mickey97
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domenica 29 settembre 2013
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più sei vicino alla morte, più ti senti vivo
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Chris Hemswort e Daniel Bruhl scendono in pista e divengono rivali sulla vita di Niki Lauda, il nuovo ingaggio della Ferrari che James Hunt non riesce a digerire. Entrambi i piloti manifestano l'uno nei confronti dell'altro molto astio e si dichiarano reciprocamente guerra, una guerra che poteva ammettere un unico vincitore, che avrebbe conquistato il titolo di campione del mondo. Niki Lauda ha già concquistato questo titolo ma James ancora no e lo desidera ardentemente, quest'ultimo si rivela un degno avversario, capace di tenere testa a un campione di un certo calibro. Questo Mitico duello si snoda fra i vari Stati Europei grazie a un abile montaggio e in uno di questi ovvero la Spagna, Hunt vince su Lauda ma quest'ultimo visto tutto l'astio manifestatosi palesemente nelle gare precedenti, comunica ai giudici che l'auto non è in regola poichè un centimetro e mezzo più larga nonostante sia consapevole che le dimensioni non influiscano sulla velocità.
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Chris Hemswort e Daniel Bruhl scendono in pista e divengono rivali sulla vita di Niki Lauda, il nuovo ingaggio della Ferrari che James Hunt non riesce a digerire. Entrambi i piloti manifestano l'uno nei confronti dell'altro molto astio e si dichiarano reciprocamente guerra, una guerra che poteva ammettere un unico vincitore, che avrebbe conquistato il titolo di campione del mondo. Niki Lauda ha già concquistato questo titolo ma James ancora no e lo desidera ardentemente, quest'ultimo si rivela un degno avversario, capace di tenere testa a un campione di un certo calibro. Questo Mitico duello si snoda fra i vari Stati Europei grazie a un abile montaggio e in uno di questi ovvero la Spagna, Hunt vince su Lauda ma quest'ultimo visto tutto l'astio manifestatosi palesemente nelle gare precedenti, comunica ai giudici che l'auto non è in regola poichè un centimetro e mezzo più larga nonostante sia consapevole che le dimensioni non influiscano sulla velocità. Infatti, Lauda le macchine, le conosce perfettamente e sa pure apportarne cambiamenti, sa cosa è giusto e cosa è sbagliato, è una persona razionale e quindi del tutto ragionante, la si potrebbe definire intelliggente e i fatti gli danno pure ragione. Intrappolato in un inferno di mille gradi centigradi, Lauda può dire addio al suo volto che le fiamme sfigurano rovinosamente, l'incidente che gli è quasi costato la vita fa capire agli altri quanto lui avesse ragione nel voler annullare la gara, le pessime condizioni meteo sono solite a generare solo morte e Lauda può ritenersi solo decisamente fortunato nell'essere sopravvisuto a un incidente di tale entità ma ciò che gli fa più male è vedere vincere il suo rivale mentre lui è in ospedale a farsi aspirare come lui la definisce merda dai polmoni. James Hunt incassa le sue vittorie ma si sente responsabile per tutto questo perchè mentre lui vinceva, Lauda combatteva per la vita. Hunt ha condannato Lauda per la sua impavidità nell'affrontare i pericoli, La formula 1 degli anni 70 era decisamente più pericolosa di quella di oggi, in quei tempi si rischiava la vita, la sicurezza era pressocchè nulla ma Hunt era fin troppo coraggioso ma d'altro canto più si è vicini alla morte, più ci si sente vivi. Rischiare di morire per vivere è un concetto incocepibile ma rappresenta una delle basi di questo bellissimo film, riflessivo e perfettamente calibrato. Il regista premio Oscar Ron Howard risulta a dir poco brillante alla regia mentre si deve proprio ammettere che la realizzazione di questo film è stata esguita con il cuore. Il cast è formidabile, Pier Francesco Favino ormai è diventato un attore di fama internazionale, Daniel Bruhl è perfetto per i panni di Niki Lauda e già lui il suo Oscar l'ha vinto perchè lo stesso, l'originale gli ha messo in testa il suo berreto mentre Chris Hemswhort brilla di luce propria, la sua performance è eccezzionale degna di oscar. Un film che fa riflettere e che sa perfettamente come far emozionare lo spettatore che rivive la belllissima storia di questi due grandi piloti.
