lollo-brigida
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domenica 13 ottobre 2013
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ottimo
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Ron Howard realizza indiscutibilmente il suo miglior film. Non ci sono paragoni con gli algidi suoi precedenti lavori. Rush oltre ad una sceneggiatura ferrea (tipica angolosassone), raccoglie in se quel sentimento originale del cinema autoriale che commuove e tocca il cuore. Rush arriva fino in fondo, cosa che non era mai riuscita ad Howard nei suoi film precedenti e forse più reclamizzati. Lascia da parte la perfezione scontata ed arida ed immette nel suo stile la realtà delle emozioni, facendo parlare più gli sguardi delle parole, troppo spesso usate a sproposito nel cinema americano, come unico mezzo per raccontare. Le scene finali, brevi ma intense dei veri Lauda ed Hunt sono la ciliegina sulla torta che donano allo spettatore molto più di due ore di spettacolo, ma donano un vero e proprio insegnamento di vita.
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alex2044
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domenica 13 ottobre 2013
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il cinema americano nella su amigliore forma .
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Ron Howard ci sa fare . Un bel film fatto da un grande professionista . Due ore senza cali di tensione . Gli attori sono bravi ,compresi i comprimari . Un po' di tenerezza per chi, allora, aveva la loro età . Un finale che da solo vale il biglietto . Una bella serata con il cinema di una volta ed i mezzi di oggi .
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fabriziog
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domenica 13 ottobre 2013
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rush: imperdibile!
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L’adrenalina sarà costantemente e massivamente presente nel sangue dello spettatore per tutta la durata della proiezione. Emozioni, passioni, sentimenti di lealtà e slealtà, di competizione e di vittoria, di delusione, di sconfitta e di esaltazione, non molleranno mai la presa sul pubblico. Si corre sempre lungo quel confuso, nebuloso e incerto confine fra la vita e la morte, perché i due protagonisti sono il pilota austriaco Niki Lauda, interpretato da Daniel Brul, e il suo competitor, eterno suo rivale, il britannico James Hunt, fatto rivivere dall’attore di Thor Chris Hemsworth (altra presenza di nota è quella di Pierfrancesco Favino nelle vesti di Clay Regazzoni).
Il primo, tre volte campione mondiale di Formula 1 (nel 1975 e 1977 con la Ferrari e nel 1984 con la Mclaren), è rigoroso, puntiglioso, disciplinato, rispettoso delle regole, caratterialmente ruvido molto serio nella vita personale e convintamente monogamo.
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L’adrenalina sarà costantemente e massivamente presente nel sangue dello spettatore per tutta la durata della proiezione. Emozioni, passioni, sentimenti di lealtà e slealtà, di competizione e di vittoria, di delusione, di sconfitta e di esaltazione, non molleranno mai la presa sul pubblico. Si corre sempre lungo quel confuso, nebuloso e incerto confine fra la vita e la morte, perché i due protagonisti sono il pilota austriaco Niki Lauda, interpretato da Daniel Brul, e il suo competitor, eterno suo rivale, il britannico James Hunt, fatto rivivere dall’attore di Thor Chris Hemsworth (altra presenza di nota è quella di Pierfrancesco Favino nelle vesti di Clay Regazzoni).
Il primo, tre volte campione mondiale di Formula 1 (nel 1975 e 1977 con la Ferrari e nel 1984 con la Mclaren), è rigoroso, puntiglioso, disciplinato, rispettoso delle regole, caratterialmente ruvido molto serio nella vita personale e convintamente monogamo. Il secondo, esattamente l’opposto come personalità e stile di vita, affogato nelle belle donne, nelle feste, condite e shakerate con alcol e droghe, vive come se ogni giorno fosse l’ultimo.
Hunt vincerà il campionato mondiale del 1976, con una macchia nel suo ambito traguardo: il 1 agosto 1976 Niki Lauda, nonostante la sua netta contrarietà, partecipa al gran premio di Germania nella pericolosissima pista di Nurburgring, mentre una perturbazione si impone sulla corsa in barba alle comuni norme di sicurezza per veicoli che, al tempo, raggiungevano su rettilineo i 270 km/h. Il grande pilota austriaco con la tuta rossa della Ferrari ha un incidente gravissimo e il fuoco e l’alta temperatura ne deturpano il viso.
