diomede917
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sabato 28 settembre 2013
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f1(filmone)
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Tra le varie leggende che circolano nell'affascinante mondo della Formula 1.....ce n'è una in particolare che nella metà degli anni '70 ha visto protagonisti Niki Lauda e James Hunt.
Una rivalità e una competizione che andava oltre il semplice aspetto sportivo.....
Rush ne racconta passo passo tutte le vicissitudini che ebbero l'apice nel campionato del mondo del 1976.
L'abilità del regista Ron Howard è stata quella di aver concentrato la vicenda sugli uomini, sul loro carattere, sulle loro differenze e contrapposizioni, lasciando le macchine e il loro mondo come una cornice più dove collocare la sfida di questi duellanti e le gare del campionato sono rappresentate come i capitoli di avvicinamento allo scontro finale.
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Tra le varie leggende che circolano nell'affascinante mondo della Formula 1.....ce n'è una in particolare che nella metà degli anni '70 ha visto protagonisti Niki Lauda e James Hunt.
Una rivalità e una competizione che andava oltre il semplice aspetto sportivo.....
Rush ne racconta passo passo tutte le vicissitudini che ebbero l'apice nel campionato del mondo del 1976.
L'abilità del regista Ron Howard è stata quella di aver concentrato la vicenda sugli uomini, sul loro carattere, sulle loro differenze e contrapposizioni, lasciando le macchine e il loro mondo come una cornice più dove collocare la sfida di questi duellanti e le gare del campionato sono rappresentate come i capitoli di avvicinamento allo scontro finale.
Tutto questo è reso possibile grazie al lavoro del migliore sceneggiatore di biografie che il cinema conosce Peter Morgan, già autore per Howard di un'altra sfida tra due contendenti come Frost/Nixon.......
Morgan è abile nel caratterizzare Lauda e Hunt senza parteggiare per nessuno evidenziando le loro differenze come un qualcosa di genetico dal pragmatismo austriaco alla vita scanzonata all'inglese......o come due scuole di pensiero della vita di un pilota di formula 1
Hunt rappresenta la scarica di adrenalina, la vità che va vissuta a tavoletta tra donne e bella vita, un campionato del mondo da raggiungere solo una volta nella vita per dire ho vinto per poi finire tutto a 45 anni;
Lauda è la freddezza ingegneristica, tutto è calcolato anche il rischio che non deve superare il 20%......non sa corteggiare ed ha un suo modo di dire ti amo a sua moglie.....è il perfezionista non solo in pista ma anche nel superare gli ostacoli che il l'incidente in Germania gli mette davanti......
Sono diverse le scene madri che colpiscono dalla pulizia dei polmoni davanti alla gara, all'intervista post incidente fino ad arrivare al dialogo finale tra i due protagonisti dove dietro a tutta questa rivalità non c'è odio ma grande rispetto tra due autentici campioni.....
Ottimo tutto il cast dove Chris Hemsworth sorprendueu alla luce di quello visto in Thor o The Avengers......e Daniel Bruhl colpisce regalandoci un Lauda da nomination......
Rush è un ottimo film di genere di quelli che si facevano negli anni '70.....il classico filmone che riempie lo schermo e riempe gli occhi di chi lo guarda......un film capace di accontentare tutti perfino i palati più esigenti......
Un FilmOne o per dirla breve F1
Voto 8
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_oldboy_
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sabato 28 settembre 2013
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sportività, rivalità, amicizia e rischio
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La grande intuizione che ha avuto Ron Howard con "Rush" è quella di prendere la storia di Niki Lauda e la sua storica rivalità con James Hunt non per parlarci di Formula1 ma di sportività, amicizia, rischi. Rischi che i due personaggi corrono a ogni gara, in ogni momento, ma che non gli impediscono di continuare a guidare, ognuno con il suo metodo e la sua filosofia. Rigoroso e perfezionista Lauda, severo con se stesso e con gli altri, festaiolo Hunt, che sembra fare tutto di impulso. Questo bel contrasto è una perfetto ingrediente per una storia di rivalità e,nel finale, amicizia. Ottime le prove attoriali, strepitose le ricostruzioni degli anni 70 e quelle delle gare (ottimo lavoro di suono e fotografia), solida la regia.