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lucarossi
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lunedì 23 settembre 2013
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un imperdibile capolavoro da oscar!
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Era un'ossessione ancor prima che andassi al cinema: la mitica rivalità tra James Hunt e Niki Lauda, due grandi campioni divisi dal modo di intendere lo sport, ma uniti da una competizione accesa e dai risvolti profondamente umani.
In genere cerco di sapere il meno possibile di un film prima di andarlo a vedere. In questo caso, sapevo già quasi tutto.
Sarei potuto andare incontro a una cocente delusione, ma è stato esattamente il contrario.
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Era un'ossessione ancor prima che andassi al cinema: la mitica rivalità tra James Hunt e Niki Lauda, due grandi campioni divisi dal modo di intendere lo sport, ma uniti da una competizione accesa e dai risvolti profondamente umani.
In genere cerco di sapere il meno possibile di un film prima di andarlo a vedere. In questo caso, sapevo già quasi tutto.
Sarei potuto andare incontro a una cocente delusione, ma è stato esattamente il contrario. Rush non solo mi è piaciuto, mi ha mandato in visibilio, ha scavato nelle mie emozioni, mi ha affascinato, sorpreso, mi ha attratto nella storia come poche altre pellicole.
James e Niki si conoscono in una delle formule minori, la Formula 3. James è un donnaiolo. Ama bere, fumare, godersi la vita. In pista, è talento puro.
Niki è più freddo, calcolatore, sa gestirsi molto bene, accetta una percentuale di rischio ben precisa prima di scendere in pista.
A quei tempi, correre in Formula 1 significava danzare con la morte. Morivano due piloti a stagione. James è affascinato dal pericolo e crede sia una delle ragioni della sua popolarità con le donne.
Di corsa in corsa, di macchina in macchina, i due giovani piloti arrivano nell'Olimpo delle corse automobilistiche, la Formula 1.
Quando Niki si ritrova in Ferrari e James in McLaren la competizione tra i due esplode. Sempre attenti l'uno alle mosse dall'altro, usano ogni mezzo per superarsi. Eppure, è impossibile non leggere il forte legame umano, il rispetto, la sportività cristallina che lega i due piloti. Si sfottono, ma si ammirano.
La storia del mondiale del '76 è nota ai più. L'incidente di Niki, l'incredibile ritorno in pista, la sfida finale...
James rimarrà legato ai propri piaceri, un tipico eroe di quegli anni, con tutte le nefaste conseguenze. Niki diventerà una leggenda dello sport, della Ferrari e della Formula 1.
Resta del film lo splendido rapporto umano tra i due, che, soprattutto oggi, dovrebbe insegnare agli pseudo sportivi che si scambiano invettive per novanta minuti da una curva all'altra quale sia il vero senso dello sport.
La regia di Ron Howard è impeccabile, attenta ai particolari, incalzante, con ritmi quasi perfetti. Le musiche di Hans Zimmer sono la giusta colonna sonora di un capolavoro da Oscar.
Recensione pubblicata originariamente su www.lucarossi369.com
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(di deathproof97)
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joker 91
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sabato 21 settembre 2013
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rush
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Ron Howard dopo il capolavoro A beautiful mind ed gli ultimi film abbastanza sottotono si riprende in modo eccellente con un film adrenalinico,riflessivo e spettacolare su due grandissime icone della formula 1 ovvero james Hunt e Lauda. Due uomini diversi,cosi lontani negli stili di vita e nel modo di essere ma allo stesso tempo cosi vicini uniti da una rivalità che li rese leggenda. Nella pellicola di Howard osserviamo due uomini agli estremi,si indaga su due icone che hanno entrambe un qualcosa di tutti noi,due uomini nel bene e nel male dal quale prendere esempio per le sfide della vita. Un cast superbo capitanato dall'ormai star Hensworth e dal bravissimo Bruhl meritevole di una nomination all'oscar,complimenti al nostro Favino sempre più internazionale e sempre più vicino al livello di grandezza di Mastroianni,ora gli serve un film che gli dia la nomination all'oscar.