La narrazione del film si fa dettagliata e, a volte, impressionante. Ron Howard rende bene la commovente caparbietà, determinazione e forza d’animo di Lauda. Mentre i medici gli infilano tubi senza alcuna sedazione per la gola e lungo i polmoni per svuotali dai liquidi che vi si erano accumulati, la vista alla televisione dell’avversario Hunt che arriva primo negli altri Gran Premi, rosicchiando punti e riducendo sensibilmente le distanze dal suo primo posto, spinge il campione pervicacemente a non mollare.
E infatti non molla e torna dopo poche settimane in pista per vincere ancora.
La gara finale, in Giappone, mostrerà la grandezza come sportivo e come uomo di Niki. Le previsioni meteorologiche sono infauste e la pioggia scroscia abbondantemente sulla pista ai piedi del monte Fuji. Solo tre punti dividono James Hunt dall’ancora primo classificato Niki Lauda. La decisione dell’austriaco è fra correre con altissimo rischio per la propria vita e rinunziare, ritirandosi nei box, nella speranza che Hunt non prenda quei tre punti decisivi.
Lauda nel frattempo si è sposato e l’amore per la moglie si insinua nelle pieghe della risoluzione da prendere. Un pensiero, un dubbio, una idea entra prepotentemente dentro di lui e si frappone fra la macchina da corsa e la meta del secondo campionato mondiale di Formula 1 da acciuffare, lì, ormai a portata di mano: “La felicità è un nemico. Tutto a un tratto ti rendi conto che hai qualche cosa da perdere!”.
Le immagini di repertorio sono il tocco di classe finale.
Fabrizio Giulimondi
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giordano 87
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domenica 13 ottobre 2013
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un capolavoro!...
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Il film più bello dell'anno. regia perfetta "da oscar" colonna sonora spaventosa. un capolavoro!
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francesca.91
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venerdì 11 ottobre 2013
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bello bello bello
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Un film magnifico, DA VEDERE ASSOLUTAMENTE!! Da brividi.
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madmax86
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martedì 8 ottobre 2013
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l'invidia, il rispetto, il mito.
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Ci sono storie che devono essere divulgate nel tempo... Ci sono storie che superano l'immaginazione della mente umana... Ci sono storie che rimangono sepolte per anni fino a che qualcuno non si rende conto che valgono la pena di essere raccontate. Rush è la storia affascinate della rivalità tra i piloti di Formula uno James Rush e Niki Lauda. Anni '70: dopo varie sfide con James Hunt in categorie minori, Niki Lauda riesce a trovare un ingaggio con una scuderia di Formula uno. Hunt non se ne capacita in quanto si ritiene un pilota migliore di Lauda e trova un finanziatore che gli costruisce una macchina per farlo gareggiare in Formula uno. Lauda passa alla Ferrari e inizia ad anellare successi fino alla vittoria del titolo mondiale.
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Ci sono storie che devono essere divulgate nel tempo... Ci sono storie che superano l'immaginazione della mente umana... Ci sono storie che rimangono sepolte per anni fino a che qualcuno non si rende conto che valgono la pena di essere raccontate. Rush è la storia affascinate della rivalità tra i piloti di Formula uno James Rush e Niki Lauda. Anni '70: dopo varie sfide con James Hunt in categorie minori, Niki Lauda riesce a trovare un ingaggio con una scuderia di Formula uno. Hunt non se ne capacita in quanto si ritiene un pilota migliore di Lauda e trova un finanziatore che gli costruisce una macchina per farlo gareggiare in Formula uno. Lauda passa alla Ferrari e inizia ad anellare successi fino alla vittoria del titolo mondiale. Hunt non sta a guardare e trova un posto alla Mclaren. Nel mondiale di Formula uno del 1976 danno vita ad un epico duello: Lauda sembra lanciato verso un'altro titolo mondiale ma poi ha un gravissimo incidente che gli fa saltare delle gare fino al suo inaspettato rientro alle competizioni.... Ce la farà ad arginare la sete di successo di Hunt ? Fino a che punto è disposto a rischiare nuovamente ? Lauda è pacato, riflessivo, pignolo con una cura maniacale per i dettagli, Hunt è impulsivo, donnaiolo, spavaldo. Hunt è bello, Lauda è bruttino (tanto che Hunt lo prende in giro perchè assomiglia ad un topo)..... insomma sono uno l'opposto dell'altro. Ma una cosa li accomuna: L'INVIDIA. Hunt invidia Lauda per le vittorie che ottiene soprattutto dopo che il suo rivale vince il titolo mondiale dopo essere passato alla Ferrari, Lauda invidia Hunt perchè mentre lui deve sudare e sbattersi per ottenere successi, il suo rivale sembra ottenere tutto con facilità.... comprese le donne. Il bello è che nessuno dei due sà che l'uno rappresenta il punto di riferimento dell'altro anche se si odiano.
