dopo un pò di anni però Jane incontra un uomo (jonathan) , restato vedovo due anni prima, che insegna pianoforte, tra i due nasce un sentimento forte che però portarà entrambi a prendersi cura di Steven volendogli bene insieme, Steven capisce la sua situazione e sa che sua moglie deve essere anche felice, dato che lui purtroppo non può più far avere a Jane una vita normale.
nel mentre Steven e Jane (la moglie) hanno diversi figli, anche se di uno viene dubitato chi sia il padre, anche se poi si scopre che è sempre di Steven, questo però fa capire a jane e jonathan che loro sono un pò scomodi in questa situazione, e jonathan sentendosi imbarazzato di fronte alla famiglia di Steven che lo guarda male, se ne va.
Dopo un pò di tempo però loro si rincontreranno e dimostreranno uno all' altra il loro amore. Anche se Jane e Steven proveranno sempre un grande amore e alla fine del film ricorderanno che hanno fatto 3 figli bellissimi e questo è bellissimo.
Proprio l'ultima scena è una meravigliosa sequenza di flashback di Steven e del primo incontro con Jane, che commuove e scatena sentimenti contrastanti.
Non ci sono formule né equazioni per spiegare l'amore, né per spiegare in questo caso molti dei sentimenti che esprime questo film, incantevole struggente, splendido.
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