biso 93
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lunedì 30 settembre 2013
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piacevole sorpresa
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I film che trattano di sport non mi hanno mai entusiasmato, probabilmente perchè non sono facili da realizzare e perchè è molto facile creare un prodotto banale che si discosta dalla realtà...( non parliamo dei film sulla boxe). Rush però è un'altra storia. Già perchè Ron Howard ha il merito di realizzare un film che cita e riporta i personaggi senza miticizzare nessuno, non crea immagini o scene improbabili ed esagerate e si attiene ai fatti accaduti regalandoci qualche immagine di repertorio e insistendo ripetutamente sul fatto che la formula 1 in quegli anni era uno sport più pericoloso di quanto non lo sia ora e che la tecnologia degli anni 70 non permettava massima sicurezza! Se le caratteristiche tecniche del film sono buone lo è anche di più la storia che tratta della grande rivalità/amicizia di Hunt e Lauda! I personaggi sono ben caratterizzati ed interpretati e il regista ce li fa conoscere da più punti di vista, mettendoli costantemente a confronto senza dare più spazio ad uno o all' altro.
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I film che trattano di sport non mi hanno mai entusiasmato, probabilmente perchè non sono facili da realizzare e perchè è molto facile creare un prodotto banale che si discosta dalla realtà...( non parliamo dei film sulla boxe). Rush però è un'altra storia. Già perchè Ron Howard ha il merito di realizzare un film che cita e riporta i personaggi senza miticizzare nessuno, non crea immagini o scene improbabili ed esagerate e si attiene ai fatti accaduti regalandoci qualche immagine di repertorio e insistendo ripetutamente sul fatto che la formula 1 in quegli anni era uno sport più pericoloso di quanto non lo sia ora e che la tecnologia degli anni 70 non permettava massima sicurezza! Se le caratteristiche tecniche del film sono buone lo è anche di più la storia che tratta della grande rivalità/amicizia di Hunt e Lauda! I personaggi sono ben caratterizzati ed interpretati e il regista ce li fa conoscere da più punti di vista, mettendoli costantemente a confronto senza dare più spazio ad uno o all' altro. Il punto forte è che da questi scontri non verrà mai fuori un vero vincitore quanto due modi differenti di vivere...cosiglio a tutti la visione
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k. s. stanislavskij
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lunedì 30 settembre 2013
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ron howard perfetto. gran bel film.
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un film classico, che andava fatto. un classico esempio di rivalità sportiva che si presta all'epicità vera, e Ron Howard con uno stile senza sbavature e una ricostruzione avvincente ci porta in questo mondo epico con ritmo perfetto,aiutato da un cast notevole , ispirato e complice. le caratteristiche opposte dei due rivali-amici-nemici si prestano a riflessioni archetipiche....bello, sbruffone ed estroverso james hunt, tutto fuoco e istinto...e freddezza razionale e introversione ambiziosa niki lauda.... Gran bel film sportivo, da vedere...hollywood senza troppa retorica e con buon sentimento e suspance (per chi non conosceva le vicende come me, è stato una sopresa davvero )
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gianfy
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lunedì 30 settembre 2013
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rush un fim biografico di due grandi campioni
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Il regista Statunitense Ron Howard (A Beautiful Mind, Frost/Nixon - Il duello) presenta "Rush",un film adrenalinico ed emozionante.
La vera storia,molto avvincente tra la rivalita tra i due piloti di F1 degli anni 70,James Hunt e Niki Lauda,due piloti molto diversi tra loro..rivali "eterni" nemici e amici.
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maria
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lunedì 30 settembre 2013
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spettacolare e intenso
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Non lo ritengo un capolavoro, soprattutto per la ricostruzione storica a volte un po' frettolosa e alcuni dialoghi stereotipati; ma è comunque un film di valore, in cui la spettacolarità non è mai fine a se stessa e contribuisce al coinvolgimento dello spettatore nella storia e nelle emozioni dei personaggi.Un film che ti tiene col fiato sospeso dall'inizio alla fine e presenta una chiave interpretativa molto interessante di questi due mostri sacri della Formula 1(forse più di Lauda che di Hunt) e della loro rivalità, forse nel film troppo accentuata - comunque delle loro personalità e visioni del mondo e dello sport molto diverse. Lauda risulta il vero vincitore, nonostante il suo gravissimo incidente, come poi è stato nella realtà: ma Hunt riesce spesso più simpatico, come forse era.
