fabri
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venerdì 2 ottobre 2020
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avvincente
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Davvero un bel film di genere, che va ben oltre l'aspetto sportivo, indagando sulla personalità dei protagonisti, peraltro interpretati da attori in grande spolvero.
Consigliatissimo.
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thesenderminator
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mercoledì 29 luglio 2020
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la speranza diventata un film...che storia.
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osservandone le caratteristiche un film spettacolare, all'inizio non
ci si aspettava che potesse essere una cosa del genere,
chi diceva ah lo so..., per poi magari ripresentarsi con nuove
fette di sperazna... e fantasia..., situazioni incredibili
e che in realtà hanno avuto delle soddisfazioni sportive
di encomiabile caratura da albo d'oro dello sport spettacolo,
sottoposti poi alle competizioni più evolute
e in cui nulla si poteva prevedere, specie
quando non si possiede ne macchina ne ingaggi ne mezzi economici per far
fronte al marchioingegno delle altre genti, un pò quà un pò là, però
lo spirito del grande pilota, nonostante le
incongruenze storiche, e che lasciano il tempo che trovano nel film,
ci fanno ricordare quasi, il mitico Schumi, storico champ
e forse anche il "The Hammer" della Formula 1,
lo spettacolo e lo sport sembrano così,
aspettando quel finale, di cui altra gente si
deve rendere disponibile per l'interpretazione, casomai, ovvio all'inizio di
una cosa si sono sprecati degli epiteti e poi è tutta un'altra cosa,
non dispiace per niente questo film.
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osservandone le caratteristiche un film spettacolare, all'inizio non
ci si aspettava che potesse essere una cosa del genere,
chi diceva ah lo so..., per poi magari ripresentarsi con nuove
fette di sperazna... e fantasia..., situazioni incredibili
e che in realtà hanno avuto delle soddisfazioni sportive
di encomiabile caratura da albo d'oro dello sport spettacolo,
sottoposti poi alle competizioni più evolute
e in cui nulla si poteva prevedere, specie
quando non si possiede ne macchina ne ingaggi ne mezzi economici per far
fronte al marchioingegno delle altre genti, un pò quà un pò là, però
lo spirito del grande pilota, nonostante le
incongruenze storiche, e che lasciano il tempo che trovano nel film,
ci fanno ricordare quasi, il mitico Schumi, storico champ
e forse anche il "The Hammer" della Formula 1,
lo spettacolo e lo sport sembrano così,
aspettando quel finale, di cui altra gente si
deve rendere disponibile per l'interpretazione, casomai, ovvio all'inizio di
una cosa si sono sprecati degli epiteti e poi è tutta un'altra cosa,
non dispiace per niente questo film..., proprio perchè è un film,
e per molte persone..., forse questo il senso e che ci fa piacere lo sport oltre al film.
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emanuele 1968
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mercoledì 22 maggio 2019
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bellissimo
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Trasmesso ieri su RAI 1 in omaggio alla morte di Niki Lauda, penso che il film sia molto bello, carico di significati, fa riflettere, ottimo nei cineforum con dibattito finale.
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toty bottalla
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martedì 9 agosto 2016
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quando correre in formula 1 era davvero rischioso!
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Il dualismo fra James Hunt & Niki Lauda in un film di Ron Howard con incidente dell'austriaco, il fu Ricky Cunningham di Hppy Days inquadra la storia dei due rivali sfocando l'obiettivo non soffermandosi così mai su un capitolo della storia, lascia però allo spettatore la possibilità di cogliersi l'attimo preferito che nelle varie parti cruciali è di notevole fattura, bravi gli interpreti ma non bene assemblato a mio avviso il mixaggio tra i dialoghi e gli altri effetti sonori, qualche incongruenza storica e una linea di superficialità che non ne fanno un lavoro da Oscar ma un buon film da vedere senza pretese! Saluti.
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kronos
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giovedì 31 marzo 2016
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tutto qui?
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Biopic d'azione (ma non troppa in fin dei conti) sulla rivalità Niki Lauda - James Hunt che centra solo in parte il bersaglio.
