Rush |
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Un film di Ron Howard.
Con Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino.
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Titolo originale Rush.
Sportivo,
durata 123 min.
- USA, Gran Bretagna, Germania 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 19 settembre 2013.
MYMONETRO
Rush
valutazione media:
4,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Rushdi MarzaghettiFeedback: 2173 | altri commenti e recensioni di Marzaghetti |
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venerdì 20 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sapientemente dosato su due tempi - due velocità - due ritmi, quello della macchina, frenetico - sovralimentato - adrenalinico, e quello dell'uomo, rallentato - riflessivo - introspettivo, il nuovo cult di Ron Howard - Rush - è uno sbalorditivo condensato dell'energia, della tecnica e della follia che ruotavano attorno alla Formula Uno degli anni '70. Uomo e macchina, entrambi protagonisti, entrambi sotto pressione, entrambi terribilmente fragili. Non c'è logica, non ci sono bene e male, solo eroismo ed egoismo, all'ennesima potenza. Ed Howard, maestro nel dipingere storie vere tanto meravigliose da sembrare sceneggiate dal Destino, lascia lo spettatore con l'estasi di aver vissuto anch'egli qualcosa di sovrannaturale. A dispetto di una prima parte piuttosto frammentaria, a dire il vero funzionale ad introdurre degnamente i personaggi e i loro mondi, la fase centrale del film e la sua incredibile, ma vera, conclusione, sono davvero prodigiose per ritmo (e sua modulazione a due tempi), intensità, efficacia visiva ed emozione. Uno spettacolo per gli occhi, e per le orecchie, con i rombi dei bolidi resi come mai prima d'ora. Hemsworth è bravo a fare Hunt, ma avrebbero potuto fare altrettanto molti suoi colleghi, visto che James giocava a fare l'attore, a modo suo. Invece quello che ha fatto Daniel Bruhl con Niki Lauda ha dello sbalorditivo... Non lo ha imitato, gli ha dato una identità diversa ma perfettamente confacente, come se fosse il vero Lauda ma in una dimensione parallela...Davvero incredibile. E se non arriva almeno una nomination mi strappo la tuta ignifuga. L'epilogo infine, con i due protagonisti che finalmente si scoprono in un lungo dialogo che è come una confessione senza pentimento, e che si chiude con la voce fuori campo del solo Lauda, è di grande, grande impatto. Alla Ron Howard insomma. Davvero bello.
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