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Ron Howard dopo il capolavoro A beautiful mind ed gli ultimi film abbastanza sottotono si riprende in modo eccellente con un film adrenalinico,riflessivo e spettacolare su due grandissime icone della formula 1 ovvero james Hunt e Lauda. Due uomini diversi,cosi lontani negli stili di vita e nel modo di essere ma allo stesso tempo cosi vicini uniti da una rivalità che li rese leggenda. Nella pellicola di Howard osserviamo due uomini agli estremi,si indaga su due icone che hanno entrambe un qualcosa di tutti noi,due uomini nel bene e nel male dal quale prendere esempio per le sfide della vita. Un cast superbo capitanato dall'ormai star Hensworth e dal bravissimo Bruhl meritevole di una nomination all'oscar,complimenti al nostro Favino sempre più internazionale e sempre più vicino al livello di grandezza di Mastroianni,ora gli serve un film che gli dia la nomination all'oscar. Musiche superbe e commoventi,corse riprese con maestria,un film dal quale prendere esempio nella vita di tutti i giorni nel bene e nel male. Riflessivo ma film veramente per tutti
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[+] concordo: film spettacolare e riflessivo
(di antonio montefalcone)
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lauro123
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giovedì 19 settembre 2013
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ron howard ritorna il pole position
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Dopo aver visto film davvero brutti come angeli e demoni e il codice da vinci, pensavo che howard avesse perso il "tocco" ma dopo aver visto Rush per fortuna ho dovuto ricredermi! Il film è forse il più bel film da me visto in questo 2013 sono ogni punto di vista, la storia come sappiamo è tratta da una storia verà, infatti ci narra la storia di nicky lauda e james hunt, uno (lauda) burbero e ligio al dovere l'altro genio e sregolatezza, Howard ci confeziona un film dove questi due fantastici personaggi non si sovrastano mai e risultano intrecciati nel bene e nel male, con un ritmo sempre molto sostenuto senza punti morti che giunge al suo apice nella fantastica gara del giappone, per quanto riguarda gli interpreti si dimostrano tutti all'altezza, persino chris hemsworth già note per aver interpretato thor (dimostrando di non essere particolarmente brillante), qui invece lo vediamo in una veste assolutamente nuova e ci dà un interpretazione davvero buona, non è invece una novità daniel bruhl già notte per la sua interpretazione in bastardi senza gloria e continua a fare bene con questo film facendo ben sperare per il futuro, non di poco conto anche le interpretazioni dei due personaggi secondari che meglio spiccano dopo i protagonisti sto parlando della moglie di lauda (alexandra maria lara) e il pilota ragazzoni fondamentale nella vita di lauda e interpretato niente meno che da pierfrancesco favino ormai diventato un attore riconosciuto e famoso nel mondo seconda apparizione holliwoodiana quest'anno dopo aver salvato world war z ci mette del suo e mette la ciliegina sulla torta di questo fantastico rush.
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Dopo aver visto film davvero brutti come angeli e demoni e il codice da vinci, pensavo che howard avesse perso il "tocco" ma dopo aver visto Rush per fortuna ho dovuto ricredermi! Il film è forse il più bel film da me visto in questo 2013 sono ogni punto di vista, la storia come sappiamo è tratta da una storia verà, infatti ci narra la storia di nicky lauda e james hunt, uno (lauda) burbero e ligio al dovere l'altro genio e sregolatezza, Howard ci confeziona un film dove questi due fantastici personaggi non si sovrastano mai e risultano intrecciati nel bene e nel male, con un ritmo sempre molto sostenuto senza punti morti che giunge al suo apice nella fantastica gara del giappone, per quanto riguarda gli interpreti si dimostrano tutti all'altezza, persino chris hemsworth già note per aver interpretato thor (dimostrando di non essere particolarmente brillante), qui invece lo vediamo in una veste assolutamente nuova e ci dà un interpretazione davvero buona, non è invece una novità daniel bruhl già notte per la sua interpretazione in bastardi senza gloria e continua a fare bene con questo film facendo ben sperare per il futuro, non di poco conto anche le interpretazioni dei due personaggi secondari che meglio spiccano dopo i protagonisti sto parlando della moglie di lauda (alexandra maria lara) e il pilota ragazzoni fondamentale nella vita di lauda e interpretato niente meno che da pierfrancesco favino ormai diventato un attore riconosciuto e famoso nel mondo seconda apparizione holliwoodiana quest'anno dopo aver salvato world war z ci mette del suo e mette la ciliegina sulla torta di questo fantastico rush.