Ron Howard fa di nuovo centro con una biografia e questa volta inaspettatamente. La storia era affascinante di per se e quindi la sua trasposizione su pellicola poteva essere un flop o un bel film. Rush è dannatamente un bel film. Bellissima la sceneggiatura e la regia... in alcune scene il rombo dei motori sembra scorrerti nelle vene. La scena finale dell'aeroporto forse è un pò forzata in quanto sembra introdotta per trovare un finale al film. Cavolo... in tutto l'aeroporto quando Hunt scende dal suo aereo privato abbracciando due ragazze c'era solo Nicki Lauda che sistemava il suo aereo.... che coincidenza !
Bravissimi i due attori protagonisti Chris Hemsworth (Hunt) e Daniel Brul (Lauda).... Lauda ha una somiglianza spaventosa con quello vero.... incredibile. Da segnalare anche Olivia Wilde brava e sempre più bella nel ruolo della moglie di Hunt.
Leggendo la trama il film sembrava raccontare una semplice rivalità tra due piloti di Formula uno ma questo film è qualcosa in più dove la macchina di formula uno è solo il mezzo di cui si serve il regista per raccontare una lezione di vita.... c'è tanto da imparare da questo film. La vita è fatta di Hunt e di Lauda ognuno con i propri pregi e i propri difetti..... e come succede nel film i Lauda guardano gli Hunt e li invidiano per quello che sono, gli Hunt guardano i Lauda e li invidiano per quello che hanno. Io sinceramente mi ritengo un Lauda e ho invidiato tanti Hunt, ma dopo aver visto questo film forse ci sarà stato anche qualche Hunt che avrà invidiato me almeno una volta nella vita.
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francescacesca
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martedì 8 ottobre 2013
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bellissimo film veramente
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Film bellissimo e coinvolgente! Anche per chi, come me, non conosce la storia (sono nata dopo e non mi sono mai interessata alla F1)
Film che rivedrei...e che, sicuramente, rivedrò!
Unica pecca, che mi ha disturbato veramente molto, è Lauda che racconta gli anni successivi di Hunt. Ne parla in termini irrispettosi! Mi ha dato veramente molto fastidio!!!
Pensa alla tua vita e non giudicare gli altri!!!!!!!!!!!
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(di acreide)
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dadab.
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lunedì 7 ottobre 2013
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rush
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Un’antica rivalità radicata nella convinzione di poter battere l’altro. È questo lo slancio dal quale parte il film di Ron Howard, Rush. Rivalità, in questo caso, sportiva. Niki Lauda (Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworth), piloti di macchine da corsa, sono opposti nelle scelte di vita ma non nel talento. Un talento che li ha resi leggenda. La trama è quasi uno stereotipo: due abili atleti che si contendono il primo posto nel podio, uno dedito all’alcool, donne e divertimento, l’altro meticoloso, serio e competitivo. Destinati a scontrarsi ma anche a confrontarsi. Non è assurdo pensare che questa sia una reale testimonianza? Vita vera? Una linea sottile che però delimita il confine tra verità e menzogna, tra realtà e finzione.