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La grande intuizione che ha avuto Ron Howard con "Rush" è quella di prendere la storia di Niki Lauda e la sua storica rivalità con James Hunt non per parlarci di Formula1 ma di sportività, amicizia, rischi. Rischi che i due personaggi corrono a ogni gara, in ogni momento, ma che non gli impediscono di continuare a guidare, ognuno con il suo metodo e la sua filosofia. Rigoroso e perfezionista Lauda, severo con se stesso e con gli altri, festaiolo Hunt, che sembra fare tutto di impulso. Questo bel contrasto è una perfetto ingrediente per una storia di rivalità e,nel finale, amicizia. Ottime le prove attoriali, strepitose le ricostruzioni degli anni 70 e quelle delle gare (ottimo lavoro di suono e fotografia), solida la regia. Peccato per alcuni stereotipi sull'Italia fuori luogo e gratuiti. Al film manca sicuramente qualcosa. È bello ma non travolgente, astuto ma non geniale, ma nel complesso è una pellicola sopra la media, intelligente, realizzata con bravura e tecnicamente ineccepibile.
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ginny01
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sabato 28 settembre 2013
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emozione alla stato puro
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Film, a mio parere, stupendo! Con attori straordinari e una storia bellissima è da vedere anche se, come
me, non si è degli appassionati di formula 1; infatti non serve che piacciano le corse o che si sappia come funzionano perché il film emozioni... Basta solo guardarlo!
Personalmente ho adorato come hanno reso la fine!
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siebenzwerg
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venerdì 27 settembre 2013
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epico
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È un film che mi è rimasto molto impresso per giorni per cui scrivo a distanza di tempo. Quel che lo caratterizza è l'essenzialità della narrazione, la bravura di Howard nel tracciare i caratteri e le scene con pochi tratti, pochi minuti di sequenza, tanto basta per avere il nocciolo della situazione. Questa "rapidità" che è alla base del ritmo travolgente del film, grazie anche a una maestria di ripresa e di montaggio, nulla toglie a mio parere alla profondità del film, dei personaggi e delle emozioni. Tutto è molto compresso, così com'era verosimilmente nel mondo "rush" delle corse, l'azione aveva sempre il primato però i sentimenti (la paura di morire, la voglia di vivere, il riscatto ecc.
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È un film che mi è rimasto molto impresso per giorni per cui scrivo a distanza di tempo. Quel che lo caratterizza è l'essenzialità della narrazione, la bravura di Howard nel tracciare i caratteri e le scene con pochi tratti, pochi minuti di sequenza, tanto basta per avere il nocciolo della situazione. Questa "rapidità" che è alla base del ritmo travolgente del film, grazie anche a una maestria di ripresa e di montaggio, nulla toglie a mio parere alla profondità del film, dei personaggi e delle emozioni. Tutto è molto compresso, così com'era verosimilmente nel mondo "rush" delle corse, l'azione aveva sempre il primato però i sentimenti (la paura di morire, la voglia di vivere, il riscatto ecc.) alla fine sono l'elemento che determina la vita e gli eventi della storia. Ron Howard ha una capacità unica di rendere epiche le storie reali (vedi il suo "Apollo 13") e qui ne dà una prova superba.
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thursday
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venerdì 27 settembre 2013
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"rush" ti conquista
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Era da svariati mesi che non provavo simili emozioni davanti al grande schermo: sento di poter definire "Rush" una pellicola epica per diversi motivi. Non sono mai stata un'appassionata di Formula 1, ma i capolavori cinematografici sanno fare anche questo, coinvolgere e catturare persino il meno esperto; una sceneggiatura brillante ed una sensazionale ricostruzione storica hanno reso ogni scena realistica e speciale. Credo di aver provato la più grande molteplicità di emozioni in sole due ore.