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Non lo ritengo un capolavoro, soprattutto per la ricostruzione storica a volte un po' frettolosa e alcuni dialoghi stereotipati; ma è comunque un film di valore, in cui la spettacolarità non è mai fine a se stessa e contribuisce al coinvolgimento dello spettatore nella storia e nelle emozioni dei personaggi.Un film che ti tiene col fiato sospeso dall'inizio alla fine e presenta una chiave interpretativa molto interessante di questi due mostri sacri della Formula 1(forse più di Lauda che di Hunt) e della loro rivalità, forse nel film troppo accentuata - comunque delle loro personalità e visioni del mondo e dello sport molto diverse. Lauda risulta il vero vincitore, nonostante il suo gravissimo incidente, come poi è stato nella realtà: ma Hunt riesce spesso più simpatico, come forse era.Interpretazioni efficacissime dei due protagonisti, resi abbastanza somiglianti agli originali - più Lauda che Hunt, quest'ultimo in realtà era ancora più bello, meno da copertina. Un vero piacere ritrovare Daniel Bruhl, il dolce ragazzino di "Goodbye, Lenin!":l'ho riconosciuto quasi subito, anche se è molto cresciuto sia in età che in capacità.Può essere una grande opportunità per lui, mi sembra che negli ultimi anni non abbia recitato da protagonista in film importanti.
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dave69
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domenica 29 settembre 2013
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un film coinvolgente ed emozionante
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Anche se in alcune occasioni dietro la macchina da presa sembra quasi dimenticarsene, Ron Howard è un regista di talento. Forse non brilla particolarmente per inventiva ed originalità, ma quando è sorretto da una buona sceneggiatura e da una bella compagnia di attori, il simpatico protagonista del celebre "Happy days" da spesso il meglio di sé. "Rush" è, secondo me, uno dei suoi risultati migliori insieme a "Beautiful mind" e "Cinderella man". Certo, per esigenze di mercato l'antagonismo tra i due ottimi protagonisti (Hemsworth/Brühl) viene sicuramente un po' troppo forzato ed enfatizzato, ma il film risulta comunque coinvolgente ed emozionante al punto giusto, senza eccessi ne cadute di tono.
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Anche se in alcune occasioni dietro la macchina da presa sembra quasi dimenticarsene, Ron Howard è un regista di talento. Forse non brilla particolarmente per inventiva ed originalità, ma quando è sorretto da una buona sceneggiatura e da una bella compagnia di attori, il simpatico protagonista del celebre "Happy days" da spesso il meglio di sé. "Rush" è, secondo me, uno dei suoi risultati migliori insieme a "Beautiful mind" e "Cinderella man". Certo, per esigenze di mercato l'antagonismo tra i due ottimi protagonisti (Hemsworth/Brühl) viene sicuramente un po' troppo forzato ed enfatizzato, ma il film risulta comunque coinvolgente ed emozionante al punto giusto, senza eccessi ne cadute di tono. Un film da non perdere per tutti gli appassionati di Formula 1, ma che ha le carte in regola per affascinare anche tutti gli altri. Voto: 7
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telegattone
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domenica 29 settembre 2013
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la macchina del tempo di ron howard
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Ron Howard ti prende per mano e come in una macchina del tempo ti riporta completamente nel 1976, chi come me, quel 24 ottobre 1976 rimise la sveglia alle 5 per seguire il gp del Giappone e' un esperienza incredibile. Quello che mi ha impressionato di questo film e la riproduzione fedele e maniacale di tutti i particolari dell'epoca. Sono state ricostruite fedelmente TUTTE le monoposto presenti sulla griglia di partenza di quell'anno ma anche i più piccoli particolari che vanno dagli spettatori sui cartelloni pubblicitari al gp d'Italia alla pettinatura della moglie di Lauda. Erano anni che un film non mi trasmetteva tante emozioni considerato che la storia ed il finale sebbene leggermente romanzato era noto.