Le ambientazioni sono magnifiche e ricreano alla perfezione gli anni 70 mescolando sapientemente (sopratutto alla fine) filmati d'epoca e riprese odierne rendendo nulle le differenze, per quanto riguarda howard ritorna in carreggiata con una regia molto bella grazie anche all'utilizzo del classico rallenty tipico del genere. In conclusione un film al cardiopalma che non delude e non annoia sicuramente uno dei migliori film dell'anno e per me meritevole di un oscar.
VOTO: 9,5
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(di paolorol)
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filippo catani
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domenica 22 settembre 2013
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un mitico duello
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Campionato mondiale di Formula 1 anno 1976. Dopo una serie di battaglie nelle formule minori, l'inglese James Hunt estroverso e donnaiolo e l'austriaco campione in carica Niki Lauda introverso e meticoloso si sfidano nella corsa al titolo mondiale senza esclusione di colpi.
Ron Howard ha il grandissimo merito di riuscire a portare sullo schermo con grandissima efficacia uno dei grandi duelli che infiammano il mondo dello sport in tante discipline. Anni luce separano ormai la Formula 1 di allora da quella di oggi; da una parte ciò è un bene in quanto si sono fatti passi enormi per garantire la sicurezza dei piloti e fortunatamente il numero di incidenti gravi si è decisamente ridotto.
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Campionato mondiale di Formula 1 anno 1976. Dopo una serie di battaglie nelle formule minori, l'inglese James Hunt estroverso e donnaiolo e l'austriaco campione in carica Niki Lauda introverso e meticoloso si sfidano nella corsa al titolo mondiale senza esclusione di colpi.
Ron Howard ha il grandissimo merito di riuscire a portare sullo schermo con grandissima efficacia uno dei grandi duelli che infiammano il mondo dello sport in tante discipline. Anni luce separano ormai la Formula 1 di allora da quella di oggi; da una parte ciò è un bene in quanto si sono fatti passi enormi per garantire la sicurezza dei piloti e fortunatamente il numero di incidenti gravi si è decisamente ridotto. D'altra parte il progresso e lo sviluppo della tecnologia hanno fatto della Formula 1 attuale il regno degli ingegneri e della telemetria un fatto questo che ha tolto molto all'epica di questo sport. Allora eccoci catapultati nel 1976 e in parte negli anni precedenti per vedere la sfida tra due modi completamente diversi di essere sia dal punto di vista umano sia sportivo. Hunt esuberante, scultoreo e circondato da donne e amici e ossessionato dalla vittoria di un campionato del mondo. Lauda invece è più meticoloso e non si cura affatto di piacere alla gente. Il fatto è che aldilà della reciproca rivalità i due si stimano e si rispettano. L'incidente occorso a Lauda al Nurburgring (pensare a un GP lungo 22 km che si dipanavano in mezzo a un bosco fa venire i brividi) è ricostruito con dovizia di particolari. Allo stesso tempo il film non lesina delle ottime riprese su pista e le sequenze del gp di Monza con il ritorno dell'austriaco alle corse dopo un mese e mezzo dal terribile incendio della sua Ferrari con uno strepitoso quarto posto e l'epica ultima gara al Fuji sono un vero e proprio godimento per gli occhi. Detto di Howard che ci regala un'ottima pellicola (e fare film sulla Formula 1 non è affatto facile) anche il cast si comporta davvero bene: Hensworth finalmente smette i panni di Thor e si mostra all?altezza della situazione mentre la vera sorpresa è Bruhl perfetto nel ruolo di Lauda e con un ottimo trucco per i postumi dell'incidente; non ci meraviglierebbe una sua eventuale candidatura ad una statuetta. Bene anche le protagoniste femminili e una menzione anche al nostro Favino che appare in alcune scene nel ruolo del compagno di Lauda, Ragazzoni. Insomma un elogio alla Formula 1 che è stata dove il pilota era anche meccanico ed ingegnere ma dove purtroppo la morte era tragicamente all'ordine del giorno.
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ideatore29
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venerdì 20 settembre 2013
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da verosimile a paradigma.
