Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Canada |
Regia di | Chloé Robichaud |
Attori | Hélène Florent, Sophie Desmarais, Micheline Lanctôt, Benoît Gouin, Eve Duranceau Jean-Sébastien Courchesne. |
MYmonetro | 2,75 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 maggio 2013
Sarah è una giovane mezzofondista. La sua vita cambia quando le offrono un posto nella migliore squadra di atletica dell'università, lontano dalla sua cittadina.
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CONSIGLIATO SÌ
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Sarah è una giovane mezzofondista che vive nella periferia di Québec City. Selezionata da una delle migliori scuole di atletica di Montréal, è decisa a partire e a realizzare il suo sogno. Determinata e contro il parere della madre, preoccupata per la sua salute, Sarah dispone le sue poche cose e parte con Antoine, amico e collega del ristorante in cui era occupata. Nel viaggio Antoine le propone di sposarlo per valersi del sussidio statale e sollevarli da spese ingenti. Consumato in comune un matrimonio sbrigativo e spassionato, Sarah e Antoine riprendono le loro vite, incontrandosi la sera intorno al tavolo. Nella 'corsa' al traguardo però il cuore di Sarah farà i capricci, sulla pista e nel letto, rischiando si compromettere le sue ambizioni.
Opera prima di Chloé Robichaud, Sarah préfère la course è la storia di una passione sportiva dove a mancare sono proprio il cuore e lo sport del titolo. Freddo e impersonale come la giovane protagonista, il film resta fermo ai blocchi di partenza, sordo al segnale dello starter e alla luccicanza che brilla nel sogno proteso a scoprire e rivelare la bellezza di una disciplina. Nessun momento di gloria per la protagonista, impegnata piuttosto nella routine di un'attività fisica di cui vediamo solo gli intervalli sotto la doccia e dentro lo spogliatoio. Se alla regista canadese non difetta l'ironia, incarnata dall'Antoine di Jean-Sébastien Courchesne, sedotto e abbandonato sul pavimento della cucina, a mancare è la messa in gioco del corpo della protagonista e della sua performance agonistica.
Sarah préfère la course non avvicina mai gli spettatori, ponendoli a contatto diretto con Sarah, con la sua epidermide sudata, con lo sforzo, l'ansia, la fatica, il sacrificio, lasciandoli sconcertati e orfani alla maniera di Antoine che canta un'altra canzone e beve un'altra birra. Sophie Desmarais, indifferente e insensibile, non infila mai la retorica nobile della corsa e la spinta a intraprenderla. Più interessante invece il discorso emotivo e sentimentale sotteso, dove la distanza da coprire per arrivare a sentire, sintonizzando letteralmente il cuore sulla vita, diventa motore di un film altrimenti abulico. Dentro una fotografia decolorata e desaturata, Sarah préfère la course è un film in prima persona singolare. Tutto è filtrato dal punto di vista di Sarah, tutto passa al vaglio delle sue percezioni alterate da un cuore che perde colpi impedendole il movimento in avanti nella vita come nello sport.
La madre e Antoine scivolano allora come ombre nel suo mondo affettivo in cerca di quella 'nota' che accorda e rilancia nell'epilogo in corsa verso il traguardo. Sarah préfère la course assume dopotutto la struttura di una gara di fondo, persuadendo sulla lunga distanza e con il racconto della costituzione identitaria di una giovane donna, che nel gesto atletico e in una stretta di mano coglie finalmente il futuro.
20 anni, mezzofondista, Sarah (Sophie Desmarais) corre come e meglio di Forrest Gump. Trasferita in città, si sposa con il semisconosciuto Antoine per beccare l'assegno del governo, prova a fare vita sociale, s'impegna a essere gentile, ma è sempre lei: vuole solo correre, malgrado un problema al cuore. Al Regard, l'opera prima della canadese Chloé Robichaud sconta la distanza della sua atleta: senza [...] Vai alla recensione »