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Ron Howard ti prende per mano e come in una macchina del tempo ti riporta completamente nel 1976, chi come me, quel 24 ottobre 1976 rimise la sveglia alle 5 per seguire il gp del Giappone e' un esperienza incredibile. Quello che mi ha impressionato di questo film e la riproduzione fedele e maniacale di tutti i particolari dell'epoca. Sono state ricostruite fedelmente TUTTE le monoposto presenti sulla griglia di partenza di quell'anno ma anche i più piccoli particolari che vanno dagli spettatori sui cartelloni pubblicitari al gp d'Italia alla pettinatura della moglie di Lauda. Erano anni che un film non mi trasmetteva tante emozioni considerato che la storia ed il finale sebbene leggermente romanzato era noto. Bellissimo
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mickey97
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domenica 29 settembre 2013
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più sei vicino alla morte, più ti senti vivo
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Chris Hemswort e Daniel Bruhl scendono in pista e divengono rivali sulla vita di Niki Lauda, il nuovo ingaggio della Ferrari che James Hunt non riesce a digerire. Entrambi i piloti manifestano l'uno nei confronti dell'altro molto astio e si dichiarano reciprocamente guerra, una guerra che poteva ammettere un unico vincitore, che avrebbe conquistato il titolo di campione del mondo. Niki Lauda ha già concquistato questo titolo ma James ancora no e lo desidera ardentemente, quest'ultimo si rivela un degno avversario, capace di tenere testa a un campione di un certo calibro. Questo Mitico duello si snoda fra i vari Stati Europei grazie a un abile montaggio e in uno di questi ovvero la Spagna, Hunt vince su Lauda ma quest'ultimo visto tutto l'astio manifestatosi palesemente nelle gare precedenti, comunica ai giudici che l'auto non è in regola poichè un centimetro e mezzo più larga nonostante sia consapevole che le dimensioni non influiscano sulla velocità.
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Chris Hemswort e Daniel Bruhl scendono in pista e divengono rivali sulla vita di Niki Lauda, il nuovo ingaggio della Ferrari che James Hunt non riesce a digerire. Entrambi i piloti manifestano l'uno nei confronti dell'altro molto astio e si dichiarano reciprocamente guerra, una guerra che poteva ammettere un unico vincitore, che avrebbe conquistato il titolo di campione del mondo. Niki Lauda ha già concquistato questo titolo ma James ancora no e lo desidera ardentemente, quest'ultimo si rivela un degno avversario, capace di tenere testa a un campione di un certo calibro. Questo Mitico duello si snoda fra i vari Stati Europei grazie a un abile montaggio e in uno di questi ovvero la Spagna, Hunt vince su Lauda ma quest'ultimo visto tutto l'astio manifestatosi palesemente nelle gare precedenti, comunica ai giudici che l'auto non è in regola poichè un centimetro e mezzo più larga nonostante sia consapevole che le dimensioni non influiscano sulla velocità. Infatti, Lauda le macchine, le conosce perfettamente e sa pure apportarne cambiamenti, sa cosa è giusto e cosa è sbagliato, è una persona razionale e quindi del tutto ragionante, la si potrebbe definire intelliggente e i fatti gli danno pure ragione. Intrappolato in un inferno di mille gradi centigradi, Lauda può dire addio al suo volto che le fiamme sfigurano rovinosamente, l'incidente che gli è quasi costato la vita fa capire agli altri quanto lui avesse ragione nel voler annullare la gara, le pessime condizioni meteo sono solite a generare solo morte e Lauda può ritenersi solo decisamente fortunato nell'essere sopravvisuto a un incidente di tale entità ma ciò che gli fa più male è vedere vincere il suo rivale mentre lui è in ospedale a farsi aspirare come lui la definisce