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luanapegghy
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venerdì 27 settembre 2013
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stupendo
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Ho trovato questo film molto bello
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1armonica
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giovedì 26 settembre 2013
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la storia è raccontata, l'emozione inesistente
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Mi hanno sempre colpito quei film o sceneggiati, spesso italiani, che raccontano vite di personaggi realmente esistiti, tutti noi sappiamo più o meno come è stata la loro vita, che so, Bartali e Coppi, o Giacomo Puccini, o Liz Taylor, così fare un film su di loro può scadere in un elenco delle azioni topiche delle loro vite. Per esempio, il giorno in cui Niki Lauda e Hunt si conoscono: scena di tre minuti, espressioni comprese degli attori/Niki Lauda convince i meccanici a modificare l'auto da corsa per renderla più leggera: scena di tre minuti, espressioni prima scettiche dei meccanici, poi convinte, poi ammirate, stacco sulle mani dei meccanici che si alzano per salutare rispettosi Niki Lauda/ Hunt conosce la ragazza che sposerà e le dice scherzoso, ci sposiamo? : scena di 1 minuto, stacco su lei vestita da sposa che sorride.
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Mi hanno sempre colpito quei film o sceneggiati, spesso italiani, che raccontano vite di personaggi realmente esistiti, tutti noi sappiamo più o meno come è stata la loro vita, che so, Bartali e Coppi, o Giacomo Puccini, o Liz Taylor, così fare un film su di loro può scadere in un elenco delle azioni topiche delle loro vite. Per esempio, il giorno in cui Niki Lauda e Hunt si conoscono: scena di tre minuti, espressioni comprese degli attori/Niki Lauda convince i meccanici a modificare l'auto da corsa per renderla più leggera: scena di tre minuti, espressioni prima scettiche dei meccanici, poi convinte, poi ammirate, stacco sulle mani dei meccanici che si alzano per salutare rispettosi Niki Lauda/ Hunt conosce la ragazza che sposerà e le dice scherzoso, ci sposiamo? : scena di 1 minuto, stacco su lei vestita da sposa che sorride. E così via, in un estenuante elenco di rappresentazioni di momenti importanti, quelli che fanno una storia di vita,senza mai andare un pò a fondo, senza approfondire.
Senza emozione.
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(di lebowsky)
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giugy3000
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giovedì 26 settembre 2013
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lauda vs hunt= scintilla
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Correva l'anno 1976 e due giovani piloti di Formula1 correvano sul filo tra la vita e la morte, nell'epoca in cui guidare una Ferrari o una McLaren rappresentava essere invischiati mente e corpo nello sport più pericoloso al mondo. Ron Howard riporta in auge una storia mozzafiato, che per generazioni come la mia (che certo non potevano essere con gli occhi puntati sul televisore in quegli anni) rappresenta una piacevole (ri)scoperta di una vicenda indimenticabile nel mondo dello sport. Amanti delle corse o meno, tifosi di uno piuttosto che dell'altro, Howard non riporta sugli schermi una banale cronistoria degli eventi: in due ore e passa di pellicola di Niki Lauda e James Hunt conosciamo cuore e cervello, motivazioni, pregi e difetti, donne giuste e sbagliate, coppe alzate in segno di vittoria tra la folla e giorni bui di solitudine, a chiedersi per cosa davvero uno stia al mondo.
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Correva l'anno 1976 e due giovani piloti di Formula1 correvano sul filo tra la vita e la morte, nell'epoca in cui guidare una Ferrari o una McLaren rappresentava essere invischiati mente e corpo nello sport più pericoloso al mondo. Ron Howard riporta in auge una storia mozzafiato, che per generazioni come la mia (che certo non potevano essere con gli occhi puntati sul televisore in quegli anni) rappresenta una piacevole (ri)scoperta di una vicenda indimenticabile nel mondo dello sport. Amanti delle corse o meno, tifosi di uno piuttosto che dell'altro, Howard non riporta sugli schermi una banale cronistoria degli eventi: in due ore e passa di pellicola di Niki Lauda e James Hunt conosciamo cuore e cervello, motivazioni, pregi e difetti, donne giuste e sbagliate, coppe alzate