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Un’antica rivalità radicata nella convinzione di poter battere l’altro. È questo lo slancio dal quale parte il film di Ron Howard, Rush. Rivalità, in questo caso, sportiva. Niki Lauda (Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworth), piloti di macchine da corsa, sono opposti nelle scelte di vita ma non nel talento. Un talento che li ha resi leggenda. La trama è quasi uno stereotipo: due abili atleti che si contendono il primo posto nel podio, uno dedito all’alcool, donne e divertimento, l’altro meticoloso, serio e competitivo. Destinati a scontrarsi ma anche a confrontarsi. Non è assurdo pensare che questa sia una reale testimonianza? Vita vera? Una linea sottile che però delimita il confine tra verità e menzogna, tra realtà e finzione. Allora gli eroi esistono, si pensa guardando il film, sotto molteplici aspetti. Non più con elmo, spada e scudo come ai tempi dei Greci, ma a bordo di una Ferrari nuova fiammante. Sono eroi perché guardano in faccia la morte, la sfiorano, la sbeffeggiano, per poi evitarla. "…E' per la nostra vicinanza alla morte, perchè più sei vicino alla morte e più ti senti vivo e più sei vivo. E loro questo lo vedono, lo sentono..." Dice Hunt ad un certo punto. Questo gioco pericoloso li rende quasi disumani ai nostri occhi. L’idea che qualcuno riesca a giocare con la propria vita inebriandosi del pericolo è eccitante. Perfino l’introverso Lauda accetta un 20% di probabilità di morte, ogni volta che infila il casco e accende il motore. Certo, oggi le leggi sono cambiate, non si può più sfrecciare a quella velocità su un suolo bagnato o circondati dal pericolo. Ma prima si poteva eccome. Appena il semaforo diventava verde partiva la carneficina, di uomini martiri coraggiosi e folli. Il film mette in tavola, oltre alle corse, alla velocità adrenalinica e agli abili attori, anche una certa dose di saggezza. Qualche frase buttata qua e là porta a riflettere: Un uomo astuto impara dal suo nemico più di quanto l’uomo stolto faccia dal suo migliore amico. Questo dice Lauda ad Hunt alla fine del film. Lo esorta a non sprecare il suo talento ormai decretato dalla vittoria mondiale. Ma a nulla valgono gli ammonimenti. Hunt ha voluto solo dimostrare, a se stesso e agli altri, di potercela fare. Mentre Lauda, instancabile, continuerà a correre, a sfidare la morte, ancora e ancora. Quindi sotto il velo di insulti e scaramucce, i due piloti si rispettano enormemente. I momenti migliori del film sono proprio gli attimi di umanità che emergono da due uomini così diversi, eppure così uguali; uno sguardo, un cenno di solidarietà, mostrano a tutti noi esempi di amicizia e lealtà, quasi commovente. Forse il regista poteva approfondire di più questo rapporto, o forse quei momenti di rispetto appena accennati, dicono già tutto. Anche l’amore emerge in un finale antieroico ma forse per questo, eccezionale. Il ritiro dalla gara per rispetto di sua moglie. Lauda si dimostra il vero punto forte della narrazione.
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flyanto
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lunedì 7 ottobre 2013
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il duello combattuto tra due fuori classe
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Film in cui si racconta dell'antagonismo (ma anche reciproca ammirazione) esistente negli anni '70 tra i due piloti di Formula 1 Niki Lauda e James Hunt. La pellicola ripercorre l'ascesa dei due corridori partendo dai reciproci esordi nella Formula 3 e mettendo in evidenza i loro due differenti caratteri e personalità: tanto razionale, freddo e serioso l' austriaco Niki Lauda, quanto mondano, donnaiolo e spavaldo l'inglese James Hunt. Accomunati però entrambi da doti innate di corridori fuori classe e da una buona, forse anche eccessiva, dose di coraggio e temerarietà, essi vengono descritti dal regista Ron Howard in un continuo e reciproco atteggiamento di sfida, nonchè di brama di vincere in assoluto ed anche sull'altro.