merda dai polmoni. James Hunt incassa le sue vittorie ma si sente responsabile per tutto questo perchè mentre lui vinceva, Lauda combatteva per la vita. Hunt ha condannato Lauda per la sua impavidità nell'affrontare i pericoli, La formula 1 degli anni 70 era decisamente più pericolosa di quella di oggi, in quei tempi si rischiava la vita, la sicurezza era pressocchè nulla ma Hunt era fin troppo coraggioso ma d'altro canto più si è vicini alla morte, più ci si sente vivi. Rischiare di morire per vivere è un concetto incocepibile ma rappresenta una delle basi di questo bellissimo film, riflessivo e perfettamente calibrato. Il regista premio Oscar Ron Howard risulta a dir poco brillante alla regia mentre si deve proprio ammettere che la realizzazione di questo film è stata esguita con il cuore. Il cast è formidabile, Pier Francesco Favino ormai è diventato un attore di fama internazionale, Daniel Bruhl è perfetto per i panni di Niki Lauda e già lui il suo Oscar l'ha vinto perchè lo stesso, l'originale gli ha messo in testa il suo berreto mentre Chris Hemswhort brilla di luce propria, la sua performance è eccezzionale degna di oscar. Un film che fa riflettere e che sa perfettamente come far emozionare lo spettatore che rivive la belllissima storia di questi due grandi piloti.
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jaylee
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domenica 29 settembre 2013
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spingersi al massimo e oltre
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Da ex-bambino prodigio dei programmi per la TV (fino ai fasti di Happy Days), a regista di punta del mainstream di Hollywood, Ron Howard dimostra con Rush una flessibilità fuori dal comune, avendo toccato praticamente tutti i generi (eccezion fatta per l'horror), e con questa pellicola celebra una storica rivalità sportiva nei tempi d'oro della Formula 1.
Rush ripercorre, dal 1970 al 1976, l'epopea elettrizzante ma anche sanguinosa di un mondo dove il coraggio equivale alla tecnologia, e dove Nicky Lauda (Daniel Bruhl) e James Hunt (Chris Hemsworth) rappresentano le punte del Circus, a quel tempo, come e più di ora, un crogiolo di fama, moda, apparenza, presenzialismo, glamour. I piloti come moderni cavalieri su destrieri d'acciaio e benzina in una giostra di asfalto, pronti all'estremo sacrificio per perseguire una vita spinta al massimo.
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Da ex-bambino prodigio dei programmi per la TV (fino ai fasti di Happy Days), a regista di punta del mainstream di Hollywood, Ron Howard dimostra con Rush una flessibilità fuori dal comune, avendo toccato praticamente tutti i generi (eccezion fatta per l'horror), e con questa pellicola celebra una storica rivalità sportiva nei tempi d'oro della Formula 1.
Rush ripercorre, dal 1970 al 1976, l'epopea elettrizzante ma anche sanguinosa di un mondo dove il coraggio equivale alla tecnologia, e dove Nicky Lauda (Daniel Bruhl) e James Hunt (Chris Hemsworth) rappresentano le punte del Circus, a quel tempo, come e più di ora, un crogiolo di fama, moda, apparenza, presenzialismo, glamour. I piloti come moderni cavalieri su destrieri d'acciaio e benzina in una giostra di asfalto, pronti all'estremo sacrificio per perseguire una vita spinta al massimo.
Notevole l'interpretazione dei due protagonisti, Hunt/Hemsworth aggressivo, spericolato, sregolato, sempre sul punto di esplodere e di incendiarsi; e soprattutto Bruhl/Lauda, impressionante la somiglianza (non solo fisica) col vero pilota, a cui conferisce un'abilità di analisi e di concentrazione pari solo alla sua proverbiale antipatia (memorabile quando, al suo primo test su una Ferrari, davanti al Drake in calzini rossi, non esita a definire la vettura una "m...a"; fatto peraltro, effettivamente accaduto).
