La teoria del tutto |
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Un film di James Marsh.
Con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Charlie Cox, Emily Watson, Simon McBurney.
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Titolo originale The Theory of Everything.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 123 min.
- Gran Bretagna 2014.
- Universal Pictures
uscita giovedì 15 gennaio 2015.
MYMONETRO
La teoria del tutto
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tanto potenziale per lasciarci solo un' "idea"di AngLeeFeedback: 605 | altri commenti e recensioni di AngLee |
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sabato 17 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il percorso su cui ci guida James Marsh comincia nel 1963, università di Cambridge, dove studia il matematico, cosmologo e astrofisico britannico Steven Hawking, che sta ancora cercando un'unica semplice equazione che spieghi l'universo tutto e l'origine di esso. In questa sua ricerca quasi esistenziale è presente Jane Wild, una studentessa universitaria destinata a diventare sua moglie e madre di tre figli. I due si innamorano e la loro storia è persino fiabesca, se non fosse per la malattia degenerativa che condannerà il celebre cosmologo a una decadenza fisica e, al peggio, alla perdita della voce.Una bella prova per tutti, in primis per Stephen, poi per Jane, che sente il peso di quella faticosa quotidianità e guarderà all'uomo che offrirà loro aiuto come un'utopia che non le appartiene, l'amore che pensa di meritare, dopo che la sopravvivenza di Hawking diventa stabile e può non riguardarle più. INNEGABILE è l' interpretazione mozzafiato dei due attori protagonisti, le fondamenta che hanno dato credibilità a questo film e che ci hanno trasmesso momenti decisamente toccanti. L'intero film, tuttavia, non è compatto, anzi, totalmente frammentato e non convincente in alcune sequenze. Affrontata forse in modo eccessivamente approssimativo e banale la storia d'amore, il ritmo rallenta in alcune scene specifiche emozionanti come quella in cui Stephen cerca di salire le scale, mentre una camera da presa posta ovunque non si perde il minimo dettaglio, il minimo movimento o la minima prospettiva. James Marsh ha sfruttato al meglio le potenzialità di cui disponeva il film, armonizzando il gioco di inquadrature e la scala di note che accompagnano le scene. Forse il punto debole va ricercato nella sceneggiatura che, supportata da una regia e da un'interpretazione tali, ha lasciato più un'IDEA amara che un blocco unico e compatto impresso nella mente. E una semplice "idea" fa riflettere, si, persino piangere al momento della visione. Ma nulla di più. Credo che una sceneggiatura più precisa, compatta, con delle rapide temporali più azzeccate, avrebbe valorizzato ancor di più la qualità recitativa e registica che questo film ha avuto.
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