La ricostruzione d'epoca non è male e il film riesce a restituire efficacemente l'ossessione per la velocità e il dominio dei due protagonisti, descritti senza risparmiare alcuno stereotipo sui rispettivi antitetici caratteri.
Ma il livello d'adrenalina non sale mai quanto il soggetto promette e la faziosità anglofona della produzione risulta eccessivamente marcata: nei fatti il protagonista è il fulmine a ciel sereno albionico J. Hunt, mentre il leggendario Lauda, obiettivamente tra i più grandi nella storia della F1, viene ridotto a pittoresca spalla di lusso.
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Biopic d'azione (ma non troppa in fin dei conti) sulla rivalità Niki Lauda - James Hunt che centra solo in parte il bersaglio.
La ricostruzione d'epoca non è male e il film riesce a restituire efficacemente l'ossessione per la velocità e il dominio dei due protagonisti, descritti senza risparmiare alcuno stereotipo sui rispettivi antitetici caratteri.
Ma il livello d'adrenalina non sale mai quanto il soggetto promette e la faziosità anglofona della produzione risulta eccessivamente marcata: nei fatti il protagonista è il fulmine a ciel sereno albionico J. Hunt, mentre il leggendario Lauda, obiettivamente tra i più grandi nella storia della F1, viene ridotto a pittoresca spalla di lusso.
Una beffa storica, logica e soprattutto SPORTIVA, difficile da digerire.
VOTO REALE: due stelline e mezzo per non sembrar troppo cattivo
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great steven
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giovedì 17 dicembre 2015
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ripercorsa su due ruote una leggendaria rivalità.
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RUSH (USA, 2013) diretto da RON HOWARD. Interpretato da CHRIS HEMSWORTH, DANIEL BRUHL, OLIVIA WILDE, ALEXANDRA MARIA LARA, PIERFRANCESCO FAVINO, DAVID CALDER, NATALIE DORMER, STEPHEN MANGAN, CHRISTIAN MCKAY, ALISTAR PETRIE, JULIAN RHIND-TUTT, VINCENT RIOTTA
Leggendaria fu la rivalità che imperversò nelle vite professionali del britannico James Hunt (1947-1993) e dell’austriaco Niki Lauda (1949), piloti dapprima in Formula Tre e poi abbordati rocambolescamente alla Formula Uno, e così diversi l’uno dall’altro per stile di vita e prestanza sul campo. Hunt, donnaiolo, vivace, grande bevitore e dai principi morali tutt’altro che ferrei, si approccia al campionato più importante dell’automobilismo agonistico con l’intenzione di vincere soltanto un torneo e poi ritirarsi.
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RUSH (USA, 2013) diretto da RON HOWARD. Interpretato da CHRIS HEMSWORTH, DANIEL BRUHL, OLIVIA WILDE, ALEXANDRA MARIA LARA, PIERFRANCESCO FAVINO, DAVID CALDER, NATALIE DORMER, STEPHEN MANGAN, CHRISTIAN MCKAY, ALISTAR PETRIE, JULIAN RHIND-TUTT, VINCENT RIOTTA
Leggendaria fu la rivalità che imperversò nelle vite professionali del britannico James Hunt (1947-1993) e dell’austriaco Niki Lauda (1949), piloti dapprima in Formula Tre e poi abbordati rocambolescamente alla Formula Uno, e così diversi l’uno dall’altro per stile di vita e prestanza sul campo. Hunt, donnaiolo, vivace, grande bevitore e dai principi morali tutt’altro che ferrei, si approccia al campionato più importante dell’automobilismo agonistico con l’intenzione di vincere soltanto un torneo e poi ritirarsi. Al contrario il metodico, rigoroso, geniale e paziente Lauda punta a trionfare in più competizioni e ad intascare uno dopo l’altro un mucchio di titoli internazionali, riuscendo nel suo intento. In mezzo c’è posto anche per le sofferenze private che flagellarono l’esistenza dei due atleti, entrambi determinati e testardi ma conservanti comunque un rispetto reciproco nel quale faceva capolino anche una certa fiducia e un’ammirazione al limite dell’invidia: James è piantato in asso dalla compagna, sciacquetta presuntuosa e inconsistente, per un compagno più abbiente e con meno grilli per la testa, mentre Lauda, dopo il terribile incidente occorsogli nel 1976 sul circuito di Nürburgring, deve in ogni caso farsi accettare non tanto dalla moglie fedele quanto piuttosto dal suo team che non lo riconosce più col volto sfigurato e con la tremenda sfortuna che gli ha fatto rischiare la vita in un inferno di fuoco, fra l’altro in una giornata piovosa