Pur essendo agli antipodi, i due riconoscono nell'altro un completamento ed un reciproco stimolo all'eccellenza, che sfocia dall'iniziale antipatia prima nell'ammirazione e successivamente nell'amicizia, un pò come nel basket di qualche anno dopo fu la rivalità tra lo spumeggiante Magic Johnson ed il coriaceo Larry Bird. Notevole, come il regista filtra tra dialoghi e sguardi tra i due, la loro complementarietà elettiva: l'uno elettrico, popolare, corteggiato, ma solo; l'altro detestabile, ruvido, solitario, ma con una compagna eccezionale. E come i due imparino a comprendersi e alla fine finiscano per somigliarsi un po' per spingersi oltre i propri limiti: Hunt dovrà applicarsi molto di più in fase di messa a punto, Lauda dovrà prendersi molti più rischi (il più estremo dei quali fu il suo ritorno a tempo di record dallo spaventoso incidente del Nurburgring che lo segnò a vita nell'aspetto e quasi lo uccise). L'ultima gara del campionato del 1976 entra nella storia, ed è il culmine di un film teso ed avvincente, nonostante che il risultato sia noto.
Bellissime le atmosfere anni '70: evidentemente si addicono al regista, che bissa da questo punto di vista Frost vs Nixon, con cieli plumbei e presagi disseminati in qua e là sotto forma di ragni, accendini, conati di vomito (!); cosi come le musiche di Hans Zimmer cariche di quieta tensione, in contrasto con l'adrenalina ad alto contenuto di ottani; e nota di merito per le due interpreti femminili, soprattutto Alexandra Maria Lara nella parte della volitiva e silenziosa Marlene Lauda, ed il nostro Pierfrancesco Favino nella parte di Clay Regazzoni, ormai il volto italiano più noto nel panorama di Hollywood.
Rush è infine un film intenso nel senso e preciso nel modo, quasi chirurgico: pur non essendo al livello di Frost vs. Nixon, e anche se non siete appassionati di Formula 1, "correte" a vederlo, e non ve ne pentirete. (www.versionekowalski.it)
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cavedano
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sabato 28 settembre 2013
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finalmente un ottimo film!!
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Veramente un ottimo film,visionandolo si provano emozioni che raramente capita di vivere, ottima l'interpretazione dei 2 protagonisti oltre ad un'impressionate somiglianza con i personaggi reali. Lo consiglio anche per i non appassionati del genere.
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lalune
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sabato 28 settembre 2013
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howard racconta hunt e lauda in rush. capolavoro!
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È uscito nelle sale il 19 settembre e continua ad essere in cima alle classifiche! Non potevamo aspettarci nient’altro dal regista premio Oscar Ron Howard che porta sul grande schermo il mondo della vecchia Formula 1, quella seguita ancora da un vasto pubblico, quella fatta di campioni che emozionavano la gente con la loro grinta e la loro passione. Abbiamo Rush nelle sale cinematografiche e si aggiunge alla lista dei capolavori del regista ormai non più famoso solo per essere Richie Cunningham.
Compito del film è di riportare alla luce non solo il ricordo di due campioni dello sport, James Hunt e Niki Lauda, ma anche, e soprattutto, cosa c’è dietro a due personalità così opposte: rivali nello sport, diversi nella concezione della vita, ma uniti nella passione della corsa e nella determinazione a vincere.
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È uscito nelle sale il 19 settembre e continua ad essere in cima alle classifiche! Non potevamo aspettarci nient’altro dal regista premio Oscar Ron Howard che porta sul grande schermo il mondo della vecchia Formula 1, quella seguita ancora da un vasto pubblico, quella fatta di campioni che emozionavano la gente con la loro grinta e la loro passione. Abbiamo Rush nelle sale cinematografiche e si aggiunge alla lista dei capolavori del regista ormai non più famoso solo per essere Richie Cunningham.
