Titolo originale | Step Up: All In |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, Musicale, Sentimentale, |
Produzione | USA |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Trish Sie |
Attori | Ryan Guzman, Briana Evigan, Izabella Miko, Alyson Stoner, Adam G. Sevani Lorella Boccia, Guè Pequeno, Stephen Boss, Misha Gabriel Hamilton, Luis Rosado, Karin Konoval, Chadd Smith, Mari Koda, Martín Lombard, Christopher Scott. |
Uscita | mercoledì 20 agosto 2014 |
Distribuzione | M2 Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,45 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 agosto 2014
I protagonisti più amati dei precedenti episodi si uniranno a Las Vegas per l'ultima sfida. In Italia al Box Office Step Up All In ha incassato 3,8 milioni di euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Dopo gli eventi di Step up revolution Sean continua a cercare con la sua crew di sfondare nel mondo del ballo. Tra audizioni finite male, sconfitte ad opera di raccomandati e umiliazioni nei bar i Mobs decidono di lasciare Los Angeles per tornare a Miami. Sean invece vuole rimanere e contatta Muso per mettere in piedi una nuova crew così da partecipare a Vortex, una gara di ballo da strada che si tiene a Las Vegas. La scelta ovviamente ricadrà sui membri della crew storica, ognuno ormai dedito ad un altro lavoro ma pronto a mollare tutto per questa nuova avventura.
Non è certo la coerenza a mancare alla serie Step up, fondata su una struttura sempre uguale a se stessa (lo scontro tra gang, l'incontro tra stili di ballo apparentemente inconciliabili, la grande gara finale e la storia romantica che si mescola ai doveri di ballo) e centrata nei suoi casi migliori più sulla prestazione fisica che sulla vera creazione di una storia. Il quinto film della serie non fa eccezione, si propone fin dal titolo di riunire i membri del cast di tutti i film precedenti (ce n'è almeno uno per ogni capitolo ma la maggior parte è lo zoccolo duro presente dal secondo) con stavolta l'imprevedibile aspirazione di trovare un lavoro. Per coerenza con l'universo Step up la suddetta opportunità lavorativa sarà il premio in palio della grandissima gara di ballo.
Riuniti come i Blues brothers (cioè mollando i lavori a tempo di musica) i vecchi volti noti della saga tornano a far quel che sanno fare meglio. Tuttavia questa volta lo spunto della storia sembra venire dalla film commission Nevada tanto il film che ha fatto delle strade e quindi delle città in cui è ambientato un tratto distintivo indugia su Las Vegas, la sua attrattiva, le sue strade e i suoi luoghi significativi (ambientando lì anche una sequenza di ballo a due che sembra uscita da un musical classico). In questo sembra di intuire un movimento d'imborghesimento di una serie che aveva il merito indubbio di scavare in una forma d'arte di strada con storie banali ma una volontà espressiva (relativamente al ballo) molto forte all'inizio e via via sempre più fioca. Arrivati al quinto film "la strada" intesa come luogo d'autenticità, ambiente d'elezione per questa forma d'arte, sembra scomparsa, i protagonisti, che una volta si vantavano delle proprie origini e del proprio stile d'allentamento metropolitano, accettano senza problemi non solo di provare in sale di ballo tradizionale ma anche di esibirsi a Las Vegas (il luogo dello spettacolo artificioso per eccellenza) per vincere un lavoro lì, nello show business più canonico.
Anche dal punto di vista delle scene di ballo Step up all in sembra meno pregnante degli altri film. Per dare grande senso e impatto all'ultima performance vengono annacquate le precedenti, soprattutto si avverte un graduale slittamento di centralità dal ballo (quindi dalla prestazione fisica) alla coreografia (quindi alla rappresentazione). Step up aveva l'indubbio merito di rappresentare qualcosa, nel momento in cui diventa un modo per mostrare coreografie e non ballo grezzo lentamente si adegua al resto del cinema di ballo (o dei musical moderni), perdendo non solo identità ma forse anche di senso.
Terribile il doppiaggio italiano del villain affidato al rapper milanese Gué Pequeno in grado di rompere ad ogni parola la sospensione dell'incredulità ricordando a tutti di essere di fronte ad un film. Si spera che se non altro riesca a portare in sala qualche spettatore in più.
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La saga di Step Up non va certo famosa per la profondità della trama e per il livello introspettivo dei personaggi. La serie ha abituato il pubblico a un certo livello, puntando più sul senso di libertà, il riscatto sociale e la prestazione fisica. Dopo il quarto capitolo, particolarmente ben pensato, Step Up All In propone una soluzione di continuità attraverso una grande [...] Vai alla recensione »
Con "Step Up : All In Vegas" si chiude il cerchio dei film di ballo più famosi al mondo. Step Up All In, è un film che (ad occhio) non brilla di certo per una trama "solida" , ma vedere i ballerini più talentuosi che hanno da sempre fatto della saga di "STEP UP" un vero e proprio spettacolo , senza dubbio è un buon inizio.
Dopo gli eventi di Step up Revolution Sean vuole sfondare il mondo del ballo ma dopo una serie di audizioni finite male e di umiliazioni nei bar, I Mob decidono di lasciare Los Angeles per tornare a Miami ma Sean non vuole ancora arrendersi e contatta Muso affinchè venga messa in piedi una nuova crew così da partecipare al The Vortex, una gara di ballo che si tiene a Las Vegas la cui [...] Vai alla recensione »
Atteso con ansia come conclusione di una saga, delude come il remake di Robocop.... Anzi forse ancora di più! Trama insulsa, degna di film amatoriali... Coreografie fatte presumibilmente da un Garrison che ha bevuto troppo e probabilmente é ad un passo dalla cecità.... Il tutto per culminare in un ballo finale ridicolo!!!! Mi dispiace per Adam che purtroppo nn riesce a trainare un carrozzone [...] Vai alla recensione »
Trama scontata, dialoghi penosi... Ma quando si balla... Allora non c'è n'è per nessuno. E alla fine il messaggio passa ed è reso in modo non banale nè retorico.
....se si eccettuano le gambe fin troppo tornite della pur graziosa protagonista femminile
La saga dance continua a suon di nuove crew e, questa volta, di un reality tv da conquistare. Non si sono sprecati per uscire dal solito tran tran che popola il mondo di Step Up fin dal primo episodio. Anche se, stavolta, si cerca di dare un minimo di sguardo anche al mondo attuale (le bollette da pagare e il lavoro che non si trova). Del resto, il pubblico a cui è rivolto non si pone troppo problemi [...] Vai alla recensione »
Se si mettessero in fila gli elementi narrativi che compongono questo «Step Up All In», si ricaverebbe niente altro che il catalogo quasi completo degli elementi base di una sceneggiatura per film adolescenziali: l'amore contrastato, l'amicizia tradita, il mito del successo, la volontà di farcela a tutti i costi e, soprattutto, il sempiterno «boy meets girl».
Migrato a Hollywood per trovare fama e fortuna, lo streetdancer di Miami Sean Asa non si arrende alle difficoltà. Il ballerino decide di partecipare a un concorso televisivo chiamato "Vortex". Sean deve mettere assieme in fretta una nuova crew, con l'aiuto dell'amico Moose, pescando tra i danzatori delle puntate precedenti. Fa parte del gruppo la bella e ostinata Andie West.