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Apprezzo davvero molto Ron Howard. È un regista che sa parlare attraverso le immagini. Questo film ne è la prova. Egli è un perfezionista. Lo si nota dalla fotografia: questo punto, che personalmente avrei lasciato per ultimo in un contesto differente, ricrea effettivamente l'idea di una pellicola ambientata negli anni '70. Infatti non bastano solo le giuste indicazioni a costumisti, parrucchieri e scenografi -abili e competenti -per darne l'idea della ricostruzione. Howard dirige un buon cast attraverso la storia di due campioni del grande automobilismo, Niki Lauda (Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworts).
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Apprezzo davvero molto Ron Howard. È un regista che sa parlare attraverso le immagini. Questo film ne è la prova. Egli è un perfezionista. Lo si nota dalla fotografia: questo punto, che personalmente avrei lasciato per ultimo in un contesto differente, ricrea effettivamente l'idea di una pellicola ambientata negli anni '70. Infatti non bastano solo le giuste indicazioni a costumisti, parrucchieri e scenografi -abili e competenti -per darne l'idea della ricostruzione. Howard dirige un buon cast attraverso la storia di due campioni del grande automobilismo, Niki Lauda (Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworts). Ripudiati dalle rispettive famiglie per la scelta lavorativa compiuta, i due guidano in maniera diversa: Hunt è vittima del 'carpe diem' e allo stesso modo impronta il proprio stile di vita al modo di guidare. Lauda ,invece, alla vita da star, propria del pilota inglese, predilige una vita improntata al sacrificio, al metodo, alla regola. Questo è secodno il famoso pilota tedesco il trucco per vincere il titolo mondiale. Howard delinea un tracciato metaforico, prendendo a paradigma una storia realmente accaduta, al fine di paragonare due filosofia di vita differenti. I due, dopo essersi pizzicati a vicenda per più metà film, ammettono, in un finale leggermente scontato ma non privo di emozione, l'esistenza di un feeling ambiguo: un feeling che permette loro di trovare la forza di lottare e combattere. Di andare avanti. La pellicola risulta brillante, grazie all'ingegno mostrato da Howard nello strutturare un film splendido. Il tracciato non è altro che la nostra vita e il film propone due modelli.
Continua ancora il legame, nato sul set di 'Angeli e Demoni', fra il regista e Favino, il quale conferma ottime doti con un'ottima performance. Un ottimo film.
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marzaghetti
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venerdì 20 settembre 2013
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rush
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Sapientemente dosato su due tempi - due velocità - due ritmi, quello della macchina, frenetico - sovralimentato - adrenalinico, e quello dell'uomo, rallentato - riflessivo - introspettivo, il nuovo cult di Ron Howard - Rush - è uno sbalorditivo condensato dell'energia, della tecnica e della follia che ruotavano attorno alla Formula Uno degli anni '70. Uomo e ma[+]
Sapientemente dosato su due tempi - due velocità - due ritmi, quello della macchina, frenetico - sovralimentato - adrenalinico, e quello dell'uomo, rallentato - riflessivo - introspettivo, il nuovo cult di Ron Howard - Rush - è uno sbalorditivo condensato dell'energia, della tecnica e della follia che ruotavano attorno alla Formula Uno degli anni '70. Uomo e macchina, entrambi protagonisti, entrambi sotto pressione, entrambi terribilmente fragili. Non c'è logica, non ci sono bene e male, solo eroismo ed egoismo, all'ennesima potenza. Ed Howard, maestro nel dipingere storie vere tanto meravigliose da sembrare sceneggiate dal Destino, lascia lo spettatore con l'estasi di aver vissuto anch'egli qualcosa di sovrannaturale. A dispetto di una prima parte piuttosto frammentaria, a dire il vero funzionale ad introdurre degnamente i personaggi e i loro mondi, la fase centrale del film e la sua incredibile, ma vera, conclusione, sono davvero prodigiose per ritmo (e sua modulazione a due tempi), intensità, efficacia visiva ed emozione. Uno spettacolo per gli occhi, e per le orecchie, con i rombi dei bolidi resi come mai prima d'ora. Hemsworth è bravo a fare Hunt, ma avrebbero potuto fare altrettanto molti suoi colleghi, visto che James giocava a fare l'attore, a modo suo. Invece quello che ha fatto Daniel Bruhl con Niki Lauda ha dello sbalorditivo... Non lo ha imitato, gli ha dato una identità diversa ma perfettamente confacente, come se fosse il vero Lauda ma in una dimensione parallela...Davvero incredibile. E se non arriva almeno una nomination mi strappo la tuta ignifuga. L'epilogo infine, con i due protagonisti che finalmente si scoprono in un lungo dialogo che è come una confessione senza pentimento, e che si chiude con la voce fuori campo del solo Lauda, è di grande, grande impatto. Alla Ron Howard insomma. Davvero bello.