nella quale lo stesso pilota d’oltralpe aveva consigliato ai suoi sfidanti e agli organizzatori della gara di rinunciare a scendere in pista per le condizioni disagevoli e inadeguate dell’asfalto. R. Howard approda per la seconda volta nella sua carriera al mondo dello sport professionistico (la prima era stata con la storia del pugile James Braddock di Cinderella Man – Una ragione per lottare, con uno straordinario Russell Crowe nei panni del protagonista), e l’esperimento riesce anche questa volta, consentendo all’autore una guida accorta e prudente ma anche estremamente vincente su un formidabile bolide a due ruote che, cinematograficamente parlando, si traduce in un’opera sensibile, malleabile e plurisfaccettata che sa analizzare in profondità due uomini così differenti e totalmente agli antipodi per modo di intendere lo sport e la vita stessa, ma in un certo senso complementari e, in fondo, anche due facce della stessa medaglia: l’esuberanza sessuale e il libertinismo autocompiacente di Hunt si incastra alla perfezione col rigore moralistico e la precisione maniacale di Lauda, e quello che manca all’uno è presente in abbondanza nell’altro, così come avviene anche quando i due rivali, che col tempo imparano a rispettarsi e soprattutto a conoscere meglio le rispettive debolezze e punti di forza, si spartiscono in maniera equa le corse più importanti disputate ai quattro angoli del mondo. Il merito dell’ottima riuscita di questo apologo avventuroso e avvincente sul bisogno di fraternità nell’ambiente sportivo, nonché sulla leva da utilizzare per avere sempre accanto un avversario valido per apprendere i propri limiti ed esercitarsi a superarli con una costanza incrollabile, va anche ai due attori protagonisti, i quali fisicamente assomigliano pure molto da vicino agli originali: Hemsworth dà il meglio nell’interpretare un ruolo costruito su misura per il suo viso e il suo fisico statuario da macho che gli permette di esprimere un ampio corredo di battute scoppiettanti ma anche di scendere negli anfratti più deludenti e inquietanti di una personalità tutto sommato sofferente e colpita, mentre Brühl si cala nella parte di un campione puntiglioso al limite dell’ossessività prediligendo le parti più dolorose e accese di un carattere ugualmente complesso e variegato nel quale predominano una ricerca opprimente dell’esattezza e una doviziosa attenzione per quei piccoli dettagli che rendono vincente sia un’autovettura che una persona. Accanto a loro, un cast di prim’ordine si muove fuori e dentro dalla scuderia con l’agilità, la spigliatezza e la bravura che ci si aspetterebbe tanto da un consumato veterano delle quattro ruote quanto da un teatrante che conosce il palcoscenico e la macchina da presa come le sue tasche. Soprattutto il nostro Favino si distingue gagliardamente nella parte del pilota italoamericano Clay Regazzoni, punto di riferimento fondamentale per Lauda che approda nell’universo della Formula Uno pagando la retta di tasca propria e convincendo il proprio team che è possibile migliorare le vetture adottando accorgimenti a prima vista insignificanti ma che in verità possono fare la differenza, in pista. Howard conosce benissimo la maniera da lui trattata, e ne parla senza applicare alla sua stratosferica storia nessun tipo di agiografia o di panegirico incondizionato, preferendo invece uno stile secco e intelligente che getta luce su una diatriba sportiva decennale assurta a leggenda nel corso del tempo, ma che merita piuttosto un epiteto più pragmatico e adatto se osservata dalla prospettiva che esamina i motivi che condussero la coppia Hunt-Lauda a fare vicendevole conoscenza e a comprendere come funziona realmente la vita di un pilota di Formula Uno che, come sostiene Hunt in una delle prime sequenze, è perennemente di fronte alla morte, perché la sperimenta con frequenza quotidiana e non sa mai se uscirà vivo dall’abitacolo del suo bolide. In conclusione, un bersaglio preso proprio al centro, senza incespicare da nessuna parte né forzare la trama indirizzandola verso la scelta di realizzare un bio-pic troppo elementare atto solamente a celebrare due vecchie glorie che non verranno mai dimenticate. La questione, anche per quanto riguarda questa pellicola, rimane aperta anche per chi non è solito masticare di automobilismo.