in segno di vittoria tra la folla e giorni bui di solitudine, a chiedersi per cosa davvero uno stia al mondo. Due uomini agli antipodi, ma una cosa in comune: un sedile sotto il sedere e quattro ruote da far sfrecciare verso il traguardo, in un funambolico gioco tra il bene e il male dove l'equilibrio (della gara come dello stile di vita) è il perno di tutto e dove lo spettro costante della morte va aggirato sempre, per festeggiare ogni sera di averlo fregato ancora. E' il divertimento, è lo sport...niente calcoli, niente routine o normalità; ogni giorno potrebbe essere l'ultimo e come quando hai le vertigini da sempre e sai che non ti butterai mai nel vuoto, quando hai l'ebbrezza delle velocità nelle vene sai che non potrai più farne a meno. Per gareggiare al meglio serve però qualcuno da invidiare, stimare e rispettare: un vero rivale, un sano nemico che ti serva da stimolo e ti ricordi per cosa hai lottato sinora quando i dubbi a volte ti assalgono, perchè sai che stai vivendo una vita di rinunce, dove le sicurezze sono balenanti come lucciole nelle notte. Lauda e Hunt erano "migliori nemici", il mondiale di quell'anno ebbe occhi solo per loro e di cose ne accaddero tante;prima l'incontrastata predominanza dell'austriaco che a stento parlava inglese sull'australiano Hunt, poi l'incidente a Nurburgring, in Germania, dove Lauda venne strappato per un pelo dalle fiamme della sua Ferrari, si sfigurò fronte ed orecchio e il suo rivale ebbe modo di recuperare punti nei più dei suoi 28 giorni in ospedale. L'esperienza di aver toccato la morte con mano condizionò per sempre il suo istinto della sfida estrema e se era stato abituato ad accettare un 20% di rischio in ogni circuito, Lauda lascia la presa quel giorno a Fuji, in Giappone, dove seppur senza farlo apposta consegna il mondiale in mano ad Hunt, che per la prima ed unica volta nella sua vita diverrà così campione del mondo. Nessun rimpianto e nessun rimorso però, in quell'anno difficile e complicato, ma felice e gioioso come mai più in futuro, i due si spalleggiarono in una crescita a livello umano sena confronti, imparando il senso irrefrenabile dell'entusiasmo, i limiti e le possibilità da scavalcare per sentirsi davvero vivi, il senso del dovere e della responsabilità. Hunt non ha salvato fisicamente Lauda dalle fiamme, ma è come se lo avesse fatto: le sue vittorie alle tv erano la sua motivazione per guarire, così come la sfida all'ultima curva per lui con l'austriaco fu il motore che non lo fermò mai dalla pole position per una sola ed emozionante unica volta. Poi tutto cambiò, ma nella vita ci sono cose che non cambiano mai nemmeno quando uno si trova nel mondo terreno e l'altro passa a miglior vita. Hunt morì a soli 45 anni e non su un circuito ma per una vita di eccessi, Lauda ancora oggi ha dichiarato in una recente intervista che sarebbe stata la cosa più bella della loro vita rivedere insieme le loro "cazzate" giovanili sullo schermo, impersonificate da un bravissimo Daniel Bruhl e Chris Hemsworth. Ron Howard fa centro e va dritto al cuore, l'emozione è vera e palpitante, l'adrenalina si alterna alla riflessione, le risate e le battute giocano un match equilibrato con un senso profondo di commozione ed ammirazione. La fotografia e il montaggio sono eccellenti, la scelta degli interpreti non poteva ricadere meglio, la musica è presente ma mai frastornante, i dialoghi sono sapientemente calibrati, mai didascalici, mai fuori luogo. Due piccolissime pecche sorvalabili nell'insieme: un P.F Favino che per quanto stimi era nel piatto come i cavoli a merenda e un doppiaggio pessimo (rivederlo in lingua originale sarà sicuramente un step da non mancare). Hunt detto "The shunt" (lo schianto) e Lauda detto "il computer" per il suo eccezionale istinto nel comprendere i motori a prima vista e per il suo algido carattere, non li dimenticherete facilmente e verso il finale, quando la meta- fiction dell'opera si mescolerà ad un puntuale ritratto degi eventi con foto dei veri protagonisti,le sensazioni saranno troppe per poterle discernere una ad una. Ben lontano da essere puro cinema d'intrattenimento made in USA, "Rush" è tutto fuorchè un film sui motori e sulla velocità, il piede dell'accelerazione che sentirete premuto tutto il tempo è quello dell'emozione...e al cinema è giusto che sia così. Un omaggio stupendo a due uomini che sollevano in noi un dubbio ancestrale: si è più vivi quando non si corrono rischi o quando si è sempre sull'orlo del precipizio?Io rispondo prendendo in prestito le parole di Aristotele: virtus stat in medias res.