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 21 settembre 2013
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film d’altri tempi con chris hemsworth da oscar
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Andare al cinema e vedere “Rush” sembra di ritornare indietro nel tempo. Non solo perché il film è incentrato tutto sull’anno 1976 e sul duello tra i piloti di formula uno Niki Laura e James Hunt, ma perché il film, a differenza di quelli che siamo abituati a vedere oggi, non presenta alcuna scena speciale, o meglio, ci sono diversi effetti speciali, ma non ce ne accorgiamo.
Quello che colpisce nel film è il fatto che pur trattandosi di una ricostruzione di fatti realmente avvenuti non si nota la differenza tra i vecchi filmati e le scene attuali, come invece accade in molti film del genere.
Il motivo è molto semplice: il regista Ron Howard autore di alcuni film di grande successo come Angeli e demoni, Il codice da Vinci, Cinderella Man, A Beautiful Mind, non ha usato i vecchi filmati ma ha ricostruito (ovviamente con effetti speciali) il filmato del grave incidente a Niki Lauda, così quando si vede la scena, nel film, che sembra quella originale, non si notano differenze nei colori, nelle macchine, in tutto.
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Andare al cinema e vedere “Rush” sembra di ritornare indietro nel tempo. Non solo perché il film è incentrato tutto sull’anno 1976 e sul duello tra i piloti di formula uno Niki Laura e James Hunt, ma perché il film, a differenza di quelli che siamo abituati a vedere oggi, non presenta alcuna scena speciale, o meglio, ci sono diversi effetti speciali, ma non ce ne accorgiamo.
Quello che colpisce nel film è il fatto che pur trattandosi di una ricostruzione di fatti realmente avvenuti non si nota la differenza tra i vecchi filmati e le scene attuali, come invece accade in molti film del genere.
Il motivo è molto semplice: il regista Ron Howard autore di alcuni film di grande successo come Angeli e demoni, Il codice da Vinci, Cinderella Man, A Beautiful Mind, non ha usato i vecchi filmati ma ha ricostruito (ovviamente con effetti speciali) il filmato del grave incidente a Niki Lauda, così quando si vede la scena, nel film, che sembra quella originale, non si notano differenze nei colori, nelle macchine, in tutto.
Il film è sicuramente di grande levatura: la ricostruzione degli anni settanta fatta da Howard è impeccabile, persino nei particolari. Le auto usate, ad esempio sono state numerose e di ogni genere: la somiglianza dei due attori principali soprattutto quella di Daniel Bruhl con Niki Lauda è qualcosa di straordinario, ma una menzione particolare merita Chris Hemsworth nei panni di James Hunt: una recitazione sopra le righe, spettacolare, da oscar. E probabilmente l’attore entrerà sicuramente tra le nomination
Chi scrive ha vissuto in prima persona quegli anni e anche se ero un giovane ragazzo, non posso dimenticare la realtà di 37 anni fa e devo riconoscere che il film si cala perfettamente in quella realtà.
Girare il film non deve essere stato facile: Chris Hemsworth (James Hunt) e Daniel Brühl (Niki Lauda) non sono stati autorizzati a guidare una vera monoposto di Formula 1 così hanno dovuto usare dei veicoli Formula 3 con finta carrozzeria di F1, ma sono bravissimi
La rivalità tra i due piloti completamente differente sia in pista che nella vita è una costante del film che si basa proprio sul diverso modo di vivere ed interpretare il mondo della formula uno.
Il film è bellissimo, intenso, descrive perfettamente il mondo delle corse di allora, completamente diverso da quello tecnologico di oggi dove veramente ogni pilota rischiava la vita.
Siamo di fronte ad un piccolo capolavoro e per la prima volta sono d’accordo con molti critici cinematografici che ne elogiano i contenuti e la fattura.
Un film perfetto, in ogni particolare. Assolutamente da non perdere.