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emanuele1926
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mercoledì 21 ottobre 2015
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capolavoro
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Capolavoro assoluto il miglior film di formula uno
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silvana
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domenica 18 ottobre 2015
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bellissimo
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Anche se non sono appassionata di formula 1 e automobilismo in genere, ho trovato questo film bellissimo, notevole la vita di questi due personaggi , interpretati pe rme magistralmente, esce un Niky Lauda uomo di notevole carattere e carisma, piacevole anche sottolineare la sensibilità di questa persona anche se nascosta sotto una imperturbabilità dovuta di sicuro dall'educazione. Infatti dopo averlo visto nel 2013 l'ho rivisto molto volentieri su Rai 1, ritengo che sia un film che piacevolmente si rivede anche più di una volta.
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aristoteles
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giovedì 15 ottobre 2015
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brum brum brum
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Parto subito dicendo che mi è piaciuto e le due ore passano velocemente non solo perché di fatto si corre di brutto.
La regia è ottima come la veste grafica di indiscusso valore.
La storia descritta e' buona ma gli appassionati sanno molto bene che non tutto quello che viene raccontato corrisponde a verità.
In primis i due erano amici al punto di aver convissuto un periodo insieme e la riunione prima del fatidico GP non è mai avvenuta.
Hunt non aveva quel fisico scultoreo ma su questo possiamo passarci sopra.
Mi fa piacere comunque che abbiano girato questo discreto film sulla formula uno "vecchia maniera" e ricordato due grandissimi piloti di cui uno è venuto a mancare troppo presto.
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Parto subito dicendo che mi è piaciuto e le due ore passano velocemente non solo perché di fatto si corre di brutto.
La regia è ottima come la veste grafica di indiscusso valore.
La storia descritta e' buona ma gli appassionati sanno molto bene che non tutto quello che viene raccontato corrisponde a verità.
In primis i due erano amici al punto di aver convissuto un periodo insieme e la riunione prima del fatidico GP non è mai avvenuta.
Hunt non aveva quel fisico scultoreo ma su questo possiamo passarci sopra.
Mi fa piacere comunque che abbiano girato questo discreto film sulla formula uno "vecchia maniera" e ricordato due grandissimi piloti di cui uno è venuto a mancare troppo presto.
Gradevole e divertente,ne consiglio la visione a tutti.
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brucemyhero
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giovedì 15 ottobre 2015
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rush
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Hunt credibilissimo, Lauda....(!?). Belle alcune ripese delle monoposto dell'epoca, gioielli veri e propri. Ma assoluta mancanza di adrenalina, che per un film basato su una rivalita' vissuta dentro uno sport estremo, significa gia' fallire a meta' l'opera. Le solite occhiate quando le auto sono appaiate, un brifing pre-Numburgring credo parecchio fantasioso, come se Lauda avesse una netta premonizione... Infantile per molti aspetti, unico per altri. Vi sono considerazioni sulla vita dei piloti, toccanti, profonde, vere. Ma l'effetto visivo non e' all'altezza. Da Ron Award mi sarei aspettato, soprattutto come spettacolarita', qualcosa di piu'.... Tutto qui.
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