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Film in cui si racconta dell'antagonismo (ma anche reciproca ammirazione) esistente negli anni '70 tra i due piloti di Formula 1 Niki Lauda e James Hunt. La pellicola ripercorre l'ascesa dei due corridori partendo dai reciproci esordi nella Formula 3 e mettendo in evidenza i loro due differenti caratteri e personalità: tanto razionale, freddo e serioso l' austriaco Niki Lauda, quanto mondano, donnaiolo e spavaldo l'inglese James Hunt. Accomunati però entrambi da doti innate di corridori fuori classe e da una buona, forse anche eccessiva, dose di coraggio e temerarietà, essi vengono descritti dal regista Ron Howard in un continuo e reciproco atteggiamento di sfida, nonchè di brama di vincere in assoluto ed anche sull'altro. Il periodo che Howard prende in considerazione è soprattutto quello dell'anno 1976 e soprattutto il periodo concernente il quasi fatale incidente in cui Niki Lauda, riportando ustioni gravi e deformanti sul corpo e soprattutto sul viso, fu coinvolto il primo Agosto di quell'anno nel corso del Gran Premio disputato in Giappone. Il film termina con la consacrazione definitiva, immediatamente susseguente quel periodo, del titolo di campione mondiale ottenuto in tempistiche diverse da entrambi ed il reciproco ritiro dal mondo delle corse automobilistiche. Niki Lauda si dedicherà al pilotaggio di piccoli aerei, James Hunt, dopo una breve carriera televisiva come conduttore sportivo, sarà colpito da un infarto in età ancora piuttosto giovane. Il pregio di questo film e del regista Ron Howard è quello di avere portato sullo schermo il mondo della Formula 1 rimanendo quanto mai fedele all'epoca in cui avvennero i fatti, appunto il decennio degli anni '70. Le auto, i costumi e lo stile di vita in generale sono stati riprodotti alla perfezione, da sembrare quasi un documento proprio di quell' epoca. Per non parlare della scelta degli attori, Daniel Bruhl, per interpretare il ruolo di Niki Lauda e Chris Hemsworth per quello di James Hunt: molto somiglianti fisicamente ai reali corridori e dunque molto credibili nelle reciproche parti. Insomma, un prodotto questa pellicola molto ben strutturato, con un ritmo anche parecchio incalzante e pertanto quanto mai avvincente.Da consigliare vivamente, anche a chi non segue, come generalmente la maggior parte del pubblico femminile, questo tipo di sport.
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byrne
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lunedì 7 ottobre 2013
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howard, il computer e lo sregolato.
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Carino, questo Rush di Ron Howard. Che non si sia davanti al solito stereotipo retorico a tema sportivo appare piuttosto palese. Non è però il capolavoro che ho sentito spesso dire. Apprezzabile nella scelta dei tempi, senza montaggi al cardiopalma e piuttosto distensivi, semplice ed efficace dal punto di vista narrativo, sceneggiato con abile moderatezza e ironia. Hemsworth non è un trasformista, e si vede, ma il ruolo è praticamente tagliato su misura per lui, quindi non può deludere. Bruhl, diversamente, si dimostra versatile ed insolito, piacevolmente antipatico, calato sino alla schizofrenia nel personaggio-Lauda. Passione automobilistica assente forse, ma di certo è un valido strumento per appassionare le nuove generazioni all'automobilismo che fu, commistione di follia e passione ormai irrimediabilmente sbiadita.
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Carino, questo Rush di Ron Howard. Che non si sia davanti al solito stereotipo retorico a tema sportivo appare piuttosto palese. Non è però il capolavoro che ho sentito spesso dire. Apprezzabile nella scelta dei tempi, senza montaggi al cardiopalma e piuttosto distensivi, semplice ed efficace dal punto di vista narrativo, sceneggiato con abile moderatezza e ironia. Hemsworth non è un trasformista, e si vede, ma il ruolo è praticamente tagliato su misura per lui, quindi non può deludere. Bruhl, diversamente, si dimostra versatile ed insolito, piacevolmente antipatico, calato sino alla schizofrenia nel personaggio-Lauda. Passione automobilistica assente forse, ma di certo è un valido strumento per appassionare le nuove generazioni all'automobilismo che fu, commistione di follia e passione ormai irrimediabilmente sbiadita. Buono il confronto tra le due figure, ben modellate e realistiche, emozionanti alcune scene di corsa (memorabile quella del drammatico incidente in cui Lauda rimase sfigurato dalle ustioni). Nostalgia, comunque, ce n'è. Fosse questo il livello medio dei film che escono nelle sale, sarei un uomo felice.
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