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jaylee
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domenica 29 settembre 2013
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spingersi al massimo e oltre
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Da ex-bambino prodigio dei programmi per la TV (fino ai fasti di Happy Days), a regista di punta del mainstream di Hollywood, Ron Howard dimostra con Rush una flessibilità fuori dal comune, avendo toccato praticamente tutti i generi (eccezion fatta per l'horror), e con questa pellicola celebra una storica rivalità sportiva nei tempi d'oro della Formula 1.
Rush ripercorre, dal 1970 al 1976, l'epopea elettrizzante ma anche sanguinosa di un mondo dove il coraggio equivale alla tecnologia, e dove Nicky Lauda (Daniel Bruhl) e James Hunt (Chris Hemsworth) rappresentano le punte del Circus, a quel tempo, come e più di ora, un crogiolo di fama, moda, apparenza, presenzialismo, glamour. I piloti come moderni cavalieri su destrieri d'acciaio e benzina in una giostra di asfalto, pronti all'estremo sacrificio per perseguire una vita spinta al massimo.
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Da ex-bambino prodigio dei programmi per la TV (fino ai fasti di Happy Days), a regista di punta del mainstream di Hollywood, Ron Howard dimostra con Rush una flessibilità fuori dal comune, avendo toccato praticamente tutti i generi (eccezion fatta per l'horror), e con questa pellicola celebra una storica rivalità sportiva nei tempi d'oro della Formula 1.
Rush ripercorre, dal 1970 al 1976, l'epopea elettrizzante ma anche sanguinosa di un mondo dove il coraggio equivale alla tecnologia, e dove Nicky Lauda (Daniel Bruhl) e James Hunt (Chris Hemsworth) rappresentano le punte del Circus, a quel tempo, come e più di ora, un crogiolo di fama, moda, apparenza, presenzialismo, glamour. I piloti come moderni cavalieri su destrieri d'acciaio e benzina in una giostra di asfalto, pronti all'estremo sacrificio per perseguire una vita spinta al massimo.
Notevole l'interpretazione dei due protagonisti, Hunt/Hemsworth aggressivo, spericolato, sregolato, sempre sul punto di esplodere e di incendiarsi; e soprattutto Bruhl/Lauda, impressionante la somiglianza (non solo fisica) col vero pilota, a cui conferisce un'abilità di analisi e di concentrazione pari solo alla sua proverbiale antipatia (memorabile quando, al suo primo test su una Ferrari, davanti al Drake in calzini rossi, non esita a definire la vettura una "m...a"; fatto peraltro, effettivamente accaduto).
Pur essendo agli antipodi, i due riconoscono nell'altro un completamento ed un reciproco stimolo all'eccellenza, che sfocia dall'iniziale antipatia prima nell'ammirazione e successivamente nell'amicizia, un pò come nel basket di qualche anno dopo fu la rivalità tra lo spumeggiante Magic Johnson ed il coriaceo Larry Bird. Notevole, come il regista filtra tra dialoghi e sguardi tra i due, la loro complementarietà elettiva: l'uno elettrico, popolare, corteggiato, ma solo; l'altro detestabile, ruvido, solitario, ma con una compagna eccezionale. E come i due imparino a comprendersi e alla fine finiscano per somigliarsi un po' per spingersi oltre i propri limiti: Hunt dovrà applicarsi molto di più in fase di messa a punto, Lauda dovrà prendersi molti più rischi (il più estremo dei quali fu il suo ritorno a tempo di record dallo spaventoso incidente del Nurburgring che lo segnò a vita nell'aspetto e quasi lo uccise). L'ultima gara del campionato del 1976 entra nella storia, ed è il culmine di un film teso ed avvincente, nonostante che il risultato sia noto.
Bellissime le atmosfere anni '70: evidentemente si addicono al regista, che bissa da questo punto di vista Frost vs Nixon, con cieli plumbei e presagi disseminati in qua e là sotto forma di ragni, accendini, conati di vomito (!); cosi come le musiche di Hans Zimmer cariche di quieta tensione, in contrasto con l'adrenalina ad alto contenuto di ottani; e nota di merito per le due interpreti femminili, soprattutto Alexandra Maria Lara nella parte della volitiva e silenziosa Marlene Lauda, ed il nostro Pierfrancesco Favino nella parte di Clay Regazzoni, ormai il volto italiano più noto nel panorama di Hollywood.