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antix90
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giovedì 26 settembre 2013
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adrenalina,storia,film eccellente
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Appena uscito dalla sala vorresti andare a guardarti il gran premio del '76...ma aspetta..Ron Howard ce l'ha già raccontato in maniera stupenda...si esalta lo sport, si esaltano i due campioni messi a confronto..hunt e lauda.. Non ci si annoia un attimo, ma non manca niente nella introspezione dei personaggi, niente è superfluo e non sembra mancare niente di necessario a creare un film carico di adrenalina, che avvicina gli occhi del pubblico alla mentalità e alla pazzia, nonché incredibile abilità di un pilota di formula uno, e di un campione determinato a vincere. Tra follie e caratteri differenti, si ha rappresentata una sfida memorabile, ricca di immagini adrenaliniche, ma allo stesso tempo completa di una storia vissuta al di fuori della pista che non lascia spazio alle incertezze sul carattere dei personaggi.
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Appena uscito dalla sala vorresti andare a guardarti il gran premio del '76...ma aspetta..Ron Howard ce l'ha già raccontato in maniera stupenda...si esalta lo sport, si esaltano i due campioni messi a confronto..hunt e lauda.. Non ci si annoia un attimo, ma non manca niente nella introspezione dei personaggi, niente è superfluo e non sembra mancare niente di necessario a creare un film carico di adrenalina, che avvicina gli occhi del pubblico alla mentalità e alla pazzia, nonché incredibile abilità di un pilota di formula uno, e di un campione determinato a vincere. Tra follie e caratteri differenti, si ha rappresentata una sfida memorabile, ricca di immagini adrenaliniche, ma allo stesso tempo completa di una storia vissuta al di fuori della pista che non lascia spazio alle incertezze sul carattere dei personaggi.. Due ore estremamente piacevoli..un film che non lascia nessun tipo di amaro in bocca.. Ottima interpretazioni degli attori truccati in maniera davvero ottima e a dir poco uguali alla realtà.. Scene graficamente molto belle e d'effetto ci accompagnano lungo tutto il film e ci caricano dalla inizio alla fine.. Ottimo film assolutamente da vedere
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visualman
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mercoledì 25 settembre 2013
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film ben confezionato
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ma recitato troppo sopra le righe, nessuno degli attori escluso. nel dirigere gli attori ron howard ha superato sé stesso, niente da dire, coadiuvato da sceneggiatori e da scrittori che hanno, immagino volutamente, impresso ad ogni singola scena quella retorica smargiassa tipica di certa cinematografia statunitense. e poi, comincio proprio a non sopportare più i film dove viene dato risalto agli aspetti mediatici degli eventi, con telecronisti di tutte le nazionalità che sovrappongono i loro commenti, ma può essere un mio problema, lo ammetto. resta la vicenda umana di due straordinari piloti (non che vettel e alonso siano da meno, ma hanno ben altre auto e tecnologie a disposizione), a cui però hemsworth e bruhl non riescono fino in fondo a dare loro lo spessore necessario, finendo per trasformarli in icone patinate e stereotipate.
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ma recitato troppo sopra le righe, nessuno degli attori escluso. nel dirigere gli attori ron howard ha superato sé stesso, niente da dire, coadiuvato da sceneggiatori e da scrittori che hanno, immagino volutamente, impresso ad ogni singola scena quella retorica smargiassa tipica di certa cinematografia statunitense. e poi, comincio proprio a non sopportare più i film dove viene dato risalto agli aspetti mediatici degli eventi, con telecronisti di tutte le nazionalità che sovrappongono i loro commenti, ma può essere un mio problema, lo ammetto. resta la vicenda umana di due straordinari piloti (non che vettel e alonso siano da meno, ma hanno ben altre auto e tecnologie a disposizione), a cui però hemsworth e bruhl non riescono fino in fondo a dare loro lo spessore necessario, finendo per trasformarli in icone patinate e stereotipate. da segnalare, caso più unico che raro, che della trama di questo film si sapeva praticamente tutto grazie ai trailer con cui ci hanno bombardato nelle sale nelle scorse settimane, salvo ovviamente il finale, almeno quello, per chi non ricorda le vicende sportive dell'epoca, ce l'hanno salvato.
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