Compito del film è di riportare alla luce non solo il ricordo di due campioni dello sport, James Hunt e Niki Lauda, ma anche, e soprattutto, cosa c’è dietro a due personalità così opposte: rivali nello sport, diversi nella concezione della vita, ma uniti nella passione della corsa e nella determinazione a vincere.
Il film si struttura come un racconto di Lauda. Parte con quella data fatidica del primo agosto del 1976, in cui Niki L. rimase coinvolto in un incidente; sono pronti a partire, mentre si scambiano sguardi di fuoco. Ma ancora non è il momento di raccontare quella giornata, meglio ritornare indietro e raccontare la storia dal principio.
Si ritorna indietro di sei anni con il loro primo incontro/scontro in una gara di Formula 3 e da qui parte il racconto di due uomini che hanno fatto la storia della Formula 1, con mille difficoltà ma grandi soddisfazioni.
Due modi di vivere lo sport e la vita completamente diversi: Hunt, interpretato da Chris Hemsworth ( attore australiano che ha lavorato con J. J. Abrams in Star Trek nel 2009 e famoso soprattutto per il film Thor di Kenneth Branagh nel 2011), è un donnaiolo, scapestrato, vive alla giornata, senza regole, pronto a rischiare la vita pur di vincere; Lauda, che ha il volto di Daniel Brühl ( attore tedesco che raggiunge la fama con il film Good Bye, Lenin! del 2003 di Wolfgang Becker, vincendo lo European Film Award come miglior attore) è più serio, freddo tanto da risultare antipatico, “il computer” lo chiamavano, capace di trovare i difetti dell’auto e di migliorarla per la vittoria.
Howard in questo film si avvale della collaborazione dello sceneggiatore Peter Morgan, con cui lavorò già nel 2008 nel film Frost/Nixon, e dell’aiuto, per la fotografia, di Anthony Dod Mantle, dando alla pellicola un’impronta vintage.
Le riprese si sono svolte tra Regno Unito, Germania e Austria e per le corse si sono utilizzati i circuiti di Donington Park e Cadwell Park, oltre a quello dell’incidente, il circuito di Nürburgring.
Il film riporta fedelmente quegli anni e lo si evince anche da un cast scelto con cura tanto da notare una notevole somiglianza con i personaggi veri: non solo i due attori protagonisti, ma anche le loro “mogli” con Olive Wilde nei panni della modella moglie di Hunt Suzy Miller e Alexandra Maria Lara nel ruolo di Marlene Knaus accanto a Lauda. E un riconoscimento va anche al nostro Pierfrancesco Favino nei panni di Clay Regazzoni, collega di Niki, che ritrova Ron Howard dopo Angeli e Demoni.
E si sente nel film l’impronta italiana, il ricordo, ovvio, con una breve comparsa, di Enzo Ferrari proprietario della scuderia dove entrò Lauda a cui lo stesso disse “Questa macchina è una merda!” sempre rimanendo in tema di ricostruzione fedele della storia. Ma non solo: una scenetta tanto simpatica quanto, forse, segno di un luogo comune del nostro Bel Paese, la comparsa di due napoletani che lodano nel loro dialetto “il computer” Lauda.
Ma una battuta che prendiamo con spirito, con un sorriso, coinvolti più dall’abilità di raccontare personaggi importanti con i loro pregi e i loro difetti, di riportarci su quelle piste che tanto sono state amate e seguite, che hanno regalato tante emozioni agli spettatori dell’epoca. E in un certo senso al regista dobbiamo dare il merito di riportare anche quei brividi nello spettatore di oggi, che sia un uomo che ha vissuto quegli anni e li ricorda bene oppure un giovane che non era presente ma che si lascia emozionare dai primi momenti fino alla fine del film.
Un successo per Howard per un film che nelle scene delle corse, nella velocità delle riprese, nei dettagli sul motore e nel rumore di quelle macchine che sfrecciano pilotate da uomini che combattono per una passione e per un titolo, sembra appassionare anche chi di Formula 1 non si era mai interessato.
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