Rush è infine un film intenso nel senso e preciso nel modo, quasi chirurgico: pur non essendo al livello di Frost vs. Nixon, e anche se non siete appassionati di Formula 1, "correte" a vederlo, e non ve ne pentirete. (www.versionekowalski.it)
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fedson
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lunedì 23 settembre 2013
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ron howard in corsa per gli oscar!
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L'inglese james Hunt e l'austriaco Niki Lauda sono due esperti piloti automobilistici. Uno è lo spaccone di turno, materiale, egoista, donnaiolo, nonché la star dei suoi successi che si gode; l'altro è matematico, inamovibile nella sua quadrata ideologia, metodico ed introverso. La loro diversità verrà messa a dura prova in una dura stagione di Formula 1 trasformandosi in una valida rivalità che li renderà leggenda. Era dai tempi di A Beautiful Mind che Ron Howard non mostrava un film seriamente all'altezza del suo nome e del suo immenso talento, qui insindacabilmente riconosciuti. Il regista sperimenta una regia assolutamente dinamica, studiata, in perfetta armonia con la spettacolare fotografia che pervade le lunghissime e pericolose piste nei quali i due piloti gareggeranno all'ultimo sangue per il titolo mondiale.
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L'inglese james Hunt e l'austriaco Niki Lauda sono due esperti piloti automobilistici. Uno è lo spaccone di turno, materiale, egoista, donnaiolo, nonché la star dei suoi successi che si gode; l'altro è matematico, inamovibile nella sua quadrata ideologia, metodico ed introverso. La loro diversità verrà messa a dura prova in una dura stagione di Formula 1 trasformandosi in una valida rivalità che li renderà leggenda. Era dai tempi di A Beautiful Mind che Ron Howard non mostrava un film seriamente all'altezza del suo nome e del suo immenso talento, qui insindacabilmente riconosciuti. Il regista sperimenta una regia assolutamente dinamica, studiata, in perfetta armonia con la spettacolare fotografia che pervade le lunghissime e pericolose piste nei quali i due piloti gareggeranno all'ultimo sangue per il titolo mondiale. Ed è anche una regia, quella di Howard, che racconta, in modo intimo e realistico, la storia di queste due leggende della Formula 1, trascinandola con se fino al fatidico traguardo finale. Ron Howard parla chiaro, stavolta. Niente trucchi. Niente inganni. Niente riconoscimenti forzati a uno dei due piloti e niente fantasie per entrambi. Il film gode di un potere magnetico nell'intrattenere lo spettatore che sembra essere il motore di una Formula 1: una volta partito, non si può fermare. I sogni ci sono, ma non sono quelli americani e patriottici. Sono ambizioni e traguardi per i quali vale veramente la pena di lottare; gloria, soldi e successi non c'entrano nulla. Si parla di qualcosa di molto più grande. Qualcosa più forte della morte e al di là della paura. Si tratta di passioni, ambizioni, sogni in fondo così reali che quasi possiamo toccarli con la mano. Veri sogni di veri uomini che combattono per vere passioni. La pellicola riesce ad emanare, senza maschere o mezzi termini, una voglia di inseguire le passioni di questi due personaggi, così complessi ma così delicati, al punto che, noi spettatori, non possiamo fare a meno di tifare per entrambi. Il perché di tutto questo mare di emozioni ci viene mostrato da scene, sequenze, immagini e suoni che penetrano all'interno dei nostri occhi e delle nostre orecchie fino a raggiungerci nel profondo. Sono la nostra sensibilità e le emozioni il vero motore del film. E' un motore sempre attivo, irrefrenabile, carico di odio ma a tempo stesso di rispetto, di amicizia e di pura lealtà (vedi i due protagonisti), la cui macchina (il film stesso) sembra sfuggirci da un volante rappresentato dalle nostre più intime emozioni che non riescono a trattenersi di fronte all'estrema grandezza e umanità della pellicola. Con questo, Ron Howard firma un film sportivo dotato di una forte vena drammatica che riesce ad accattivarsi appassionati di Formula 1 e non, gareggianti e semplici spettatori, critica e pubblico che siano. Non ce n'è per nessuno, tranne che per James e Niki!
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